GLI DEI DEL CALCIO
W E A H
Simbolo di un continente intero.
George Weah nacque e crebbe nella baraccopoli di Clara Town, a Monrovia. Apparteneva al gruppo etnico Kru, proveniente dalla Grande Contea Kru della Liberia sud-orientale, una delle zone più povere del paese e infestate per decenni dalla guerra civile. Nato da William T. Weah e Anna Quayeweah, fu allevato perlopiù dalla nonna paterna, Emma Klonjlaleh Brown. Frequentò la scuola media presso il Congresso musulmano e la scuola superiore presso la Wells Hairston High School.Weah iniziò a giocare a calcio in patria, nell'Invincible Eleven, prima di passare al Tonnerre Yaoundé, in Camerun. Nel 1988 si trasferì in Europa, al Monaco, con cui vinse la Coppa di Francia nel 1991. Negli anni '90 giocò poi con Paris Saint Germain (1992-1995), con cui conquistò il campionato francese nel 1994, e Milan (1995-2000), con cui vinse il campionato italiano nel 1996 e nel 1999. Nel 1995 fu nominato Pallone d'Oro, FIFA World Player e Calciatore africano dell'anno (terzo successo dopo quelli del 1989 e del 1994). Dopo la partenza dal Milan nell'ottobre 1999, emigrò in Inghilterra, prima al Chelsea e poi al Manchester City, e, in rapida successione, nuovamente in Francia, all'Olympique Marsiglia. Nel maggio 2001 firmò un contratto con l'Al Jazira FC, squadra degli Emirati Arabi, dove chiuse la carriera. Nel 1999 fu votato Calciatore africano del secolo.George Weah è stato l'idolo più recente tra i tifosi rossoneri ma anche tra tutti gli sportivi grazie sì alle sue straordinarie doti atletiche e creative, ma anche al "George" personaggio, semplicemente unico.Riusciva a risolvere una partita grazie alle sue zampate da leone, alla sua incredibile velocità e potenza fisica. Altruista, potente, veloce, forte di testa, ricco di fantasia, insomma ha tutte le caratteristiche del centravanti modello.
Monaco
Nel 1989 giovanissimo sbarca in Francia nel AS Monaco guidato da un giovane e promettente tecnico,Arsene Wenger.La squadra è mediocre ma esprime un ottimo calcio e pur segnando non tantissimo ,il suo record sarà 18 reti stagionali,Weah la trascina a vincere la Coppa di Francia,uno dei primi titoli vinti dalla squadra del Principato monegasco.
Paris S.Germain
Nel 1992 passa al Paris S.Germain.Qui si consacra,esplode come bomber e interprete nuovo del ruolo di centravanti.In tre anni vince due Coppe Nazionali e soprattutto il Campionato francese.E' la sua partecipazione alla Uefa Champions League che lo consacra al pubblico internazionale.Giocate spettacolari e gol decisivi lo fanno notare al Milan di Fabio Capello che nel 1995 lo fa suo,come erede di Marco Van Basten,ritiratosi proprio quell'anno.
Milan
Weah arrivò come detto ,al Milan nell'estate 1995, proveniente dal Paris Saint-Germain, con cui aveva appena vinto il campionato francese. Esordì in Serie A in Padova-Milan 1-2 del 27 agosto 1995, realizzando un gol di testa dopo 6 minuti di gioco e fornendo poi l'assist per l'ultimo gol in rossonero del capitano Baresi. A dicembre gli venne conferito il Pallone d'Oro nel primo anno in cui il premio veniva assegnato con l'allargamento delle barriere europee: Weah divenne così il primo calciatore non europeo a iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro del trofeo. Pur non segnando tantissimo nella sua prima stagione italiana (11 reti in 26 presenze), marcò gol fondamentali per la conquista del 15° scudetto del Milan. Le reti furono quasi tutte pregevoli, tra cui quella segnato all'ultimo minuto di Lazio-Milan del 3 dicembre 1995 .Nelle due stagioni successive, realizzò 24 reti in campionato, tra cui alcune di assoluto splendore. Quella che da molti è ritenuta la più bella rete nella storia del calcio la segnò alla prima giornata del campionato di Serie A 1996-1997 contro il Verona a San Siro l'8 settembre 1996: dopo aver recuperato un pallone a ridosso della propria area, Weah si involò con la palla al piede verso la metà campo avversaria e, dopo aver superato sette avversari percorrendo quasi tutti i 110 metri del campo, depositò il pallone in porta superando l'estremo difensore veronese in uscita. Il memorabile gesto tecnico fu definito "gol totale" per la caratteristica di coniugare tutte le abilità che fanno di un calciatore un goleador di straordinario talento.Nel 1998-1999 fu ancora tra i protagonisti della stagione ed è primario il suo contributo per la vittoria del 16° tricolore. Tra le reti più belle e importanti spicca la doppietta segnata a Torino contro la Juventus in Juventus-Milan 0-2 del maggio 1999. Proprio in quella stagione Weah festeggiò le 100 partite con la maglia del Milan, mettendo a segno una doppietta nella vittoria per 5-1 a Udine contro l'Udinese ed esponendo dopo il primo gol una maglia celebrativa.Nell'ottobre 1999, a metà della stagione 1999-2000, Weah lasciò il Milan a 34 anni per trasferirsi al Chelsea, poiché non trovava più spazio da titolare in squadra, dopo l'arrivo del giovane spagnolo Josè Mari, considerato a torto una giovane promessa di livello mondiale. Il bilancio complessivo di Weah con la squadra rossonera è di 147 partite e 58 reti così distribuite: 114 (46 gol) in Serie A, 19 (5 gol) in Coppa Italia, 12 (7 gol) nelle Coppe europee, 2 nella Supercoppa Italiana.
Fine Carriera
Nel 2000 giocò in ben tre squadre.Chelsea,Manchester City e O.Marsiglia.Ma oramai l'età avanzata gli aveva tolto lo smalto e lo strapotere fisico che lo contraddistinguevano.Segnò poco e si infortuniò molto e chiuse la sua carriera in Arabia,nel 2001.
Nazionale
Malgrado la possibilità di giocare con la nazionale francese, Weah scelse la nazionale liberiana, con cui scese in campo in 84 partite e che arrivò anche ad allenare e a finanziare. Tuttavia, la squadra non riuscì a qualificarsi per la Coppa del mondo, mancando l'ingresso alla fase finale dell'edizione del 2002 per un solo punto. Weah resta così uno di più grandi calciatori della storia a non aver mai giocato la fase finale di un Mondiale.
Dopo il ritiro: la carriera politica
Da quando ha abbandonato l'attività agonistica è diventato una figura umanitaria e politica nel suo paese, impegnandosi a fondo nella lotta contro i problemi che attanagliano la Liberia, uscita da una cruenta guerra civile.A metà novembre del 2004 annunciò una sua possibile candidatura alle elezioni presidenziali liberiane dell'11 ottobre 2005. Il 13 agosto 2005 venne confermata la sua candidatura con il Cdc, Congresso per la Democrazia e il Cambiamento (Congress for Democracy and Change).Al primo turno risultò il candidato più votato con il 28,3% dei voti, ma al ballottaggio fu sconfitto dall'economista Ellen Johnson-Sirleaf, che ottenne il 59,4% dei consensi.Al suo ritorno da un suo viaggio in Europa, il celebre cantante liberiano Michael B.Clock gli dedicò la canzone "Run African Star" per supportare la sua campagna elettorale.
George Weah nacque e crebbe nella baraccopoli di Clara Town, a Monrovia. Apparteneva al gruppo etnico Kru, proveniente dalla Grande Contea Kru della Liberia sud-orientale, una delle zone più povere del paese e infestate per decenni dalla guerra civile. Nato da William T. Weah e Anna Quayeweah, fu allevato perlopiù dalla nonna paterna, Emma Klonjlaleh Brown. Frequentò la scuola media presso il Congresso musulmano e la scuola superiore presso la Wells Hairston High School.Weah iniziò a giocare a calcio in patria, nell'Invincible Eleven, prima di passare al Tonnerre Yaoundé, in Camerun. Nel 1988 si trasferì in Europa, al Monaco, con cui vinse la Coppa di Francia nel 1991. Negli anni '90 giocò poi con Paris Saint Germain (1992-1995), con cui conquistò il campionato francese nel 1994, e Milan (1995-2000), con cui vinse il campionato italiano nel 1996 e nel 1999. Nel 1995 fu nominato Pallone d'Oro, FIFA World Player e Calciatore africano dell'anno (terzo successo dopo quelli del 1989 e del 1994). Dopo la partenza dal Milan nell'ottobre 1999, emigrò in Inghilterra, prima al Chelsea e poi al Manchester City, e, in rapida successione, nuovamente in Francia, all'Olympique Marsiglia. Nel maggio 2001 firmò un contratto con l'Al Jazira FC, squadra degli Emirati Arabi, dove chiuse la carriera. Nel 1999 fu votato Calciatore africano del secolo.George Weah è stato l'idolo più recente tra i tifosi rossoneri ma anche tra tutti gli sportivi grazie sì alle sue straordinarie doti atletiche e creative, ma anche al "George" personaggio, semplicemente unico.Riusciva a risolvere una partita grazie alle sue zampate da leone, alla sua incredibile velocità e potenza fisica. Altruista, potente, veloce, forte di testa, ricco di fantasia, insomma ha tutte le caratteristiche del centravanti modello.
Monaco
Nel 1989 giovanissimo sbarca in Francia nel AS Monaco guidato da un giovane e promettente tecnico,Arsene Wenger.La squadra è mediocre ma esprime un ottimo calcio e pur segnando non tantissimo ,il suo record sarà 18 reti stagionali,Weah la trascina a vincere la Coppa di Francia,uno dei primi titoli vinti dalla squadra del Principato monegasco.
Paris S.Germain
Nel 1992 passa al Paris S.Germain.Qui si consacra,esplode come bomber e interprete nuovo del ruolo di centravanti.In tre anni vince due Coppe Nazionali e soprattutto il Campionato francese.E' la sua partecipazione alla Uefa Champions League che lo consacra al pubblico internazionale.Giocate spettacolari e gol decisivi lo fanno notare al Milan di Fabio Capello che nel 1995 lo fa suo,come erede di Marco Van Basten,ritiratosi proprio quell'anno.
Milan
Weah arrivò come detto ,al Milan nell'estate 1995, proveniente dal Paris Saint-Germain, con cui aveva appena vinto il campionato francese. Esordì in Serie A in Padova-Milan 1-2 del 27 agosto 1995, realizzando un gol di testa dopo 6 minuti di gioco e fornendo poi l'assist per l'ultimo gol in rossonero del capitano Baresi. A dicembre gli venne conferito il Pallone d'Oro nel primo anno in cui il premio veniva assegnato con l'allargamento delle barriere europee: Weah divenne così il primo calciatore non europeo a iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro del trofeo. Pur non segnando tantissimo nella sua prima stagione italiana (11 reti in 26 presenze), marcò gol fondamentali per la conquista del 15° scudetto del Milan. Le reti furono quasi tutte pregevoli, tra cui quella segnato all'ultimo minuto di Lazio-Milan del 3 dicembre 1995 .Nelle due stagioni successive, realizzò 24 reti in campionato, tra cui alcune di assoluto splendore. Quella che da molti è ritenuta la più bella rete nella storia del calcio la segnò alla prima giornata del campionato di Serie A 1996-1997 contro il Verona a San Siro l'8 settembre 1996: dopo aver recuperato un pallone a ridosso della propria area, Weah si involò con la palla al piede verso la metà campo avversaria e, dopo aver superato sette avversari percorrendo quasi tutti i 110 metri del campo, depositò il pallone in porta superando l'estremo difensore veronese in uscita. Il memorabile gesto tecnico fu definito "gol totale" per la caratteristica di coniugare tutte le abilità che fanno di un calciatore un goleador di straordinario talento.Nel 1998-1999 fu ancora tra i protagonisti della stagione ed è primario il suo contributo per la vittoria del 16° tricolore. Tra le reti più belle e importanti spicca la doppietta segnata a Torino contro la Juventus in Juventus-Milan 0-2 del maggio 1999. Proprio in quella stagione Weah festeggiò le 100 partite con la maglia del Milan, mettendo a segno una doppietta nella vittoria per 5-1 a Udine contro l'Udinese ed esponendo dopo il primo gol una maglia celebrativa.Nell'ottobre 1999, a metà della stagione 1999-2000, Weah lasciò il Milan a 34 anni per trasferirsi al Chelsea, poiché non trovava più spazio da titolare in squadra, dopo l'arrivo del giovane spagnolo Josè Mari, considerato a torto una giovane promessa di livello mondiale. Il bilancio complessivo di Weah con la squadra rossonera è di 147 partite e 58 reti così distribuite: 114 (46 gol) in Serie A, 19 (5 gol) in Coppa Italia, 12 (7 gol) nelle Coppe europee, 2 nella Supercoppa Italiana.
Fine Carriera
Nel 2000 giocò in ben tre squadre.Chelsea,Manchester City e O.Marsiglia.Ma oramai l'età avanzata gli aveva tolto lo smalto e lo strapotere fisico che lo contraddistinguevano.Segnò poco e si infortuniò molto e chiuse la sua carriera in Arabia,nel 2001.
Nazionale
Malgrado la possibilità di giocare con la nazionale francese, Weah scelse la nazionale liberiana, con cui scese in campo in 84 partite e che arrivò anche ad allenare e a finanziare. Tuttavia, la squadra non riuscì a qualificarsi per la Coppa del mondo, mancando l'ingresso alla fase finale dell'edizione del 2002 per un solo punto. Weah resta così uno di più grandi calciatori della storia a non aver mai giocato la fase finale di un Mondiale.
Dopo il ritiro: la carriera politica
Da quando ha abbandonato l'attività agonistica è diventato una figura umanitaria e politica nel suo paese, impegnandosi a fondo nella lotta contro i problemi che attanagliano la Liberia, uscita da una cruenta guerra civile.A metà novembre del 2004 annunciò una sua possibile candidatura alle elezioni presidenziali liberiane dell'11 ottobre 2005. Il 13 agosto 2005 venne confermata la sua candidatura con il Cdc, Congresso per la Democrazia e il Cambiamento (Congress for Democracy and Change).Al primo turno risultò il candidato più votato con il 28,3% dei voti, ma al ballottaggio fu sconfitto dall'economista Ellen Johnson-Sirleaf, che ottenne il 59,4% dei consensi.Al suo ritorno da un suo viaggio in Europa, il celebre cantante liberiano Michael B.Clock gli dedicò la canzone "Run African Star" per supportare la sua campagna elettorale.
R I V A L D O - Il Campione dalla faccia triste
Uno dei mancini più vellutati di sempre.
Un campione solitario.Questo appare Rivaldo e questo si capta anche dalle sue parole: «Non amo le feste e i ricevimenti; mi piace stare in famiglia, con mia moglie e i miei due figli. Lontano dagli stadi, mi piace il silenzio». La storia di Rivaldo Vitor Borba Ferreira, brasiliano di Recife, campione del mondo con la Seleçao il 30 giugno (cinque gol in sette partite), è quella di tanti ragazzi brasiliani, che cominciano ad inseguire un pallone in una favela. «Sono vissuto prima a Beberibe e poi a Paulista, dove vive ancora mia mamma, c' era povertà, è ovvio, ma la vita era tranquilla». Rivaldo calza le sue «prime scarpe da calcio a sedici anni, ma dall' età di sei anni ho giocato su un campo pieno di buche. Papà Romildo, un discreto calciatore dilettante, è stato il mio primo allenatore e il primo a credere che sarei diventato un buon giocatore. La mia fortuna sono state le ore trascorse a palleggiare contro il muro, anche se lì ho rischiato di chiudere una carriera non ancora iniziata, perché un giorno il muro crollò e mi tagliai il piede destro: sedici punti». La vita di Rivaldo cambia in un venerdì di gennaio dell' 89: «Avevo ancora 17 anni e mio padre morì investito da un autobus. Andai a vendere le bibite sulla spiaggia e mi chiedevo se valesse la pena di continuare a giocare, ma in famiglia tutti mi hanno spinto ad andare avanti. L' ho fatto per loro e soprattutto per mio papà, per ricordarmi di lui in ogni momento». L' avventura calcistica di Rivaldo era già cominciata. A dodici anni, aveva firmato il suo primo contratto a Santa Cruz, senza fortuna, al punto da dover emigrare al Paulistano, il club del suo quartiere, prima di tornare al Santa Cruz a vent' anni: «Intorno a me non c' era fiducia». Nel ' 92, va a giocare nel Mogi Mirim, stato di San Paolo, seconda divisione e lì conquista la promozione. E' il primo segnale importante: viene ceduto in prestito nell' estate ' 93 al Corinthians per 250 mila dollari e segna undici gol in diciannove partite. Debutta in nazionale (con gol), contro il Messico a Guadalajara. Il Palmeiras lo acquista nel ' 94, per 2,4 milioni di dollari e lì trova in panchina Luxemburgo, il tecnico che lo lancia e che ritroverà in nazionale nel ' 99. E' nel ' 96, che Rivaldo sbarca in Europa. Lo acquista il Deportivo La Coruña ed è la svolta della carriera, perché in 41 partite di campionato segna 21 gol e viene scelto dal Barcellona nel luglio ' 97, quando Ronaldo passa all' Inter: «Il Depo è stata un' esperienza fondamentale della mia carriera; mi sono bastati tre mesi per ambientarmi». Il Barça gira i 48 milioni di vecchie lire pagati da Moratti e si assicura il brasiliano, che comincia a lavorare con Van Gaal, proprio l' allenatore che ora non l' ha più voluto. «A Barcellona mi sono sentito subito a casa, perché lì ho ritrovato un pezzo di Brasile». Il successo di Rivaldo è travolgente: vittoria nella Liga (24 gol in 37 partite) e nella Coppa del Re nel ' 98 (ma perde il Mondiale in finale); bis in campionato nel ' 99, quando vince anche la Coppa America con il Brasile. E nel dicembre ' 99, arriva il riconoscimento che Van Gaal considera l' inizio della fine della carriera blaugrana del brasiliano: la conquista del «Pallone d' oro» ' 99, con 219 punti, sessantacinque in più di Beckham e tre volte più di Shevchenko. Un successo bissato dal titolo di «World Fifa Player», cioè di miglior giocatore del mondo. E' stato nel 2000 che il rapporto fra il Barcellona e Rivaldo comincia ad incrinarsi, Van Gaal se ne va, il brasiliano resta, ma non ne è più convinto. In panchina vanno prima Ferrer e poi Rexach, senza fortuna. Rivaldo torna a vincere soltanto con il Brasile. Il titolo mondiale è suo (nonostante la sceneggiata all' esordio con la Turchia), ma a Barcellona torna Van Gaal e si consuma il divorzio che sta spingendo Rivaldo al Milan e al derby con Ronaldo. Le ultime parole verso il tecnico olandese sono di fuoco: «E' invidioso di me, mi fa pena, in panchina è un incapace». Fabio Monti DICONO DI LUI VAN GAAL (Barcellona) Rivaldo mi piaceva prima che vincesse il «Pallone d' oro». Da quel momento le sue partite non sono più state all' altezza della situazione. Il suo impegno è diverso se gioca con il Brasile o con il Barcellona SCOLARI (c.t. Brasile) Rivaldo è da sempre un grande campione, ma al Mondiale ha stupito anche me per la maturità e lo spirito di servizio che ha dimostrato. Ha sempre corso per due, proteggendo Ronaldo RONALDO Abbiamo vinto il Mondiale anche perché io e Rivaldo ci siamo alleati, abbiamo cancellato qualsiasi forma di egoismo in campo e abbiamo pensato soltanto all' interesse della Seleçao. Lui è davvero un grande
CARRIERA - Club
Inizia a giocare nelle giovanili del Paulistano Futebol Clube e poi passa al Santa Cruz e al Mogi Mirim. Nel 1993 Rivaldo firma un contratto con il Corinthians, e debutta con la maglia della nazionale segnando il gol decisivo in amichevole contro il Messico. Nell'anno successivo, il 1994, si trasferisce al Palmeiras vincendo il campionato.
