Amici a 4 Zampe
a cura di Arianna Baroni
Le Malattie del Cane-La Sindrome di Lyme.
di Arianna Baroni
Una malattia nuova che si propaga a vista d'occhio.
La Sindrome di Lyme detta anche Borreliosi è una malattia trasmessa dalle zecche e che colpisce sia i cani che l’uomo. E’ molto diffusa nel Nord America, in Europa e in Asia, ma manifesta spesso grande difficoltà di diagnosi e quindi in verità non si conosce ancora bene la sua vera diffusione.La Malattia di Lyme è provocata da una spirocheta, la Borrelia burgdorferi, che in natura esiste in quattro tipologie differenti:i burgorferi: isolati negli Stati Uniti, presenti anche in Europa, nell’uomo provocano lesioni cutanee anulari, poliartrite e meningoencefalite; i garinii presenti solo in Europa, provocano nell’uomo la meningopolineurite o sintromde di Bannwarth;i afzelii presenti in Europa, provocano nell’uomo artrite cronica dermatite (eritema cronico migrante);gli japonica presenti in Giappone.Nel cane la sintomatologia da Borreliosi compare dopo 2-5 mesi dall'esposizione al morso della zecca, mentre i sintomi e la gravità variano tantissimo a seconda dello stato del sistema immunitario del paziente.
I SINTOMI
Ecco i principali sintomi di Malattia di Lyme nei cani.Sintomi sistemici: Febbre alta,Zoppia con deviazione delle zampe,Gonfiore articolare,Anoressia,Abbattimento,Artrite,Patologiarenale,Uremia,Edemaperiferico,Versamenti cavitari,vomito e dimagrimento.
LA CURA
Prima di tutto è fondamentale la prevenzione: ci sarà un motivo per cui i veterinari insistono sul fatto di mettere con regolarità gli antiparassitari esterni sul cane.Se però il cane ha preso la Borreliosi, prima si inizia con la terapia antibiotica e prima si hanno risultati migliori. La terapia si basa sulla somministrazione per almeno 30 giorni di antibiotici come la Doxiciclina o il Ceftriaxone. “Almeno” significa minimo 30 giorni, perché aspettatevi in caso di Malattia di Lyme recidive o recrudescenze al termine della terapia. Il dolore legato all’artrite viene poi trattato tramite farmaci infiammatori non steroidei.
La Sindrome di Lyme detta anche Borreliosi è una malattia trasmessa dalle zecche e che colpisce sia i cani che l’uomo. E’ molto diffusa nel Nord America, in Europa e in Asia, ma manifesta spesso grande difficoltà di diagnosi e quindi in verità non si conosce ancora bene la sua vera diffusione.La Malattia di Lyme è provocata da una spirocheta, la Borrelia burgdorferi, che in natura esiste in quattro tipologie differenti:i burgorferi: isolati negli Stati Uniti, presenti anche in Europa, nell’uomo provocano lesioni cutanee anulari, poliartrite e meningoencefalite; i garinii presenti solo in Europa, provocano nell’uomo la meningopolineurite o sintromde di Bannwarth;i afzelii presenti in Europa, provocano nell’uomo artrite cronica dermatite (eritema cronico migrante);gli japonica presenti in Giappone.Nel cane la sintomatologia da Borreliosi compare dopo 2-5 mesi dall'esposizione al morso della zecca, mentre i sintomi e la gravità variano tantissimo a seconda dello stato del sistema immunitario del paziente.
I SINTOMI
Ecco i principali sintomi di Malattia di Lyme nei cani.Sintomi sistemici: Febbre alta,Zoppia con deviazione delle zampe,Gonfiore articolare,Anoressia,Abbattimento,Artrite,Patologiarenale,Uremia,Edemaperiferico,Versamenti cavitari,vomito e dimagrimento.
LA CURA
Prima di tutto è fondamentale la prevenzione: ci sarà un motivo per cui i veterinari insistono sul fatto di mettere con regolarità gli antiparassitari esterni sul cane.Se però il cane ha preso la Borreliosi, prima si inizia con la terapia antibiotica e prima si hanno risultati migliori. La terapia si basa sulla somministrazione per almeno 30 giorni di antibiotici come la Doxiciclina o il Ceftriaxone. “Almeno” significa minimo 30 giorni, perché aspettatevi in caso di Malattia di Lyme recidive o recrudescenze al termine della terapia. Il dolore legato all’artrite viene poi trattato tramite farmaci infiammatori non steroidei.
Le Malattie del Cane - La Gastroenterite
di Arianna Baroni
Una patologia davvero subdola e molto diffusa.
La gastroenterite virale detta anche parvovirosi è una delle più gravi patologie di tipo virali del cane, diffusissima soprattutto nei cuccioli. Si origina e si sviluppa grazie al Parvovirus, un virus dall'altissimolto contagioso trasmesso da un cane all'altro attraverso le feci. Il virus è resistente alle variazioni di temperatura e di clima e può sopravvivere a lungo nell'ambiente e sugli oggetti, quali scarpe, erba, cucce, lettini, guinzagli e anche persone. Il contagio avviene quindi attraverso il contatto orale con feci infette o oggetti contaminati. Il cane spesso viene esposto al virus al parco o in altri ambienti di socializzazione con i suoi simili, ma il patogeno può entrare in casa anche attraverso una serie di oggetti contaminati.
I SINTOMI - Solo il 20% circa dei cani infetti sviluppa la malattia, ma le conseguenze possono essere gravi. Sono colpiti da gastroenterite virale soprattutto i cuccioli di 6-20 settimane. In genere il cane infetto presenta vomito intenso, grave diarrea emorragica caratterizzata da un forte odore acre, depressione, inappetenza. Vomito e diarrea inducono rapidamente un grave stato di disidratazione che, soprattutto nei cuccioli, può essere fatale. In assenza di terapia, il cane è destinato a morire in breve tempo.
LA CURA - Data la gravità e la contagiosità del virus, il cane infetto dovrebbe essere ricoverato e isolato dagli altri animali. Il trattamento è finalizzato al controllo del vomito e della diarrea e alla somministrazione di fluidi per via endovenosa (fleboclisi) per reidratare il cane. Nei casi più gravi si somministrano anche antibiotici contro le infezioni batteriche secondarie. Il cane deve essere tenuto pulito e al caldo.In genere il decorso della malattia è di 5-7 giorni, ma la guarigione non è sempre sicura. Iniziare precocemente il trattamento aumenta le probabilità di successo, tuttavia il trattamento deve essere tentato anche su un animale che presenta i sintomi da più giorni. Fortunatamente, per questa grave malattia esiste la vaccinazione, che deve essere effettuata già nel cucciolo intorno a 6-8 settimane d'età e poi ripetuta (richiami) regolarmente per tutta la vita. Il virus della gastroenterite canina non causa malattia nel gatto e nelle persone.
La gastroenterite virale detta anche parvovirosi è una delle più gravi patologie di tipo virali del cane, diffusissima soprattutto nei cuccioli. Si origina e si sviluppa grazie al Parvovirus, un virus dall'altissimolto contagioso trasmesso da un cane all'altro attraverso le feci. Il virus è resistente alle variazioni di temperatura e di clima e può sopravvivere a lungo nell'ambiente e sugli oggetti, quali scarpe, erba, cucce, lettini, guinzagli e anche persone. Il contagio avviene quindi attraverso il contatto orale con feci infette o oggetti contaminati. Il cane spesso viene esposto al virus al parco o in altri ambienti di socializzazione con i suoi simili, ma il patogeno può entrare in casa anche attraverso una serie di oggetti contaminati.
I SINTOMI - Solo il 20% circa dei cani infetti sviluppa la malattia, ma le conseguenze possono essere gravi. Sono colpiti da gastroenterite virale soprattutto i cuccioli di 6-20 settimane. In genere il cane infetto presenta vomito intenso, grave diarrea emorragica caratterizzata da un forte odore acre, depressione, inappetenza. Vomito e diarrea inducono rapidamente un grave stato di disidratazione che, soprattutto nei cuccioli, può essere fatale. In assenza di terapia, il cane è destinato a morire in breve tempo.
LA CURA - Data la gravità e la contagiosità del virus, il cane infetto dovrebbe essere ricoverato e isolato dagli altri animali. Il trattamento è finalizzato al controllo del vomito e della diarrea e alla somministrazione di fluidi per via endovenosa (fleboclisi) per reidratare il cane. Nei casi più gravi si somministrano anche antibiotici contro le infezioni batteriche secondarie. Il cane deve essere tenuto pulito e al caldo.In genere il decorso della malattia è di 5-7 giorni, ma la guarigione non è sempre sicura. Iniziare precocemente il trattamento aumenta le probabilità di successo, tuttavia il trattamento deve essere tentato anche su un animale che presenta i sintomi da più giorni. Fortunatamente, per questa grave malattia esiste la vaccinazione, che deve essere effettuata già nel cucciolo intorno a 6-8 settimane d'età e poi ripetuta (richiami) regolarmente per tutta la vita. Il virus della gastroenterite canina non causa malattia nel gatto e nelle persone.
Le malattie del cane - Il Cimurro
di Arianna Baroni
Una malattia che lascia davvero poco margine di salvezza.
Il cimurro è una gravissima patologia virale del cane che va a flagellare l’apparato respiratorio, l’apparato gastrico e il sistema nervoso centrale. La malattia ha un livello alto di contagiosità,il virus si trasmette a causa dello scambio di secrezioni dell’animale infetto (saliva, sangue, urine). Il cane può venire contagiato o tramite un contatto diretto con i cani ammalati o per contatto indiretto, ovvero mediante oggetti contaminati dalle secrezioni di altri animali già ammalati. Quali possono essere i sintomi?La sintomatologia è davvero molto variegata e complessa in base anche al sistema organico colpito più duramente.I sintomi iniziali sono di solito molto chiari,ovvero starnuti, tosse, formazione di muco molto denso intorno agli occhi, febbre, stato generale abbattuto,vomito, diarrea e forte inappetenza. Nei cuccioli è molto frequente la tipologia intestinale, con inappetenza, disidratazione, e diarrea con emorragia.
Nelle fasi successive della patologia si riscontrano sintomi come l'ispessimento (ipercheratosi) dei cuscinetti delle zampe e del tartufo. La forma nervosa del cimurro è la forma più complicata da individuare.Può anche manifestarsi molto tardivamente.Sintomi tipici sono la depressione, movimenti corporei poco coordinati, spasmi muscolari localizzati, convulsioni con eccessiva salivazione e nelle forme fulminanti anche paralisi. Questa tipologia di cimurro porta rapidamente alla morte e in rari casi se il cane sopravvive risulta gravemente colpito da tremori spastici localizzati o convulsioni. La progressione della patologia è molto rapida.La diagnosi va sempre effettuata a seconda dei sintomi presenti, anche se molti di questi sintomi sono davvero simili ad altre patologie.Di solito se un animale è caratterizzato da un forte stato febbrile e catarrale con evidenti effetti neurologici,è giustificato dare una diagnosi clinica di cimurro. Esistono di recente degli specifici esami di laboratorio che permettono di individuare eventuali anticorpi e quindi avere la certezza della malattia in atto.
CURA - Il cimurro non possiede una terapia specifica. La sola cosa che va fatta subito è combattere le infezioni batteriche secondarie cercando di dare sostegno all'organismo dell'animale nelle varie fasi della patologia. In pratica sono basilari la somministrazione di antibiotici per le infezioni, efficaci fluidoterapie, specie se il fegato è già compromesso, vitamine, antiemetici, antidiarroici, anticonvulsivanti. Bisogna però sottolineare che il cimurro è una malattia fortemente mortale, quindi non serve molto illudersi di salvare l'animale.Se si riesce in ciò spesso il sistema nervoso risulta danneggiato e spasmi e convulsioni saranno permanenti nella vita dell'animale,moltiplicandone dolori e sofferenze.
Il cimurro è una gravissima patologia virale del cane che va a flagellare l’apparato respiratorio, l’apparato gastrico e il sistema nervoso centrale. La malattia ha un livello alto di contagiosità,il virus si trasmette a causa dello scambio di secrezioni dell’animale infetto (saliva, sangue, urine). Il cane può venire contagiato o tramite un contatto diretto con i cani ammalati o per contatto indiretto, ovvero mediante oggetti contaminati dalle secrezioni di altri animali già ammalati. Quali possono essere i sintomi?La sintomatologia è davvero molto variegata e complessa in base anche al sistema organico colpito più duramente.I sintomi iniziali sono di solito molto chiari,ovvero starnuti, tosse, formazione di muco molto denso intorno agli occhi, febbre, stato generale abbattuto,vomito, diarrea e forte inappetenza. Nei cuccioli è molto frequente la tipologia intestinale, con inappetenza, disidratazione, e diarrea con emorragia.
Nelle fasi successive della patologia si riscontrano sintomi come l'ispessimento (ipercheratosi) dei cuscinetti delle zampe e del tartufo. La forma nervosa del cimurro è la forma più complicata da individuare.Può anche manifestarsi molto tardivamente.Sintomi tipici sono la depressione, movimenti corporei poco coordinati, spasmi muscolari localizzati, convulsioni con eccessiva salivazione e nelle forme fulminanti anche paralisi. Questa tipologia di cimurro porta rapidamente alla morte e in rari casi se il cane sopravvive risulta gravemente colpito da tremori spastici localizzati o convulsioni. La progressione della patologia è molto rapida.La diagnosi va sempre effettuata a seconda dei sintomi presenti, anche se molti di questi sintomi sono davvero simili ad altre patologie.Di solito se un animale è caratterizzato da un forte stato febbrile e catarrale con evidenti effetti neurologici,è giustificato dare una diagnosi clinica di cimurro. Esistono di recente degli specifici esami di laboratorio che permettono di individuare eventuali anticorpi e quindi avere la certezza della malattia in atto.
CURA - Il cimurro non possiede una terapia specifica. La sola cosa che va fatta subito è combattere le infezioni batteriche secondarie cercando di dare sostegno all'organismo dell'animale nelle varie fasi della patologia. In pratica sono basilari la somministrazione di antibiotici per le infezioni, efficaci fluidoterapie, specie se il fegato è già compromesso, vitamine, antiemetici, antidiarroici, anticonvulsivanti. Bisogna però sottolineare che il cimurro è una malattia fortemente mortale, quindi non serve molto illudersi di salvare l'animale.Se si riesce in ciò spesso il sistema nervoso risulta danneggiato e spasmi e convulsioni saranno permanenti nella vita dell'animale,moltiplicandone dolori e sofferenze.
Le malattie del cane - La Rabbia
di Arianna Baroni
Una malattia grave e pericolosissima.
Oggi parliamo della rabbia una malattia di cui spesso sentiamo parlare ma di cui si sà ben poco e si ignora la gravità connessa.Si tratta di una grave patolia virale che colpisce cani o anche gatti e li porta irrimediabilmente al decesso.Il contagio si manifesta a cusa di una ferita; di solito è per colpa di un morso da parte di un animale già infetto. Pipistrelli, topi, volpi,castori o cinghiali ad esmpio sono gli animali selvatici più pericolosi sotto questo punto di vista, ma il forte rischio si presenta anche nel caso in cui il cane finisce a contatto con suoi simili randagi e non vaccinati.La rabbia patologicamente riguarda il sistema nervoso e le ghiandole salivari e si può strutturare in tre fasi: prodromica, furiosa e paralitica.I Segni clinici non sono chiarissimi ma possono essere: cambiamenti nel comportamento dell’animale (ansia, solitudine, nervosismo, timidezza, aggressività),atteggiamento anomalo e immotivato,febbre,problemi muscolari (come mancanza di coordinazione, paralisi, convulsioni),cambiamento del suono della voce,salivazione eccessiva e schiumosa,propensione frequente a mordere senza motivo.Possono manifestarsi alterazioni comportamentali,un eccessiva eccitabilità o irritabilità.
La rabbia come malattia è localizzata in molti paesi sotto-sviluppati, dove purtroppo spesso gli animali non vengono vaccinati sistematicamente ma negli utlimi anni sono scoppiati veri focolai di infezione in zone della Scandinavia, Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Hawaii.Una cosa importantissima da dire è che anche l’uomo non è immune da questo tipo di malattia; è sufficiente intatti un morso da parte di un animale infetto per essere colpiti dalla malattia.Se si tratta di unadonna in stato gravidanza, l’infezione è fatale.Per tutelare la salute dei nostri cani è fondamentale somministrare ad essi il vaccino antirabico che viene iniettato ad almeno 12 settimane di età. Il vaccino deve essere ripetuto dopo un anno e poi ogni tre anni per compiere il richiamo e garantire quindi una efficacia maggiore.Se abbiamo un cane malato di rabbia questo va immediatamente messo in quarantena e vanno sterilizzati tutti gli oggetti contaminati.
CURA - Per questo tipo di patoligia non esiste alcuna terapia specifica.Per tale motivazione chi è stato infettato dal virus per prassi medica riceve una serie di vaccinazioni per evitare che l’infezione attecchisca nell'organismo.La prima iniezione è ad azione rapida a base di immunoglobuline,appunto per prevenire l’infezione.Una seconda vaccinazione è di richiamo, per coadiuvare l’organismo a identificare e isolare in maniera efficace il virus della rabbia.
Oggi parliamo della rabbia una malattia di cui spesso sentiamo parlare ma di cui si sà ben poco e si ignora la gravità connessa.Si tratta di una grave patolia virale che colpisce cani o anche gatti e li porta irrimediabilmente al decesso.Il contagio si manifesta a cusa di una ferita; di solito è per colpa di un morso da parte di un animale già infetto. Pipistrelli, topi, volpi,castori o cinghiali ad esmpio sono gli animali selvatici più pericolosi sotto questo punto di vista, ma il forte rischio si presenta anche nel caso in cui il cane finisce a contatto con suoi simili randagi e non vaccinati.La rabbia patologicamente riguarda il sistema nervoso e le ghiandole salivari e si può strutturare in tre fasi: prodromica, furiosa e paralitica.I Segni clinici non sono chiarissimi ma possono essere: cambiamenti nel comportamento dell’animale (ansia, solitudine, nervosismo, timidezza, aggressività),atteggiamento anomalo e immotivato,febbre,problemi muscolari (come mancanza di coordinazione, paralisi, convulsioni),cambiamento del suono della voce,salivazione eccessiva e schiumosa,propensione frequente a mordere senza motivo.Possono manifestarsi alterazioni comportamentali,un eccessiva eccitabilità o irritabilità.
La rabbia come malattia è localizzata in molti paesi sotto-sviluppati, dove purtroppo spesso gli animali non vengono vaccinati sistematicamente ma negli utlimi anni sono scoppiati veri focolai di infezione in zone della Scandinavia, Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Hawaii.Una cosa importantissima da dire è che anche l’uomo non è immune da questo tipo di malattia; è sufficiente intatti un morso da parte di un animale infetto per essere colpiti dalla malattia.Se si tratta di unadonna in stato gravidanza, l’infezione è fatale.Per tutelare la salute dei nostri cani è fondamentale somministrare ad essi il vaccino antirabico che viene iniettato ad almeno 12 settimane di età. Il vaccino deve essere ripetuto dopo un anno e poi ogni tre anni per compiere il richiamo e garantire quindi una efficacia maggiore.Se abbiamo un cane malato di rabbia questo va immediatamente messo in quarantena e vanno sterilizzati tutti gli oggetti contaminati.
CURA - Per questo tipo di patoligia non esiste alcuna terapia specifica.Per tale motivazione chi è stato infettato dal virus per prassi medica riceve una serie di vaccinazioni per evitare che l’infezione attecchisca nell'organismo.La prima iniezione è ad azione rapida a base di immunoglobuline,appunto per prevenire l’infezione.Una seconda vaccinazione è di richiamo, per coadiuvare l’organismo a identificare e isolare in maniera efficace il virus della rabbia.
Le malattie del cane - La Dermatite
Uno dei fastidi cutanei maggiormente diffusi.
La dermatite atopica, o atopia, nel cane e' la piu’ frequente forma di allergia cutanea insieme alla dermatite allergica da puntura delle pulci.Si manifesta nei suoi sintomi quando il cane ipersensibile entra in contatto con alcuni allergeni comuni presenti nell'ambiente, con la conseguenza diretta dell'infiammazione e del prurito della pelle. Il decorso della patologia è molto sintomatico con picchi in alcuni periodi stagionali.La gestione di tale dermatite non è complicata ma richiede costanza nell'applicazione.Tornando alla natura di tale dermatite,l'atopia o dermatite atopica e' una malattia allergica della pelle dei cani e raramente anche dei gatti.Nella fase allergica i recettori del sistema immunitario del soggetto vengono sollecitati da sostanze estranee chiamate allergeni cui il cane viene a contatto e di solito la maniera di ingresso dell'allergene è quella respiratoria.Una volta accaduto ciò il cane manifesta prurito intenso, che può essere localizzato o diffuso in piu' aree del corpo.Alcuni casi hanno manifestato anche situazioni di rinite e/o congiuntivite.
Tutte le razze canine possone essere interessate da questo tipo di dermatite anche le razze di incroci e molto spesso è documentato trattarsi di patologia ereditaria.Gli allergeni comuni che sono alla base di tale forma di allergia sono i pollini degli alberi, i pollini delle erbe infestanti o delle colture, le muffe, le piume, la polvere delle abitazioni e i resti dell'acaro della polvere della casa .Qual è la sintomatologia più comune di suddetta dermatite? L'atopia si manifesta tra il primo ed il terzo anno di eta'; come detto spesso ha un decorso stagionale (come la primavera) per poi, di regola, presentarsi anche tutto l' anno. L'infiammazione dell'epidermide causa intenso prurito, solitamente generalizzato.Il cane si gratta, si lecca, e può anche arrivare a mordersi laddove il prurito e' piu' intenso, con conseguente diradazione di pelo e cute ed infezioni secondarie.Le lesioni si possono localizzare soprattutto nelle ascelle e ai lati dell'addome.Il frequente leccamento della pelle del soggetto può macchiare il pelo e la cute infiammata produce abbondante sebo dando al pelo un aspetto oleoso e un forte odore.In questa fase i batteri saprofiti colonizzano il mantello seborroico facendo aumentare l'odore sgradevole dell'animale.
CURA - Alla base della terapia c'è il cortisone che e’ un potente antinfiammatorio che permette di diminuire rapidamente l’ irritazione cutanea ed il prurito.Esso va accompagnato da antistaminici anch'essi antinfiammatori ma molto meno potenti dei cortisonici, che però non hanno effetti secondari connessi e che sono indicati in casi di pazienti cronici.Una corretta cura deve prevedere l'utilizzo di shampi ipoallergenici e medicali necessari per debellare le infezioni da funghi o batteri. Anche i prodotti a base di farina d'avena o aloe vera possono essere utili e diminuire il prurito.Infine il cane andrebbe aiutato con una dieta adeguata e di regola si consiglia di alimentare il soggetto con alimenti in precedenza mai adoperati in particolare prodotti a base di pesce ed amido di patate.
La dermatite atopica, o atopia, nel cane e' la piu’ frequente forma di allergia cutanea insieme alla dermatite allergica da puntura delle pulci.Si manifesta nei suoi sintomi quando il cane ipersensibile entra in contatto con alcuni allergeni comuni presenti nell'ambiente, con la conseguenza diretta dell'infiammazione e del prurito della pelle. Il decorso della patologia è molto sintomatico con picchi in alcuni periodi stagionali.La gestione di tale dermatite non è complicata ma richiede costanza nell'applicazione.Tornando alla natura di tale dermatite,l'atopia o dermatite atopica e' una malattia allergica della pelle dei cani e raramente anche dei gatti.Nella fase allergica i recettori del sistema immunitario del soggetto vengono sollecitati da sostanze estranee chiamate allergeni cui il cane viene a contatto e di solito la maniera di ingresso dell'allergene è quella respiratoria.Una volta accaduto ciò il cane manifesta prurito intenso, che può essere localizzato o diffuso in piu' aree del corpo.Alcuni casi hanno manifestato anche situazioni di rinite e/o congiuntivite.
Tutte le razze canine possone essere interessate da questo tipo di dermatite anche le razze di incroci e molto spesso è documentato trattarsi di patologia ereditaria.Gli allergeni comuni che sono alla base di tale forma di allergia sono i pollini degli alberi, i pollini delle erbe infestanti o delle colture, le muffe, le piume, la polvere delle abitazioni e i resti dell'acaro della polvere della casa .Qual è la sintomatologia più comune di suddetta dermatite? L'atopia si manifesta tra il primo ed il terzo anno di eta'; come detto spesso ha un decorso stagionale (come la primavera) per poi, di regola, presentarsi anche tutto l' anno. L'infiammazione dell'epidermide causa intenso prurito, solitamente generalizzato.Il cane si gratta, si lecca, e può anche arrivare a mordersi laddove il prurito e' piu' intenso, con conseguente diradazione di pelo e cute ed infezioni secondarie.Le lesioni si possono localizzare soprattutto nelle ascelle e ai lati dell'addome.Il frequente leccamento della pelle del soggetto può macchiare il pelo e la cute infiammata produce abbondante sebo dando al pelo un aspetto oleoso e un forte odore.In questa fase i batteri saprofiti colonizzano il mantello seborroico facendo aumentare l'odore sgradevole dell'animale.
CURA - Alla base della terapia c'è il cortisone che e’ un potente antinfiammatorio che permette di diminuire rapidamente l’ irritazione cutanea ed il prurito.Esso va accompagnato da antistaminici anch'essi antinfiammatori ma molto meno potenti dei cortisonici, che però non hanno effetti secondari connessi e che sono indicati in casi di pazienti cronici.Una corretta cura deve prevedere l'utilizzo di shampi ipoallergenici e medicali necessari per debellare le infezioni da funghi o batteri. Anche i prodotti a base di farina d'avena o aloe vera possono essere utili e diminuire il prurito.Infine il cane andrebbe aiutato con una dieta adeguata e di regola si consiglia di alimentare il soggetto con alimenti in precedenza mai adoperati in particolare prodotti a base di pesce ed amido di patate.
Le malattie del cane - La Leptospirosi
di Arianna Baroni
Una patologia batterica molto grave ma che va combattuta.
La leptospirosi, definita da molti epatite da leptospirosi, è una malattia batterica che i nostri animali possono assorbire per via oronasale da animali con cui vengono in contatto quali il topo, il cinghiale, la puzzola, i bovini e i suini.Da un punto di vista dinamico l’infezione si verifica allorchè il nostro cane ingerisce acqua o sostanze inquinate da urine di altri animali infetti,oppure mediante graffi sull'epidermide o nelle mucose. In situazioni molto estreme l'infezione è accaduta anche in modo diretto per via venerea o placentare o a causa di alimentazione con carne di animale già infetto.La leptospirosi è una particolare patologia silenziosa che nell'immediato del contagio non manifesta sintomi o segnali anomali,solo in uno stadio avanzato si avranno febbri acute dopo un periodo di incubazione che va da 7 a 14 giorni.
Gli animali più esposti a questa patologia sono gli animali più giovani, con età spesso inferiore a 12 mesi. Il periodo temporale dove si manifesta una presenza notevole del batterio della leptospirosi è quello che parte dalla fine di agosto a metà autunno.In che maniera possiamo evitare in modo preventivo l'insorgenza di suddetta malattia? E’ innanzitutto basilare la vaccinazione annuale dei nostri animali , soprattutto se si tratta di cani da caccia o da mostra che quindi di frequente possono venire a contatto con ambienti e animali rischiosi.Un altra modalità di prevenzione è ovviamente un controllo profondo del contesto dove l'animale vive ad esempio eliminando pozze di acque stagnati e tenendo a debita distanza i roditori.
CURA - E' davvero fondamentale nel caso di questa patologia una diagnosi precoce e l'inizio di cure tempestive,sia per velocizzare i tempi di guarigione dell'animale sia per evitare complicazioni mediche che spesso si manifestano.Nella cura il protoccolo prevede somministrazione di antibiotici utile per combattere il microorganismo patogeno presente nell'organismo e anche per abbreviare lo stesso decorso della leptospirosi.A volte, la proliferazione batterica è molto grave e può quindi essere necessario anche un ricovero in clinica veterinaria.In questi casi gravi alla cura base va accompagnata anche una forma di dialisi.I medicinali utili al caso sono la Doxiciclina (Doxicicl, Periostat) un antibiotico, appartenente alla classe delle tetracicline, che è uno tra i più utilizzati in terapia; la Penicillina G o benzilpenicillina che deve essere somministrata ogni sei ore;infine il Ceftriaxone (Pantoxon o Ragex)che è un farmaco di terza generazione che spesso è usato in via alternativa alla penicillina nei soggetti colpiti da grave leptospirosi.Ovviamente è basilare mantenere un buon equilibrio elettrolitico e nei casi rischiesti compiere anche una cura cardiologica se necessaria.
La leptospirosi, definita da molti epatite da leptospirosi, è una malattia batterica che i nostri animali possono assorbire per via oronasale da animali con cui vengono in contatto quali il topo, il cinghiale, la puzzola, i bovini e i suini.Da un punto di vista dinamico l’infezione si verifica allorchè il nostro cane ingerisce acqua o sostanze inquinate da urine di altri animali infetti,oppure mediante graffi sull'epidermide o nelle mucose. In situazioni molto estreme l'infezione è accaduta anche in modo diretto per via venerea o placentare o a causa di alimentazione con carne di animale già infetto.La leptospirosi è una particolare patologia silenziosa che nell'immediato del contagio non manifesta sintomi o segnali anomali,solo in uno stadio avanzato si avranno febbri acute dopo un periodo di incubazione che va da 7 a 14 giorni.
Gli animali più esposti a questa patologia sono gli animali più giovani, con età spesso inferiore a 12 mesi. Il periodo temporale dove si manifesta una presenza notevole del batterio della leptospirosi è quello che parte dalla fine di agosto a metà autunno.In che maniera possiamo evitare in modo preventivo l'insorgenza di suddetta malattia? E’ innanzitutto basilare la vaccinazione annuale dei nostri animali , soprattutto se si tratta di cani da caccia o da mostra che quindi di frequente possono venire a contatto con ambienti e animali rischiosi.Un altra modalità di prevenzione è ovviamente un controllo profondo del contesto dove l'animale vive ad esempio eliminando pozze di acque stagnati e tenendo a debita distanza i roditori.
CURA - E' davvero fondamentale nel caso di questa patologia una diagnosi precoce e l'inizio di cure tempestive,sia per velocizzare i tempi di guarigione dell'animale sia per evitare complicazioni mediche che spesso si manifestano.Nella cura il protoccolo prevede somministrazione di antibiotici utile per combattere il microorganismo patogeno presente nell'organismo e anche per abbreviare lo stesso decorso della leptospirosi.A volte, la proliferazione batterica è molto grave e può quindi essere necessario anche un ricovero in clinica veterinaria.In questi casi gravi alla cura base va accompagnata anche una forma di dialisi.I medicinali utili al caso sono la Doxiciclina (Doxicicl, Periostat) un antibiotico, appartenente alla classe delle tetracicline, che è uno tra i più utilizzati in terapia; la Penicillina G o benzilpenicillina che deve essere somministrata ogni sei ore;infine il Ceftriaxone (Pantoxon o Ragex)che è un farmaco di terza generazione che spesso è usato in via alternativa alla penicillina nei soggetti colpiti da grave leptospirosi.Ovviamente è basilare mantenere un buon equilibrio elettrolitico e nei casi rischiesti compiere anche una cura cardiologica se necessaria.