Barcellona - Dopo aver raggiunto le semifinali alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, si trasferisce in Spagna, al Deportivo La Coruna. L'anno successivo si accasa al Barcellona, dove rimarrà per 5 stagioni, vincendo due volte consecutive il campionato spagnolo, una Copa del Re, una Supercoppa europea e soprattutto il Pallone d'Oro nell'anno 1999.
Milan - Il 28 luglio 2002 firma un contratto triennale con il Milan per 4 milioni di euro netti all'anno.Accolto come un campione a Milano, disputa una stagione nel complesso media ma al disotto dei suoi standard abituali. Nel 2002-2003 vince comunque la Champions League e la Coppa Italia. Nella finale di ritorno di Coppa Italia contro la Roma a San Siro segna il gol del momentaneo 2-1 che spezza la rimonta dei giallorossi, battuti per 4-1 all'andata. All'inizio dell'annata successiva è chiuso da Kaká e da Ancelotti, che non lo fa giocare. Il 26 novembre 2003 si congeda dai rossoneri in smoking, prima di Milan-Lecce 3-0. Pochi giorni dopo decide di rescindere il contratto con la società italiana e di tornare in Brasile per giocare con il Cruzeiro.
Olympiakos - Nel luglio 2004, a 32 anni, va in Grecia per indossare la casacca dell'Olympiakos Pireo, squadra nella quale, dichiara di volere terminare la carriera. Tuttavia, entrato in contrasto con la dirigenza per il rinnovo del contratto e, alla fine della stagione 2006-2007, dopo 3 stagioni da protagonista, decide di firmare con i rivali storici dell'AEK Atene per due anni.
Aek Atene - Il 17 luglio 2008 lascia l'AEK per trasferirsi al Bunyodkor, squadra della massima divisione uzbeka, ottenendo un alto ingaggio. Nel campionato uzbeko, segna 33 gol in poco più di due stagioni e vince due titoli nazionali (2008 e 2009) e di una Coppa dell'Uzbekistan (2008).
L'11 agosto 2010 rescinde il contratto con la società uzbeka e il 18 novembre 2010 firma per i paulisti del Mogi Mirim, club nel quale ricopriva anche la carica di presidente.Il 22 gennaio 2011 passa al San Paolo, con un contratto che lo lega al club in prestito per un anno fino al 31 dicembre 2011.Il 3 febbraio 2011 segna un gol all'esordio nel Campionato Paulista. Conclude la sua esperienza col club paulista con 30 presenze e 5 gol messi a segno in campionato.Il 13 gennaio 2012, dopo essere rimasto svincolato per due mesi, viene ingaggiato dalla squadra angolana del Kabuscorp. Alla sua seconda partita di campionato con la squadra angolana Rivaldo mette a segno una tripletta.
Nazionale
Nel 1998 disputa il Mondiale, giungendo alla finale di Parigi contro la Francia, in cui il Brasile fu battuto per 3-0.
Con la Nazionale vince anche la Coppa America del 1999.Nell'estate del 2002, a 30 anni, Rivaldo disputa e vince, con la Nazionale, il Mondiale di calcio in Giappone e Corea del Sud, competizione in cui segna 5 gol i n sette gare.Nella semifinale contro la Turchia non va in gol, mancando così di eguagliare il record di marcature consecutive (6 partite di fila) in Coppa del Mondo stabilito da Jairzinho a Messico 1970.
LUIS FIGO - Eleganza e "doppio passo "
Stella portoghese.Unico degno erede del mito Eusebio.
Luís Filipe Madeira Caeiro Figo (Almada, 4 novembre 1972) è stato tra i più grandi calciatori portoghesi di tutte le epoche, nel 2000 è stato insignito del Pallone d'oro e nel 2001 del FIFA World Player. Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della federazione.
La famiglia si trasferì subito a Cova da Piedade, un quartiere di Almada, ed in queste strade Figo comincia a dar sfogo alla sua passione per il calcio.
È sposato dal 2001 con la modella svedese Helen Svedin, con cui ha avuto tre figlie: Daniela (nata nel marzo del 1999), Martina (nata nell'aprile del 2002) e Stella (nata il 9 dicembre 2004).
Figo è stato un centrocampista moderno, in grado di giocare sia sulla corsia esterna che come trequartista. Il cambio di passo, l'eccezionale dribbling in cui utilizzava spesso il paso doble come elemento principale e un piede perfetto per crossare, abbinati a eccellenti doti fisiche, sono state le sue migliori caratteristiche.
Carriera
Sporting Lisbona
Inizia a tirare i primi calci ad un pallone nella squadra dell'Union Futebol Club Os Pastilhas, e quando questa deve momentaneamente interrompere l'attività si trasferisce allo Sporting Lisboa. Qui ha come allenatore Carlos Queiroz, che lo fa esordire in serie A a quasi 17 anni.
Nel 1989 vince con la nazionale l'Europeo Under 16 e due anni dopo conquista il Mondiale Under 20, in una squadra in cui militavano anche Rui Costa e Joao Pinto, battendo in finale il Brasile.Con il club vince nel 1995 la Coppa del Portogallo.Fu in quella estate alcentro di un vertiginoso vortice di mercato,poichè con due procuratori diversi firmo due precontratti con il Milan e con il Parma,cosa ovviamente non permessa dalle regole Uefa.Infatti tali accordi non ebbero alcun reale valore e il Barcellona pochi giorni dopo soffiò al calcio italiano una stella di sicura grandezza.
Barcellona
Nell'estate del 1995 passa appunto al Barcellona, dove resta 5 anni. Nonostante la squadra catalana non fosse il colosso odierno man mano il talento del portoghese esce fuori,gioca anche una stagione immensa con il brasiliano Ronaldo,che si giova delle grandi doti di assistman di Figo segnando caterve di goal.Riesce ad esprimere davvero un calcio sublime e poetico in quegli anni,anche senza la massima vittoria europea.Nel periodo in blaugrana vince 2 campionati spagnoli, 2 Coppe del Re, 1 Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea e una Supercopa de España.
Real Madrid
Nel 2000 è protagonista di un clamoroso trasferimento al Real Madrid per 60 milioni di euro. Con la squadra della capitale conquista due volte la Liga, oltre alla Champions League, alla Coppa Intercontinentale, alla Supercoppa Europea e a due Supercoppe di Spagna. Proprio nel 2000 viene premiato con il Pallone d'oro, battendo Zidane: a questo premio individuale, si aggiunge - in particolare - il FIFA World Player del 2001.Nella stagione 2002-2003, Figo è vittima di uno dei più noti episodi di contestazione da parte dei suoi ex-tifosi del Barcellona. Durante Barcellona-Real Madrid, mentre Figo si trovava vicino alla bandierina del calcio d'angolo impegnato in un'azione di gioco, dagli spalti venne lanciata la testa di un maiale che finì non molto distante dal giocatore.
In Spagna ha collezionato 336 presenze e 68 gol; in Europa ha collezionato 136 presenze e 28 gol.
Inter
Nell'estate 2005 a 33 anni approda all'Inter (dopo non aver rinnovato il suo contratto con il Real Madrid), con cui ha vinto 4 Scudetti, 1 Coppa Italia e 3 Supercoppe italiane. Alla fine di dicembre 2006 si diffonde la notizia secondo cui, stando a fonti non confermate, sarebbe stato imminente il passaggio del giocatore alla squadra araba dello Al Ittihad. La notizia è stata inizialmente smentita con una nota ufficiale dell'Inter, che ha negato l'esistenza di una qualsiasi trattativa per la cessione di Figo, ma l'accordo tra le parti esiste e viene reso pubblico da alcune dichiarazioni ufficiali del proprietario dello Al Ittihad, Mansour al-Balwi, e confermato da alcune foto del giocatore con il proprietario stesso, in cui viene presentata la nuova maglia di Figo con il numero 7. Terminato il campionato però Figo annuncia di aver rotto l'accordo con il club arabo a causa di un'inadempienza contrattuale dello stesso e qualche settimana più tardi annuncia di aver rinnovato fino al 2008 il contratto con l'Inter. Nel giugno del 2007 Figo sceglie di rimanere all'Inter un altro anno, per poi intraprendere la carriera di dirigente nello stesso club.La stagione 2007/2008 inizia in maniera positiva per il portoghese infatti parte titolare nello schieramento di Mancini. Durante il derby d'Italia del 4 novembre 2007 ha riportato la frattura composta del perone della gamba destra a seguito di uno scontro con Nedvěd. In seguito ha dei dissidi con l'allenatore Mancini. Uno degli episodi più clamorosi è stato quando il portoghese si è rifiutato di entrare in campo durante la partita con il Liverpool in Champions League poiché Mancini lo aveva fatto scaldare per un lungo periodo di tempo e aveva deciso di farlo entrare in campo solo al 70º minuto. Poi nella partita di ritorno di coppa Italia contro la Lazio, Luis rientra però accusa un nuovo infortunio e chiude il suo campionato. Alla fine della stagione pensa di lasciare il calcio giocato ma l'avvicendamento sulla panchina dell'Inter e l'arrivo di Josè Mourinho, suo grande estimatore, convincono Figo a restare all'Inter un altro anno, dove pur non essendo più protagonista, si rende utile soprattutto nei minuti finali di alcune partite come quella casalinga contro il Chievo Verona.Il 16 maggio 2009, giorno della vittoria matematica dello scudetto da parte dell'Inter, Figo annuncia di voler ritirarsi dal calcio giocato, a meno di offerte da paesi fuori dall'Europa. Ha giocato l'ultima gara ufficiale della sua carriera domenica 31 maggio 2009 in Inter-Atalanta (indossando tra l'altro, la fascia di capitano).
Nazionale
In Nazionale ha esordito il 12 ottobre 1991 contro il Lussemburgo; fino a settembre 2006 conta 127 presenze e 32 gol: è il calciatore portoghese che più volte ha vestito la maglia della nazionale.Nell'Europeo 2004, disputato in casa, il Portogallo arrivò in finale, dove però perse con la Grecia.Nel 2006 ha inoltre raggiunto il quarto posto ai Mondiali di Germania, disputando l'intera competizione da capitano.
la REDAZIONE
RONALDINHO - L' Allegria del Calcio
La perla nera più pura del calcio brasiliano.
Ronaldo de Assis Moreira, meglio noto come Ronaldinho (Porto Alegre, 21 marzo 1980), è un calciatore brasiliano, attaccante del Flamengo.Campione del mondo con la Nazionale brasiliana nel 2002, è stato eletto FIFA World Player dalla FIFA nel 2004 e nel 2005 e Pallone d'oro 2005 dalla rivista francese France Football. Nel marzo 2004 Pelé l'ha inserito nella FIFA 100, la lista dei più forti calciatori viventi.
La Vita
Di umili origini, Ronaldo de Assis Moreira trascorse la sua infanzia nel barrio Vila Nova di Porto Alegre.Terzo e ultimo figlio di Dona Miguelina, negoziante con diploma di infermiera, e di Joao Da Silva Moreira, operaio in un cantiere navale ed ex calciatore dell'Esporte Clube Cruzeiro di Porto Alegre, morto di infarto quando Ronaldinho aveva otto anni. Con la morte del padre, assunse importanza fondamentale per Ronaldo de Assis la figura del fratello maggiore Roberto de Assis (nato nel 1971), all'epoca una delle promesse del calcio brasiliano e in seguito suo procuratore. Quando questi firmò per il Grêmio, la famiglia si trasferì in una nuova casa più spaziosa donata dal club a Roberto, la cui carriera conobbe, tuttavia, una brusca interruzione a causa di un infortunio.Dal 2006 Ronaldinho è socio onorario del Burela Pescados Rubén squadra galiziana di futsal.Nell'aprile del 2011 è stato insignito della laurea honoris causa in Lettere dall'Accademia brasiliana.
Caratteristiche
Giocatore completo e in possesso di una grande tecnica individuale, capace di compiere mirabilie da circo con la palla tra i piedi,tanto da spingere Johan Cruijff a definirlo ,insieme a Maradona , come il calciatore più fantasioso che abbia mai visto giocare al Camp Nou.E' dotato di eccellenti capacità nel dribbling, il più famoso dei quali è l'elastico,nella costruzione di occasioni da rete e nella finalizzazione,essendo anche un ottimo tiratore di calci piazzati.Può giocare sia da trequartista che da attaccante,soprattutto esterno sinistro.È inoltre un prolifico uomo-assist.
Grêmio
Le abilità calcistiche di Ronaldo de Assis Moreira si fecero notare subito. Fu soprannominato Ronaldinho perché solitamente era il più piccolo nelle partite che giocava.Inoltre il soprannome sarebbe dovuto al fatto che nel 1999, quando esordì nella Nazionale maggiore brasiliana, era già presente un altro Ronaldo; ai Mondiali Under-17 svoltisi in Egitto nel 1997, infatti, portava ancora il nome Ronaldo sulla maglia.Dopo aver praticato futsal e beach soccer si dedicò al calcio vero e proprio. Nel 1993 si mise in luce nella formazione della sua scuola: durante una partita realizzò tutti e 23 i gol con cui la sua squadra vinse l'incontro.Nel 1995 fu convocato per la prima volta nelle selezioni giovanili del Grêmio. Nel 1997 firmò il suo primo contratto da professionista con il Grêmio e venne aggragato alla prima squadra all'inizio dell'anno seguente. Debuttò in Coppa Libertadores nel 1998 e nel 1999 si aggiudicò il suo primo trofeo, il Campionato Gaúcho, realizzando 15 gol in 18 partite. In quattro anni disputò 44 partite di campionato e mise a segno 21 gol.
Paris S. Germain
L'arrivo in Europa al Paris Saint-Germain Il 17 gennaio 2001 i francesi del Paris Saint-Germain annunciarono l'acquisto di Ronaldinho suscitando le polemiche del Grêmio, che non aveva dato l'approvazione per il trasferimento.Sulla questione si pronunciarono sia i tribunali brasiliani sia la FIFA, che impose ai francesi un risarcimento di 6,4 milioni di euro per il club brasiliano. Per via di tale disputa Ronaldinho, che aveva già firmato per il Paris Saint-Germain nel maggio del 2001, non poté essere tesserato dalla società francese prima del mese di agosto, quando la stessa FIFA diede il benestare al tesseramentro provvisiorio del giocatore in attesa del transfer della CBF.Esordì con il PSG l'11 agosto 2001 contro l'Auxerre (1-1) nella seconda giornata della Division 1 2001-2002. La prima stagione a Parigi non fu caratterizzata da grandi vittorie, ma nonostante ciò Ronaldinho risultò il miglior giocatore della squadra.Nel 2003 fece trasparire chiaramente la propria volontà di lasciare il Paris Saint-Germain che non si era qualificato per nessuna coppa europea. Il desiderio di Ronaldinho scatenò le offerte dei maggiori club europei come Manchester United e Barcellona. In due stagioni nella capitale francese disputò più di 50 partite e mise a segno 17 reti.
Barcellona
Il 19 luglio 2003 lo acquistò il Barcellona per 30 milioni di euro, dopo trattative molto laboriose. Inizialmente non era un obiettivo del Barcellona, che decise di acquistarlo solo dopo che il mancato acquisto della stella inglese David Beckham.Nella sua prima stagione in Spagna il brasiliano realizzò 19 reti, contribuendo alla rimonta della squadra fino al secondo posto nella Liga.
Nel 2004 fu eletto FIFA World Player, riconoscimento assegnato dalla FIFA al miglior calciatore del mondo secondo i voti dei commissari tecnici e dei capitani delle Nazionali di calcio iscritte alla Federazione calcistica mondiale. In Champions League segnò gol molto spettacolari, fra cui uno all'ultimo minuto di Barcellona-Milan (2-1) nella fase a gironi e un altro nella gara ritorno degli ottavi di finale Chelsea-Barcellona (4-2) (suo anche il secondo gol dei blaugrana su rigore), punteggio che, tuttavia, estromise la squadra catalana dalla competizione. A fine stagione vinse il suo primo campionato spagnolo con il Barcellona.Il 25 febbraio 2005 è diventato padre di Joao, partorito da una modella brasiliana. Il giocatore ha riconosciuto il bambino, che è allevato dalla madre in Brasile.Nella stagione 2005-2006 spicca la partita di Madrid contro il Real nella vittoria del Barcellona per 3-0 sugli storici rivali. Nell'occasione il fuoriclasse brasiliano percorse metà del campo palla al piede, superando in dribbling tre avversari e depositando poi il pallone in rete con un morbido tocco. A fine partita, quando il "Gaucho" venne sostituito, tutti gli spettatori del Santiago Bernabéu si alzarono per applaudirlo.A novembre la giuria di France Football lo nominò Pallone d'oro 2005, mentre la FIFA gli assegnò il FIFA World Player per il secondo anno consecutivo. I premi suggellarono una stagione ricca di trofei: un'altra Liga spagnola e la Champions League nella finale di Parigi contro l'Arsenal. Fu poi nominato miglior giocatore della Champions League 2005-2006.
La stagione 2006-2007 si è rivelata avara di soddisfazioni per il Barcellona e per Ronaldinho. Il 25 novembre 2006 segnò il suo 50º gol in campionato contro il Villarreal al Camp Nou di Barcellona. Nella stessa partita realizzò un altro gol in rovesciata dopo aver controllato il pallone con il petto. Più tardi dichiarò che fin da bambino sognava di fare un gol così. Nel novembre 2006 si classificò al quarto posto nella graduatoria del Pallone d'oro e un mese più tardi è giunto terzo nella classifica del FIFA World Player. Il 14 dicembre 2006 Ronaldinho condusse il Barça alla vittoria contro i messicani dell'América (4-0) nella semifinale della Coppa del mondo per club 2006 a Yokohama segnando un gol e propiziandone altri due, ma poi il Barcellona fu sconfitto in finale dall'Internacional.
Il 3 febbraio 2008 Ronaldinho ha disputato la 200a partita con il Barcellona al Camp Nou contro l'Osasuna. La stagione 2007-2008, però, è stata segnata da diversi infortuni, l'ultimo dei quali, subito in allenamento il 3 aprile 2008 all'adduttore della gamba sinistra, lo ha costretto a uno stop di 6 settimane e a chiudere quindi anticipatamente la stagione.
A.C. Milan
Ronaldinho è stato acquistato dal Milan il 15 luglio 2008.Al Barcellona sono andati 21 milioni di euro più altri 4 di bonus qualora i rossoneri raggiungessero la qualificazione alla Champions League negli anni successivi.Il brasiliano il 17 luglio, giorno della presentazione, ha firmato il contratto che lo lega alla società rossonera fino al 30 giugno 2011, per uno stipendio di 6,5 milioni di euro netti l'anno davanti ai giornalisti e in diretta televisiva.La stessa sera è stato presentato a San Siro, dove lo hanno accolto 50.000 tifosi. Essendo il numero 10 già assegnato a Clarence Seedorf, ha scelto di vestire la maglia numero 80, suo anno di nascita.
Ha esordito in partite ufficiali con la maglia rossonera il 31 agosto 2008 in Milan-Bologna (1-2), prima giornata del campionato 2008-2009, mentre ha segnato il primo gol il 28 settembre 2008 nel derby contro l'Inter vinto dal Milan per 1-0 grazie proprio a un suo colpo di testa su assist del connazionale Kaká. Il 19 ottobre 2008 ha realizzato la prima doppietta in maglia rossonera contro la Sampdoria, segnando su calcio di rigore il primo gol e su assist di Kaká il secondo. Ha segnato la prima rete in Coppa UEFA con la maglia del Milan il 6 novembre 2008 al 93º minuto di Milan-Braga (1-0) con un potente tiro da fuori area che si è infilato sotto l'incrocio dei pali, dando la vittoria ai rossoneri.Decisivo nella prima parte di stagione, da gennaio in poi Ronaldinho ha dato il suo contributo al team guidato da Carlo Ancelotti. Ha concluso la sua prima stagione al Milan con 10 gol in 36 presenze.Nel corso della stagione 2009-2010 si è aggiudicato il Golden Foot 2009 con 43.755 voti, precedendo Raúl (31.762 voti) e Henry (25.537),e lasciando così le impronte dei suoi piedi sulla Champions Promenade del Principato di Monaco. È stato inoltre premiato dalla rivista World Soccer come miglior giocatore del decennio 2000-2009, precedendo Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Il 17 gennaio 2010 ha realizzato la sua prima tripletta in maglia rossonera, nella partita casalinga vinta 4-0 sul Siena.A fine stagione è risultato, a pari merito con Marco Borriello, il miglior marcatore del Milan con 15 gol e 17 assist di cui 16 nella Serie A 2009-2010 che gli sono valsi il primo posto nella classifica degli assist-man.
Dopo una prima parte della stagione 2010-2011 dove è stato poco impiegato dal neo allenatore rossonero Massimiliano Allegri(16 partite e un gol), nei primi giorni del 2011, a 6 mesi dalla scadenza del contratto con la società rossonera, Ronaldinho ha lasciato il ritiro di Dubai per tornare in Brasile e cercare una nuova squadra. In totale con il Milan ha disputato 95 partite ufficiali nelle quali ha segnato 26 gol e realizzato 25 assist.Non senza rimpianti da parte di tutti,compreso il presidente Silvio Berlusconi,che parlò di lui come uno dei calciatori più bravi e da lui più amati in assoluto.
Flamengo
L'11 gennaio 2011 il Flamengo ha ufficializzato l'acquisto di Ronaldinho dal Milan per circa 3 milioni di euro. Il giocatore brasiliano ha firmato un contratto quadriennale con la società di Rio de Janeiro fino al 2014e ne è stato nominato capitano al posto di Léo Moura.Ha esordito con la maglia rubro-negra il 2 febbraio 2011 contro il Nova Iguaçu, partita del Campionato Carioca 2011 vinta 1-0 dal Flamengo. Nella partita successiva del 6 febbraio 2011, vinta per 3-2 in casa del Boavista, ha segnato la sua prima rete con la maglia del Flamengo, realizzando il primo gol della gara su calcio di rigore.Il 16 febbraio 2011, nella gara valida per il primo turno della Coppa del Brasile 2011 vinta per 3-0 contro il Murici, ha messo a segno il primo gol su azione con il Flamengo, segnando di testa il primo gol della squadra rubro-negra. Il 27 febbraio seguente ha segnato il gol-partita contro il Boavista (1-0) nella finale della Taça Guanabara, vinta senza subire alcuna sconfitta.[66] Ha concluso la sua prima stagione con il Flamengo con 52 presenze e 21 gol, dei quali 14 messi a segno nel campionato di Série A, risultando in tale competizione il secondo miglior marcatore della propria squadra dopo Deivid .Dopo aver disputato il Campionato Carioca 2012 (10 presenze e 4 reti) e le prime due partite del campionato di Série A 2012, il 31 maggio 2012 Ronaldinho ha rescisso il contratto che lo legava al Flamengo facendo causa al club[68] presso il Tribunale Regionale del Lavoro e chiedendo anche un risarcimento di oltre 40 milioni di real (circa 16 milioni di euro) per gli arretrati che gli dovrebbe la società brasiliana.
In totale con la maglia rubro-negra Ronaldinho in un anno e 5 mesi ha disputato 72 partite ufficialinelle quali ha segnato 28 gole con la squadra di Rio de Janeiro ha vinto un Campionato Carioca.
Il 4 giugno 2012 Ronaldinho ha firmato un contratto di 7 mesi con l'Atlético Mineiro.
Nazionale
Ronaldinho è uno dei pochi giocatori ad aver giocato per tutte le diverse selezioni del Brasile, essendo sceso in campo con l'Under-15, l'Under-17, l'Under-20, l'Under-23 e la Nazionale maggiore.
Ronaldinho ha disputato la prima gara con le selezioni brasiliane il 7 marzo 1995 nella partita con la Nazionale Under-15 contro la Scozia, persa per 1-0.Ha fatto poi parte della prima selezione Under-17 brasiliana a vincere il Mondiale Under-17 nel 1997 in Egitto. Sulla sua maglia compariva ancora il nome Ronaldo. In quella manifestazione ha realizzato il suo primo gol, su rigore contro l'Austria (7-0) nel girone eliminatorio. Nei quarti di finale il Brasile ha sconfitto l'Argentina e Ronaldinho è stoto eletto "uomo-partita". In semifinale contro la Germania ha realizzato un altro rigore per il definitivo 4-0, prima di vincere la competizione in finale contro i campioni uscenti del Ghana (2-1). Ronaldinho è stato uno degli 11 giocatori scelti come migliori del torneo e ha vinto anche il Pallone d'argento.Con la Nazionale brasiliana Under-20 nel 1999 ha partecipato al Campionato sudamericano Under-20, concluso al terzo posto, e al Mondiale Under-20 in Nigeria, dove il Brasile è stato eliminato dall'Uruguay nei quarti di finale. Ronaldinho ha realizzato un gol contro lo Zambia (5-1) e due negli ottavi di finale contro la Croazia (4-0).Nel 2000 ha partecipato alle Olimpiadi di Sydney, giocando 4 partite e segnando un gol, nei quarti di finale contro il Camerun, non sufficiente, tuttavia, per evitare l'eliminazione dei brasiliani da parte degli africani (1-2 dopo i tempi supplementari).Il 7 luglio 2008 è stato convocato da Dunga per le Olimpiadi di Pechino 2008 come fuoriquota.Durante il torneo olimpico ha disputato 6 partite realizzando 2 gol (di cui una su rigore) contro la Nuova Zelanda, indossando la fascia di capitano. Alla fine del torneo ha vinto la medaglia di bronzo, dopo aver perso la semifinale contro l'Argentina per 3-0 e battuto il Belgio, nella finale per il 3º-4º posto, col medesimo punteggio. Ronaldinho ha debuttato in Nazionale maggiore il 26 giugno 1999 contro la Lettonia, partita vinta 3-0. Nello stesso anno ha vinto la Coppa America, presentando come biglietto da visita un gol stupefacente contro il Venezuela, ed è stato finalista della Confederations Cup 1999, vincendone la classifica del cannonieri e venendo eletto miglior giocatore del torneo.Successivamente ha contribuito alla qualificazione di misura della sua Nazionale per la fase finale del Mondiale 2002. Il torneo in Asia è stato molto positivo sotto il profilo personale e di squadra. Ronaldinho è andato in gol contro la Cina e ha messo a segno la rete della vittoria contro l'Inghilterra nei quarti di finale, con un calcio di punizione da circa 35 metri e sfruttando una grave disattenzione del portiere avversario David Seaman. Il giovane talento è annoverato tra i maggiori protagonisti della conquista del quinto titolo mondiale da parte del Brasile. Come le altre stelle della Nazionale, non è stato impiegato nella Coppa America 2004, ma è puntualmente figurato tra i protagonisti della vittoria dei verde-oro nella Confederations Cup 2005, in cui il Brasile ha sconfitto l'Argentina in finale per 4-1.
Nell'estate 2006 Ronaldinho era la stella più attesa ai Mondiali di Germania, dove il Brasile veniva indicato quasi unanimemente come il favorito per la vittoria della Coppa del mondo: ma è stata parecchio deludente la sua prestazione tanto da mancargli il gol. Il Brasile verrà eliminato dalla Francia ai quarti di finale per 1-0.Il 24 marzo 2007 Ronaldinho ha disputato la prima partita da titolare nel Brasile dal settembre 2006 e ha segnato 2 reti contro il Cile, mettendo fine a un digiuno in Nazionale durato quasi 2 anni.Nel giugno 2007 ha chiesto al CT Dunga di non convocarlo per la Coppa America 2007 come avvenuto per Kaká, affermando di non godere di ottima forma fisica.Nel settembre 2011 è stato convocato sia per la gara di andata sia per quella di ritorno del Superclásico de las Américas 2011; Ronaldinho ha disputato entrambe le partite come titolare e capitano del Brasile, che ha vinto il trofeo pareggiando la gara di andata in Argentina per 0-0 e vincendo quella di ritorno in casa per 2-0.
Zidane - L' Ultimo Re di Francia
Designato erede di Platini.Semplicemente Zizou.
Zinédine Yazid Zidane nasce a Marsiglia, 23 giugno 1972 da una famiglia di origine berbero-algerina.
Calciatore dotato di tecnica sopraffina,capace,nonostante un fisico notevole di giocate impensabili e veloci.Quasi da solo porta la Francia alla vittoria della Coppa del Mondo nel 1998,giocato proprio in casa.Da molti è stato incoronato re di Francia erede ideale di Michel Platini.
Soprannominato Zizou, nel corso della sua carriera ha vestito le maglie di Cannes, Bordeaux, Juventus e Real Madrid, e ha militato a lungo nella Nazionale francese, con cui ha vinto la Coppa del mondo FIFA 1998 e il campionato europeo di calcio 2000.A livello individuale ha conquistato tre FIFA World Player (1998, 2000, 2003, primato che condivide con il brasiliano Ronaldo e con Lionel Messi), giungendo altre tre volte tra i primi tre posti.
Inizia come terzino sinistro nel Cannes. Divenuto poi centrocampista e trequartista, al talento calcistico univa ottima tecnica e intelligenza tattica. Era abile nei dribbling e nel stoppare la palla; nel suo repertorio c'era la ruleta, detta anche veronica. Poteva inoltre ricoprire quasi tutti i ruoli di centrocampo (mediano, mezz'ala, esterno e trequartista, suo ruolo prediletto); all'occorrenza poteva anche essere impiegato come seconda punta. Possedeva una straordinaria visione di gioco, un controllo di palla eccezionale con entrambi i piedi, precisione nei passaggi e nei lanci, decisivo in fase realizzativa, abile nell'esecuzione dei calci piazzati ed elegantissimo nei movimenti. Discreto colpitore di testa, dote messa in mostra nei Mondiali 1998 dove decide la finale con una doppietta di testa
Carriera
Cannes
Zidane comincia la propria carriera calcistica nel 1986, a 14 anni, quando si unisce alle giovanili dello US Saint-Henri, un club locale di un quartiere di Marsiglia.
Nello stesso anno partecipa ad alcune importanti selezioni, durante le quali cattura l'attenzione di Jean Varraud, ai tempi osservatore del Cannes.
Si reca dunque a Cannes per un provino dalla durata di sei settimane. La società, intuendo già da quel momento le capacità del ragazzo, alla fine decide di fargli firmare un contratto da professionista.L'esordio con la maglia del Cannes arriva il 20 maggio 1989, a 17 anni, in una partita di Ligue 1 pareggiata dalla sua squadra 1-1 con il Nantes. L'8 febbraio 1991, invece, segna il suo primo gol da professionista in campionato, per il quale verrà premiato dal presidente della squadra con un'auto nuova.Nello stesso anno, stagione 1990-1991, riesce anche insieme ai suoi compagni nell'impresa storica di portare per la prima volta il Cannes in Coppa UEFA. La stagione successiva, però, non va bene come la precedente e, a fine campionato, il Cannes retrocede nella serie minore.
Bordeaux
Nel 1992 arriva al Bordeaux dopo la retrocessione del Cannes. Con il Bordeaux resta per quattro anni, siglando 28 gol in 139 gare di campionato. Nel 1996 raggiunge la finale di Coppa UEFA, persa contro il Bayern Monaco. In quegli anni arriva anche la convocazione alla Nazionale maggiore: il 17 agosto 1994 fa il suo esordio con la Francia contro la Repubblica Ceca: entra al minuto 63, sul 2-0 per i cechi, e segna subito una doppietta.
Juventus
Nel 1996 approda in Italia, alla Juventus,squadra allenata da Marcello Lippi, per una cifra di poco superiore ai dieci miliardi di lire. Con la squadra torinese vince due scudetti (1997 e 1998), una Supercoppa italiana (1997), una Supercoppa UEFA (1996), una Coppa Intercontinentale (1996) e una Coppa Intertoto (1999), consacrandosi come uno dei migliori giocatori del mondo e vincendo il Pallone d'oro 1998. Perde anche due finali consecutive della Champions League, nel 1997 contro il Borussia Dortmund (3-1) e nel 1998 contro il Real Madrid (1-0). Con i bianconeri gioca complessivamente 191 partite e segna 28 gol, di cui 24 in Serie A.
Real Madrid
Zidane ai tempi del Real Madrid Nel 2001 si trasferisce dalla Juventus al club spagnolo del Real Madrid, che, per averlo tra le sue file, oltre a siglare un contratto triennale con il giocatore, spende 150 miliardi di lire, rendendolo il giocatore più costoso della storia del calcio fino a quel momento.[9] Con l'arrivo di Zidane la squadra si aggiudica subito la Supercoppa di Spagna.Il francese si dimostra grande protagonista nella stagione dei madrileni, culminata con la sua pregevole e decisiva marcatura nella vittoria per 2-1 contro il Bayer Leverkusen nella finale della UEFA Champions League 2001-2002. In quell'occasione Zidane riesce a trasformare il traversone di Roberto Carlos in un tiro al volo che si infila nell'angolo alto della porta difesa dal portiere Hans-Jörg Butt. Quell'edizione della Champions League lo vede entrare nel tabellino dei marcatori in altre due circostanze. Successivamente conquista la Supercoppa UEFA e alcuni mesi dopo la Coppa Intercontinentale.
Nella stagione 2002-2003 vince la Liga e nuovamente la Supercoppa di Spagna. Nelle tre annate successive il club non avrebbe più centrato successi. Per le Olimpiadi di Atene 2004 fu uno dei tedofori.
Il ritiro e le polemiche
Zidane durante la finale dei Mondiali 2006 Il 25 aprile 2006 rende nota l'intenzione di ritirarsi dopo il campionato del mondo 2006. Il 7 maggio seguente disputa la sua ultima partita a livello di club, contro il Villarreal allo Stadio Santiago Bernabéu. I tifosi del Real Madrid gli riservano un caloroso tributo, sventolando dei cartelli con il suo nome e il suo numero, il 5, e i suoi compagni di squadra indossano magliette commemorative con la scritta ZIDANE 2001-2006 sotto il logo del club. Proprio Zidane apre le marcature dell'incontro con un colpo di testa vincente su cross di David Beckham (la gara finisce 3-3).
Prende quindi parte alla rassegna iridata in Germania. Durante la seconda fase del torneo si rende autore di ottime prestazioni, tra cui quella con il Portogallo, durante la quale segna il gol su rigore che vale alla Francia l'accesso alla finale contro l'Italia. All'inizio della finale, con un calcio di rigore a cucchiaio tecnicamente sbagliato (la palla batte sulla parte interna della traversa prima di varcare la linea di porta), porta in vantaggio i suoi; negli ultimi minuti della finale, però, macchia la propria partita colpendo con una testata il difensore italiano Marco Materazzi: il gesto gli costa l'espulsione, la dodicesima della carriera (3 a Bordeaux, 5 con la Juventus, 2 con il Real Madrid e una con la Nazionale francese contro l'Arabia Saudita al campionato del mondo 1998). L'Italia vince il Mondiale (1-1, 5-3 dcr) ma il giorno successivo, il 10 luglio 2006, Zidane viene comunque eletto miglior giocatore del Mondiale anche se il centrocampista italiano Andrea Pirlo era stato nominato per ben 3 volte (2 più di lui) uomo del match durante il torneo: Ciò scatenerà le polemiche riguardo un premio "vinto in partenza" per questioni di sponsor.Il 12 luglio 2006, in un'intervista rilasciata a una televisione francese, Zidane si scusa pubblicamente per il suo atto violento che, riconosce, "non è cosa da farsi", ma senza rivolgersi direttamente a Materazzi, e precisa che "se c'è una reazione è perché c'è una provocazione". Pur escludendo che Materazzi abbia proferito offese razziste, Zidane lascia intendere si sia trattato di insulti molto gravi e ripetuti alla sua famiglia. Il 18 agosto 2007 Marco Materazzi, in un'intervista a TV Sorrisi e Canzoni, dichiara di aver insultato la sorella di Zidane; offesa alla quale il francese avrebbe reagito violentemente.È il giocatore che ha subito più cartellini (2 espulsioni e 6 ammonizioni) nelle fasi finali dei Campionati del mondo di calcio.Questo non cancella ovviamente la classe e il talento sconfinato di Zizou,l'ultimo re di Francia.
George Best - Il Quinto Beatles
La prima vera Star del Calcio.
George Best è stato uno dei più grandi calciatori di sempre. Purtroppo - sono in molti a crederlo - sarebbe potuto diventare ancora più grande se non avesse scelto l'eccesso come sua filosofia di vita.Celeberrima una sua frase:"Ho speso moltissimi soldi in donne e auto il resto...l'ho sperperato",questo rende l'idea della personalità e dello stile di vita di Best.George Best nasce in un povero quartiere di Belfast (Irlanda del Nord) il 22 maggio 1946 e si dedica al calcio fin da bambino.
La sua corporatura è esile e purtroppo lo penalizza: ancora non è facile scorgere in lui il talento naturale che poi si rivelerà.
Quindicenne, George Best segna due gol in una partita che vede come avversari ragazzi tre anni più grandi di lui: qui viene notato dagli osservatori del Manchester United.Best entra così a far parte dell'importante squadra inglese, sotto la guida di Matt Busby, allenatore, manager nonchè proprietario della società calcistica. Il suo primo impatto con l'Old Trafford di Manchester non è dei migliori: George, arrivato da Belfast in traghetto insieme ad un suo connazionale coetaneo e suo futuro compango di squadra, resiste un solo giorno. Molto provato a causa della giovanissima età, ha nostalgia di casa, così prende il primo traghetto per Belfast. Best viene raggiunto a Belfast dallo stesso Busby, il quale, con grande comprensione, ma anche con grande abilità, convince il giovane Best a ritornare a Manchester per provare di nuovo. Il Manchester, che vede tra i suoi ragazzi anche illustri nomi come quelli di Bobby Charlton e Denis Law, di lì a poco trionferà in tutta Europa.George debutta nel campionato inglese all'età di diciassette anni contro il West Bromwich. Nel 1966 partecipa alla storica vittoria nei quarti di finale di Coppa Campioni, contro il Benfica di Eusebio: dei cinque gol del Manchester United, due sono siglati da Best. Nel 1965 e nel 1967 vince il campionato inglese. Il 29 maggio 1968 di nuovo contro il Benfica, gioca la finale di Coppa Campioni nel sontuoso stadio di Wembley: Best segna e meraviglia tutti, contribuendo al risultato finale di 4-1.
Best non solo si convince sempre più del suo talento ma anche della sua fama. Al ritorno da una partita, all'aeroporto si presenta alle fans indossando un sombrero, mandandole in visibilio. Da questo episodio pare nascere una star, un'icona, la cui immagine va al di là dei campi da gioco. La fama è quella di un'"icona pop"; verrà soprannominato il "quinto Beatle", lungo il corso di tutti gli anni '60, anni nei quali i giovani amavano soprattutto esibirsi con particolarissimi tipi di acconciature e muoversi all'interno del sistema con atteggiamenti anticonformisti.In campo è uno straordinario prim'attore, un assoluto domatore della folla, pare in grado di vincere le partite da solo. Non si tira indietro nei takle: quando si tratta di contrastare un avversario, gli sradica la palla dai piedi e poi riparte imperioso. Con i suoi dribbling irride gli avversari, il suo tiro è secco e micidiale; alto 172 centimetri, il suo fisico è piuttosto gracile tuttavia incredibilmente potente, e possente nei suoi stacchi di testa. In quegli anni probabilmente solo Pelè gli è superiore, anche se quest'ultimo nel 1966 dichiarerà "George Best è il più grande giocatore del Mondo".Raggiunge l'apice del successo e della notorietà vincendo il Pallone d'Oro alla fine del 1968, suo anno d'oro, nonchè anno simbolico per tutto il mondo, caratterizzato dalle note rivolte studentesche e da una scena musicale ribollente. Poi, comincia la sua parabola discendente.