Le malattie del cane - La Leishmaniosi
di Arianna Baroni
Informazioni sulle patologie dei nostri amici a 4 zampe
Da oggi la nostra rubrica apre uno spazio informativo unico nel suo genere, dedicato a tutti i proprietari di cani che hanno a cuore la salute dei loro amici a quattro zampe. Lo scopo degli articoli che qui seguiranno sarà quello di di far conoscere ai proprietari le principali malattie dei cani, i disturbi frequenti di cui possono soffrire, i consigli e le indicazioni utili per la prevenzione delle patologie più comuni, sempre con un linguaggio chiaro ma allo stesso tempo approfondito.La speranza è di soddisfare l'interesse dei lettori ed essere utili in caso di problemi.Non lesinate richieste e domande.Siamo qui apposta.
LA LEISHMANIOSI
La leishmaniosi è una patologia particolare causata dal parassita Leishmania Infantum che viene trasmessa attraverso la puntura di piccoli insetti, i flebotomi, che in Italia risultano presenti nei periodi fra maggio ad ottobre. Almeno dieci anni fa questa patologia era diffusa solo al centro e sud Italia soprattutto nelle zone marine ma negli ultimi anni si sono avuti veri focolai anche in molte zone del nord Italia. Di certo c'è da dire che i cambiamenti climatici,gli spostamenti frequenti di persone, cani e cose ha contribuito all’ampiamento dell’area di diffusione.La Leishmania si installa nel nucleo delle cellule del sistema immunitario del cane rendendolo infetto e vero veicolo della malattia stessa.Purtoppo è una patologia cronica che causa col tempo danni progressivi al cane risulta quindi necessario individuare i soggetti malati e iniziare in modo veloce il loro trattamento medico. La leishmaniosi è una zoonosi, cioè è una patologia che può arrivare ad infettare anche l'uomo,perciò la diffusione viene monitorata con grande attenzione anche dal Servizio Sanitario Nazionale.Il Ministero della Sanità di recente per gli animali che vivono nelle aree endemiche dellampenisola e per quelli che in estate si trasferiscono momentaneamente in zone a rischio ha imposto un ogni anno un test di controllo presso il medico veterinario in maniera tale da individuare subito l’animale che risulti infettato. Il test è facilissimo,basta un unico prelievo di sangue: con il test SNAP® i risultati sono quassi immediati,basta attendere dieci minuti.La leishmaniosi ha un periodo di incubazione molto lungo (può arrivare fino a 7 anni) e causa in maniera inesorabile danni progressivi di vario genere e nei casi più gravi anche la morte.
Essendo la leishmaniosi una malattia non guaribile,può però essere tenuta sotto controllo e curare i sintomi anche gravi che essa produce.Purtroppo mai riusciremo ad uccidere tutte le leishmanie presenti nelle cellule del nostro amico poichè se minacciate esse tendono a celarsi nei linfonodi e qui autonomamente vengono rigenerate dal sistema immunitario.
LA CURA
Esistono due principali farmaci per la terapia della leishmaniosi:il Glucantime, farmaco iniettabile dove ogni veterinario segue il proprio protocollo terapeutico anche se è un farmaco molto pesante per il rene; oppure Il Milteforan,una sospensione orale, farmaco di prima scelta soprattutto in caso di insufficienza renale o di cani molto anziani o deperiti. A questi due farmaci si è soliti associare l’Allopurinolo, per un periodo di almeno sei mesi. La terapia è molto lunga e va comunque sempre calibrata in base allo stato di salute del cane.Appena i farmaci fanno effetto, le leishmanie muoiono e se ce n’erano parecchie, l’organismo ne risente ma dopo alcuni giorni la condizione generale tenderà a migliorare.
Da oggi la nostra rubrica apre uno spazio informativo unico nel suo genere, dedicato a tutti i proprietari di cani che hanno a cuore la salute dei loro amici a quattro zampe. Lo scopo degli articoli che qui seguiranno sarà quello di di far conoscere ai proprietari le principali malattie dei cani, i disturbi frequenti di cui possono soffrire, i consigli e le indicazioni utili per la prevenzione delle patologie più comuni, sempre con un linguaggio chiaro ma allo stesso tempo approfondito.La speranza è di soddisfare l'interesse dei lettori ed essere utili in caso di problemi.Non lesinate richieste e domande.Siamo qui apposta.
LA LEISHMANIOSI
La leishmaniosi è una patologia particolare causata dal parassita Leishmania Infantum che viene trasmessa attraverso la puntura di piccoli insetti, i flebotomi, che in Italia risultano presenti nei periodi fra maggio ad ottobre. Almeno dieci anni fa questa patologia era diffusa solo al centro e sud Italia soprattutto nelle zone marine ma negli ultimi anni si sono avuti veri focolai anche in molte zone del nord Italia. Di certo c'è da dire che i cambiamenti climatici,gli spostamenti frequenti di persone, cani e cose ha contribuito all’ampiamento dell’area di diffusione.La Leishmania si installa nel nucleo delle cellule del sistema immunitario del cane rendendolo infetto e vero veicolo della malattia stessa.Purtoppo è una patologia cronica che causa col tempo danni progressivi al cane risulta quindi necessario individuare i soggetti malati e iniziare in modo veloce il loro trattamento medico. La leishmaniosi è una zoonosi, cioè è una patologia che può arrivare ad infettare anche l'uomo,perciò la diffusione viene monitorata con grande attenzione anche dal Servizio Sanitario Nazionale.Il Ministero della Sanità di recente per gli animali che vivono nelle aree endemiche dellampenisola e per quelli che in estate si trasferiscono momentaneamente in zone a rischio ha imposto un ogni anno un test di controllo presso il medico veterinario in maniera tale da individuare subito l’animale che risulti infettato. Il test è facilissimo,basta un unico prelievo di sangue: con il test SNAP® i risultati sono quassi immediati,basta attendere dieci minuti.La leishmaniosi ha un periodo di incubazione molto lungo (può arrivare fino a 7 anni) e causa in maniera inesorabile danni progressivi di vario genere e nei casi più gravi anche la morte.
Essendo la leishmaniosi una malattia non guaribile,può però essere tenuta sotto controllo e curare i sintomi anche gravi che essa produce.Purtroppo mai riusciremo ad uccidere tutte le leishmanie presenti nelle cellule del nostro amico poichè se minacciate esse tendono a celarsi nei linfonodi e qui autonomamente vengono rigenerate dal sistema immunitario.
LA CURA
Esistono due principali farmaci per la terapia della leishmaniosi:il Glucantime, farmaco iniettabile dove ogni veterinario segue il proprio protocollo terapeutico anche se è un farmaco molto pesante per il rene; oppure Il Milteforan,una sospensione orale, farmaco di prima scelta soprattutto in caso di insufficienza renale o di cani molto anziani o deperiti. A questi due farmaci si è soliti associare l’Allopurinolo, per un periodo di almeno sei mesi. La terapia è molto lunga e va comunque sempre calibrata in base allo stato di salute del cane.Appena i farmaci fanno effetto, le leishmanie muoiono e se ce n’erano parecchie, l’organismo ne risente ma dopo alcuni giorni la condizione generale tenderà a migliorare.
Chow - Chow
Un cane-leone antichissimo e allegro.
Origine - Davvero complicato risalire a quando ebbe origine questa particolarissima razza canina.Di sicuro è una razza che ha avuto un'origine iniziale in Cina, nella cui Regione è giunta nell’era di trasmigrazione dagli altopiani del Tibet di antichi cani che sono considerati all’origine di tante razze odierne. Il Chow-Chow, a differenza del pastore del Tibet,“il grande cane dei Mongoli" che continua a vivere lì,non vive più in Cina dove è quasi sconosciuto. Fu scoperto dagli europei verso la fine dell’Ottocento. Le sue antiche origini sono documentate da molti ritrovamenti archeologici, come ad esempio una ceramica del 150 a.C. che raffigura un cane del tutto simile all’attuale razza. Per molti anni questa razza venne considerata più una rarità esotica che una razza di cani da allevare. Intorno al 1875 alcuni Chow-Chow erano già giunti in Inghilterra, ed un esemplare venne introdotto nel Castello di Windsor. La razza cominciò ad essere allevata nel 1887 e ottenne il riconoscimento nel 1894. secondo alcuni esperti il suo nome Chow-Chow, in lingua cantonese significa “nutrimento”.
Aspetto generale - Cane di media taglia, mesomorfo brachicefalo. Classificato morfologicamente come tipo Lupoide. E' un Cane reattivo, compatto, brevilineo, ben proporzionato, dall’aspetto leonino e dal portamento fiero e dignitoso: la sua struttura è solida. L'andatura è caratteristica e la lingua è molto particolare perché di colore blu o blu-viola. I colori sono uniformi: rosso, nero, blu, fulvo diluito (cannella), crema o bianco, più o meno sfumato ma non pezzato. Il pelo può essere lungo oppure corto, ma il primo è quello maggiormente noto. Altezza al garrese: 46/51 cm per le femmine, 48/56 cm per i maschi.La sua coda viene portata sopra il dorso. È un cane di grande potenza e forza, muscolosissimo e con ossatura molto robusta. Ha una testa larga, di tipo spitz. Il suo muso non deve essere a punta. Possiede una folta criniera che gli conferisce quel particolare aspetto leonino, caratteristica tipica di questa razza. La sua costruzione ha angolature poco marcate nel posteriore, che gli conferisce la tipica andatura “da elefante”, come se camminasse sui trampoli. La sua lingua come detto ha uno stranissimo colore nero-bluastro. Il suo pelo è semilungo sul tronco, più lungo intorno al collo fino alle spalle e agli arti.Colori ammessi: monocolore nero, rosso, blu, cannella, crema o bianco, spesso sfumato, ma mai a macchie o a più colori. Sotto la coda e dietro le cosce, il colore ha spesso una sfumatura più chiara.Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, orecchie grandi, andatura sciolta e non tipica, criniera insufficiente, misure fuori standard, monorchidismo, criptorchidismo, mancanza di premolari, coda di lunghezza eccessiva, coda non portata sul dorso, tartufo depigmentato, colori non ammessi dallo standard, muscolatura insufficiente.
Carattere - E' un cane tranquillo. Ottimo nella guardia. Il suo temperamento può essere riassunto nei seguenti aggettivi: leale, indipendente e distaccato. È anche un eccellente compagno per la famiglia. Si adatta senza problemi alla vita in casa o in appartamento. Ha bisogno di movimento quotidiano. Esige una perenne cura e pulizia del pelo, è quindi necessario fare attenzione al suo corpo.
Origine - Davvero complicato risalire a quando ebbe origine questa particolarissima razza canina.Di sicuro è una razza che ha avuto un'origine iniziale in Cina, nella cui Regione è giunta nell’era di trasmigrazione dagli altopiani del Tibet di antichi cani che sono considerati all’origine di tante razze odierne. Il Chow-Chow, a differenza del pastore del Tibet,“il grande cane dei Mongoli" che continua a vivere lì,non vive più in Cina dove è quasi sconosciuto. Fu scoperto dagli europei verso la fine dell’Ottocento. Le sue antiche origini sono documentate da molti ritrovamenti archeologici, come ad esempio una ceramica del 150 a.C. che raffigura un cane del tutto simile all’attuale razza. Per molti anni questa razza venne considerata più una rarità esotica che una razza di cani da allevare. Intorno al 1875 alcuni Chow-Chow erano già giunti in Inghilterra, ed un esemplare venne introdotto nel Castello di Windsor. La razza cominciò ad essere allevata nel 1887 e ottenne il riconoscimento nel 1894. secondo alcuni esperti il suo nome Chow-Chow, in lingua cantonese significa “nutrimento”.
Aspetto generale - Cane di media taglia, mesomorfo brachicefalo. Classificato morfologicamente come tipo Lupoide. E' un Cane reattivo, compatto, brevilineo, ben proporzionato, dall’aspetto leonino e dal portamento fiero e dignitoso: la sua struttura è solida. L'andatura è caratteristica e la lingua è molto particolare perché di colore blu o blu-viola. I colori sono uniformi: rosso, nero, blu, fulvo diluito (cannella), crema o bianco, più o meno sfumato ma non pezzato. Il pelo può essere lungo oppure corto, ma il primo è quello maggiormente noto. Altezza al garrese: 46/51 cm per le femmine, 48/56 cm per i maschi.La sua coda viene portata sopra il dorso. È un cane di grande potenza e forza, muscolosissimo e con ossatura molto robusta. Ha una testa larga, di tipo spitz. Il suo muso non deve essere a punta. Possiede una folta criniera che gli conferisce quel particolare aspetto leonino, caratteristica tipica di questa razza. La sua costruzione ha angolature poco marcate nel posteriore, che gli conferisce la tipica andatura “da elefante”, come se camminasse sui trampoli. La sua lingua come detto ha uno stranissimo colore nero-bluastro. Il suo pelo è semilungo sul tronco, più lungo intorno al collo fino alle spalle e agli arti.Colori ammessi: monocolore nero, rosso, blu, cannella, crema o bianco, spesso sfumato, ma mai a macchie o a più colori. Sotto la coda e dietro le cosce, il colore ha spesso una sfumatura più chiara.Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, orecchie grandi, andatura sciolta e non tipica, criniera insufficiente, misure fuori standard, monorchidismo, criptorchidismo, mancanza di premolari, coda di lunghezza eccessiva, coda non portata sul dorso, tartufo depigmentato, colori non ammessi dallo standard, muscolatura insufficiente.
Carattere - E' un cane tranquillo. Ottimo nella guardia. Il suo temperamento può essere riassunto nei seguenti aggettivi: leale, indipendente e distaccato. È anche un eccellente compagno per la famiglia. Si adatta senza problemi alla vita in casa o in appartamento. Ha bisogno di movimento quotidiano. Esige una perenne cura e pulizia del pelo, è quindi necessario fare attenzione al suo corpo.
Amstaff
Simbolo di forza e fierezza.
ORIGINE - L'American Staffordshire Terrier (Amstaff), è una razza particolare la cui selezione iniziò negli Stati Uniti d'America e in Canada intorno al 1835. Tra i suoi antenati oltre al Bull Terrier c'è anche una razza oggi estinta: il Blue Paul Terrier, (nome preso dal pirata che ne portò alcuni esemplari nella sua terra). Nei primi decenni la razza venne allevata su basi esclusivamente funzionali, per ottenere soggetti particolarmente dotati per i combattimenti tra cani nelle arene (Pit); le origini della razza sono in comune con quelle dell'American Pit Bull Terrier. A partire dagli anni trenta, gli allevatori hanno seguito due correnti diverse, iniziando a selezionare l'American Staffordshire secondo canoni principalmente morfologici-estetici, mentre la storia del Pitbull ha continuato ad essere strettamente legata al mondo dei combattimenti. Caratteristica principale dell'Amstaff è quella di unire un gran temperamento ad un grande equilibrio, ma una buona socializzazione fin dai primi mesi di vita dell'animale con altri cani e persone, anche all'esterno del nucleo familiare, è uno dei passi fondamentali per farne eccellenti compagni di vita.L'Amstaff da l'impressione di grande potenza in relazione alla taglia. Ben costruito, muscoloso e nello stesso tempo agile ed elegante. Massiccio, non alto sugli arti o snello nei contorni. Il suo coraggio è proverbiale.L'American Stafforshire Terrier è un cane che necessita di esercizio fisico regolare.L'origine di questa razza è la stessa dell'American Pit Bull Terrier. La sua storia nasce dagli incroci tra cani di tipo molossoide e di tipo terrier, creati in Inghilterra per il bull baiting (combattimento di cani contro tori). Tra il secondo e il terzo decennio dell'Ottocento, le autorità inglesi misero fuorilegge questi combattimenti che si trasferirono nella clandestinità, trasformandosi in incontri fra soli cani (dog fighting). Il dog fighting venne esportato contestualmente alla colonizzazione degli inglesi del nord America, da qui il nome American Pit bull terrier.Nel 1884 si costituisce l'American Kennel Club (AKC) per la tutela delle razze canine pure, che all'inizio del 1900 decise di proibire, come in Inghilterra, i combattimenti. L'AKC chiese anche di cambiare il nome alla razza, sostituendo il termine Pit con Staffordshire terrier. La selezione dell'Amstaff venne improntata sull'eleganza e l'appariscenza, divenendo un cane da esposizione e da compagnia.Durante il mandato presidenziale di ROOSVELT, gli allora allevatori di Amstaff (cui anche Roosvelt faceva parte) videro i loro cani impegnati in operazioni di guerra per la loro forza, il loro coraggio e la loro intelligenza ed è per questo che, agli inizi degli anni ’20, questi nuovi cani cominciarono ad essere di gran moda nelle famiglie americane,
ASPETTO
L'Amstaff dà l'impressione di forza rispetto alla sua taglia (proporzionato, muscoloso, agile ed elegante, attento). Il suo atteggiamento esprime dinamismo e prontezza, accompagnati da una grande sicurezza in se stesso:
Le zampe anteriori sono dritte, con ossa tonde e robuste, il pastorale eretto. Le zampe posteriori hanno la muscolatura ben definita, assottigliate al garretto (dritto), di misura media ben arcuate e compatte. Il portamento è agile ed elastico,mai molleggiato.