Inizia un periodo di dedizione alle sue passioni "alternative": l'alcool, le donne (tra le sue numerose compagne vi sono due Miss Universo), il denaro e gli eccessi in genere.Dopo 13 anni di militanza, dopo l'ennesimo allenamento saltato, dopo l'ennesima furibonda lite con l'allenatore di turno, George Best lascia il Manchester United nel gennaio del 1974. L'ultima volta che George Best vede l'Old Trafford è costretto suo malgrado ad osservarlo dalla panchina. A fine partita imbocca gli spogliatoi, sconsolato, smarrito, piangente, ombra di se stesso e dei suoi eccessi. Varcata quella soglia George Best non sarebbe più tornato indietro, nè avrebbe più rimesso piede nel suo amato Old Trafford come giocatore.
All'età di 28 anni lascia l'inghilterra, approdando al "soccer" nordamericano, con l'intenzione di esplorare i nuovi orizzonti calcistici dei multimilionari USA. Di lui si ricorda la storica impresa in cui ha segnato sei gol in un solo match, contro il Northampton (FA Cup).Dopo Miss Mondo, colossali bevute di birra, migliaia di sterline sparse in un letto,ricoveri, periodi di smarrimento, addirittura la prigione (nel 1984, per offesa a pubblico ufficiale e stato di ubriachezza mentre era alla guida) ed una successiva rinascita, questa volta come commentatore d'eccezione per un popolare canale sportivo in Inghilterra, nel 2002 all'età di 56 anni, Best subisce un trapianto di fegato poiché l'alcol aveva ridotto le funzioni del suo organo al 20%.
Nel mese di ottobre 2005 viene ricoverato in ospedale: le sue condizioni sono stabili ma costantemente critiche. All'inizio di novembre l'ex calciatore chiede al suo agente e amico di ritrarre in alcuni scatti fotografici la sua pessima condizione: Best con questa richiesta vuole dare un messaggio chiaro e forte ai giovani, come monito sui pericoli dell'alcol.
Morirà pochi giorni dopo, il 25 novembre 2005.
Un autorevole giornalista sportivo inglese scrisse: "Ci sono due modi per ricordare George Best: il primo vi causerà rabbia, rimorso, dolore per non aver visto questo immenso giocatore esprimere tutto il suo formidabile ed inarrivabile talento; la seconda vi porterà gioia, un'incredibile stato di estasi e la privilegiata opportunità di aver potuto ammirare uno dei più grandi artisti sportivi mai apparsi sul pianeta".
Ronaldo - Il Fenomeno
di Nicola Giordano
L'unico vero Fenomeno del calcio moderno.
Qundo si pronuncia il nome Ronaldo,nonostante sia un nome molto diffuso in Brasile e in Portogallo,ci si riferisce esclusivamente a lui.Nazario da Lima,soprannominato Il Fenomeno.E' considerato uno dei migliori giocatori nella storia del calcio. Inserito da Pelé nel marzo 2004 nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, con la Nazionale brasiliana vanta 98 presenze e 62 gol e si è laureato per due volte campione del mondo, nel 1994 e nel 2002. È stato eletto per 3 volte FIFA World Player (1996, 1997, 2002) e per 2 volte Pallone d'oro (1997, 2002). È il miglior marcatore assoluto della storia dei Mondiali con 15 gol in 19 partite, uno in più di Gerd Müller e Miroslav Klose.
Ha iniziato la propria carriera professionistica nel 1993 tra le file del Cruzeiro per poi trasferirsi in Europa al PSV Eindhoven. Dopo due stagioni nei Paesi Bassi, Ronaldo nel 1996 si è trasferito in Spagna, al Barcellona. Nel 1997 è stato ceduto all'Inter dove la sua permanenza è stata condizionato da due gravi infortuni. Dopo cinque anni tra le file dei nerazzurri, il brasiliano è tornato in Spagna, questa volta al Real Madrid. Ha trascorso 4 stagioni e mezza nella squadra madrilena e nel 2007 è passato al Milan, dove ha subito un nuovo grave infortunio. Dal 2009 al 2011, anno del ritiro dal calcio giocato, è tornato in patria giocando per il Corinthians. Dopo il ritiro è diventato agente pubblicitario della sua società di sportmarketing, la 9ine Sport & Entertainment.
È stato sposato dapprima con Milene Domingues, che il 6 aprile 2000 ha dato alla luce Ronald, e successivamente è convolato a nozze con Maria Beatriz Anthony da cui ha avuto due bambine: prima Maria Sofia, nata il 24 dicembre 2008, e poi Maria Alice, nata il 6 aprile 2010. Ronald gioca nel Canillas, squadra gemellata con il Real Madrid, dove militano anche José Junior, figlio di José Mourinho, e Theo, figlio di Zinédine Zidane.Nel dicembre del 2010, a cinque anni di distanza, ha riconosciuto Alex, quello che nei fatti è il suo secondo figlio, nato da una relazione con la modella Michele Umezu. Pochi giorni dopo ha dichiarato di essersi sottoposto ad un'operazione di vasectomia per evitare di avere altri figli in futuro.
Caratteristiche tecniche Ronaldo è stato un giocatore completo,abile con entrambi i piedi, dotato di un gran senso del gol, potente fisicamente e dotato di tecnica e freddezza straordinarie. Nel suo bagaglio tecnico rientravano finte, dribbling e doppi passi.Nel novero delle sue abilità vi erano anche i calci piazzati: era un buon rigorista e tiratore di punizioni. Abile anche di testa, era dotato di una rapidità straordinaria e di un bruciante scatto.Tuttavia la sua carriera è stata costellata da infortuni, alcuni dei quali molto gravi, a causa della eccessiva muscolosità delle sue gambe a fronte di legamenti molto fragili che ne hanno in parte limitato velocità e mobilità.
Carriera Club 1990-1994: gli inizi in Brasile Nato nel poverissimo quartiere di Bento Ribeiro, si mise in luce molto giovane con il Valqueire e a sedici anni fu ingaggiato dal São Cristóvão, squadra dell'omonimo quartiere di Rio de Janeiro, dove si fece subito notare nelle giovanili, segnando in tre stagioni 44 gol in 73 incontri.Nel 1993 passò dal calcio carioca a quello mineiro,messo sotto contratto dal Cruzeiro di Belo Horizonte (Minas Gerais). Nella prima stagione al Cruzeiro realizzò 12 gol in 14 incontri del campionato nazionale, attestandosi poco sotto la media realizzativa di una rete a partita. La sua impresa più notevole a Belo Horizonte rimane quella dei tre gol segnati nel derby contro l'Atlético Mineiro (battuto 3-1) in un incontro valido per il campionato Mineiro. A quell'epoca Ronaldo già aveva avuto esperienze in Nazionale, avendo giocato nella selezione juniores su indicazione di Jairzinho (campione del mondo 1970 in Messico), il quale lo aveva segnalato allo staff tecnico federale quando aveva 14 anni. Alla fine della stagione Ronaldo vinse la Coppa del Brasile con il Cruzeiro.
1994-1996: PSV Eindhoven
Quando, nel 1994, Ronaldo andò a giocare in Europa, ingaggiato dal PSV Eindhoven per 6 milioni di dollari USA, lo fece da campione del mondo, pur non essendo mai sceso in campo nella Coppa del Mondo FIFA disputatasi in estate negli Stati Uniti. In due stagioni, tra campionato olandese, coppe nazionali e internazionali, Ronaldo in 57 incontri mise a segno 55 gol, 42 dei quali in campionato.
1997-1997: Barcellona
Nel 1996, non ancora ventenne, fu ceduto al Barcellona. In Spagna vinse il suo primo trofeo internazionale, la Coppa delle Coppe 1996-1997, realizzando il calcio di rigore decisivo per battere 1-0 il Paris Saint-Germain. Con la squadra catalana mantenne un rendimento altissimo, segnando 47 reti in 49 partite ufficiali, di cui 34 gol in 37 presenze nella Liga, che gli valsero il titolo di Pichichi.
1997-2002: Inter
Massimo Moratti, che già da tempo teneva sotto osservazione il calciatore brasiliano, nell'estate del 1997, riuscì ad assicurare le prestazioni di Ronaldo all'Inter, pagando al club catalano l'intera clausola di rescissione di 48 miliardi di lire presente nel contratto del calciatore più un ulteriore indennizzo di 1,8 milioni di dollari (circa 3 miliardi di lire) stabilito dalla FIFA.Il calciatore giunse a Milano il 25 luglio 1997, accolto con grande entusiasmo dai tifosi. Nella stagione 1997-1998 l'Inter arrivò seconda in campionato, ma vinse la Coppa UEFA. A livello personale Ronaldo segnò 25 gol in campionato, che non bastarono a vincere la classifica marcatori (appannaggio di Bierhoff con 27 centri) e in quella stagione vinse il suo primo Pallone d'oro.Il seguito della permanenza di Ronaldo all'Inter fu reso difficile da due infortuni gravi e dai tempi lunghi di recupero. Il 21 novembre 1999, durante una partita di campionato contro il Lecce, Ronaldo si lesionò il tendine rotuleo del ginocchio destro. Ci vollero quasi sei mesi e un intervento chirurgico prima di tornare in campo: questo avvenne il 12 aprile 2000 a Roma, durante la finale d'andata della Coppa Italia contro la Lazio. Ma il ginocchio cedette nuovamente dopo sei minuti dall'ingresso in campo e, questa volta, il tendine rotuleo si ruppe completamente. La cosa fece temere per la sua carriera, visto che il danno era più grave del previsto. Tra nuova operazione, eseguita a Parigi dal prof. Gérard Saillant dell'ospedale pubblico Pitié-Salpêtrière,convalescenza e riabilitazione trascorse più di un anno. Ronaldo tornò in campo alla fine del 2001, ma i postumi dell'infortunio portarono l'allenatore Héctor Cúper ad utilizzarlo con iniziale cautela. Solo nella parte finale del campionato, che l'Inter stava guidando davanti a Roma e Juventus, tornò ad essere impiegato in pianta stabile, risultando spesso decisivo. Nell'ultima partita di campionato, il 5 maggio 2002 allo Stadio Olimpico di Roma, l'Inter fu battuta 4-2 dalla Lazio e si vide sorpassata in classifica sia dalla Juventus, che vinse lo scudetto, sia dalla Roma. Ronaldo chiuse la partita in lacrime: fu la sua ultima apparizione in campionato con la maglia dell'Inter.
2002-2007: Real Madrid
Nel luglio 2002, subito dopo il termine del vittorioso campionato del mondo, Ronaldo ruppe con il tecnico interista Cúper e chiese di essere ceduto, a meno di ricevere un adeguamento dell'ingaggio. Dopo una trattativa durata tutto il mese d'agosto e condotta tra il furore dei media e dei tifosi, il giocatore brasiliano fu ingaggiato dal Real Madrid.Con la squadra fresca vincitrice della Champions League vinse la Supercoppa europea 2002 e successivamente, nel dicembre dello stesso anno, la Coppa Intercontinentale. I successi ottenuti con il nuovo club e il titolo mondiale conquistato con la Nazionale brasiliana, gli permisero di ricevere il 17 dicembre 2002 il secondo Pallone d'oro della carriera.Nella stagione 2002-2003 vinse il campionato spagnolo, mentre all'inizio di quella successiva, Ronaldo conquistò la Supercoppa nazionale.In 4 stagioni e mezzo al Real Madrid Ronaldo vanta 177 partite ufficiali con 104 gol e il secondo titolo di Pichichi nel 2004.
2007-2008: Milan
Il 30 gennaio 2007, dopo una lunga e complessa trattativa, il Real Madrid ha ceduto Ronaldo al Milan per la cifra di 7,5 milioni di euro. Una clausola del contratto d'acquisto prevedeva che, nell'eventualità (poi verificatasi) del raggiungimento di un posto utile alla qualificazione alla Champions League 2007-2008, il Milan fosse tenuto a versare al Real Madrid un ulteriore corrispettivo di 500.000 € Ronaldo firmò un contratto con il Milan fino al 30 giugno 2008. In base al regolamento UEFA, che proibiva a qualsiasi calciatore di poter giocare in una stagione sportiva europea con due o più squadre diverse, Ronaldo non ha potuto essere schierato nell'edizione 2006-2007 della Champions League, essendovi stato utilizzato in precedenza dal Real Madrid.L'esordio in campionato con il Milan è avvenuto l'11 febbraio 2007, subentrando nel secondo tempo dell'incontro casalingo contro il Livorno, vinto 2-1. Nella giornata successiva, in trasferta contro il Siena, ha realizzato una doppietta nell'incontro vinto dal Milan per 4-3. Infine, nel derby dell'11 marzo 2007, ha realizzato il gol del provvisorio 1-0 contro l'Inter, la quale ha poi vinto l'incontro 2-1.Nel complesso l'acquisto di Ronaldo ha segnato una svolta nella stagione del Milan: con 7 gol in 14 presenze il brasiliano ha dato un apporto decisivo alla rimonta della squadra verso la quarta posizione, necessaria per qualificarsi alla Champions League tramite i preliminari che poi i rossoneri hanno potuto saltare, avendo vinto la massima manifestazione europea per club ad Atene contro il Liverpool.
Un infortunio alla coscia sinistra, capitatogli in allenamento il 31 luglio 2007, lo ha costretto a saltare la prima parte della stagione 2007-2008. Il 4 novembre 2007, dopo 3 mesi di assenza dai campi, Ronaldo è stato convocato da Carlo Ancelotti per la trasferta del 6 novembre contro lo Shakctar Donetsck. Ha fatto il suo esordio stagionale in partite ufficiali nello Stadio Sant'Elia contro il Cagliari, il 25 novembre, nel 13° turno di campionato. Convocato anche per la successiva gara di Champions League del 28 novembre contro il Benfica, ma non è sceso in campo poiché ha subito un nuovo infortunio, questa volta al polpaccio, durante il riscaldamento pre-sostituzione. Ha stentato a riprendersi da tale infortunio e non si è allenato coi compagni in Giappone prima del Mondiale per club 2007. Di conseguenza, dopo essere stato inizialmente inserito nella lista dei 23 convocati per tale manifestazione, il giorno prima dell'esordio, in accordo con il giocatore, il Milan ha deciso di sostituirlo con Favalli.È tornato in campo dopo l'infortunio il 13 gennaio 2008 a San Siro contro il Napoli segnando 2 gol nella vittoria per 5-2.Il 13 febbraio 2008, nel recupero di campionato contro il Livorno, Ronaldo ha subito un nuovo grave infortunio: entrato in campo da pochi minuti, nel tentativo di colpire di testa il pallone crossato in area da Massimo Oddo, si è procurato la rottura del tendine rotuleo questa volta del ginocchio sinistro.È stato operato il giorno seguente ancora a Parigi da Eric Rolland con la consulenza di Gérard Saillant, il medico che l'aveva operato 8 anni prima.L'11 marzo 2008, a poco meno di un mese dall'infortunio, Ronaldo è tornato in Italia, dove ha proseguito il programma di recupero,per poi continuare in patria dal 9 aprile. L'attaccante brasiliano, quindi, dal 1º luglio 2008 è rimasto senza contratto per la prima volta da quando ha iniziato a giocare.
2009-2011: Corinthians
Il 9 dicembre 2008 Fabiano Farah ha annunciato al sito GloboEsporte che il calciatore ha trovato un accordo per giocare nel 2009 con il Corinthians, appena ritornato in Série A, e che la firma ufficiale sarebbe arrivata entro i successivi due giorni.Ha esordito con il Corinthians il 4 marzo 2009, subentrando a Jorge Henrique al 66º minuto della partita di Coppa del Brasile in casa dell'Itumbiara (2-0 per i paulisti), tornando così a disputare una partita a 13 mesi dall'infortunio al ginocchio.L'8 marzo 2009 è tornato anche al gol, segnando di testa nei minuti di recupero la rete del definitivo 1-1 di Palmeiras-Corinthians, partita valida per il Campionato Paulista. Si è poi ripetuto anche nella partita successiva contro il São Caetano realizzando al 50º minuto di gioco la rete del definitivo 2-1 per il Corinthians e il 25 marzo ha realizzato la prima doppietta (il primo gol su rigore) nel 2-2 contro il Ponte Preta, prima partita nella quale è rimasto in campo per tutti i 90 minuti di gioco.È stato il protagonista della finale di andata del Campionato Paulista 2009, nella quale ha realizzato 2 dei 3 gol con cui il Corinthians ha battuto il Santos al Vila Belmiro. Dopo la finale di ritorno, terminata 1-1, il Corinthians si è laureato campione paulista 2009 e Ronaldo è stato eletto miglior giocatore del torneo. Il 1º luglio 2009 ha vinto la Coppa del Brasile, seconda personale, nella doppia finale contro l'Internacional (4-2 il risultato complessivo), segnando anche un gol nella partita di andata a San Paolo del 18 giugno 2009 terminata 2-0 per il Corinthians.L'8 luglio 2009 ha segnato la sua prima tripletta con il Corinthians, in campionato contro il Fluminense, e fornito l'assist per il quarto gol segnato da Dentinho (4-2 il risultato finale).Queste sono state le sue prime reti nel campionato brasiliano 2009.Ha terminato il campionato brasiliano 2009 con 12 reti in 20 partite.Il 22 febbraio 2010 in una conferenza stampa Ronaldo ha annunciato il prolungamento del suo contratto fino al 2011 con il consueguente ritiro definitivo dai campi per fare l'ambasciatore del Corinthians all'estero.Il 1º aprile 2010, reduce da un periodo sfortunato (2 reti in 10 partite), è tornato a segnare portando alla vittoria la sua squadra. Nell'occasione si è reso decisivo nella partita di Coppa Libertadores 2010 contro il paraguaiani del Cerro Porteño, mantenendo i brasiliani in vetta al girone 1 con 10 punti in quattro giornate.Si ripete due giorni dopo, il 3 aprile, nel 2-0 contro l'Ituano (rendendosi decisivo anche per l'1-0 di Jucilei), nella partita di Campionato Paulista che ha mantenuto il Corinthians al 4º posto.Dopo 112 giorni lontano dai campi di gioco per via di diversi infortuni e di una forma fisica scadente per il sovrappeso accumulato durante l'inattività,Ronaldo è tornato a disputare una partita ufficiale il 29 agosto 2010 contro il Vitória, gara nella quale è rimasto in campo per un'ora. Nella successiva partita disputata l'8 settembre 2010, è tornato al gol su rigore contro l'Atlético Paranaense, la stessa squadra contro cui aveva segnato l'ultima rete 4 mesi prima.Nella stagione seguente, dopo il ritiro di William, Ronaldo è diventato capitano del Corinthians.Tra gennaio e febbraio ha disputato 4 partite, 2 nel Campionato Paulista e altrettante nel turno premilinare della Coppa Libertadores, dove il Timão è stato eliminato dal Deportes Tolima, senza riuscire a segnare alcun gol.Il 14 febbraio 2011, a 34 anni e con 10 mesi di anticipo rispetto a quanto programmato in precedenza, Ronaldo ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato per via dei numerosi problemi fisici che ne condizionavano il rendimento, tra cui anche l'aumento di peso dovuto all'ipotiroidismo,malattia diagnosticatagli durante il suo periodo al Milan e che non ha potuto curare adeguatamente in quanto i farmarci usati per trattarla sono considerati dopanti.