ORIGINE - L'American Staffordshire Terrier (Amstaff), è una razza particolare la cui selezione iniziò negli Stati Uniti d'America e in Canada intorno al 1835. Tra i suoi antenati oltre al Bull Terrier c'è anche una razza oggi estinta: il Blue Paul Terrier, (nome preso dal pirata che ne portò alcuni esemplari nella sua terra). Nei primi decenni la razza venne allevata su basi esclusivamente funzionali, per ottenere soggetti particolarmente dotati per i combattimenti tra cani nelle arene (Pit); le origini della razza sono in comune con quelle dell'American Pit Bull Terrier. A partire dagli anni trenta, gli allevatori hanno seguito due correnti diverse, iniziando a selezionare l'American Staffordshire secondo canoni principalmente morfologici-estetici, mentre la storia del Pitbull ha continuato ad essere strettamente legata al mondo dei combattimenti. Caratteristica principale dell'Amstaff è quella di unire un gran temperamento ad un grande equilibrio, ma una buona socializzazione fin dai primi mesi di vita dell'animale con altri cani e persone, anche all'esterno del nucleo familiare, è uno dei passi fondamentali per farne eccellenti compagni di vita.L'Amstaff da l'impressione di grande potenza in relazione alla taglia. Ben costruito, muscoloso e nello stesso tempo agile ed elegante. Massiccio, non alto sugli arti o snello nei contorni. Il suo coraggio è proverbiale.L'American Stafforshire Terrier è un cane che necessita di esercizio fisico regolare.L'origine di questa razza è la stessa dell'American Pit Bull Terrier. La sua storia nasce dagli incroci tra cani di tipo molossoide e di tipo terrier, creati in Inghilterra per il bull baiting (combattimento di cani contro tori). Tra il secondo e il terzo decennio dell'Ottocento, le autorità inglesi misero fuorilegge questi combattimenti che si trasferirono nella clandestinità, trasformandosi in incontri fra soli cani (dog fighting). Il dog fighting venne esportato contestualmente alla colonizzazione degli inglesi del nord America, da qui il nome American Pit bull terrier.Nel 1884 si costituisce l'American Kennel Club (AKC) per la tutela delle razze canine pure, che all'inizio del 1900 decise di proibire, come in Inghilterra, i combattimenti. L'AKC chiese anche di cambiare il nome alla razza, sostituendo il termine Pit con Staffordshire terrier. La selezione dell'Amstaff venne improntata sull'eleganza e l'appariscenza, divenendo un cane da esposizione e da compagnia.Durante il mandato presidenziale di ROOSVELT, gli allora allevatori di Amstaff (cui anche Roosvelt faceva parte) videro i loro cani impegnati in operazioni di guerra per la loro forza, il loro coraggio e la loro intelligenza ed è per questo che, agli inizi degli anni ’20, questi nuovi cani cominciarono ad essere di gran moda nelle famiglie americane,
ASPETTO
L'Amstaff dà l'impressione di forza rispetto alla sua taglia (proporzionato, muscoloso, agile ed elegante, attento). Il suo atteggiamento esprime dinamismo e prontezza, accompagnati da una grande sicurezza in se stesso:
- La testa è di lunghezza media, con cranio ampio e profondo, muscoli facciali ben pronunciati, orecchie collocate in alto.
- Le orecchie sono mozzate (pratica illegale in italia) o integre. Queste ultime corte e appuntite o portate a "rosa".
- Gli occhi sono scuri e tondi, piazzati sul cranio in basso e ben distanziati.
- Il muso è di lunghezza media, tondo in superficie con una caduta direttamente sotto gli occhi. Le mascelle sono ben definite (l'inferiore è robusta e forte nella morsicatura). Le labbra sono aderenti e compatte. Gli incisivi superiori si chiudono ben compatti all'esterno degli incisivi inferiori. Il tartufo è di colore nero. La lunghezza è in proporzione alla testa. Visto di profilo o frontalmente, appare in perfetta armonia, ne troppo lungo né troppo corto; la linea superiore è diritta.
- Il collo è possente, lievemente arcuato, che si assottiglia da dietro le spalle verso il cranio (lunghezza media).
- Le spalle sono robuste e muscolose con delle scapole ampie e oblique.
- Il dorso è corto. Scende leggermente dal garrese fino alla groppa con una lieve inclinazione dalla groppa fino alla base della coda. I fianchi leggermente arrotondati verso l'interno.
- Il corpo presenta costole ben arcuate, ben sviluppate verso la parte posteriore del corpo e compatte. Arti anteriori (gamba) ben distanziati tra loro per poter dare spazio allo sviluppo del torace. Il torace deve essere ampio e profondo.
- La coda la lunghezza della coda non supera il garretto , situata in basso, che si assottiglia nella parte terminale.
Le zampe anteriori sono dritte, con ossa tonde e robuste, il pastorale eretto. Le zampe posteriori hanno la muscolatura ben definita, assottigliate al garretto (dritto), di misura media ben arcuate e compatte. Il portamento è agile ed elastico,mai molleggiato.
- Il pelo è corto e privo di sottopelo, folto, duro al tocco e lucido.
- Il colore può essere unito, a chiazze o tigrato.
- L'altezza ed il peso sono proporzionate tra loro. L'altezza al garrese per il maschio va da 45,72 cm a 48,26 cm, per la femmina va da 43,18 cm a 45,72 cm.
M A S T I F F
Il cane nazionale d'Inghilterra.Un simbolo ed una storia lunghissima.
STORIA
Il Mastiff o Mastino inglese è una tipologia di cane molossoide di tipo Mastino.Secondo alcune note storiche era presente già in Britannia sin dal VII secolo a.C. Di sicuro questa razza di cani fu incontrata dai legionari romani durante la conquista della terra degli Angli,erano i celebri Pugnaces Britanniae, impiegati come temibili ausiliari in battaglia, ma anche nella caccia alla grossa selvaggina, vennero poi portati sino a Roma a combattere negli anfiteatri. È stato considerato sin dal Medioevo il cane della nobiltà, custode di castelli e guardia del corpo di cavalieri e feudatari nella vita quotidiana come in guerra: è celebre l'episodio del cavaliere, sir Peirs Leigh, che nel corso della battaglia d'Agincourt, nel 1415, caduto a terra gravemente ferito, venne protetto per molte ore, fino all'arrivo dei soccorsi, dalla sua femmina di mastiff. Da questa femmina la tradizione fa discendere l'intera stirpe dei mastini del castello Lyme Hall, una continuità genetica registrata fino al XIX secolo. Incrociato con l'antico Bulldog verso la metà dell'Ottocento ha dato origine al Bullmastiff. L'allevamento moderno, come per la maggior parte delle razze di taglia gigante, ha dovuto ripartire con notevoli sforzi a partire dai pochi esemplari sopravvissuti al 2º conflitto mondiale.Può sembrare paradossale ma la storia vera del mastino inglese comincia poco più di quarant’anni fa quando, all’inizio del secondo dopoguerra, un censimento effettuato dall’Old English Mastiff Club dimostrò drammaticamente che la razza, nel paese d’origine, era praticamente estinta. Per la verità, a quell’epoca, una ventina di soggetti vivevano ancora, ma la maggior parte erano vecchi e non più in grado di procreare. Cosa era accaduto? La guerra aveva falcidiato completamente la razza e soltanto una femmina era rimasta in condizione di produrre. La situazione era così critica che richiedeva drastiche misure ad evitare che il più antico cane inglese; dopo il bulldog, si estinguesse.La signora Dickin, allora segretaria del club, affrontò il problema con grande energia. Ella propose di visitare l’America per reperire alcuni maschi in grado di coprire quella femmina e acquistare possibilmente anche alcune cagne, impresa peraltro disperata perché anche in Canada, come negli Stati Uniti, i mastiff erano pressoché scomparsi.In una riunione del consiglio direttivo del club inglese, tenutasi nel 1948, fu destinato un fondo allo scopo di comprare cani. Tale fondo fu conseguito col pagamento di un minimo di 10 sterline per socio. La ricerca ottenne un positivo risultato perché, nell’assemblea generale annuale del 1949, i signori Mellish, di Victoria (Canada), furono pubblicamente ringraziati per avere spedito al club due mastiff, maschio e femmina, senza richiederne il pagamento. Unica riserva poter avere due cuccioli per il futuro. Alla fine di quell’anno i mastini di proprietà del club consistevano di sei femmine e tre maschi adulti e di sei cuccioli, oltre ad una cagna di otto mesi che si trovava in quarantena.Il cinologo inglese Croxton Smith scrisse poco dopo: «per merito della signora Nora Dickin il club del vecchio mastino è riuscito a superare la sua massima crisi e i ringraziamenti per lei non saranno mai sufficientemente grandi. Io considero i mastiff un tesoro nazionale in quanto rappresentano la più antica razza britannica, dato che era già in quest’isola prima che Giulio Cesare vi facesse visita».Per la verità tutta la storia del mastino inglese è contrassegnata da crisi di sopravvivenza come è accaduto per altre razze similari quali il dogue de Bordeaux e il già citato Perro da presa spagnolo.
CARATTERISTICHE FISICHE
Costruzione potente, con cranio massiccio e testa piuttosto quadrata, con labbra pendenti e media giogaia, torace ampio e ben disceso, trasmette un'idea di potenza. Lo standard di razza non specifica le dimensioni, ma la media è tra i 70 e gli 85 cm di altezza, per 80/90 kg di peso, anche se non sono rari gli esemplari più grossi. Oggigiorno è ben allevato in Italia anche se poco diffuso, e non è raro osservare esemplari maschi di 120 kg perfettamente armonici e in piena forma. Il Guinness dei primati attribuisce ad un Mastiff di nome Zorba il record di cane più grosso del mondo (155 kg). Il pelo è corto, di colore fulvo (nelle tonalità albicocca o argento), con o senza tigrature. Sempre presente il nero su muso, orecchie e intorno agli occhi.
INDOLE
Il mastiff racchiude in sé doti di eleganza, potenza, dignità e coraggio. Di temperamento calmo e leale, devoto al proprietario, è un eccellente guardiano. Ottimo compagno per tutta la famiglia, se ha spazio sufficiente per sgranchirsi, si adatta bene a vivere in casa, tollerando in modo eccellente le "angherie" dei bambini. La docilità è una delle sue migliori caratteristiche, ma la potenza che racchiude ne rende necessaria una buona educazione, improntata sul rispetto reciproco piuttosto che sulla dominanza. Non è certamente un cane da relegare in giardino, il suo bisogno di spazio è superato dalla sua necessità di vigilare sulla famiglia. Abbaia assai poco, è un guardiano sornione e tranquillo, che avverte prima di passare alle vie di fatto, alle quali ricorre solo se costretto.
STORIA
Il Mastiff o Mastino inglese è una tipologia di cane molossoide di tipo Mastino.Secondo alcune note storiche era presente già in Britannia sin dal VII secolo a.C. Di sicuro questa razza di cani fu incontrata dai legionari romani durante la conquista della terra degli Angli,erano i celebri Pugnaces Britanniae, impiegati come temibili ausiliari in battaglia, ma anche nella caccia alla grossa selvaggina, vennero poi portati sino a Roma a combattere negli anfiteatri. È stato considerato sin dal Medioevo il cane della nobiltà, custode di castelli e guardia del corpo di cavalieri e feudatari nella vita quotidiana come in guerra: è celebre l'episodio del cavaliere, sir Peirs Leigh, che nel corso della battaglia d'Agincourt, nel 1415, caduto a terra gravemente ferito, venne protetto per molte ore, fino all'arrivo dei soccorsi, dalla sua femmina di mastiff. Da questa femmina la tradizione fa discendere l'intera stirpe dei mastini del castello Lyme Hall, una continuità genetica registrata fino al XIX secolo. Incrociato con l'antico Bulldog verso la metà dell'Ottocento ha dato origine al Bullmastiff. L'allevamento moderno, come per la maggior parte delle razze di taglia gigante, ha dovuto ripartire con notevoli sforzi a partire dai pochi esemplari sopravvissuti al 2º conflitto mondiale.Può sembrare paradossale ma la storia vera del mastino inglese comincia poco più di quarant’anni fa quando, all’inizio del secondo dopoguerra, un censimento effettuato dall’Old English Mastiff Club dimostrò drammaticamente che la razza, nel paese d’origine, era praticamente estinta. Per la verità, a quell’epoca, una ventina di soggetti vivevano ancora, ma la maggior parte erano vecchi e non più in grado di procreare. Cosa era accaduto? La guerra aveva falcidiato completamente la razza e soltanto una femmina era rimasta in condizione di produrre. La situazione era così critica che richiedeva drastiche misure ad evitare che il più antico cane inglese; dopo il bulldog, si estinguesse.La signora Dickin, allora segretaria del club, affrontò il problema con grande energia. Ella propose di visitare l’America per reperire alcuni maschi in grado di coprire quella femmina e acquistare possibilmente anche alcune cagne, impresa peraltro disperata perché anche in Canada, come negli Stati Uniti, i mastiff erano pressoché scomparsi.In una riunione del consiglio direttivo del club inglese, tenutasi nel 1948, fu destinato un fondo allo scopo di comprare cani. Tale fondo fu conseguito col pagamento di un minimo di 10 sterline per socio. La ricerca ottenne un positivo risultato perché, nell’assemblea generale annuale del 1949, i signori Mellish, di Victoria (Canada), furono pubblicamente ringraziati per avere spedito al club due mastiff, maschio e femmina, senza richiederne il pagamento. Unica riserva poter avere due cuccioli per il futuro. Alla fine di quell’anno i mastini di proprietà del club consistevano di sei femmine e tre maschi adulti e di sei cuccioli, oltre ad una cagna di otto mesi che si trovava in quarantena.Il cinologo inglese Croxton Smith scrisse poco dopo: «per merito della signora Nora Dickin il club del vecchio mastino è riuscito a superare la sua massima crisi e i ringraziamenti per lei non saranno mai sufficientemente grandi. Io considero i mastiff un tesoro nazionale in quanto rappresentano la più antica razza britannica, dato che era già in quest’isola prima che Giulio Cesare vi facesse visita».Per la verità tutta la storia del mastino inglese è contrassegnata da crisi di sopravvivenza come è accaduto per altre razze similari quali il dogue de Bordeaux e il già citato Perro da presa spagnolo.
CARATTERISTICHE FISICHE
Costruzione potente, con cranio massiccio e testa piuttosto quadrata, con labbra pendenti e media giogaia, torace ampio e ben disceso, trasmette un'idea di potenza. Lo standard di razza non specifica le dimensioni, ma la media è tra i 70 e gli 85 cm di altezza, per 80/90 kg di peso, anche se non sono rari gli esemplari più grossi. Oggigiorno è ben allevato in Italia anche se poco diffuso, e non è raro osservare esemplari maschi di 120 kg perfettamente armonici e in piena forma. Il Guinness dei primati attribuisce ad un Mastiff di nome Zorba il record di cane più grosso del mondo (155 kg). Il pelo è corto, di colore fulvo (nelle tonalità albicocca o argento), con o senza tigrature. Sempre presente il nero su muso, orecchie e intorno agli occhi.
INDOLE
Il mastiff racchiude in sé doti di eleganza, potenza, dignità e coraggio. Di temperamento calmo e leale, devoto al proprietario, è un eccellente guardiano. Ottimo compagno per tutta la famiglia, se ha spazio sufficiente per sgranchirsi, si adatta bene a vivere in casa, tollerando in modo eccellente le "angherie" dei bambini. La docilità è una delle sue migliori caratteristiche, ma la potenza che racchiude ne rende necessaria una buona educazione, improntata sul rispetto reciproco piuttosto che sulla dominanza. Non è certamente un cane da relegare in giardino, il suo bisogno di spazio è superato dalla sua necessità di vigilare sulla famiglia. Abbaia assai poco, è un guardiano sornione e tranquillo, che avverte prima di passare alle vie di fatto, alle quali ricorre solo se costretto.
IL CANE CORSO
Un cane antico,fedele e coraggioso.
Il Cane Corso è discendente dell’antico “canis pugnax”, il molosso usato nelle legioni dell'esercito romano. E’ stato spesso adoperato per la guardia del bestiame e la difesa personale. Veniva inoltre utilizzato per la caccia alla grossa selvaggina e in guerra come cane da combattimento. Il suo nome “Corso” deriva molto probabilmente dal latino “Cohors” che significa protettore. Si tratta di una razza che sta avendo una celere diffusione anche se fino agli anni 1950 era poco conosciuto tranne in alcune zone remote del Sud Italia. Morfologicamente appartiene al gruppo molossoide e dal punto di vista funzionale ai cani da presa; per tipologia è molto probabilmente collegato geneticamente a quei cani grandi e combattivi di cui vi è testimonianza sin dall'antichità (bassorilievi assiri 669-633 a.C.).I briganti dell'Italia del Sud nel periodo ottocentesco spesso si avvalevano di cani corsi oltre che di mastini napoletani, i quali servivano per fare la guardia nei rifugi e percepire a distanza l'avvicinarsi del nemico.
Aspetto generale
Il Cane corso è un cane di taglia medio-grande che esprime forza e resistenza.
Testa - La sua lunghezza totale raggiunge i 3,6/10 dell'altezza al garrese. La larghezza bizigomatica, pari alla lunghezza del cranio, è superiore alla metà della lunghezza totale della testa, raggiungendo i 6,6/10 di tale lunghezza. Gli assi longitudinali del cranio e del muso sono tra loro leggermente convergenti. Il perimetro della testa, misurato agli zigomi, è anche nelle femmine più del doppio della lunghezza totale della testa. La testa è moderatamente scolpita con arcate zigomatiche protese all'esterno. Pelle consistente ma piuttosto aderente ai tessuti sottostanti, liscia ed abbastanza tesa.
Denti: Bianchi, grandi, completi per sviluppo e numero. La chiusura deve essere prognata come da standard ufficiale dell'ENCI, riconosciuto a livello internazionale dalla FCI.[3] Canna nasale rettilinea, senza rughe, tartufo non retratto rispetto alla faccia anteriore del muso, conseguente angolo di 90° tra l'asse del naso e quello della faccia anteriore del muso stessa, lieve curvatura della mandibola, quadratura del muso mediante parallelismo delle facce laterali dello stesso, lieve convergenza degli assi cranio muso ed occhi in posizione sub frontale e ben larghi nel cranio. Va da se, una dentatura completa, con denti bianchi grandi ed incisivi inferiori e superiori impiantati in linea retta oltre ad una larghezza tra gli apici degli incisivi della mandibola non inferiore ai 4,5 cm.
Occhi: Di media grandezza rispetto alla mole del cane, in posizione sub-frontale, ben distanziati tra loro. Rima palpebrale ovaleggiante, bulbi oculari leggermente affioranti palpebre aderenti con margini pigmentati di nero. Gli occhi non devono lasciare scorgere la sclera. Nittitante fortemente pigmentata. Iride quanto più possibile scura in relazione al colore del mantello. Sguardo intelligente e vigile.
Orecchie: Di media grandezza in rapporto al volume della testa e alla mole del cane, ricoperti di pelo raso, di forma triangolare, con apice piuttosto appuntito e cartilagine spessa, inseriti alti, cioè molto al di sopra dell'arcata zigomatica, larghi alla base, pendenti, aderenti alle guance senza raggiungere la gola. Sporgenti alquanto all'esterno e lievemente rilevati nel loro punto di attacco, vengono portati semieretti quando il cane è attento.
Collo: Profilo superiore - Leggermente convessilineo. Lunghezza - Circa 3,6/10 dell'altezza al garrese e cioè pari alla lunghezza totale della testa; forma: Di sezione ovale, forte, molto muscoloso, con distacco della nuca marcato. Il perimetro a metà lunghezza del collo è circa 8/10 dell'altezza al garrese. Armoniosamente fuso con garrese, spalle e petto il collo ha la sua direzione ideale a 45° rispetto al suolo e ad angolo pressoché retto con la spalla.
Tronco: Compatto, robusto e muscolosissimo. La sua lunghezza supera l'altezza al garrese dell'11%, con una tolleranza di ± 1. Linea superiore - Regione dorsale rettilinea con lieve convessità lombare.
Carattere
Anche se nel corso dei secoli è stato sempre utilizzato per i più svariati impieghi, il Cane Corso si è sempre distinti da tutte le altre razze, perché possiede la rara caratteristica di essere molto idoneo per la guardia. I secoli non hanno impedito alla razza di mantenere le sue doti caratteriali. Rimane una razza coraggiosa, di temperamento tenace e rimane anche un eccellente morditore, anche se non attaccherebbe mai senza un motivo valido. E’ una delle razze più utilizzate in Italia, insieme al Mastino Napoletano, per proteggere una proprietà.
IL SAN BERNARDO
Un mastino imponente,tenero e altruista.
Origine
Di solito per individuare storicamente l'origine di una razza si suole fare riferimento ai grossi mastini che le legioni romane lasciavano con le truppe destinate a presidiare i punti strategici sulle grandi vie di comunicazione. Sembra davvero possibile che questa sia l'origine dei cani di San Bernardo e dei grandi Bovari diffusi nelle varie regioni svizzere, ma la prima testimonianza certa della presenza di tali cani risale alla seconda metà del '600, quando il pittore napoletano Salvator Rosa ritrasse un grosso molossoide molto simile al moderno cane di San Bernardo.Probabilmente i primi cani vennero donati ai canonici dell'Ospizio di Berna verso il 1660, dalle famiglie nobili del Vallese, per la guardia e la protezione dell'Ospizio stesso dai non infrequenti malintenzionati (le cronache riportano numerosi episodi di brigantaggio), ma anche per numerosi altri impieghi, dal trasporto di piccoli carichi (latte, formaggi), alla fornitura di forza motrice (un dispositivo a mulino, azionato dai cani, muoveva l'enorme spiedo della cucina dell'ospizio). Ma l'impiego che li rese celebri nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici (marronier) nel tracciare la pista nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe e ritrovare i viaggiatori dispersi col maltempo.Fra di loro, il più famoso fu Barry I (1800-1814), resosi protagonista del salvataggio di almeno 40 persone. Alla sua morte, il suo corpo venne imbalsamato e conservato presso il Museo di Storia Naturale di Berna, e da allora il miglior maschio di ogni cucciolata dell'allevamento dell'ospizio prende il nome di Barry. Inoltre, la razza, fino ad allora conosciuta come "mastino delle Alpi", si iniziò a diffondere come chien Barry.La denominazione cane di San Bernardo venne usata per la prima volta nel 1862, in occasione di un'esposizione cinofila presso Birmingham, e si iniziò ad usare universalmente verso il 1880. La stesura del primo standard di razza risale al 1887.Già a partire dalla metà del XIX secolo ci si era resi conto dei danni causati dalla eccessiva consanguineità tra i riproduttori presenti presso l'allevamento dell'Ospizio, e si decise dunque di ricorrere all'incrocio con il cane di Terranova, ritenuto il più adatto per similitudini fisiche ed attitudinali. Frutto di tale incrocio fu la comparsa del pelo lungo, caratteristico della più diffusa oggi giorno delle due varietà della razza, ma ritenuto meno adatto del pelo corto al lavoro nella neve. La varietà di pelo più idonea al soccorso resta dunque quella originaria, a pelo corto.Nei primi anni del XX secolo la razza si era diffusa in tutta Europa, ma la popolarità, come spesso accade, portò anche ad alcune deviazioni rispetto alla tipologia originale. Vennero introdotti incroci con Mastiff inglesi ed altre razze, unitamente ad una selezione volta ad accentuare in modo caricaturale le caratteristiche di mole, pelo, lassità della pelle, ecc, rivolte a fattori esclusivamente "estetici", a discapito spesso della funzionalità. La II guerra mondiale arrecò gravi danni a questa, come a molte altre razze. Il recupero del cane di San Bernardo, in una chiave di bellezza funzionale e zootecnica, deve molto all'opera del cinologo italiano Antonio Morsiani, importante allevatore e studioso della razza che, con il suo Allevamento del Soccorso (fondato nel 1939), contribuì in modo determinante alla salvezza ed alla rinascita morfologica e funzionale del San Bernardo nel dopoguerra in Italia ed in Europa.
Descrizione
I caratteri morfo-funzionali della razza sono descritti nel suo Standard. La testa, caratterizzata dalla spiccata convergenza degli assi longitudinali del cranio e del muso, è la più voluminosa dell'intera specie canina ed esige assoluta priorità nel giudizio morfologico sul tipo. Il cranio è nettamente brachicefalo (indice cefalico 64). Il muso è piuttosto corto ma senza esagerazioni (poco più di un terzo della lunghezza totale del cranio), rigorosamente quadrato e mai appuntito o conico. Le labbra inferiori devono essere ben sostenute da substrato scheletrico. Gli arti devono essere lunghi (distanza gomito-suolo sempre superiore al 50% dell'altezza al garrese), la groppa è orizzontale e gli angoli del posteriore solo moderatamente angolati (l'angolo tibio-metatarsico dev'essere di circa 145°) per consentire una migliore spinta in salita. Il San Bernardo è uno dei cani più grandi e può raggiungere e superare i 90/95 cm al garrese ed anche gli oltre 100 kg di peso. La grande mole (caratteristica imprescindibile della razza), non deve mai però andare a discapito della funzionalità e del buon movimento. Si tratta infatti di un vero "atleta pesante" in grado anche, se ben selezionato, di portare la sua altezza ed il suo peso con estrema disinvoltura ed eleganza. L'altezza minima al garrese deve essere di 70 cm per i maschi e 65 cm per le femmine: mediamente, i maschi raggiungono e superano un'altezza di circa 80 cm (con punte di 90 cm. ed oltre) mentre le femmine di 75 (con punte di 80 cm. ed oltre). Come abbiamo visto nessun'altra razza funzionale può raggiungere il peso del San Bernardo (fino a 90/100 kg nei grandi maschi) ovviamente con un insieme armonico, dinamico come si conviene ad un vero atleta pesante da montagna.
Carattere
Come tutti i molossoidi è sempre molto attaccato al proprio padrone (con il quale resta cucciolo per tutta la vita) e a coloro che considera amici, particolarmente ai bambini con i quali ha un ottimo rapporto, inoltre è un cane molto socievole, con una forte personalità. È un cane noto per il suo carattere mite: può passare ore sdraiato accanto al padrone senza far notare la sua presenza. Determinato, pronto alla difesa (senza per questo essere mai aggressivo con l'uomo), è dotato di una struttura estremamente poderosa (i maschi possono superare anche i 100 kg), ed è perciò in grado di essere un valido cane da guardia ed avvisatore con fulminea percezione del pericolo e ottima reattività nervosa. Ancora oggi, se addestrato, può svolgere al meglio i suoi antichi compiti di cane da soccorso in montagna. La sua resistenza al freddo ed alla fatica in altitudine sono proverbiali. Eccellente anche come cane da catastrofe e per la "pet-therapy".
Curiosità
- L’Associazione Italiana San Bernardo (AISB) fondata nel 1997, mira a svolgere ogni più efficiente azione per migliorare, incrementare, valorizzare, diffondere e tutelare la razza del Cane di San Bernardo, migliorare la selezione e potenziarne l’utilizzazione sia a fini di utilità sociale che a fini sportivi. Sito web: www.aisb.it
- Il più grande cane di San Bernardo di tutti i tempi (vissuto fra il 1880 e il 1890 in Inghilterra), si chiamava "Lord Bute" e pare misurasse 109 cm al garrese con un peso di ben 112 kg. In Italia, negli anni '60, un gigantesco San Bernardo chiamato "Mischa" raggiunse il peso di 118 kg con un'altezza superiore ai 90 cm al garrese e, nonostante questa enorme massa, visse quasi 14 anni senza problemi. Sempre in Italia, nei primi anni '90, un altro gigantesco maschio di nome "Sando", raggiunse i 103 cm al garrese con un peso superiore ai 120 kg. Si tratta di misure e pesi assolutamente eccezionali da non prendere mai come regola o caratteristica unilaterale, soprattutto se non riferiti a soggetti armonici e comunque ben costruiti come quelli menzionati.
- Il San Bernardo è diffuso in tutti i continenti, anche in Africa. In Sudafrica esiste da oltre 20 anni infatti un club che lo tutela e ne promuove la corretta selezione anche in quel continente.
la REDAZIONE
L' Alano
Un gigante elegante e allegro.
L'Alano, a volte in maniera errata definito anche Danese (o Gran Danese), è una razza canina considerata tra le più eleganti e raffinate in circolazione.Per la mole e il portamento è spesso soprannominato l'Apollo dei Cani.Spesso, proprio la mole e l'eleganza nel portamento fanno passare in secondo piano la sua capacità di apprendimento e la sua intelligenza. Appartiene alla ampia famiglia dei cani molossoidi e ne ha i tratti specialmente nel muso e nella struttura ossea imponente, ma si distacca dagli altri molossoidi sia per l'altezza che per la struttura decisamente meno tozza. Il suo muso è pressochè uguale a quello del molosso, con testa larga e rettangolare (a differenza dei cani lupo che hanno la testa più stretta e triangolare), occhio sceso, labbro abbondante e pendente, stop marcato e orecchie larghe di forma triangolare e ricadenti, fino a qualche anno fa amputate in modo che venissero portate dritte e appuntite (conchectomia) operazione oggi vietata anche in Italia in osservanza della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. I membri di questa razza sono in genere apprezzati come efficienti cani da guardia e da caccia ma sono principalmente cani da compagnia per la loro innata sensibilità e mancanza di aggressività. Gli alani sono, insieme ai levrieri irlandesi, tra le razze canine più alte; nel 2010 un cane di questa razza venne proclamato il cane più alto del mondo con ben 109 cm di altezza al garrese.