Nazionale
L'esordio in Nazionale di Ronaldo risale al 23 marzo 1994 contro l'Argentina e segnò il primo gol con la Nazionale verdeoro nella partita seguente conto l'Islanda.Fu tra i 22 convocati per il campionato del mondo USA 1994, ma non scese mai in campo. Siccome il Brasile vinse quell'edizione del mondiale in finale contro l'Italia, Ronaldo poté fregiarsi del titolo di campione del mondo, ad appena 17 anni. Vinse la Confederations Cup del 1997 e due edizioni consecutive della Coppa America (1997 e 1999).Guidò il Brasile campione del mondo alla difesa del titolo nel Mondiale 1998 in Francia, raggiungendo la finale contro la squadra di casa, ma la notte prima dell'ultimo atto, a Parigi, Ronaldo fu colto da convulsioni. Inizialmente fu escluso in favore di Edmundo, ma fu reintegrato poco prima dell'inizio della finale, che non giocò al suo meglio.La Francia batté il Brasile per 3-0 e vinse la Coppa del Mondo, e il giallo sul malore che aveva colto Ronaldo la sera prima divenne un caso mondiale.Nel Mondiale 2002, che si giocò in Corea del Sud e Giappone, Ronaldo vinse la classifica marcatori con 8 gol e fu la stella della squadra che arrivò in finale per la terza volta consecutiva. Questa volta l'avversaria per il titolo fu la Germania, che il Brasile batté 2-0 con due suoi gol. La vittoria mondiale gli valse a fine anno il suo secondo Pallone d'oro (2002).Nonostante l'eliminazione a opera della Francia per 1-0 nei quarti di finale del Mondiale 2006, Ronaldo è riuscito a diventare il miglior marcatore delle fasi finali del torneo, in tre edizioni dei Mondiali ha infatti segnato 15 gol (4 nel 1998, 8 nel 2002 e 3 nel 2006), uno più di Gerd Müller, precedente detentore del record, e di Miroslav Klose (14) e due più di Just Fontaine (13).Alcuni giorni dopo l'annuncio del ritiro dal calcio giocato, la CBF ha deciso di organizzare una partita di addio in Nazionale per Ronaldo, fissando un'amichevole contro la Romania per il 7 giugno 2011 al Paceambu di San Paolo, stadio di casa del Corinthians, ultima squadra del Fenomeno.Ronaldo ha disputato gli ultimi 15 minuti del primo tempo, sostituendo Fred, autore dell'unico gol dell'incontro.
In Nazionale Ronaldo vanta in totale 62 gol in 98 partite, secondo marcatore di sempre nella Nazionale brasiliana a 15 gol dal primatista Pelé.
Qundo si pronuncia il nome Ronaldo,nonostante sia un nome molto diffuso in Brasile e in Portogallo,ci si riferisce esclusivamente a lui.Nazario da Lima,soprannominato Il Fenomeno.E' considerato uno dei migliori giocatori nella storia del calcio. Inserito da Pelé nel marzo 2004 nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, con la Nazionale brasiliana vanta 98 presenze e 62 gol e si è laureato per due volte campione del mondo, nel 1994 e nel 2002. È stato eletto per 3 volte FIFA World Player (1996, 1997, 2002) e per 2 volte Pallone d'oro (1997, 2002). È il miglior marcatore assoluto della storia dei Mondiali con 15 gol in 19 partite, uno in più di Gerd Müller e Miroslav Klose.
Ha iniziato la propria carriera professionistica nel 1993 tra le file del Cruzeiro per poi trasferirsi in Europa al PSV Eindhoven. Dopo due stagioni nei Paesi Bassi, Ronaldo nel 1996 si è trasferito in Spagna, al Barcellona. Nel 1997 è stato ceduto all'Inter dove la sua permanenza è stata condizionato da due gravi infortuni. Dopo cinque anni tra le file dei nerazzurri, il brasiliano è tornato in Spagna, questa volta al Real Madrid. Ha trascorso 4 stagioni e mezza nella squadra madrilena e nel 2007 è passato al Milan, dove ha subito un nuovo grave infortunio. Dal 2009 al 2011, anno del ritiro dal calcio giocato, è tornato in patria giocando per il Corinthians. Dopo il ritiro è diventato agente pubblicitario della sua società di sportmarketing, la 9ine Sport & Entertainment.
È stato sposato dapprima con Milene Domingues, che il 6 aprile 2000 ha dato alla luce Ronald, e successivamente è convolato a nozze con Maria Beatriz Anthony da cui ha avuto due bambine: prima Maria Sofia, nata il 24 dicembre 2008, e poi Maria Alice, nata il 6 aprile 2010. Ronald gioca nel Canillas, squadra gemellata con il Real Madrid, dove militano anche José Junior, figlio di José Mourinho, e Theo, figlio di Zinédine Zidane.Nel dicembre del 2010, a cinque anni di distanza, ha riconosciuto Alex, quello che nei fatti è il suo secondo figlio, nato da una relazione con la modella Michele Umezu. Pochi giorni dopo ha dichiarato di essersi sottoposto ad un'operazione di vasectomia per evitare di avere altri figli in futuro.
Caratteristiche tecniche Ronaldo è stato un giocatore completo,abile con entrambi i piedi, dotato di un gran senso del gol, potente fisicamente e dotato di tecnica e freddezza straordinarie. Nel suo bagaglio tecnico rientravano finte, dribbling e doppi passi.Nel novero delle sue abilità vi erano anche i calci piazzati: era un buon rigorista e tiratore di punizioni. Abile anche di testa, era dotato di una rapidità straordinaria e di un bruciante scatto.Tuttavia la sua carriera è stata costellata da infortuni, alcuni dei quali molto gravi, a causa della eccessiva muscolosità delle sue gambe a fronte di legamenti molto fragili che ne hanno in parte limitato velocità e mobilità.
Carriera Club 1990-1994: gli inizi in Brasile Nato nel poverissimo quartiere di Bento Ribeiro, si mise in luce molto giovane con il Valqueire e a sedici anni fu ingaggiato dal São Cristóvão, squadra dell'omonimo quartiere di Rio de Janeiro, dove si fece subito notare nelle giovanili, segnando in tre stagioni 44 gol in 73 incontri.Nel 1993 passò dal calcio carioca a quello mineiro,messo sotto contratto dal Cruzeiro di Belo Horizonte (Minas Gerais). Nella prima stagione al Cruzeiro realizzò 12 gol in 14 incontri del campionato nazionale, attestandosi poco sotto la media realizzativa di una rete a partita. La sua impresa più notevole a Belo Horizonte rimane quella dei tre gol segnati nel derby contro l'Atlético Mineiro (battuto 3-1) in un incontro valido per il campionato Mineiro. A quell'epoca Ronaldo già aveva avuto esperienze in Nazionale, avendo giocato nella selezione juniores su indicazione di Jairzinho (campione del mondo 1970 in Messico), il quale lo aveva segnalato allo staff tecnico federale quando aveva 14 anni. Alla fine della stagione Ronaldo vinse la Coppa del Brasile con il Cruzeiro.
1994-1996: PSV Eindhoven
Quando, nel 1994, Ronaldo andò a giocare in Europa, ingaggiato dal PSV Eindhoven per 6 milioni di dollari USA, lo fece da campione del mondo, pur non essendo mai sceso in campo nella Coppa del Mondo FIFA disputatasi in estate negli Stati Uniti. In due stagioni, tra campionato olandese, coppe nazionali e internazionali, Ronaldo in 57 incontri mise a segno 55 gol, 42 dei quali in campionato.
1997-1997: Barcellona
Nel 1996, non ancora ventenne, fu ceduto al Barcellona. In Spagna vinse il suo primo trofeo internazionale, la Coppa delle Coppe 1996-1997, realizzando il calcio di rigore decisivo per battere 1-0 il Paris Saint-Germain. Con la squadra catalana mantenne un rendimento altissimo, segnando 47 reti in 49 partite ufficiali, di cui 34 gol in 37 presenze nella Liga, che gli valsero il titolo di Pichichi.
1997-2002: Inter
Massimo Moratti, che già da tempo teneva sotto osservazione il calciatore brasiliano, nell'estate del 1997, riuscì ad assicurare le prestazioni di Ronaldo all'Inter, pagando al club catalano l'intera clausola di rescissione di 48 miliardi di lire presente nel contratto del calciatore più un ulteriore indennizzo di 1,8 milioni di dollari (circa 3 miliardi di lire) stabilito dalla FIFA.Il calciatore giunse a Milano il 25 luglio 1997, accolto con grande entusiasmo dai tifosi. Nella stagione 1997-1998 l'Inter arrivò seconda in campionato, ma vinse la Coppa UEFA. A livello personale Ronaldo segnò 25 gol in campionato, che non bastarono a vincere la classifica marcatori (appannaggio di Bierhoff con 27 centri) e in quella stagione vinse il suo primo Pallone d'oro.Il seguito della permanenza di Ronaldo all'Inter fu reso difficile da due infortuni gravi e dai tempi lunghi di recupero. Il 21 novembre 1999, durante una partita di campionato contro il Lecce, Ronaldo si lesionò il tendine rotuleo del ginocchio destro. Ci vollero quasi sei mesi e un intervento chirurgico prima di tornare in campo: questo avvenne il 12 aprile 2000 a Roma, durante la finale d'andata della Coppa Italia contro la Lazio. Ma il ginocchio cedette nuovamente dopo sei minuti dall'ingresso in campo e, questa volta, il tendine rotuleo si ruppe completamente. La cosa fece temere per la sua carriera, visto che il danno era più grave del previsto. Tra nuova operazione, eseguita a Parigi dal prof. Gérard Saillant dell'ospedale pubblico Pitié-Salpêtrière,convalescenza e riabilitazione trascorse più di un anno. Ronaldo tornò in campo alla fine del 2001, ma i postumi dell'infortunio portarono l'allenatore Héctor Cúper ad utilizzarlo con iniziale cautela. Solo nella parte finale del campionato, che l'Inter stava guidando davanti a Roma e Juventus, tornò ad essere impiegato in pianta stabile, risultando spesso decisivo. Nell'ultima partita di campionato, il 5 maggio 2002 allo Stadio Olimpico di Roma, l'Inter fu battuta 4-2 dalla Lazio e si vide sorpassata in classifica sia dalla Juventus, che vinse lo scudetto, sia dalla Roma. Ronaldo chiuse la partita in lacrime: fu la sua ultima apparizione in campionato con la maglia dell'Inter.
2002-2007: Real Madrid
Nel luglio 2002, subito dopo il termine del vittorioso campionato del mondo, Ronaldo ruppe con il tecnico interista Cúper e chiese di essere ceduto, a meno di ricevere un adeguamento dell'ingaggio. Dopo una trattativa durata tutto il mese d'agosto e condotta tra il furore dei media e dei tifosi, il giocatore brasiliano fu ingaggiato dal Real Madrid.Con la squadra fresca vincitrice della Champions League vinse la Supercoppa europea 2002 e successivamente, nel dicembre dello stesso anno, la Coppa Intercontinentale. I successi ottenuti con il nuovo club e il titolo mondiale conquistato con la Nazionale brasiliana, gli permisero di ricevere il 17 dicembre 2002 il secondo Pallone d'oro della carriera.Nella stagione 2002-2003 vinse il campionato spagnolo, mentre all'inizio di quella successiva, Ronaldo conquistò la Supercoppa nazionale.In 4 stagioni e mezzo al Real Madrid Ronaldo vanta 177 partite ufficiali con 104 gol e il secondo titolo di Pichichi nel 2004.
2007-2008: Milan
Il 30 gennaio 2007, dopo una lunga e complessa trattativa, il Real Madrid ha ceduto Ronaldo al Milan per la cifra di 7,5 milioni di euro. Una clausola del contratto d'acquisto prevedeva che, nell'eventualità (poi verificatasi) del raggiungimento di un posto utile alla qualificazione alla Champions League 2007-2008, il Milan fosse tenuto a versare al Real Madrid un ulteriore corrispettivo di 500.000 € Ronaldo firmò un contratto con il Milan fino al 30 giugno 2008. In base al regolamento UEFA, che proibiva a qualsiasi calciatore di poter giocare in una stagione sportiva europea con due o più squadre diverse, Ronaldo non ha potuto essere schierato nell'edizione 2006-2007 della Champions League, essendovi stato utilizzato in precedenza dal Real Madrid.L'esordio in campionato con il Milan è avvenuto l'11 febbraio 2007, subentrando nel secondo tempo dell'incontro casalingo contro il Livorno, vinto 2-1. Nella giornata successiva, in trasferta contro il Siena, ha realizzato una doppietta nell'incontro vinto dal Milan per 4-3. Infine, nel derby dell'11 marzo 2007, ha realizzato il gol del provvisorio 1-0 contro l'Inter, la quale ha poi vinto l'incontro 2-1.Nel complesso l'acquisto di Ronaldo ha segnato una svolta nella stagione del Milan: con 7 gol in 14 presenze il brasiliano ha dato un apporto decisivo alla rimonta della squadra verso la quarta posizione, necessaria per qualificarsi alla Champions League tramite i preliminari che poi i rossoneri hanno potuto saltare, avendo vinto la massima manifestazione europea per club ad Atene contro il Liverpool.
Un infortunio alla coscia sinistra, capitatogli in allenamento il 31 luglio 2007, lo ha costretto a saltare la prima parte della stagione 2007-2008. Il 4 novembre 2007, dopo 3 mesi di assenza dai campi, Ronaldo è stato convocato da Carlo Ancelotti per la trasferta del 6 novembre contro lo Shakctar Donetsck. Ha fatto il suo esordio stagionale in partite ufficiali nello Stadio Sant'Elia contro il Cagliari, il 25 novembre, nel 13° turno di campionato. Convocato anche per la successiva gara di Champions League del 28 novembre contro il Benfica, ma non è sceso in campo poiché ha subito un nuovo infortunio, questa volta al polpaccio, durante il riscaldamento pre-sostituzione. Ha stentato a riprendersi da tale infortunio e non si è allenato coi compagni in Giappone prima del Mondiale per club 2007. Di conseguenza, dopo essere stato inizialmente inserito nella lista dei 23 convocati per tale manifestazione, il giorno prima dell'esordio, in accordo con il giocatore, il Milan ha deciso di sostituirlo con Favalli.È tornato in campo dopo l'infortunio il 13 gennaio 2008 a San Siro contro il Napoli segnando 2 gol nella vittoria per 5-2.Il 13 febbraio 2008, nel recupero di campionato contro il Livorno, Ronaldo ha subito un nuovo grave infortunio: entrato in campo da pochi minuti, nel tentativo di colpire di testa il pallone crossato in area da Massimo Oddo, si è procurato la rottura del tendine rotuleo questa volta del ginocchio sinistro.È stato operato il giorno seguente ancora a Parigi da Eric Rolland con la consulenza di Gérard Saillant, il medico che l'aveva operato 8 anni prima.L'11 marzo 2008, a poco meno di un mese dall'infortunio, Ronaldo è tornato in Italia, dove ha proseguito il programma di recupero,per poi continuare in patria dal 9 aprile. L'attaccante brasiliano, quindi, dal 1º luglio 2008 è rimasto senza contratto per la prima volta da quando ha iniziato a giocare.
2009-2011: Corinthians
Il 9 dicembre 2008 Fabiano Farah ha annunciato al sito GloboEsporte che il calciatore ha trovato un accordo per giocare nel 2009 con il Corinthians, appena ritornato in Série A, e che la firma ufficiale sarebbe arrivata entro i successivi due giorni.Ha esordito con il Corinthians il 4 marzo 2009, subentrando a Jorge Henrique al 66º minuto della partita di Coppa del Brasile in casa dell'Itumbiara (2-0 per i paulisti), tornando così a disputare una partita a 13 mesi dall'infortunio al ginocchio.L'8 marzo 2009 è tornato anche al gol, segnando di testa nei minuti di recupero la rete del definitivo 1-1 di Palmeiras-Corinthians, partita valida per il Campionato Paulista. Si è poi ripetuto anche nella partita successiva contro il São Caetano realizzando al 50º minuto di gioco la rete del definitivo 2-1 per il Corinthians e il 25 marzo ha realizzato la prima doppietta (il primo gol su rigore) nel 2-2 contro il Ponte Preta, prima partita nella quale è rimasto in campo per tutti i 90 minuti di gioco.È stato il protagonista della finale di andata del Campionato Paulista 2009, nella quale ha realizzato 2 dei 3 gol con cui il Corinthians ha battuto il Santos al Vila Belmiro. Dopo la finale di ritorno, terminata 1-1, il Corinthians si è laureato campione paulista 2009 e Ronaldo è stato eletto miglior giocatore del torneo. Il 1º luglio 2009 ha vinto la Coppa del Brasile, seconda personale, nella doppia finale contro l'Internacional (4-2 il risultato complessivo), segnando anche un gol nella partita di andata a San Paolo del 18 giugno 2009 terminata 2-0 per il Corinthians.L'8 luglio 2009 ha segnato la sua prima tripletta con il Corinthians, in campionato contro il Fluminense, e fornito l'assist per il quarto gol segnato da Dentinho (4-2 il risultato finale).Queste sono state le sue prime reti nel campionato brasiliano 2009.Ha terminato il campionato brasiliano 2009 con 12 reti in 20 partite.Il 22 febbraio 2010 in una conferenza stampa Ronaldo ha annunciato il prolungamento del suo contratto fino al 2011 con il consueguente ritiro definitivo dai campi per fare l'ambasciatore del Corinthians all'estero.Il 1º aprile 2010, reduce da un periodo sfortunato (2 reti in 10 partite), è tornato a segnare portando alla vittoria la sua squadra. Nell'occasione si è reso decisivo nella partita di Coppa Libertadores 2010 contro il paraguaiani del Cerro Porteño, mantenendo i brasiliani in vetta al girone 1 con 10 punti in quattro giornate.Si ripete due giorni dopo, il 3 aprile, nel 2-0 contro l'Ituano (rendendosi decisivo anche per l'1-0 di Jucilei), nella partita di Campionato Paulista che ha mantenuto il Corinthians al 4º posto.Dopo 112 giorni lontano dai campi di gioco per via di diversi infortuni e di una forma fisica scadente per il sovrappeso accumulato durante l'inattività,Ronaldo è tornato a disputare una partita ufficiale il 29 agosto 2010 contro il Vitória, gara nella quale è rimasto in campo per un'ora. Nella successiva partita disputata l'8 settembre 2010, è tornato al gol su rigore contro l'Atlético Paranaense, la stessa squadra contro cui aveva segnato l'ultima rete 4 mesi prima.Nella stagione seguente, dopo il ritiro di William, Ronaldo è diventato capitano del Corinthians.Tra gennaio e febbraio ha disputato 4 partite, 2 nel Campionato Paulista e altrettante nel turno premilinare della Coppa Libertadores, dove il Timão è stato eliminato dal Deportes Tolima, senza riuscire a segnare alcun gol.Il 14 febbraio 2011, a 34 anni e con 10 mesi di anticipo rispetto a quanto programmato in precedenza, Ronaldo ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato per via dei numerosi problemi fisici che ne condizionavano il rendimento, tra cui anche l'aumento di peso dovuto all'ipotiroidismo,malattia diagnosticatagli durante il suo periodo al Milan e che non ha potuto curare adeguatamente in quanto i farmarci usati per trattarla sono considerati dopanti.
Nazionale
L'esordio in Nazionale di Ronaldo risale al 23 marzo 1994 contro l'Argentina e segnò il primo gol con la Nazionale verdeoro nella partita seguente conto l'Islanda.Fu tra i 22 convocati per il campionato del mondo USA 1994, ma non scese mai in campo. Siccome il Brasile vinse quell'edizione del mondiale in finale contro l'Italia, Ronaldo poté fregiarsi del titolo di campione del mondo, ad appena 17 anni. Vinse la Confederations Cup del 1997 e due edizioni consecutive della Coppa America (1997 e 1999).Guidò il Brasile campione del mondo alla difesa del titolo nel Mondiale 1998 in Francia, raggiungendo la finale contro la squadra di casa, ma la notte prima dell'ultimo atto, a Parigi, Ronaldo fu colto da convulsioni. Inizialmente fu escluso in favore di Edmundo, ma fu reintegrato poco prima dell'inizio della finale, che non giocò al suo meglio.La Francia batté il Brasile per 3-0 e vinse la Coppa del Mondo, e il giallo sul malore che aveva colto Ronaldo la sera prima divenne un caso mondiale.Nel Mondiale 2002, che si giocò in Corea del Sud e Giappone, Ronaldo vinse la classifica marcatori con 8 gol e fu la stella della squadra che arrivò in finale per la terza volta consecutiva. Questa volta l'avversaria per il titolo fu la Germania, che il Brasile batté 2-0 con due suoi gol. La vittoria mondiale gli valse a fine anno il suo secondo Pallone d'oro (2002).Nonostante l'eliminazione a opera della Francia per 1-0 nei quarti di finale del Mondiale 2006, Ronaldo è riuscito a diventare il miglior marcatore delle fasi finali del torneo, in tre edizioni dei Mondiali ha infatti segnato 15 gol (4 nel 1998, 8 nel 2002 e 3 nel 2006), uno più di Gerd Müller, precedente detentore del record, e di Miroslav Klose (14) e due più di Just Fontaine (13).Alcuni giorni dopo l'annuncio del ritiro dal calcio giocato, la CBF ha deciso di organizzare una partita di addio in Nazionale per Ronaldo, fissando un'amichevole contro la Romania per il 7 giugno 2011 al Paceambu di San Paolo, stadio di casa del Corinthians, ultima squadra del Fenomeno.Ronaldo ha disputato gli ultimi 15 minuti del primo tempo, sostituendo Fred, autore dell'unico gol dell'incontro.