Origine
In molti paesi viene chiamato Great Dane o Gran Danese, nulla di più sbagliato al momento che l'alano è di nazionalità tedesca. L'equivoco nasce da una tavola disegnata dal naturalista francese George Buffon, che denominò appunto questo cane come Grand Danois (alcuni ritengono che l'errore fu causato dalla grande diffusione che la razza ebbe in Danimarca. La nazionalità tedesca della razza venne codificata in un primo momento nel 1878 a Berlino, quando un gruppo di allevatori decise di catalogare sotto il nome di Deutsche Dogge (Mastino Tedesco) diversi gruppi di cani dalle caratteristiche molto simili provenienti dalla regione sud occidentale della Germania, e successivamente nel 1880, quando fu redatto il primo standard, e nel 1888 quando venne fondato il Deutsche Doggen Club.
Il nome alano usato in Italia venne adottato ufficialmente nel 1920: si ritiene infatti che i Deutsche Dogge discendano dai cani giunti in Europa probabilmente nel IV secolo al seguito dei guerrieri sciti Alani, o Alaunt. I cani Alaunt non persero questa loro vocazione belligerante fino al tardo Medioevo, quando ne fu evidenziata la grande attitudine alla caccia. Divennero così cani da caccia agli animali selvatici, specialmente al cinghiale (per questo erano chiamati saupacker, cacciatori di cinghiali), ma anche al cervo e all'orso. Cacciavano quasi sempre in muta, con le orecchie tagliate per evitare di venire feriti dalla preda afferrata con le potenti mascelle, non per ucciderla ma per trattenerla in attesa dei cacciatori. Poiché la tecnica di caccia consisteva nell'inseguimento al fine di stancare la preda, alcuni studiosi sostengono che, per associare alla resistenza una maggiore velocità, l'alano sia stato incrociato con il levriero. Il suo essere stato cane da guerra, lo faceva eccellere, oltre che nel combattimento e nella lotta, anche come difensore del padrone, attento custode degli interni dei castelli e delle case dei nobili. Le sue qualità di guardiano, protrattesi fino ai giorni nostri, presero rapidamente il sopravvento sia perché, anche per il suo pelo corto, preferiva il calore del focolare al freddo inverno mitteleuropeo, sia per il suo aspetto particolarmente bello ed elegante che, dal Rinascimento in poi, lo fece diventare il cane di moda della nobiltà europea, che lo voleva accanto a sé nelle proprie case.
Colori
L'alano è allevato in tre varietà di colori distinti: Fulvo e Tigrato, Arlecchino Nero e Platten, Blu.
- Fulvo : Mantello dal giallo-oro chiaro al giallo-oro intenso. È ricercata la maschera nera. Piccole macchie al petto e ai piedi sono indesiderate.
- Tigrato : Colore del fondo dal giallo-oro chiaro al giallo-oro intenso con striature nere più regolari possibile e nettamente disegnate, che seguono la direzione delle costole; è ricercata la maschera nera. Piccole macchie al petto e ai piedi sono indesiderate.
- Arlecchino bianco e nero (detto un tempo Tigerdoggen) : Fondo del mantello bianco puro, quanto più possibile privo di moschettature, con macchie nero lacca dal contorno strappato di dimensioni varie e ben ripartite su tutta la superficie del corpo. Macchie parzialmente grigie o brune sono indesiderate.
- Nero : Nero lacca, sono ammesse macchie bianche. Fanno parte di questa varietà gli Alani Mantel Tiger, nei quali il nero copre il tronco come un mantello, mentre il muso, il collo, il petto, il ventre e l'estremità della coda possono essere bianchi, così come gli Alani Platten nei quali il mantello è bianco con grandi macchie nere.
- Blu : Blu acciaio puro, sono ammesse macchie bianche al petto e ai piedi.
- Platten : Corpo completamente bianco con la testa nera, parzialmente o completamente. Viene giudicato con i neri
Carattere e personalità
L'alano è un cane tranquillo, equilibrato, docile e molto socievole. Ama la compagnia e si intristisce se tenuto isolato. Per via della sua mole ha bisogno di un buon addestramento durante la giovinezza che gli permetta di non diventare troppo invadente e creare problemi alla famiglia che lo adotta. È molto intelligente ed apprende facilmente sia i divieti che ciò che "ci si aspetta" da lui, ma se non addestrato, tende ad essere molto espansivo e ciò può costituire un problema specie nei giochi con i bambini, che adora. Le tecniche di addestramento sono basate soprattutto sul comportamentismo sia tramite il condizionamento che tramite il condizionamento operante[non chiaro] basate soprattutto sul rinforzo delle azioni positive messe in atto dall'animale.
Consigli
Molto importante per questa razza è l'alimentazione, soprattutto nel cucciolo. I primi mesi di vita sono importanti perché sono cani che hanno uno sviluppo di crescita imperioso e che quindi hanno bisogno, più di altre razze, di essere seguiti con attenzione, per permettere una crescita armoniosa e corretta; molto spesso se mal alimentati rischiano di deviare gli appiombi, sia posteriori che anteriori. Quindi è consigliabile rivolgersi spesso al proprio allevatore o al proprio veterinario, per verificare una eventuale crescita anomala della struttura ossea.
Il Dogo Argentino
Il corpo di un lottatore con un cuore da bambino
Origine - Il Dogo Argentino è un cane di tipo molossoide originario della regione di Córdoba in Argentina.La razza è frutto del lavoro di Antonio Nores Martínez, con la collaborazione del fratello Augustìn e del padre Antonio, nei primi decenni del XX secolo. Lo scopo che si erano prefissi era quello di creare un cane adatto alla Caza Mayor, cioè alla caccia alla grossa selvaggina nell'ambiente delle Pampas argentine: Puma, Pecari, e Cinghiali. La base da cui partirono fu il Perro de Pelea Cordobès, una razza locale, incrocio di Bulldog, Bull Terrier e Mastini, utilizzata per i combattimenti. Per migliorarne le caratteristiche fisiche e affinarne le capacità venatorie il Perro de Pelea Cordobès venne incrociato con l'Alano, il Dogue de Bordeaux, il Cane da Montagna dei Pirenei, il Levriero irlandese ed il Pointer. La nuova razza venne fissata verso il 1928, lo standard pubblicato nel 1947, ed il riconoscimento ufficiale giunse nel 1964 per l'Argentina, e nel 1973 a livello internazionale. Inizialmente classificato tra i segugi e cani da pista di sangue, attualmente si trova inserito nel Gruppo 2 (molossoidi) dalla Federazione Cinofila Internazionale.
Aspetto generale - Cane di taglia grande. Potente sia per l’ossatura, sia per la muscolatura. Interamente bianco, ardito e coraggioso nell’espressione. I suoi movimenti sono ampi e sicuri. Fra i segugi per grossa selvaggina, il Dogo è l’unico molossoide. Eccellente struttura, molto solida e poderosa. Le proporzioni sono ottime ed i rapporti tra testa, tronco ed arti sono buoni. È un tipico molossoide, robusto e tonico nella muscolatura.
Carattere - Ottimo cane da guardia e da difesa. Piuttosto intelligente e furbo. In Argentina è utilizzato per impiego venatorio, nel quale si distingue per il suo buon olfatto, per il suo coraggio, resistenza, velocità ed una presa molto salda. Possiede mascelle molto solide e robuste, poiché è stato selezionato per i combattimenti per molti anni. La razza sa anche essere eccezionalmente dolce ed affettuoso. Il suo carattere è in alcuni momenti, veramente sorprendente. È molto affezionato al padrone. Ama stare all’aria aperta e fare lunghe passeggiate. Ottimo camminatore. Fino a poco tempo fa era inserito nellalista delle razze canine pericolose per l'uomo.Lista che dal 2010 è stata eliminata da uno specifico decreto.
Mantello - PELO: Uniformemente corto, liscio, e piacevole al tatto, di una lunghezza approssimativa da 1,5 a 2 cm. La densità e lo spessore variano secondo il clima. In un clima tropicale, il pelo, più sottile e rarefatto, lascia trasparire le regioni pigmentate, il che non è un motivo di penalizzazione. In un clima freddo, il pelo è più spesso e fitto; la presenza di sottopelo è allora possibile.
COLORE: Di un bianco puro. Attorno agli occhi si accetta una macchia nera o di colore scura; questa macchia non deve superare il 10% della superficie della testa. Tra i soggetti di pari qualità, il giudice dovrà optare per quello il cui bianco è più puro.
Difetti - Ogni scarto in rapporto a ciò che precede deve essere considerato un difetto e verrà penalizzato in funzione della sua gravità : Sviluppo osseo e muscolare insufficiente (debolezza);Tartufo non sufficientemente pigmentato; Labbra pendule. ; Denti piccoli, mal sviluppati o cariati. Dentatura incompleta ; Occhi troppo chiari. Entropion o ectropion ;Torace a botte o carenato ; Costole piatte ; Angolatura esagerata dell'arto posteriore.
Origine - Il Dogo Argentino è un cane di tipo molossoide originario della regione di Córdoba in Argentina.La razza è frutto del lavoro di Antonio Nores Martínez, con la collaborazione del fratello Augustìn e del padre Antonio, nei primi decenni del XX secolo. Lo scopo che si erano prefissi era quello di creare un cane adatto alla Caza Mayor, cioè alla caccia alla grossa selvaggina nell'ambiente delle Pampas argentine: Puma, Pecari, e Cinghiali. La base da cui partirono fu il Perro de Pelea Cordobès, una razza locale, incrocio di Bulldog, Bull Terrier e Mastini, utilizzata per i combattimenti. Per migliorarne le caratteristiche fisiche e affinarne le capacità venatorie il Perro de Pelea Cordobès venne incrociato con l'Alano, il Dogue de Bordeaux, il Cane da Montagna dei Pirenei, il Levriero irlandese ed il Pointer. La nuova razza venne fissata verso il 1928, lo standard pubblicato nel 1947, ed il riconoscimento ufficiale giunse nel 1964 per l'Argentina, e nel 1973 a livello internazionale. Inizialmente classificato tra i segugi e cani da pista di sangue, attualmente si trova inserito nel Gruppo 2 (molossoidi) dalla Federazione Cinofila Internazionale.
Aspetto generale - Cane di taglia grande. Potente sia per l’ossatura, sia per la muscolatura. Interamente bianco, ardito e coraggioso nell’espressione. I suoi movimenti sono ampi e sicuri. Fra i segugi per grossa selvaggina, il Dogo è l’unico molossoide. Eccellente struttura, molto solida e poderosa. Le proporzioni sono ottime ed i rapporti tra testa, tronco ed arti sono buoni. È un tipico molossoide, robusto e tonico nella muscolatura.
Carattere - Ottimo cane da guardia e da difesa. Piuttosto intelligente e furbo. In Argentina è utilizzato per impiego venatorio, nel quale si distingue per il suo buon olfatto, per il suo coraggio, resistenza, velocità ed una presa molto salda. Possiede mascelle molto solide e robuste, poiché è stato selezionato per i combattimenti per molti anni. La razza sa anche essere eccezionalmente dolce ed affettuoso. Il suo carattere è in alcuni momenti, veramente sorprendente. È molto affezionato al padrone. Ama stare all’aria aperta e fare lunghe passeggiate. Ottimo camminatore. Fino a poco tempo fa era inserito nellalista delle razze canine pericolose per l'uomo.Lista che dal 2010 è stata eliminata da uno specifico decreto.
Mantello - PELO: Uniformemente corto, liscio, e piacevole al tatto, di una lunghezza approssimativa da 1,5 a 2 cm. La densità e lo spessore variano secondo il clima. In un clima tropicale, il pelo, più sottile e rarefatto, lascia trasparire le regioni pigmentate, il che non è un motivo di penalizzazione. In un clima freddo, il pelo è più spesso e fitto; la presenza di sottopelo è allora possibile.
COLORE: Di un bianco puro. Attorno agli occhi si accetta una macchia nera o di colore scura; questa macchia non deve superare il 10% della superficie della testa. Tra i soggetti di pari qualità, il giudice dovrà optare per quello il cui bianco è più puro.
Difetti - Ogni scarto in rapporto a ciò che precede deve essere considerato un difetto e verrà penalizzato in funzione della sua gravità : Sviluppo osseo e muscolare insufficiente (debolezza);Tartufo non sufficientemente pigmentato; Labbra pendule. ; Denti piccoli, mal sviluppati o cariati. Dentatura incompleta ; Occhi troppo chiari. Entropion o ectropion ;Torace a botte o carenato ; Costole piatte ; Angolatura esagerata dell'arto posteriore.
Il Rottweiler
Un duro mastino dal viso dolce.
ORIGINI
Il Rottweiler è una razza canina, appartenente al gruppo dei molossi di tipo mastino.È di colore nero focato con pelo corto e duro. Il peso varia da circa 55 kg del maschio a circa 42 kg della femmina. La razza è originaria della Germania e precisamente di Rottweil, città sul fiume Neckar, dove questo cane era utilizzato per la custodia delle carni dei macellai.Questo cane dall' imponente mole appartiene a una delle razze tedesche più antiche. Prende il nome dalla città di Rottweil, nella Germania del sud, celebre un tempo per la sua abilita come cane bovaro. E proprio dagli allevatori veniva usato per fare la guardia agli animali quando dovevano intraprendere lunghi viaggi per la transumanza dei loro animali: il cane li accompagnava per giorni e giorni e in questi lunghissimi viaggi proteggeva la mandria e il proprietario dagli assalti dei briganti e dei lupi. La capacità di difesa di questi molossi era così eccezionale da spingere i mercanti, che tornavano con forti somme di denaro ricavate dalla vendita del bestiame, a legare il loro guadagno attorno al collo del cane, che avrebbe saputo custodirlo meglio di loro stessi visto che alla vendita del bestiame.Quando, nella seconda metà dell'Ottocento, l'economia locale si trasformò, il Rottweiler rischiò di scomparire.Fu un allevatore di Stoccarda, un certo Emil Stiefel, che tra il 1880 e il 1910 ridiede popolarità alla razza. Oggi il Rottweiler è usato prevalentemente come cane da guardia e da difesa.
DESCRIZIONE
Il cranio è largo, l'osso frontale, visto di lato, solo moderatamente convesso. L'occipite è ben sviluppato senza sporgere eccessivamente. Il Tartufo ben conformato, è piu largo che rotondo, sempre nero con narici proporzionatamente grandi. La mascella è forte e larga sia la superiore che la inferiore. La dentatura è robusta con gli incisivi superiori che si chiudono a forbice sopra quelli della mascella inferiore. Gli occhi: medio-grandi, a forma di mandorla, di colore marrone scuro. Le orecchie: medio-grandi, pendenti, triangolari, attaccate alte e ben distanti l'una dall'altra. Il cane si deve mostrare potente, moderatamente lungo, ben muscoloso, leggermente arcuato, asciutto. La coda tagliata corta, in modo che rimangano una o due vertebre visibili. Nel complesso, gli arti anteriori, visti di fronte, sono diritti e non restringenti. La pelle sulla testa è ben tesa ma si possono formare leggere rughe quando il cane è in attenzione. Sugli arti posteriori il pelo è leggermente più lungo. Colore: nero con sfumature intense marrone-rosso ben delineate sulle guance, sul muso, sotto il collo, sul petto e sugli arti come pure sopra gli occhi e sotto la coda. Altezza dei maschi: da 61 a 68 cm. Peso: circa 50 Kg. Altezza delle femmine: da 56 a 63 cm. Peso circa 42 Kg.
CARATTERE
Per le sue qualità psichiche, ma anche per il suo morso tenace e la sua imponente mole, il Rottweiler è un eccezzionale cane da difesa. È anche un ottimo cane da compagnia: può infatti essere l'amico più amabile, più discreto e più fidato. Ama stare vicino all'amato uomo, seguirlo e assecondarlo, ma non sopporta assolutamente le catene. E un cane discreto e tranquillo. Profondo osservatore, nulla sfugge al suo sguardo, anche quando appare distratto. Non è mai irrequieto né precipitoso, ma docile e pacato. Quando però avverte una minaccia rivolta al padrone, diventa terribile e il suo coraggio non conosce flessioni o debolezze. È istintivamente obbediente e possiede capacità di apprendere al di fuori del comune. Dotato di ottima memoria, non dimentica mai quanto gli è stato insegnato. Adora i bambini. che vigila con commovente costanza e, pur non partecipando attivamente ai loro giochi, tollera di buon grado di esserne l'oggetto, lasciandosi trattare in ogni modo e senza la minima reazione. È un cane che vive bene dovunque.
CON I BAMBINI
Particolare attenzione deve essere posta riguardo all'interazione del Rottweiler con i bambini. Il Rottweiler è generalmente un cane docile, amabile e protettivo nei confronti dei bambini della propria famiglia e se ben socializzato anche con altri bambini, non avendo subito dispetti o angherie da parte loro è portato ad essere tollerante, in quanto sa che non ha nulla da temere data la prestanza. Se non abituato potrebbe considerare i bambini qualora facciano schiamazzi, una minaccia per il territorio, la sicurezza sua e dei suoi cari e per le cose di sua proprietà (giochi, cibo, cuccia, componenti della famiglia). Non pochi sono i casi di aggressioni verso neonati o bambini, alcuni dei quali finiti in tragedia[3] ; è bene quindi tenere d'occhio i cani in presenza dei bambini e solo quando si è sicuri che li sappiano riconoscere ci si può fidare, unitamente a considerare che un neonato modifica un equilibrio affettivo all'interno della famiglia che può essere visto come una minaccia da scongiurare, è per questo che le femmine delle razze canine sono generalmente molto aggressive quando hanno i cuccioli. Si consiglia comunque la presenza di una persona adulta (questo vale per tutti i cani di una certa mole) perché è facile che un cane grosso possa ferire un bimbo anche solo giocando o urtandolo mentre corre e perché è importante sorvegliare che non siano i bambini a far del male al cane che spesso subisce senza reagire.
la REDAZIONE
IL Pitbull
Un cane fedele e dolce.Solo l'uomo può insegnargli l'aggresività.
Sul pit bull sono stati versati fiumi di inchiostro. Alcuni miti sono propagandati dalla stampa, per vari interessi. Uno di questi è che il pit bull è il risultato di un progetto genetico nato per creare un cane killer. Altro mito è che il pit bull è un incrocio dal temperamento instabile e pericoloso. La verità è molto più semplice. Nei secoli passati erano diffusi in tutta Europa dei cani da presa, utilizzati per controllare bovini, suini e altri animali semi-selvatici negli allevamenti e nei macelli, nella caccia grossa, come cani da guardia e anche nei combattimenti. Sia per la selezione per compiti simili, sia per l’incrocio tra le diverse varietà geografiche, i cani da presa avevano un aspetto simile: altezza di circa 50 cm al garrese, pelo corto o raso, muscolatura sviluppata, testa massiccia con denti grandi e massetteri possenti. Il Pit Bull discende dagli antichi molossi usati anche dagli antichi Romani nei combattimenti. Si è forgiato dai molossoidi che fin al ‘700 erano chiamati indistintamente “Bulldog”. Alla fine dell’Ottocento, grazie all’inserimento di sangue “Terrier”, nascono diverse razze, che daranno in seguito origine all’”American Pit Bull Terrier”. Nel 1898 nasce l’United Kennel Club e fin da subito vede con favore i combattimenti canini, che erano stati severamente proibiti in Inghilterra. Uno dei cani più usati nei combattimenti era appunto questa “razza”, che venne molto pubblicizzata dall’UKC. Nell’anno 1909 nacque la prima “American Pit Bull Association”. Nel corso degli anni, e specialmente negli ultimi anni, si sono sviluppate molte voci e credenze sull’aggressività e sulla ponderosità delle mascelle di questa “razza”. Al contrario di quanto si possa pensare questa “razza” è affidabile, se non si pretendono da esso atteggiamenti iperaggressivi. Resta comunque un cane di carattere, non adatto a tutti.
La razza che ha influito maggiormente fino al 1800 è il Bulldog di vecchio tipo (simile a un pit bull moderno), rinomato in tutta Europa come cane da lavoro e da combattimento. Nel 1800 in Europa vengono vietati i combattimenti, ma questi continuano nel Nuovo Continente. Il Bulldog si trasforma in un cane da show, ma il vecchio Bulldog da lavoro, incrociato probabilmente in tempi più remoti con i terrier, continua a vivere nel pit bull.
Il pit bull è la prima razza tutelata negli Stati Uniti da un club, l’American Dog Breeders Association (ADBA), e quindi dall’United Kennel Club (UKC). Ancora oggi l’ADBA accetta solo iscrizioni di pit bull, mentre l’UKC ha aperto i propri registri anche ad altre razze. Il pit bull ritorna in Europa negli anni Ottanta, diventando in breve un cane tristemente famoso per i combattimenti clandestini, e diventando di pari passo un cane di moda.Oggi esistono due selezioni principali, quella che segue i criteri morfo-funzionali del cane da combattimento, quella di un cane da show. Esiste inoltre una vasta popolazione di pit bull derivati da vari accoppiamenti senza finalità di selezione. Cane di taglia media, ha una costituizione molto solida e muscolosa: in linea generale è più forte di cani della stessa taglia. Ciò nonostante è molto rapido nei movimenti, agile e scattante. Ha un'espressione seria e tuttavia spesso ha uno sguardo molto dolce. In effetti ha un carattere molto devoto. Diversamente da molti altri cani, infatti, il pit bull dà tutto sé stesso ad un solo padrone, per il quale è disposto ad affrontare qualsiasi cosa, dimostrando spesso un coraggio eccezionale. Per questo si rivela un ottimo cane da guardia. Se abituato a stare in compagnia sia di altri cani che delle persone, non si rivela affatto un cane aggressivo, ma anzi un vero giocherellone.
Caratteristiche
Sul pit bull sono stati versati fiumi di inchiostro. Alcuni miti sono propagandati dalla stampa, per vari interessi. Uno di questi è che il pit bull è il risultato di un progetto genetico nato per creare un cane killer. Altro mito è che il pit bull è un incrocio dal temperamento instabile e pericoloso. La verità è molto più semplice. Nei secoli passati erano diffusi in tutta Europa dei cani da presa, utilizzati per controllare bovini, suini e altri animali semi-selvatici negli allevamenti e nei macelli, nella caccia grossa, come cani da guardia e anche nei combattimenti. Sia per la selezione per compiti simili, sia per l’incrocio tra le diverse varietà geografiche, i cani da presa avevano un aspetto simile: altezza di circa 50 cm al garrese, pelo corto o raso, muscolatura sviluppata, testa massiccia con denti grandi e massetteri possenti. Il Pit Bull discende dagli antichi molossi usati anche dagli antichi Romani nei combattimenti. Si è forgiato dai molossoidi che fin al ‘700 erano chiamati indistintamente “Bulldog”. Alla fine dell’Ottocento, grazie all’inserimento di sangue “Terrier”, nascono diverse razze, che daranno in seguito origine all’”American Pit Bull Terrier”. Nel 1898 nasce l’United Kennel Club e fin da subito vede con favore i combattimenti canini, che erano stati severamente proibiti in Inghilterra. Uno dei cani più usati nei combattimenti era appunto questa “razza”, che venne molto pubblicizzata dall’UKC. Nell’anno 1909 nacque la prima “American Pit Bull Association”. Nel corso degli anni, e specialmente negli ultimi anni, si sono sviluppate molte voci e credenze sull’aggressività e sulla ponderosità delle mascelle di questa “razza”. Al contrario di quanto si possa pensare questa “razza” è affidabile, se non si pretendono da esso atteggiamenti iperaggressivi. Resta comunque un cane di carattere, non adatto a tutti.
La razza che ha influito maggiormente fino al 1800 è il Bulldog di vecchio tipo (simile a un pit bull moderno), rinomato in tutta Europa come cane da lavoro e da combattimento. Nel 1800 in Europa vengono vietati i combattimenti, ma questi continuano nel Nuovo Continente. Il Bulldog si trasforma in un cane da show, ma il vecchio Bulldog da lavoro, incrociato probabilmente in tempi più remoti con i terrier, continua a vivere nel pit bull.
Il pit bull è la prima razza tutelata negli Stati Uniti da un club, l’American Dog Breeders Association (ADBA), e quindi dall’United Kennel Club (UKC). Ancora oggi l’ADBA accetta solo iscrizioni di pit bull, mentre l’UKC ha aperto i propri registri anche ad altre razze. Il pit bull ritorna in Europa negli anni Ottanta, diventando in breve un cane tristemente famoso per i combattimenti clandestini, e diventando di pari passo un cane di moda.Oggi esistono due selezioni principali, quella che segue i criteri morfo-funzionali del cane da combattimento, quella di un cane da show. Esiste inoltre una vasta popolazione di pit bull derivati da vari accoppiamenti senza finalità di selezione. Cane di taglia media, ha una costituizione molto solida e muscolosa: in linea generale è più forte di cani della stessa taglia. Ciò nonostante è molto rapido nei movimenti, agile e scattante. Ha un'espressione seria e tuttavia spesso ha uno sguardo molto dolce. In effetti ha un carattere molto devoto. Diversamente da molti altri cani, infatti, il pit bull dà tutto sé stesso ad un solo padrone, per il quale è disposto ad affrontare qualsiasi cosa, dimostrando spesso un coraggio eccezionale. Per questo si rivela un ottimo cane da guardia. Se abituato a stare in compagnia sia di altri cani che delle persone, non si rivela affatto un cane aggressivo, ma anzi un vero giocherellone.
Caratteristiche
- Corpo: dorso piuttosto corto. Presenta un leggero declivio dal garrese alla groppa, che offre una pendenza dolce e corta fino alla radice della coda. Petto ben disceso e largo. Costole ben cinturate, ben distese all'indietro, ben serrate tutte insieme. Regione lombare leggermente prominente.
- Mantello: pelo corto, serrato, duro al tocco e lucente. Colore: qualsiasi colore è ammesso, monocolore, pluricolore o striato.
- Testa: di lunghezza media e alta. Cranio largo e stop netto.
- Coda: piuttosto corta in confronto alla taglia del cane; attaccata bassa, si assottiglia in una punta fine. Mai arrotolata, né portata al di sopra del dorso, né amputata.
- Carattere: è un cane soprattutto coraggioso e molto devoto e fedele al proprio proprietario.
la REDAZIONE
Il Dobermann
Il cane da guardia per eccellenza e fierezza.
Origine
Nel 1876 l'allevatore tedesco Karl Friedrich Luis Dobermann in veste di moderno demiurgo diede alla luce la sua creatura, il cane che venne battezzato con il suo nome, sebbene il cinofilo non potè assistere al riconoscimento ufficiale della razza avvenuto nel 1898.L'allevatore tedesco compì una vera e propria opera d'arte, creando una razza di cane da guardia che brilla per eleganza del corpo ed intelligenza, uno degli animali più fedeli verso il proprio padrone, essendo pronto a difenderlo a costo della vita.Le razze utilizzate per la selezione del Dobermann sono varie e non si conoscono tutte con certezza. La base di partenza fu il Pinscher - per l'esattezza una femmina fuori taglia chiamata in un primo momento Bismarck e poi cambiata in Bismart per evitare di offendere il primo Cancelliere Otto von Bismarck - e vennero poi introdotti lo Stoppelhopser l'antenato dell'attuale Pastore Tedesco ed oggi completamente estinto come anche il cane da Macellaio progenitore dell'attuale Rottweiler usato come bovaro, il levriero Greyhound, il Beauceron -da notare le somiglianze morfologiche e caratteriali tra le due razze ed il fatto che, in tempi non lontani, il Dobermann venisse chiamato Baruch- , il Manchester black and tan terrier ed infine l'Alano blu ed il bracco di Weimar che si riscontrano tuttora nei soggetti di colore "blu" ed "Isabella".La razza dobermann venne ufficialmente riconosciuta nel 1898, ben quattro anni dopo la morte del suo creatore. Il merito maggiore dell'istituzione di un libro genealogico sulla razza va ad Otto Göller, giudice nelle esposizioni tedesche, amico di Karl Friedrich ed allevatore e studioso della stessa. Göller allevava con il suffisso "Von Turingen" ed i primi Dobermann ad entrare nel libro delle origini tedesco furono i suoi Graaf Belling V. Gronland e Gerthilde V. Gronland.Durante la prima guerra mondiale, i dobermann vennero impiegati nell'esercito tedesco per portare ordini al fronte, ricercare feriti e dispersi e per fare la guardia a prigionieri o depositi. Oggigiorno viene adoperato da moltissime associazioni di pubblica utilità come cane da ricerca e soccorso e da svariati eserciti come cane da difesa o da ricerca di stupefacenti ed esplosivi. Negli USA viene usato dai Marines che lo soprannominano "Devil Dog" a causa della particolare similitudine con le corna che assumono le orecchie quando vengono tagliate.
Carattere
L'addestramento influenza, infatti, in maniera determinante il comportamento del cane che, forte delle sue caratteristiche fisiche frutto di elaborate selezioni, può divenire realmente minaccioso qualora percepisca un pericolo. Tale impulso non ha origine però da un'abnorme crescita del cervello, come narra una leggenda metropolitana, bensì per un addestramento ben appreso e per caratteri genetici.Il dobermann è in grado di scattare come una molla se percepisce un pericolo imminente, rivelando tutta la potenza fisica esplosiva di cui è dotato. Aggiungendo ad essa la particolare dentatura con la caratteristica chiusura a forbice che garantisce una salda presa al cane da guardia, il dobermann si rivela uno dei migliori cani da utilità, impiegato nella difesa privata e dalle forze di polizia.Oltre che per le doti caratteriali ed intellettive, il dobermann è celebre per il suo aspetto fisico, elegante ed atletico. Il corpo è muscoloso, ma non pesante in ragione dell'armoniosità assicurata dalla laboriosa selezione, ed il mantello con il pelo corto aderente al corpo e lucente attrae molti estimatori del cane dal manto nero, marrone o grigio blu, sempre contraddistinto dalle famose focature.Un'altra caratteristica distintiva del dobermann è la testa, perfettamente modellata, ricoperta dalla pelle aderente che ne evidenzia le forme nette e sempre eretta, a riprova dell'innata eleganza e dell'immancabile attenzione verso ciò che accade attorno. Sul muso spicca poi la bocca con la tipica, oltre che micidiale, chiusura a forbice alla quale si accompagna una dentatura completa di 42 denti.Sempre erette come il muso sono le orecchie dall'alta attaccatura, le quali forniscono un'ulteriore prova di come dobermann non sappia cosa sia la distrazione essendo istintivamente portato a dare importanza ad ogni suono o piccolo gesto, orecchie che in passato era abitudine diffusa tagliarle per ragioni estetiche, così come la coda. Nel passato, anche recente, alla crescente diffusione del dobermann è seguito un indiscriminato allevamento di soggetti risultanti da criteri selettivi alquanto discutibili, con il risultato che molti cani hanno dimostrato un carattere iper-aggressivo che ha animato tristissima fama per la razza ed il falso mito del dobermann cane che impazzisce facilmente.
La corretta selezione operata da seri allevatori ha permesso di far rientrare l'allarme e di fissare quelle che sono le attuali caratteristiche comportamentali del dobermann. Il Dobermann ha una naturale predisposizione per la guardia, è dotato di ottima intelligenza e capacità di apprendimento, qualità che lo fanno cane adatto all'addestramento anche ai fini della difesa personale. Tendenzialmente equilibrato è un cane molto reattivo e particolarmente protettivo verso i suoi cari, per cui è necessaria una adeguata socializzazione, impartita da uno scrupoloso addestratore o da un padrone dal polso fermo ed autoritario, che mai faccia mancare l'affetto al suo cane. Di straordinaria agilità, dotato di ottimo fiuto, il dobermann necessità di molto moto per conservare le sue eccezionali qualità di atleta; a queste condizioni può essere tenuto anche in appartamento, dove dimostra la sua naturale pulizia.