In Nazionale Ronaldo vanta in totale 62 gol in 98 partite, secondo marcatore di sempre nella Nazionale brasiliana a 15 gol dal primatista Pelé.
Roberto Baggio - Il Divin Codino
di Nicola Giordano
La sottile leggerezza del talento puro. Roberto Baggio nasce il 18 Febbraio del 1967 a Caldogno (Vi).E' considerato uno dei migliori giocatori della storia del calcio mondiale,se non il migliore in Italia;il suo era un calcio magico,fatto solo di leggerezza e fantasia.Zero muscoli e zero fisicità.L'arte era nei piedi non nel fisico e quando metteva in mostra il suo talento puro,il tempo sembrava fermarsi per pochi istanti,rimanendo impresso nella memoria di chi l'avesse visto giocare.Ognuno poteva dire alla fine:ho visto giocare Roberto Baggio.
Occupa la 16ª posizione (primo italiano) nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer, ed è stato inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 più grandi calciatori viventi divulgata il 4 marzo 2004.Pur non avendo mai vinto la classifica dei marcatori, è il sesto realizzatore di sempre del campionato di Serie A con 205 gol, preceduto da Piola, Nordahl, Meazza, Altafini e Totti.Con 318 gol segnati in totale tra club e Nazionale è in assoluto il quarto marcatore di sempre italiano , dietro solo a Silvio Piola (364 gol), Giuseppe Meazza (338) e Alessandro Del Piero (319).In Nazionale conta 56 presenze e 27 gol, che lo collocano al quarto posto tra i realizzatori in maglia azzurra, a pari merito con Alessandro Del Piero. È l'unico calciatore italiano ad aver segnato in tre diverse edizioni dei Campionati del mondo (1990, 1994 e 1998). È stato vicecampione del Mondo nel 1994 e ha raggiunto il terzo posto ai Mondiali nel 1990.Nel 2002 è stato inserito nel FIFA World Cup Dream Team,selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali.A livello individuale, ha conseguito numerosi riconoscimenti, aggiudicandosi tra l'altro il Pallone d'oro 1993 (uno dei 5 italiani ad essere stato premiato con il Pallone d'oro assieme a Omar Sívori, Gianni Rivera, Paolo Rossi e Fabio Cannavaro), anno in cui è stato eletto anche FIFA World Player da una giuria composta dai commissari tecnici e dai capitani delle Nazionali di tutti i continenti.È uno dei 5 calciatori (gli altri sono Giovanni Ferrari, Riccardo Toros, Eraldo Mancin e Alessandro Orlando) ad aver vinto due scudetti consecutivi con due differenti squadre italiane.
Gli inizi
Dopo aver iniziato nella squadra del suo paese, il Caldogno, all'età di 13 anni si trasferì al Vicenza, a quel tempo in Serie C1. Si mise subito in luce nelle formazioni giovanili, segnando negli anni 110 gol in 120 presenze.Tale risultato gli permise di debuttare in prima squadra il 5 giugno 1983 all'ultima giornata del campionato di Serie C1, Vicenza-Piacenza (0-1), entrando nel secondo tempo.Nella stagione 1984-1985, inserito in prima squadra dall'allenatore Bruno Giorgi,mise a segno 12 gol in 29 partite, consentendo alla sua squadra la risalita in Serie B. In una delle ultime partite di campionato, il 5 maggio 1985 contro il Rimini, subì un grave infortunio al ginocchio destro (compromessi legamento crociato anteriore e menisco), il primo di una lunga serie, che lo costrinse ad un periodo di oltre un anno di assenza dai campi di gioco. Durante questa fase di riposo forzato e quindi di incertezza sulla propria carriera di calciatore visse una profonda crisi personale e spirituale, che lo convinse ad abbracciare definitivamente la fede buddhista.
Fiorentina
Questo infortunio arrivò a due giorni dalla firma del contratto con Fiorentina, che lo aveva ingaggiato per 2,7 miliardi di lire.Operato in Francia dal professor Bousquet, esordì in Serie A il 21 settembre 1986 allo Stadio Artemio Franchi contro la Sampdoria. Il 28 settembre seguente subì una lesione al menisco del ginocchio destro. Il suo primo gol nella massima divisione arrivò su punizione il 10 maggio 1987 contro il Napoli (1-1).Nella stagione successiva si presentò a San Siro segnando alla seconda giornata in Milan-Fiorentina 0-2. Negli anni seguenti fu protagonista di primo piano nel panorama calcistico italiano; la Fiorentina navigava nelle zone medio-alte della classifica e raggiunse una finale di Coppa UEFA nel 1990, persa poi contro la Juventus. Alla fine dell'anno ricevette il "Trofeo Bravo", premio assegnato dalla rivista Guerin Sportivo al miglior giovane Under-23 partecipante alle coppe europee, unico ma importante riconoscimento personale vinto con la Fiorentina. Nel 1988 venne convocato per la prima volta in Nazionale, in occasione del match del 16 novembre contro l'Olanda, nella gara amichevole organizzata in ricorrenza del 90º anniversario dell'istituzione della FIGCRimase a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando venne acquistato dalla Juventus per la cifra record, a quei tempi, di 25 miliardi di lire.La tifoseria viola, consapevole di perdere il proprio simbolo, scese in piazza protestando contro la dirigenza ed il presidente Pontello. I disordini causarono anche diversi feriti ed arrivarono fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri in preparazione per i Mondiali e al giocatore stesso, che arrivò a ricevere sputi da alcuni esagitati.L'allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un fatto singolare al riguardo: «Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un gesto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un figlio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch'io».Baggio restò per sempre legato a Firenze ed ai colori viola, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Oltre all'episodio della sciarpa, rimase celebre il rifiuto di calciare un rigore durante Fiorentina-Juventus (1-0) del 6 aprile 1991,andando poi a salutare i suoi ex tifosi raccogliendo una sciarpa viola che gli era stata lanciata dagli spalti, in un'atmosfera surreale di applausi e fischi.
Juventus
Dopo i Mondiali italiani, iniziò la sua esperienza con la Juventus, che durerà cinque anni (78 i gol segnati nel campionato italiano con la maglia bianconera). Con i colori bianconeri vinse uno scudetto, una Coppa Italia ed una Coppa UEFA.Nel primo anno con la Juventus di Gigi Maifredi segnò 27 gol, tra cui uno nel ritorno della semifinale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona finito 1-0 con gol di Baggio che non fu sufficiente a ribaltare l'1-3 dell'andata. A fine campionato la Juve restò fuori dalle posizioni UEFA.L'anno successivo sulla panchina della Juve torna Giovanni Trapattoni. La Juve, fuori dalle Coppe, arrivò seconda in campionato dietro al Milan. Nella stagione 1992-1993 la Juve riuscì a battere per la seconda volta in due anni il Milan, con un 1-3 a San Siro con firma di Baggio. Termina la stagione con 21 gol e con la fascia di capitano al braccio.In Coppa UEFA, in semifinale contro il Paris Saint-Germain, Baggio segna una doppietta nella gara di andata finita 2-1 per i bianconeri e quindici giorni dopo, a Parigi, sarà ancora Baggio a siglare il successo per 0-1 che vale la finale, partita nella quale segna un'altra doppietta, contro il Borussia Dortmund. Al ritorno la Juventus vince per 3-0 e si aggiudica il trofeo.A fine anno vince Pallone d'oro e FIFA World Player.Fra il 1992 e il 1995 subì cinque infortuni importanti: costola fratturata, tendinite, pubalgia, lesione del tendine del ginocchio destro e distorsione al ginocchio sinistro. Nel dicembre 1994 si classificò secondo nella classifica del Pallone d'oro, alle spalle di Hristo Stoichkov, e terzo in quella del FIFA World Player, dietro allo stesso giocatore bulgaro e a Romario.
Dopo l'infortunio la società aveva deciso di non farlo sottoporre ad una operazione e Baggio rientrò in campo dopo quasi cinque mesi, segnando comunque gol decisivi per la conquista dello scudetto e della Coppa Italia. Il periodo di assenza dal terreno di gioco favorì l'esplosione del giovane Alessandro Del Piero, sul quale la dirigenza bianconera e il nuovo allenatore Marcello Lippi scelsero di puntare, e venne ceduto al Milan nell'estate del 1995, nonostante il parere contrario dei tifosi.
Milan
Con il Milan, da cui fu acquistato nell'agosto del 1995,allenato quell'anno da Fabio Capello, vinse subito lo scudetto, il secondo consecutivo per lui,dando spettacolo in campo insieme all'altro neo acquisto,il liberiano George Weah (che quell'anno vinse anche il pallone d'oro,primo africano dellastoria) tuttavia, le discussioni sul suo vero ruolo (punta, mezzapunta, rifinitore) e sulla compatibilità con Dejan Savićević si sprecarono, nonostante mostrasse invece un'ottima intesa con il montenegrino . Parte titolare in quasi tutte le partite ed assume anche il ruolo di primo rigorista della squadra, ma viene puntualmente sostituito dal tecnico di Pieris, che non lo riteneva in grado di giocare per tutti e 90 i minuti.Non venne convocato da Sacchi per gli Europei del 1996, nel quale la Nazionale si fermò al turno preliminare. Nella stagione successiva sulla panchina del Milan arrivò l'allenatore uruguagio Oscar Washington Tabárez, che subito dichiarò di voler puntare su di lui e sull'asso africano George Weah per l'attacco della squadra.Partì infatti titolare nelle prime partite stagionali, esordendo anche in UEFA Champions League nel match casalingo contro il Porto, ma la crisi di risultati della squadra lo relegò in panchina, a favore di Marco Simone.Tabarez venne infine esonerato ed al suo posto la società chiamò l'ex tecnico Arrigo Sacchi, con il quale Baggio non era in buoni rapporti dopo il Mondiale americano; la situazione restò tesa tra i due: oltre a venir sostituito nel ruolo di rigorista da Demetrio Albertini, venne anche relegato nel ruolo di riserva del francese Christophe Dugarry.In rossonero non trovò più spazio e, sebbene lasciasse il segno nelle occasioni in cui viene impiegato (come ad esempio il gol nel derby ritorno della stagione 1996-1997, finito 3-1 per i nerazzurri), non riuscì a far cambiare idea al tecnico. Tuttavia, il 30 aprile 1997 ritrovò la convocazione in Nazionale (non più guidata da Sacchi) segnando uno splendido gol nella partita giocata al San Paolo di Napoli contro la Polonia valida per le qualificazioni ai Mondiali 1998.Nell'estate 1997 si presentò al raduno milanista con l'intenzione di restare, ma il rientrante Fabio Capello non mostrò alcuna fiducia in lui. La nuova gestione tecnica lo convinse così ad abbandonare il Milan. Decise di ripartire con una nuova vita, dopo aver raggiunto un accordo di massima col Parma, vanificato all'ultimo momento dall'intercessione negativa dell'allenatore Carlo Ancelotti,pare per questioni tattiche: il tecnico di Reggiolo, appena affacciatosi alla Serie A, non era disposto a modificare il collaudato 4-4-2 per far posto a Baggio, per cui per il Divin Codino rimaneva soltanto un posto tra gli attaccanti, da contendersi con Enrico Chiesa e Hernan Crespo.
Avendo bisogno di giocare con continuità per guadagnarsi un posto fra i 22 che avrebbero preso parte ai Mondiali francesi, scelse allora Bologna per la sua rinascita,tagliando anche il celebre "codino". A distanza di anni, Ancelotti si dichiarerà pentito di aver rinunciato al talento di Baggio; nella sua biografia del 2009 Preferisco la Coppa, Ancelotti infatti scrive: «Ho sbagliato ad essere così intransigente, con il tempo ho imparato che una soluzione per far coesistere tanti grandi giocatori alla fine si trova. A Parma pensavo ancora che il 4-4-2 fosse lo schema ideale per eccellenza, ma non era così. Se avessi la macchina del tempo, tornerei indietro e Baggio eccome se lo prenderei. Avrei potuto gestire la situazione in maniera diversa».
Bologna
Quella nel Bologna sarà la stagione del record di marcature per Baggio, con ben 22 gol segnati in 30 partite, tanto da meritarsi la fiducia del nuovo ct della Nazionale Cesare Maldini e la convocazione per i Mondiali.Anche in questa stagione si verificarono alcune incomprensioni con l'allenatore di turno, Renzo Ulivieri, tanto che lasciò il ritiro della squadra quando il tecnico gli comunicò che non avrebbe giocato dall'inizio nella partita con la Juventus.Nella sua biografia, pubblicata poco prima dei Mondiali del 2002, accusa Ulivieri di essere stato invidioso della sua fama, in quanto la stampa attribuiva le vittorie del Bologna al suo talento, mettendo in ombra il lavoro dell'allenatore.
Inter
In quella stessa estate si trasferì all'Inter,fresca vincitrice della Coppa UEFA e grande favorita in tutte le competizioni, guidata da Gigi Simoni.Fu una delle annate più controverse della squadra, tormentata da infortuni celebri (su tutti Ronaldo) e caratterizzata da numerosi cambi d'allenatore (dopo Simoni, arrivarono Lucescu, Hodgson e Castellini), che gli impedirono di esprimersi al meglio. Unica soddisfazione della stagione, la doppietta realizzata in Champions League il 25 novembre 1998 contro il Real Madrid campione in carica, nei minuti finali della gara.Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi, che lo utilizzò col contagocce, ma Baggio riuscì a sfruttare al meglio i pochi spezzoni di partita che gli furono concessi mettendo a segno gol importanti in Campionato ed in Coppa Italia. Polemizzò apertamente contro Lippi e smentì pubblicamente le voci infondate sui suoi presunti guai fisici, precisando che veniva spesso tenuto fuori per scelte personali dell'allenatore.Nella partita con il Verona del 23 gennaio 2000, l'Inter perdeva 1-0 e Lippi, non avendo altri attaccanti a disposizione, si vide costretto a farlo entrare: di tutta risposta Baggio segna il gol del 2-1. A fine stagione, scaduti i due anni di contratto, si congedò dall'Inter nel migliore dei modi e chiuse tutte le polemiche lasciando parlare il campo: con una doppietta nello spareggio contro il Parma del 23 maggio 2000, svoltosi allo stadio Bentegodi di Verona, permise ai neroazzurri di accedere ai preliminari di Champions League.La grande prestazione contro il Parma è considerata tra i capolavori della sua carriera, anche per le conseguenze connesse: aveva spiegato che sarebbe rimasto all'Inter soltanto nel caso di un addio di Marcello Lippi ma, dal canto suo, Moratti aveva spiegato che Lippi sarebbe rimasto solo in caso di qualificazione in Champions League quindi, segnando quella doppietta, di fatto segna la propria esclusione dalla squadra neroazzurra. Nonostante i soliti sprazzi di classe, paga la poca continuità concessagli durante la stagione, ed il CT della Nazionale Dino Zoff, nonostante la solita mobilitazione popolare, lo lascia fuori dalla lista dei 22 convocati per gli Europei in Belgio e Olanda.
Brescia
Mancata la convocazione in Nazionale, decide di ritornare in una squadra provinciale, trasferendosi al Brescia sotto la guida di Carlo Mazzone, di cui diviene il capitano. Rifiuta l'offerta della Reggina per non allontanarsi da casae le offerte di grosse squadre come Arsenal e Real Madrid, ma l'intenzione di restare in Italia ha una motivazione ben specifica: partecipare ai Mondiali del 2002.Durante la stagione 2000-2001 smentisce ancora una volta coloro che lo davano per finito e conduce la sua squadra ad una insperata qualificazione alla Coppa Intertoto, nella quale i lombardi riescono a raggiungere la finale, poi persa contro il Paris Saint-Germain, nonostante un suo gol su rigore nella gara di ritorno che consente di pareggiare ma non di passare il turno. Durante la stagione, nel girone di ritorno, il 1º aprile 2001 in Juventus-Brescia segna uno dei gol più belli: Pirlo lo lancia con un preciso passaggio da centrocampo e lui salta Van der Sar con un delizioso stop a seguire per poi insaccare a porta vuota, dopo un fuorigioco non segnalato dal guardialinee con conseguenti polemiche, fissando il punteggio sul definitivo 1-1, risultato che allontanerà la Juventus dal vertice della classifica, guidata fino alla fine dalla Roma.Inserito fra i 50 pretendenti per il Pallone d'oro 2001,giunge venticinquesimo nella classifica finale.La stagione decisiva (2001-2002) inizia nel migliore dei modi ed addirittura si ritrova capocannoniere con 8 gol dopo 9 giornate. Segue però una prima lesione al ginocchio avvenuta a causa di un contrasto duro con Antonio Marasco del Venezia in campionato, si fa male anche con il Parma in Coppa Italia. Stavolta la diagnosi è tremenda: rottura del legamento crociato anteriore e lesione del menisco interno del ginocchio sinistro. Viene operato in Francia e, con una grandissima determinazione, riesce a rientrare in campo a 76 giorni dal giorno dell'infortunio (un record per il tipo d'infortunio subito), a tre giornate dalla fine del campionato. Nella partita del rientro, in casa della Fiorentina, segna un gol dopo appena due minuti dal suo ingresso in campo, raddoppiando poco dopo, e le reti vengono accolte da calorosi applausi anche da parte della tifoseria Viola. Nell'ultima di campionato riesce a salvare ancora una volta il Brescia dalla retrocessione con un gol decisivo contro il Bologna (finita poi 3-0). La stagione si conclude con un bottino di undici gol segnati in dodici partite, ma tutto questo non basta per convincere il commissario tecnico della Nazionale Giovanni Trapattoni a convocarlo, che lo riteneva non completamente ristabilito dall'infortunio e non in forma ottimale.Nelle due stagioni successive continua a giocare nel Brescia e, soprattutto con i suoi gol, fa raggiungere alla squadra la qualificazione per l'Intertoto, ed il 14 marzo 2004, durante il match contro il Parma, mette a segno il suo duecentesimo gol in Serie A(a fine stagione raggiungerà quota 205), soglia raggiunta solo da altri sei giocatori nel campionato italiano: Silvio Piola, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza, José Altafini e Francesco Totti. Quanto fosse determinante il suo apporto, sebbene a fine carriera, per il Brescia è dimostrato indirettamente da una semplice constatazione: gli anni di Baggio coincidono con il periodo di più lunga permanenza del Brescia in Serie A (5 stagioni) ed alla fine della stagione 2004-2005, successiva al suo ritiro, il Brescia retrocederà in Serie B.Disputa l'ultima partita della sua lunga carriera a San Siro il 16 maggio 2004 in Milan-Brescia (4-2), ultima giornata della stagione 2003-2004. Alla sua uscita, cinque minuti prima dalla fine dell'incontro, viene abbracciato da Paolo Maldini e tutto lo stadio si alza in piedi per tributargli un lungo applauso.[57] Al termine della stagione, il Brescia in suo onore ritira la maglia numero 10, da lui indossata per quattro stagioni.
Nazionale Conta una convocazione con la rappresentativa Under-21 nel 1987 che non lo vide però scendere in campo. Convocato dal ct Azeglio Vicini, esordisce con la maglia della Nazionale il 16 novembre 1988, a 21 anni, nella partita amichevole Italia-Olanda (1-0). Segna il suo primo gol in Nazionale il 22 aprile 1989, su calcio di punizione, nella partita amichevole contro l'Uruguay (1-1) disputata a Verona. Nella partita amichevole contro la Bulgaria del 20 settembre 1989, segna il 500º gol realizzato in Italia dalla Nazionale (firmerà poi una doppietta nella medesima partita).
Mondiali 1990
Partecipa alla Coppa del Mondo Italia '90 durante la quale gioca con il numero 15. Nelle prime due partite viene lasciato in panchina da Vicini ma, appena chiamato in causa, non delude ed alla sua prima apparizione nella sfida con la Cecoslovacchia mette a segno un gol memorabile, considerato il più bello del Mondiale e settimo nella classifica del più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA, partendo da metà campo e dribblando mezza squadra avversaria.Così nelle successive partite viene schierato titolare al fianco di Schillaci anche se, nella decisiva semifinale di Napoli contro l'Argentina, l'allenatore punta su un poco convincente Vialli, ed entra in campo al posto di Giannini solo al 73' sfiorando il gol su punizione e segnando il suo tiro dal dischetto nella serie di rigori che premia l'Argentina, dopo gli errori di Donadoni e Serena.Nella finale per il terzo posto, disputata a Bari, contro l'Inghilterra, mette a segno un altro gol dopo aver astutamente rubato la palla al portiere inglese Peter Shilton. La partita finisce 2-1 per gli azzurri che si aggiudicano così il terzo posto nel Mondiale casalingo. Da segnalare, nella medesima partita, la sua altruistica scelta di far tirare il calcio di rigore decisivo a Schillaci, in modo da permettergli di vincere la classifica dei marcatori del torneo con 6 gol.
Mondiali 1994
Durante la stagione 1993-1994, fatica ad entrare in forma a causa di piccoli ma fastidiosi acciacchi, eppure il CT italiano Arrigo Sacchi fa di tutto per recuperarlo fisicamente e psicologicamente, considerandolo "un patrimonio del calcio italiano". Gli incontri di preparazione ai Mondiali non vanno nel migliore dei modi: sconfitta 1-0 a Napoli con la Francia, e vittoria per 1-0 contro la Svizzera.Inoltre, Arrigo Sacchi, dopo la rinuncia di Roberto Mancini all'azzurro, non sembra aver preso una decisione definitiva né su un preciso modulo di gioco né su una formazione-tipo. Solo Baggio ed alcuni giocatori del Milan (Baresi, Maldini, Costacurta, Donadoni) sembrano titolari inamovibili.
Italia-Irlanda: l'Italia affronta la prima partita con lo schema tattico 4-4-2, nonostante durante tutti gli incontri preparatori Sacchi l'avesse schierata con il 4-3-3. Tenta qualche assist in favore di Signori ma nel complesso la sua partita è piuttosto anonima e l'Italia disputa il peggior match del Mondiale. L'Irlanda si impone 1-0, con gol di Houghton che all'11º del primo tempo beffa Pagliuca con un pallonetto. Oltre alla mancanza di gioco, anche la sua poco convincente prestazione preoccupa i tifosi.Italia-Norvegia: nel secondo incontro l'Italia non può più sbagliare, deve battere la Norvegia se vuole sperare di qualificarsi agli ottavi. Questa volta, tutto sembra andare per il meglio: l'Italia incomincia la partita con il piglio giusto e lui sembra ispirato.Tuttavia, in occasione della prima azione norvegese, Pagliuca viene espulso dopo avere toccato il pallone con le mani uscendo oltre l'area di rigore per fermare un avversario lanciato a rete. L'Italia si ritrova in 10 ed un giocatore deve uscire per far posto al secondo portiere Luca Marchegiani: Sacchi, fra lo stupore generale, decide di far uscire proprio lui. Famose le immagini televisive nelle quali si vedono i suoi gesti e la sua espressione e soprattutto il suo labiale «Ma questo è matto!»L'Italia, ad ogni modo, al termine di un incontro molto tirato, riesce a vincere per 1-0, con un gol di testa di Dino Baggio su assist di un ispiratissimo Giuseppe Signori.Italia-Messico: in occasione del terzo incontro, Italia e Messico pareggiano 1-1 (gol di Massaro per l'Italia e Bernal per il Messico), ma lui sembra l'ombra di se stesso. L'Italia si qualifica agli ottavi solo grazie al ripescaggio come una delle migliori terze classificate nei gironi. Agli ottavi ci si aspetta di affrontare l'Argentina di Batistuta e di Maradona, ma gli argentini (privati del Pibe de oro, sospeso per doping) perdono contro la Bulgaria. È così la Nigeria a classificarsi prima del suo gruppo e ad affrontare l'Italia.Italia-Nigeria: a Boston la Nigeria, campione d'Africa in carica, passa in vantaggio al 26' con un gol di Amunike, dopo una carambola in area. L'Italia è costretta a vincere e gioca una prima frazione accettabile, nei limiti consentiti dalle proibitive condizioni climatiche (per esigenze televisive le partite si disputano nel primo pomeriggio di una torrida estate americana). Nonostante l'Italia fosse in 10 uomini a causa dell'espulsione di Gianfranco Zola, a due minuti dalla fine, Baggio riceve un pallone sul limite dell'area da Roberto Mussi e lascia partire un tiro rasoterra ed angolato che entra alla destra di Rufai, passando fra una selva di gambe e portando l'Italia al pareggio.Nel primo tempo supplementare Benarrivo lanciato da uno spettacolare passaggio di Baggio, subisce un fallo in area e l'arbitro fischia il calcio di rigore. Spiazza il portiere e segna con l'aiuto del palo. L'Italia vince 2-1.Italia-Spagna: nei quarti di finale l'Italia supera la Spagna ancora per 2-1 con i gol di Dino e Roberto Baggio che segna quasi allo scadere un gol di pregevole fattura: Nicola Berti lancia con precisione Beppe Signori, il quale lancia subito per il numero 10 che, involatosi verso l'area spagnola, aggira danzando sul pallone l'uscita di Zubizarreta e tira in porta da posizione impossibile vanificando il recupero alla disperata di un difensore spagnolo.Italia-Bulgaria: in semifinale, l'Italia batte la Bulgaria di Stoichkov ancora per 2-1, grazie alla sua doppietta.Il primo gol nasce da un fallo laterale battuto da Donadoni, il quale dà la palla direttamente al fantasista che si accentra dal vertice sinistro dell'area di rigore e, dopo aver saltato un avversario, batte il portiere con un tiro a giro che si infila vicino al secondo palo. Il secondo gol, quinto del "Pallone d'Oro" nella rassegna iridata, arriva grazie ad un preciso diagonale su lancio millimetrico di Albertini, che entra a fil di palo alla destra del portiere bulgaro Mihailov. Nel finale di gara rimane vittima di un infortunio muscolare, complici il caldo e la fatica.Italia-Brasile,la Finale:si gioca contro il Brasile allo stadio Rose Bowl di Pasadena, sobborgo di Los Angeles, sotto il solito torrido sole. Arrigo Sacchi decide per l'occasione di rischiare sia il capitano Franco Baresi, rientrante dopo l'operazione al menisco, sia il Codino, che non ha recuperato a pieno dopo lo stiramento nella precedente partita.Nonostante nel primo tempo esibisca una prestazione di alto livello, paga l'infortunio e, pur rendendosi pericoloso dalle parti del portiere verdeoro Claudio Taffarel, non riesce ad essere decisivo come nelle partite precedenti, sforzando stoicamente la gamba malconcia. Il match, difficile e teso, rimane bloccato sullo 0-0 sino alla fine dei tempi supplementari. I rigori danno la vittoria ai sudamericani per 3-2, con l'ultimo rigore sbagliato proprio da Baggio, che manda alto sopra la traversa, dopo gli errori di Franco Baresi e Daniele Massaro.Nel 2000 sarà protagonista di uno spot per Wind che riprenderà la celebre scena dell'errore di Baggio, modificata digitalmente in maniera da fare realizzare il rigore decisivo contro il Brasile.
Mondiali 1998 Partecipa a Francia '98, il suo terzo Mondiale, con il ct Cesare Maldini. L'opinione pubblica si divide sul "dualismo" tra lo stesso Baggio e Del Piero, seppur rientrante da un infortunio rimediato nella finale di Champions League. Baggio parte titolare in attacco al fianco di Christian Vieri contro il Cile nella prima partita e dimostra subito di essere uno dei giocatori più in forma tra gli Azzurri: inventa l'assist per il gol di Vieri, si procura e segna il rigore che riporta l'Italia sul pari dopo la rimonta cilena.Memorabile è l'esultanza, quasi liberatoria, dopo il centro dal dischetto, quattro anni dopo quell'infausto rigore che aveva tolto all'Italia il titolo mondiale.Nella seconda partita, vinta 3-0 contro il Camerun, sforna l'assist su calcio d'angolo per il primo gol di Di Biagio e gli annullano un goal per fuorigioco, ma la sua prestazione appare meno brillante rispetto alla gara d'esordio, complici anche alcuni ruvidi interventi a suo carico da parte dei difensori africani e si consuma la prima "staffetta" con Del Piero. Contro l'Austria segna il 2-0 su assist di Filippo Inzaghi.Durante l'incontro si consuma ancora la "staffetta Baggio-Del Piero", con Baggio che subentra al compagno nella ripresa.Dopo non essere stato impiegato nella partita degli ottavi contro la Norvegia, entra nel corso della partita con la Francia, valida per i quarti di finale, al posto di Del Piero, offre notevoli giocate e nei supplementari, lanciato da Demetrio Albertini sfiora persino il golden gol, calciando in corsa un pallone che sfila di pochissimo dal palo destro della porta di Fabien Barthez. Nell'epilogo ai calci di rigore segna il primo tiro dagli 11 metri, ma l'Italia viene eliminata dopo gli errori di Demetrio Albertini e Luigi Di Biagio.Grazie ai due gol realizzati, raggiunge il record italiano di marcature nei Mondiali detenuto da Paolo Rossi a quota 9 gol (il record verrà poi raggiunto anche da Vieri), e diventa l'unico giocatore italiano ad aver segnato in tre Mondiali diversi.
Ultima partita in Nazionale Il 28 aprile 2004 a Genova gioca, a 37 anni, per l'ultima volta in Nazionale, grazie alla convocazione-tributo da parte del ct Trapattoni in occasione di una partita amichevole contro la Spagna (fino a quel momento soltanto Silvio Piola era stato celebrato in questo modo). La partita, terminata 1 a 1, è ricca di suoi numeri e l'affetto degli sportivi italiani è espresso da ovazioni continue ogni qualvolta tocca palla e da una standing ovation quando viene sostituito negli ultimi minuti da Fabrizio Miccoli.Per via dell'altissimo livello delle sue prestazioni, l'opinione pubblica e la stampa spingono per vederlo in campo all'Europeo 2004 e alle seguenti Olimpiadi,ma quella di Genova resterà la sua ultima apparizione in azzurro. Nonostante il suo rendimento nei tre Mondiali disputati, non è mai stato convocato per un Europeo.Il 5 dicembre 2011 viene inserito nella Hall of Fame del calcio italiano per la categoria Giocatore italiano.
Oggi è dirigente della FIGC,responsabile del settore del Settore Tecnico della Federazione
Occupa la 16ª posizione (primo italiano) nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer, ed è stato inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 più grandi calciatori viventi divulgata il 4 marzo 2004.Pur non avendo mai vinto la classifica dei marcatori, è il sesto realizzatore di sempre del campionato di Serie A con 205 gol, preceduto da Piola, Nordahl, Meazza, Altafini e Totti.Con 318 gol segnati in totale tra club e Nazionale è in assoluto il quarto marcatore di sempre italiano , dietro solo a Silvio Piola (364 gol), Giuseppe Meazza (338) e Alessandro Del Piero (319).In Nazionale conta 56 presenze e 27 gol, che lo collocano al quarto posto tra i realizzatori in maglia azzurra, a pari merito con Alessandro Del Piero. È l'unico calciatore italiano ad aver segnato in tre diverse edizioni dei Campionati del mondo (1990, 1994 e 1998). È stato vicecampione del Mondo nel 1994 e ha raggiunto il terzo posto ai Mondiali nel 1990.Nel 2002 è stato inserito nel FIFA World Cup Dream Team,selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali.A livello individuale, ha conseguito numerosi riconoscimenti, aggiudicandosi tra l'altro il Pallone d'oro 1993 (uno dei 5 italiani ad essere stato premiato con il Pallone d'oro assieme a Omar Sívori, Gianni Rivera, Paolo Rossi e Fabio Cannavaro), anno in cui è stato eletto anche FIFA World Player da una giuria composta dai commissari tecnici e dai capitani delle Nazionali di tutti i continenti.È uno dei 5 calciatori (gli altri sono Giovanni Ferrari, Riccardo Toros, Eraldo Mancin e Alessandro Orlando) ad aver vinto due scudetti consecutivi con due differenti squadre italiane.
Gli inizi
Dopo aver iniziato nella squadra del suo paese, il Caldogno, all'età di 13 anni si trasferì al Vicenza, a quel tempo in Serie C1. Si mise subito in luce nelle formazioni giovanili, segnando negli anni 110 gol in 120 presenze.Tale risultato gli permise di debuttare in prima squadra il 5 giugno 1983 all'ultima giornata del campionato di Serie C1, Vicenza-Piacenza (0-1), entrando nel secondo tempo.Nella stagione 1984-1985, inserito in prima squadra dall'allenatore Bruno Giorgi,mise a segno 12 gol in 29 partite, consentendo alla sua squadra la risalita in Serie B. In una delle ultime partite di campionato, il 5 maggio 1985 contro il Rimini, subì un grave infortunio al ginocchio destro (compromessi legamento crociato anteriore e menisco), il primo di una lunga serie, che lo costrinse ad un periodo di oltre un anno di assenza dai campi di gioco. Durante questa fase di riposo forzato e quindi di incertezza sulla propria carriera di calciatore visse una profonda crisi personale e spirituale, che lo convinse ad abbracciare definitivamente la fede buddhista.
Fiorentina
Questo infortunio arrivò a due giorni dalla firma del contratto con Fiorentina, che lo aveva ingaggiato per 2,7 miliardi di lire.Operato in Francia dal professor Bousquet, esordì in Serie A il 21 settembre 1986 allo Stadio Artemio Franchi contro la Sampdoria. Il 28 settembre seguente subì una lesione al menisco del ginocchio destro. Il suo primo gol nella massima divisione arrivò su punizione il 10 maggio 1987 contro il Napoli (1-1).Nella stagione successiva si presentò a San Siro segnando alla seconda giornata in Milan-Fiorentina 0-2. Negli anni seguenti fu protagonista di primo piano nel panorama calcistico italiano; la Fiorentina navigava nelle zone medio-alte della classifica e raggiunse una finale di Coppa UEFA nel 1990, persa poi contro la Juventus. Alla fine dell'anno ricevette il "Trofeo Bravo", premio assegnato dalla rivista Guerin Sportivo al miglior giovane Under-23 partecipante alle coppe europee, unico ma importante riconoscimento personale vinto con la Fiorentina. Nel 1988 venne convocato per la prima volta in Nazionale, in occasione del match del 16 novembre contro l'Olanda, nella gara amichevole organizzata in ricorrenza del 90º anniversario dell'istituzione della FIGCRimase a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando venne acquistato dalla Juventus per la cifra record, a quei tempi, di 25 miliardi di lire.La tifoseria viola, consapevole di perdere il proprio simbolo, scese in piazza protestando contro la dirigenza ed il presidente Pontello. I disordini causarono anche diversi feriti ed arrivarono fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri in preparazione per i Mondiali e al giocatore stesso, che arrivò a ricevere sputi da alcuni esagitati.L'allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un fatto singolare al riguardo: «Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un gesto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un figlio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch'io».Baggio restò per sempre legato a Firenze ed ai colori viola, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Oltre all'episodio della sciarpa, rimase celebre il rifiuto di calciare un rigore durante Fiorentina-Juventus (1-0) del 6 aprile 1991,andando poi a salutare i suoi ex tifosi raccogliendo una sciarpa viola che gli era stata lanciata dagli spalti, in un'atmosfera surreale di applausi e fischi.
Juventus
Dopo i Mondiali italiani, iniziò la sua esperienza con la Juventus, che durerà cinque anni (78 i gol segnati nel campionato italiano con la maglia bianconera). Con i colori bianconeri vinse uno scudetto, una Coppa Italia ed una Coppa UEFA.Nel primo anno con la Juventus di Gigi Maifredi segnò 27 gol, tra cui uno nel ritorno della semifinale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona finito 1-0 con gol di Baggio che non fu sufficiente a ribaltare l'1-3 dell'andata. A fine campionato la Juve restò fuori dalle posizioni UEFA.L'anno successivo sulla panchina della Juve torna Giovanni Trapattoni. La Juve, fuori dalle Coppe, arrivò seconda in campionato dietro al Milan. Nella stagione 1992-1993 la Juve riuscì a battere per la seconda volta in due anni il Milan, con un 1-3 a San Siro con firma di Baggio. Termina la stagione con 21 gol e con la fascia di capitano al braccio.In Coppa UEFA, in semifinale contro il Paris Saint-Germain, Baggio segna una doppietta nella gara di andata finita 2-1 per i bianconeri e quindici giorni dopo, a Parigi, sarà ancora Baggio a siglare il successo per 0-1 che vale la finale, partita nella quale segna un'altra doppietta, contro il Borussia Dortmund. Al ritorno la Juventus vince per 3-0 e si aggiudica il trofeo.A fine anno vince Pallone d'oro e FIFA World Player.Fra il 1992 e il 1995 subì cinque infortuni importanti: costola fratturata, tendinite, pubalgia, lesione del tendine del ginocchio destro e distorsione al ginocchio sinistro. Nel dicembre 1994 si classificò secondo nella classifica del Pallone d'oro, alle spalle di Hristo Stoichkov, e terzo in quella del FIFA World Player, dietro allo stesso giocatore bulgaro e a Romario.
Dopo l'infortunio la società aveva deciso di non farlo sottoporre ad una operazione e Baggio rientrò in campo dopo quasi cinque mesi, segnando comunque gol decisivi per la conquista dello scudetto e della Coppa Italia. Il periodo di assenza dal terreno di gioco favorì l'esplosione del giovane Alessandro Del Piero, sul quale la dirigenza bianconera e il nuovo allenatore Marcello Lippi scelsero di puntare, e venne ceduto al Milan nell'estate del 1995, nonostante il parere contrario dei tifosi.
Milan
Con il Milan, da cui fu acquistato nell'agosto del 1995,allenato quell'anno da Fabio Capello, vinse subito lo scudetto, il secondo consecutivo per lui,dando spettacolo in campo insieme all'altro neo acquisto,il liberiano George Weah (che quell'anno vinse anche il pallone d'oro,primo africano dellastoria) tuttavia, le discussioni sul suo vero ruolo (punta, mezzapunta, rifinitore) e sulla compatibilità con Dejan Savićević si sprecarono, nonostante mostrasse invece un'ottima intesa con il montenegrino . Parte titolare in quasi tutte le partite ed assume anche il ruolo di primo rigorista della squadra, ma viene puntualmente sostituito dal tecnico di Pieris, che non lo riteneva in grado di giocare per tutti e 90 i minuti.Non venne convocato da Sacchi per gli Europei del 1996, nel quale la Nazionale si fermò al turno preliminare. Nella stagione successiva sulla panchina del Milan arrivò l'allenatore uruguagio Oscar Washington Tabárez, che subito dichiarò di voler puntare su di lui e sull'asso africano George Weah per l'attacco della squadra.Partì infatti titolare nelle prime partite stagionali, esordendo anche in UEFA Champions League nel match casalingo contro il Porto, ma la crisi di risultati della squadra lo relegò in panchina, a favore di Marco Simone.Tabarez venne infine esonerato ed al suo posto la società chiamò l'ex tecnico Arrigo Sacchi, con il quale Baggio non era in buoni rapporti dopo il Mondiale americano; la situazione restò tesa tra i due: oltre a venir sostituito nel ruolo di rigorista da Demetrio Albertini, venne anche relegato nel ruolo di riserva del francese Christophe Dugarry.In rossonero non trovò più spazio e, sebbene lasciasse il segno nelle occasioni in cui viene impiegato (come ad esempio il gol nel derby ritorno della stagione 1996-1997, finito 3-1 per i nerazzurri), non riuscì a far cambiare idea al tecnico. Tuttavia, il 30 aprile 1997 ritrovò la convocazione in Nazionale (non più guidata da Sacchi) segnando uno splendido gol nella partita giocata al San Paolo di Napoli contro la Polonia valida per le qualificazioni ai Mondiali 1998.Nell'estate 1997 si presentò al raduno milanista con l'intenzione di restare, ma il rientrante Fabio Capello non mostrò alcuna fiducia in lui. La nuova gestione tecnica lo convinse così ad abbandonare il Milan. Decise di ripartire con una nuova vita, dopo aver raggiunto un accordo di massima col Parma, vanificato all'ultimo momento dall'intercessione negativa dell'allenatore Carlo Ancelotti,pare per questioni tattiche: il tecnico di Reggiolo, appena affacciatosi alla Serie A, non era disposto a modificare il collaudato 4-4-2 per far posto a Baggio, per cui per il Divin Codino rimaneva soltanto un posto tra gli attaccanti, da contendersi con Enrico Chiesa e Hernan Crespo.
Avendo bisogno di giocare con continuità per guadagnarsi un posto fra i 22 che avrebbero preso parte ai Mondiali francesi, scelse allora Bologna per la sua rinascita,tagliando anche il celebre "codino". A distanza di anni, Ancelotti si dichiarerà pentito di aver rinunciato al talento di Baggio; nella sua biografia del 2009 Preferisco la Coppa, Ancelotti infatti scrive: «Ho sbagliato ad essere così intransigente, con il tempo ho imparato che una soluzione per far coesistere tanti grandi giocatori alla fine si trova. A Parma pensavo ancora che il 4-4-2 fosse lo schema ideale per eccellenza, ma non era così. Se avessi la macchina del tempo, tornerei indietro e Baggio eccome se lo prenderei. Avrei potuto gestire la situazione in maniera diversa».
Bologna
Quella nel Bologna sarà la stagione del record di marcature per Baggio, con ben 22 gol segnati in 30 partite, tanto da meritarsi la fiducia del nuovo ct della Nazionale Cesare Maldini e la convocazione per i Mondiali.Anche in questa stagione si verificarono alcune incomprensioni con l'allenatore di turno, Renzo Ulivieri, tanto che lasciò il ritiro della squadra quando il tecnico gli comunicò che non avrebbe giocato dall'inizio nella partita con la Juventus.Nella sua biografia, pubblicata poco prima dei Mondiali del 2002, accusa Ulivieri di essere stato invidioso della sua fama, in quanto la stampa attribuiva le vittorie del Bologna al suo talento, mettendo in ombra il lavoro dell'allenatore.
Inter
In quella stessa estate si trasferì all'Inter,fresca vincitrice della Coppa UEFA e grande favorita in tutte le competizioni, guidata da Gigi Simoni.Fu una delle annate più controverse della squadra, tormentata da infortuni celebri (su tutti Ronaldo) e caratterizzata da numerosi cambi d'allenatore (dopo Simoni, arrivarono Lucescu, Hodgson e Castellini), che gli impedirono di esprimersi al meglio. Unica soddisfazione della stagione, la doppietta realizzata in Champions League il 25 novembre 1998 contro il Real Madrid campione in carica, nei minuti finali della gara.Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi, che lo utilizzò col contagocce, ma Baggio riuscì a sfruttare al meglio i pochi spezzoni di partita che gli furono concessi mettendo a segno gol importanti in Campionato ed in Coppa Italia. Polemizzò apertamente contro Lippi e smentì pubblicamente le voci infondate sui suoi presunti guai fisici, precisando che veniva spesso tenuto fuori per scelte personali dell'allenatore.Nella partita con il Verona del 23 gennaio 2000, l'Inter perdeva 1-0 e Lippi, non avendo altri attaccanti a disposizione, si vide costretto a farlo entrare: di tutta risposta Baggio segna il gol del 2-1. A fine stagione, scaduti i due anni di contratto, si congedò dall'Inter nel migliore dei modi e chiuse tutte le polemiche lasciando parlare il campo: con una doppietta nello spareggio contro il Parma del 23 maggio 2000, svoltosi allo stadio Bentegodi di Verona, permise ai neroazzurri di accedere ai preliminari di Champions League.La grande prestazione contro il Parma è considerata tra i capolavori della sua carriera, anche per le conseguenze connesse: aveva spiegato che sarebbe rimasto all'Inter soltanto nel caso di un addio di Marcello Lippi ma, dal canto suo, Moratti aveva spiegato che Lippi sarebbe rimasto solo in caso di qualificazione in Champions League quindi, segnando quella doppietta, di fatto segna la propria esclusione dalla squadra neroazzurra. Nonostante i soliti sprazzi di classe, paga la poca continuità concessagli durante la stagione, ed il CT della Nazionale Dino Zoff, nonostante la solita mobilitazione popolare, lo lascia fuori dalla lista dei 22 convocati per gli Europei in Belgio e Olanda.
Brescia
Mancata la convocazione in Nazionale, decide di ritornare in una squadra provinciale, trasferendosi al Brescia sotto la guida di Carlo Mazzone, di cui diviene il capitano. Rifiuta l'offerta della Reggina per non allontanarsi da casae le offerte di grosse squadre come Arsenal e Real Madrid, ma l'intenzione di restare in Italia ha una motivazione ben specifica: partecipare ai Mondiali del 2002.Durante la stagione 2000-2001 smentisce ancora una volta coloro che lo davano per finito e conduce la sua squadra ad una insperata qualificazione alla Coppa Intertoto, nella quale i lombardi riescono a raggiungere la finale, poi persa contro il Paris Saint-Germain, nonostante un suo gol su rigore nella gara di ritorno che consente di pareggiare ma non di passare il turno. Durante la stagione, nel girone di ritorno, il 1º aprile 2001 in Juventus-Brescia segna uno dei gol più belli: Pirlo lo lancia con un preciso passaggio da centrocampo e lui salta Van der Sar con un delizioso stop a seguire per poi insaccare a porta vuota, dopo un fuorigioco non segnalato dal guardialinee con conseguenti polemiche, fissando il punteggio sul definitivo 1-1, risultato che allontanerà la Juventus dal vertice della classifica, guidata fino alla fine dalla Roma.Inserito fra i 50 pretendenti per il Pallone d'oro 2001,giunge venticinquesimo nella classifica finale.La stagione decisiva (2001-2002) inizia nel migliore dei modi ed addirittura si ritrova capocannoniere con 8 gol dopo 9 giornate. Segue però una prima lesione al ginocchio avvenuta a causa di un contrasto duro con Antonio Marasco del Venezia in campionato, si fa male anche con il Parma in Coppa Italia. Stavolta la diagnosi è tremenda: rottura del legamento crociato anteriore e lesione del menisco interno del ginocchio sinistro. Viene operato in Francia e, con una grandissima determinazione, riesce a rientrare in campo a 76 giorni dal giorno dell'infortunio (un record per il tipo d'infortunio subito), a tre giornate dalla fine del campionato. Nella partita del rientro, in casa della Fiorentina, segna un gol dopo appena due minuti dal suo ingresso in campo, raddoppiando poco dopo, e le reti vengono accolte da calorosi applausi anche da parte della tifoseria Viola. Nell'ultima di campionato riesce a salvare ancora una volta il Brescia dalla retrocessione con un gol decisivo contro il Bologna (finita poi 3-0). La stagione si conclude con un bottino di undici gol segnati in dodici partite, ma tutto questo non basta per convincere il commissario tecnico della Nazionale Giovanni Trapattoni a convocarlo, che lo riteneva non completamente ristabilito dall'infortunio e non in forma ottimale.Nelle due stagioni successive continua a giocare nel Brescia e, soprattutto con i suoi gol, fa raggiungere alla squadra la qualificazione per l'Intertoto, ed il 14 marzo 2004, durante il match contro il Parma, mette a segno il suo duecentesimo gol in Serie A(a fine stagione raggiungerà quota 205), soglia raggiunta solo da altri sei giocatori nel campionato italiano: Silvio Piola, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza, José Altafini e Francesco Totti. Quanto fosse determinante il suo apporto, sebbene a fine carriera, per il Brescia è dimostrato indirettamente da una semplice constatazione: gli anni di Baggio coincidono con il periodo di più lunga permanenza del Brescia in Serie A (5 stagioni) ed alla fine della stagione 2004-2005, successiva al suo ritiro, il Brescia retrocederà in Serie B.Disputa l'ultima partita della sua lunga carriera a San Siro il 16 maggio 2004 in Milan-Brescia (4-2), ultima giornata della stagione 2003-2004. Alla sua uscita, cinque minuti prima dalla fine dell'incontro, viene abbracciato da Paolo Maldini e tutto lo stadio si alza in piedi per tributargli un lungo applauso.[57] Al termine della stagione, il Brescia in suo onore ritira la maglia numero 10, da lui indossata per quattro stagioni.
Nazionale Conta una convocazione con la rappresentativa Under-21 nel 1987 che non lo vide però scendere in campo. Convocato dal ct Azeglio Vicini, esordisce con la maglia della Nazionale il 16 novembre 1988, a 21 anni, nella partita amichevole Italia-Olanda (1-0). Segna il suo primo gol in Nazionale il 22 aprile 1989, su calcio di punizione, nella partita amichevole contro l'Uruguay (1-1) disputata a Verona. Nella partita amichevole contro la Bulgaria del 20 settembre 1989, segna il 500º gol realizzato in Italia dalla Nazionale (firmerà poi una doppietta nella medesima partita).
Mondiali 1990
Partecipa alla Coppa del Mondo Italia '90 durante la quale gioca con il numero 15. Nelle prime due partite viene lasciato in panchina da Vicini ma, appena chiamato in causa, non delude ed alla sua prima apparizione nella sfida con la Cecoslovacchia mette a segno un gol memorabile, considerato il più bello del Mondiale e settimo nella classifica del più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA, partendo da metà campo e dribblando mezza squadra avversaria.Così nelle successive partite viene schierato titolare al fianco di Schillaci anche se, nella decisiva semifinale di Napoli contro l'Argentina, l'allenatore punta su un poco convincente Vialli, ed entra in campo al posto di Giannini solo al 73' sfiorando il gol su punizione e segnando il suo tiro dal dischetto nella serie di rigori che premia l'Argentina, dopo gli errori di Donadoni e Serena.Nella finale per il terzo posto, disputata a Bari, contro l'Inghilterra, mette a segno un altro gol dopo aver astutamente rubato la palla al portiere inglese Peter Shilton. La partita finisce 2-1 per gli azzurri che si aggiudicano così il terzo posto nel Mondiale casalingo. Da segnalare, nella medesima partita, la sua altruistica scelta di far tirare il calcio di rigore decisivo a Schillaci, in modo da permettergli di vincere la classifica dei marcatori del torneo con 6 gol.
Mondiali 1994
Durante la stagione 1993-1994, fatica ad entrare in forma a causa di piccoli ma fastidiosi acciacchi, eppure il CT italiano Arrigo Sacchi fa di tutto per recuperarlo fisicamente e psicologicamente, considerandolo "un patrimonio del calcio italiano". Gli incontri di preparazione ai Mondiali non vanno nel migliore dei modi: sconfitta 1-0 a Napoli con la Francia, e vittoria per 1-0 contro la Svizzera.Inoltre, Arrigo Sacchi, dopo la rinuncia di Roberto Mancini all'azzurro, non sembra aver preso una decisione definitiva né su un preciso modulo di gioco né su una formazione-tipo. Solo Baggio ed alcuni giocatori del Milan (Baresi, Maldini, Costacurta, Donadoni) sembrano titolari inamovibili.
Italia-Irlanda: l'Italia affronta la prima partita con lo schema tattico 4-4-2, nonostante durante tutti gli incontri preparatori Sacchi l'avesse schierata con il 4-3-3. Tenta qualche assist in favore di Signori ma nel complesso la sua partita è piuttosto anonima e l'Italia disputa il peggior match del Mondiale. L'Irlanda si impone 1-0, con gol di Houghton che all'11º del primo tempo beffa Pagliuca con un pallonetto. Oltre alla mancanza di gioco, anche la sua poco convincente prestazione preoccupa i tifosi.Italia-Norvegia: nel secondo incontro l'Italia non può più sbagliare, deve battere la Norvegia se vuole sperare di qualificarsi agli ottavi. Questa volta, tutto sembra andare per il meglio: l'Italia incomincia la partita con il piglio giusto e lui sembra ispirato.Tuttavia, in occasione della prima azione norvegese, Pagliuca viene espulso dopo avere toccato il pallone con le mani uscendo oltre l'area di rigore per fermare un avversario lanciato a rete. L'Italia si ritrova in 10 ed un giocatore deve uscire per far posto al secondo portiere Luca Marchegiani: Sacchi, fra lo stupore generale, decide di far uscire proprio lui. Famose le immagini televisive nelle quali si vedono i suoi gesti e la sua espressione e soprattutto il suo labiale «Ma questo è matto!»L'Italia, ad ogni modo, al termine di un incontro molto tirato, riesce a vincere per 1-0, con un gol di testa di Dino Baggio su assist di un ispiratissimo Giuseppe Signori.Italia-Messico: in occasione del terzo incontro, Italia e Messico pareggiano 1-1 (gol di Massaro per l'Italia e Bernal per il Messico), ma lui sembra l'ombra di se stesso. L'Italia si qualifica agli ottavi solo grazie al ripescaggio come una delle migliori terze classificate nei gironi. Agli ottavi ci si aspetta di affrontare l'Argentina di Batistuta e di Maradona, ma gli argentini (privati del Pibe de oro, sospeso per doping) perdono contro la Bulgaria. È così la Nigeria a classificarsi prima del suo gruppo e ad affrontare l'Italia.Italia-Nigeria: a Boston la Nigeria, campione d'Africa in carica, passa in vantaggio al 26' con un gol di Amunike, dopo una carambola in area. L'Italia è costretta a vincere e gioca una prima frazione accettabile, nei limiti consentiti dalle proibitive condizioni climatiche (per esigenze televisive le partite si disputano nel primo pomeriggio di una torrida estate americana). Nonostante l'Italia fosse in 10 uomini a causa dell'espulsione di Gianfranco Zola, a due minuti dalla fine, Baggio riceve un pallone sul limite dell'area da Roberto Mussi e lascia partire un tiro rasoterra ed angolato che entra alla destra di Rufai, passando fra una selva di gambe e portando l'Italia al pareggio.Nel primo tempo supplementare Benarrivo lanciato da uno spettacolare passaggio di Baggio, subisce un fallo in area e l'arbitro fischia il calcio di rigore. Spiazza il portiere e segna con l'aiuto del palo. L'Italia vince 2-1.Italia-Spagna: nei quarti di finale l'Italia supera la Spagna ancora per 2-1 con i gol di Dino e Roberto Baggio che segna quasi allo scadere un gol di pregevole fattura: Nicola Berti lancia con precisione Beppe Signori, il quale lancia subito per il numero 10 che, involatosi verso l'area spagnola, aggira danzando sul pallone l'uscita di Zubizarreta e tira in porta da posizione impossibile vanificando il recupero alla disperata di un difensore spagnolo.Italia-Bulgaria: in semifinale, l'Italia batte la Bulgaria di Stoichkov ancora per 2-1, grazie alla sua doppietta.Il primo gol nasce da un fallo laterale battuto da Donadoni, il quale dà la palla direttamente al fantasista che si accentra dal vertice sinistro dell'area di rigore e, dopo aver saltato un avversario, batte il portiere con un tiro a giro che si infila vicino al secondo palo. Il secondo gol, quinto del "Pallone d'Oro" nella rassegna iridata, arriva grazie ad un preciso diagonale su lancio millimetrico di Albertini, che entra a fil di palo alla destra del portiere bulgaro Mihailov. Nel finale di gara rimane vittima di un infortunio muscolare, complici il caldo e la fatica.Italia-Brasile,la Finale:si gioca contro il Brasile allo stadio Rose Bowl di Pasadena, sobborgo di Los Angeles, sotto il solito torrido sole. Arrigo Sacchi decide per l'occasione di rischiare sia il capitano Franco Baresi, rientrante dopo l'operazione al menisco, sia il Codino, che non ha recuperato a pieno dopo lo stiramento nella precedente partita.Nonostante nel primo tempo esibisca una prestazione di alto livello, paga l'infortunio e, pur rendendosi pericoloso dalle parti del portiere verdeoro Claudio Taffarel, non riesce ad essere decisivo come nelle partite precedenti, sforzando stoicamente la gamba malconcia. Il match, difficile e teso, rimane bloccato sullo 0-0 sino alla fine dei tempi supplementari. I rigori danno la vittoria ai sudamericani per 3-2, con l'ultimo rigore sbagliato proprio da Baggio, che manda alto sopra la traversa, dopo gli errori di Franco Baresi e Daniele Massaro.Nel 2000 sarà protagonista di uno spot per Wind che riprenderà la celebre scena dell'errore di Baggio, modificata digitalmente in maniera da fare realizzare il rigore decisivo contro il Brasile.
Mondiali 1998 Partecipa a Francia '98, il suo terzo Mondiale, con il ct Cesare Maldini. L'opinione pubblica si divide sul "dualismo" tra lo stesso Baggio e Del Piero, seppur rientrante da un infortunio rimediato nella finale di Champions League. Baggio parte titolare in attacco al fianco di Christian Vieri contro il Cile nella prima partita e dimostra subito di essere uno dei giocatori più in forma tra gli Azzurri: inventa l'assist per il gol di Vieri, si procura e segna il rigore che riporta l'Italia sul pari dopo la rimonta cilena.Memorabile è l'esultanza, quasi liberatoria, dopo il centro dal dischetto, quattro anni dopo quell'infausto rigore che aveva tolto all'Italia il titolo mondiale.Nella seconda partita, vinta 3-0 contro il Camerun, sforna l'assist su calcio d'angolo per il primo gol di Di Biagio e gli annullano un goal per fuorigioco, ma la sua prestazione appare meno brillante rispetto alla gara d'esordio, complici anche alcuni ruvidi interventi a suo carico da parte dei difensori africani e si consuma la prima "staffetta" con Del Piero. Contro l'Austria segna il 2-0 su assist di Filippo Inzaghi.Durante l'incontro si consuma ancora la "staffetta Baggio-Del Piero", con Baggio che subentra al compagno nella ripresa.Dopo non essere stato impiegato nella partita degli ottavi contro la Norvegia, entra nel corso della partita con la Francia, valida per i quarti di finale, al posto di Del Piero, offre notevoli giocate e nei supplementari, lanciato da Demetrio Albertini sfiora persino il golden gol, calciando in corsa un pallone che sfila di pochissimo dal palo destro della porta di Fabien Barthez. Nell'epilogo ai calci di rigore segna il primo tiro dagli 11 metri, ma l'Italia viene eliminata dopo gli errori di Demetrio Albertini e Luigi Di Biagio.Grazie ai due gol realizzati, raggiunge il record italiano di marcature nei Mondiali detenuto da Paolo Rossi a quota 9 gol (il record verrà poi raggiunto anche da Vieri), e diventa l'unico giocatore italiano ad aver segnato in tre Mondiali diversi.
Ultima partita in Nazionale Il 28 aprile 2004 a Genova gioca, a 37 anni, per l'ultima volta in Nazionale, grazie alla convocazione-tributo da parte del ct Trapattoni in occasione di una partita amichevole contro la Spagna (fino a quel momento soltanto Silvio Piola era stato celebrato in questo modo). La partita, terminata 1 a 1, è ricca di suoi numeri e l'affetto degli sportivi italiani è espresso da ovazioni continue ogni qualvolta tocca palla e da una standing ovation quando viene sostituito negli ultimi minuti da Fabrizio Miccoli.Per via dell'altissimo livello delle sue prestazioni, l'opinione pubblica e la stampa spingono per vederlo in campo all'Europeo 2004 e alle seguenti Olimpiadi,ma quella di Genova resterà la sua ultima apparizione in azzurro. Nonostante il suo rendimento nei tre Mondiali disputati, non è mai stato convocato per un Europeo.Il 5 dicembre 2011 viene inserito nella Hall of Fame del calcio italiano per la categoria Giocatore italiano.
Oggi è dirigente della FIGC,responsabile del settore del Settore Tecnico della Federazione