Aspetto fisico
Cane di taglia medio-grande, costruzione "nel quadrato" (altezza al garrese=lunghezza del tronco), atletico e slanciato. Muscoloso ma complessivamente leggero, non deve mai dare l'impressione di pesantezza. Linea dorsale retta. Coda tradizionalmente amputata corta, se lasciata integra è sottile, di media lunghezza. Testa piccola, assi cranio-facciali paralleli, stop poco marcato, occhi piccoli, orecchie inserite in alto (tradizionalmente amputate in modo caratteristico, tale da mantenerle erette, se integre sono lunghe e pendenti)attualmente il taglio in Italia e in molti altri paesi europei non è più ammesso , collo slanciato ed elegante. Il pelo è sempre raso e lucido. Il colore più comune è il nero focato, ma viene ammesso dallo standard anche il marrone focato; altri colori non riconosciuti dallo standard FCI sono il blu focato, l'isabella e l'albino. Per quanto riguarda il manto blu ed Isabella, dal 1995 non sono più accettati e non è stata più permessa la riproduzione agli individui di quel tipo, in quanto si è scoperto che il gene che attribuiva il colore del manto era lo stesso che poi causava al cane una forma di alopecia (perdita del pelo su tutto il corpo con formazione di croste tendenti all'infezione) detta del Mutante di Colore.
la REDAZIONE
Akita Inu
Simbolo di eleganza e fierezza.
STORIA
Nasce nella prefettura di Akita, da cui prende il nome, situata nella parte più settentrionale dell'Isola di Honshu, caratterizzata da aspre montagne e scarsamente popolata, rigidi inverni segneranno la storia di questo bellissimo cane. Antichissima la storia che ci porta all'epoca Giomon (5.000/3.000 a.C.), alcuni ritrovamenti archeologici risalenti a questa epoca ci mostrano statuette di terracotta, specchi in bronzo, vasi di pietra con raffigurazioni di cani con orecchie erette e coda arricciata sulla schiena , molto simili agli attuali Akita.I progenitori degli Akita ( nome acquisito in epoca più recente) venivano chiamati a seconda del compito svolto : come cacciatori Matagi o come guerrieri Kurae. questo cane si distinse subito per la grande dignità divenne simbolo di forza, coraggio, lealtà, potenza e ricchezza.questi meravigliosi cani venivano utilizzati come cani da caccia all’orso, dal 1603 vennero utilizzati anche come cani da combattimento.Per tale scopo erano però necessari soggetti di grande mole, con caratteristiche molossoidi, quindi dal 1868 gli Akita Matagi, che avevano caratteristiche Spitz, vennero incrociati con i Tosa e con i Mastini, conl’immissione di queste razze la taglia degli Akita aumentò e con essaandarono perdute anche le caratteristiche Spitz. Agli inizi del novecentoi combattimenti vennero proibiti, ma la razza era ormai molto diffusa e ilGiappone nel 1931 dichiarò Monumenti Nazionali nove esemplari.Era il cane dei cacciatori più coraggiosi che osavano affrontare lo Yezo il temibile orso, dei Samurai che accompagnava in battaglia e dello Shogun; venivano allevati con profondo rispetto, amore e cure particolari.Per ottenere cani sempre più potenti vennero praticati incroci con i molossoidi, la razza subì gravi conseguenze arrivando quasi all'estinzione, quando alcuni allevatori della regione di Akita iniziarono una lunga selezione per riportare i cani al loro tipo originario. Un gruppo di autentici appassionati ne curo' scrupolosamente la selezione ottenendo l'onoreficenza di monumento naturale e tesoro Nazionale.Il Sindaco di Odate fondò nel 1927 l'Akita inu Hozonkai una società specializzata per la tutela della razza; fu stabilito il nome ufficiale della razza e si scelse Akita per sottolinearne la provenienza. Sorsero due linee di sangue: la linea Dewa e Ichinoseki che accompagnarono l'Akita fino ai tempi moderni.La linea Ichinoseki venne allevata, secondo vecchi criteri, in zone impervie nei pressi di Odate, la linea Dewa trovò estimatori nei pressi della capitale. Dopo la Guerra, i primi Americani che entrarono a Tokyo incontrarono i primi soggetti che esportarono nel loro Paese, ecco perche' ancora oggi notiamo la differenza di due tipi ben distinti di Akita il tipo Giapponese e il tipo Americano. La stima e l'amore che la razza gode in patria sono rimarchevoli e' usanza regalare la rappresentazione di questa razza come auspicio di buona fortuna. La stima e l'amore che la razza gode in patria sono rimarchevoli e' usanza regalare la rappresentazione di questa razza come auspicio di buona fortuna.
ASPETTO
È un cane massiccio, di corporatura enorme e aspetto degno di stima e rispetto. I maschi sono alti 64-70 cm e le femmine 58-64; il loro peso si aggira intorno ai 35-40 chilogrammi. La differenza tra maschi e femmine deve essere marcata e netta. Il cranio è ampio con fronte spaziosa; tartufo scuro e cicciotto; muso a punta, con canna nasale diritta e poco lunga; verso il collo si allarga; i denti sono forti e non sporgenti. Gli occhi sono scuri, piccoli, abbastanza separati tra di loro, che riflettono la loro natura di cani attenti, ma docili. Le orecchie sono erette e leggermente inclinate in avanti; si allargano all'attaccatura con la testa; la coda arriva al garretto ed è arrotolata sul dorso in varie posizioni, che sono tutte accettate; una eccezione è la coda dritta. Le zampe sono muscolose, forzute con ossatura forte; d'altronde venivano usati come cani da caccia e da guardia e quindi hanno sviluppato tutti i muscoli. Il pelo è abbastanza lungo e ruvido con sottopelo appena pronunciato ma soffice; nella coda è molto folto. i colori ammessi sono 4: bianco, fulvo, tigrato e sesamo, tutti i colori devono avere l'urajiro (pelo biancastro) sui lati del muso e sulle guance, sotto le mascelle sulla gola sul petto e sul ventre nonché sul lato inferiore della coscia e nelle parti interne degli arti.
CARATTERE
Tranquillo e coccolone con il padrone; agli estranei non dà molta confidenza ma al tempo stesso è molto dolce e gentile. Sospettoso e aggressivo con chi considera ostile, non abbaia quasi mai. Non è un cane che reagisce d'impulso, essendo per sua natura molto ubbidiente. È considerato nel suo paese un cane molto valoroso e dignitoso, perché ha una andatura fiera, molto elegante e molto vigorosa; si sente importante e lo dimostra. Quando è calmo è un cane molto pacato, ma quando scatta ha la velocità di un fulmine. Molto dolce con i bambini. Cane estremamente intelligente e molto servizievole, ama aiutare il padrone anche con piccoli gesti, ama moltissimo giocare. Il difetto del suo carattere è che non va molto d'accordo con gli altri cani tendendo a essere molto geloso in quanto vuole essere il numero uno. Ottimo cane da guardia. Questo cane ama molto il padrone e un suo piccolo difetto è non considerare gli altri al di fuori del suo padrone.
STORIA
Nasce nella prefettura di Akita, da cui prende il nome, situata nella parte più settentrionale dell'Isola di Honshu, caratterizzata da aspre montagne e scarsamente popolata, rigidi inverni segneranno la storia di questo bellissimo cane. Antichissima la storia che ci porta all'epoca Giomon (5.000/3.000 a.C.), alcuni ritrovamenti archeologici risalenti a questa epoca ci mostrano statuette di terracotta, specchi in bronzo, vasi di pietra con raffigurazioni di cani con orecchie erette e coda arricciata sulla schiena , molto simili agli attuali Akita.I progenitori degli Akita ( nome acquisito in epoca più recente) venivano chiamati a seconda del compito svolto : come cacciatori Matagi o come guerrieri Kurae. questo cane si distinse subito per la grande dignità divenne simbolo di forza, coraggio, lealtà, potenza e ricchezza.questi meravigliosi cani venivano utilizzati come cani da caccia all’orso, dal 1603 vennero utilizzati anche come cani da combattimento.Per tale scopo erano però necessari soggetti di grande mole, con caratteristiche molossoidi, quindi dal 1868 gli Akita Matagi, che avevano caratteristiche Spitz, vennero incrociati con i Tosa e con i Mastini, conl’immissione di queste razze la taglia degli Akita aumentò e con essaandarono perdute anche le caratteristiche Spitz. Agli inizi del novecentoi combattimenti vennero proibiti, ma la razza era ormai molto diffusa e ilGiappone nel 1931 dichiarò Monumenti Nazionali nove esemplari.Era il cane dei cacciatori più coraggiosi che osavano affrontare lo Yezo il temibile orso, dei Samurai che accompagnava in battaglia e dello Shogun; venivano allevati con profondo rispetto, amore e cure particolari.Per ottenere cani sempre più potenti vennero praticati incroci con i molossoidi, la razza subì gravi conseguenze arrivando quasi all'estinzione, quando alcuni allevatori della regione di Akita iniziarono una lunga selezione per riportare i cani al loro tipo originario. Un gruppo di autentici appassionati ne curo' scrupolosamente la selezione ottenendo l'onoreficenza di monumento naturale e tesoro Nazionale.Il Sindaco di Odate fondò nel 1927 l'Akita inu Hozonkai una società specializzata per la tutela della razza; fu stabilito il nome ufficiale della razza e si scelse Akita per sottolinearne la provenienza. Sorsero due linee di sangue: la linea Dewa e Ichinoseki che accompagnarono l'Akita fino ai tempi moderni.La linea Ichinoseki venne allevata, secondo vecchi criteri, in zone impervie nei pressi di Odate, la linea Dewa trovò estimatori nei pressi della capitale. Dopo la Guerra, i primi Americani che entrarono a Tokyo incontrarono i primi soggetti che esportarono nel loro Paese, ecco perche' ancora oggi notiamo la differenza di due tipi ben distinti di Akita il tipo Giapponese e il tipo Americano. La stima e l'amore che la razza gode in patria sono rimarchevoli e' usanza regalare la rappresentazione di questa razza come auspicio di buona fortuna. La stima e l'amore che la razza gode in patria sono rimarchevoli e' usanza regalare la rappresentazione di questa razza come auspicio di buona fortuna.
ASPETTO
È un cane massiccio, di corporatura enorme e aspetto degno di stima e rispetto. I maschi sono alti 64-70 cm e le femmine 58-64; il loro peso si aggira intorno ai 35-40 chilogrammi. La differenza tra maschi e femmine deve essere marcata e netta. Il cranio è ampio con fronte spaziosa; tartufo scuro e cicciotto; muso a punta, con canna nasale diritta e poco lunga; verso il collo si allarga; i denti sono forti e non sporgenti. Gli occhi sono scuri, piccoli, abbastanza separati tra di loro, che riflettono la loro natura di cani attenti, ma docili. Le orecchie sono erette e leggermente inclinate in avanti; si allargano all'attaccatura con la testa; la coda arriva al garretto ed è arrotolata sul dorso in varie posizioni, che sono tutte accettate; una eccezione è la coda dritta. Le zampe sono muscolose, forzute con ossatura forte; d'altronde venivano usati come cani da caccia e da guardia e quindi hanno sviluppato tutti i muscoli. Il pelo è abbastanza lungo e ruvido con sottopelo appena pronunciato ma soffice; nella coda è molto folto. i colori ammessi sono 4: bianco, fulvo, tigrato e sesamo, tutti i colori devono avere l'urajiro (pelo biancastro) sui lati del muso e sulle guance, sotto le mascelle sulla gola sul petto e sul ventre nonché sul lato inferiore della coscia e nelle parti interne degli arti.
CARATTERE
Tranquillo e coccolone con il padrone; agli estranei non dà molta confidenza ma al tempo stesso è molto dolce e gentile. Sospettoso e aggressivo con chi considera ostile, non abbaia quasi mai. Non è un cane che reagisce d'impulso, essendo per sua natura molto ubbidiente. È considerato nel suo paese un cane molto valoroso e dignitoso, perché ha una andatura fiera, molto elegante e molto vigorosa; si sente importante e lo dimostra. Quando è calmo è un cane molto pacato, ma quando scatta ha la velocità di un fulmine. Molto dolce con i bambini. Cane estremamente intelligente e molto servizievole, ama aiutare il padrone anche con piccoli gesti, ama moltissimo giocare. Il difetto del suo carattere è che non va molto d'accordo con gli altri cani tendendo a essere molto geloso in quanto vuole essere il numero uno. Ottimo cane da guardia. Questo cane ama molto il padrone e un suo piccolo difetto è non considerare gli altri al di fuori del suo padrone.
la REDAZIONE
Il Pastore Tedesco
Un guardiano infallibile e un amico speciale.
Il pastore tedesco è una delle razze canina più diffusa e più famose nel mondo.Si calcola che addirittura un cane su nove sia un pastore tedesco, anche se solamente il 15% del totale è costituito da soggetti di razza pura, selezionati accuratamente per mettere in risalto le qualità ed evitare gli eventuali difetti caratteriali. Nato un centinaio di anni fa come guardiano delle greggi sui monti della Baviera, il pastore tedesco arrivò in breve tempo a ottenere una grandissima popolarità. Di eccezionale intelligenza, assolutamente devoto e fedele al padrone e dalla grande capacità di apprendere molto velocemente, il pastore tedesco viene ampiamente impiegato come cane da guardia o come cane da salvataggio e come aiuto dalla Protezione civile. È inoltre utilizzato dai non vedenti come ausiliare durante le passeggiate e dalle Forze Armate come cane antidroga e anche dalla Polizia,anche se negli ultimi decenni subisce la concorrenza spietata del Labrador.Chi non ricorda il cane Rex della ben nota serie televisiva? Ma Rex non stato il solo pastore tedesco ad avere notorietà televisiva; i più attempati ricorderanno senz'altro il simpatico ed eroico pastore tedesco che era l'inseparabile compagno del piccolo soldato Rusty, il mitico Rin Tin Tin.
Le origini
Di origine germanica, il pastore tedesco (il termine per indicarlo è schäferhund, cane da pastore) deve la sua origine al capitano Max Von Stephanitz che, dopo lunga selezione fra i molti cani da pastore esistenti in alcune regioni della Germania, affini nel tipo ma assai eterogenei per taglia, pelo e colore, ottenne nel 1895 l'attuale tipo omogeneo, morfologicamente perfetto ed equilibrato nel carattere. Lo stesso capitano nel 1899 fondò l'Unione del cane da pastore tedesco e pubblicò il primo standard della razza, quindi il riconoscimento ufficiale della razza risale soltanto a poco più di 100 anni fa. L'origine dei cani da pastore è assai antica e la si fa risalire, secondo la maggior parte degli studiosi, al Canis familiaris matris optimae, già utilizzato dall'uomo per la sorveglianza delle greggi; per altri invece i cani da pastore lupoidi deriverebbero dal più antico Canis familiaris inostranzewi. Attualmente vengono assegnate ai cani da pastore una cinquantina di razze raggruppabili secondo il luogo di origine: la più nota è comunque il cane da pastore tedesco, definito da molti, seppur erroneamente, come "cane-lupo".
Aspetto generale e caratteristiche fisiche del pastore tedesco
Il pastore tedesco mostra un aspetto complessivamente ben proporzionato, prestante, non troppo massiccio né pesante, ma neppure eccessivamente leggero. Il corpo è abbastanza lungo, di solida ossatura, buona muscolatura, capace di resistenza e velocità notevoli e di movimenti atletici e improvvisi. L'andatura del pastore tedesco si presenta agile, armoniosa e sostenuta, esente da eccessivi movimenti sussultori e assolutamente priva di rigidità. La testa è proporzionata alle dimensioni del corpo, con occhi di media grandezza, a mandorla, leggermente obliqui e dal colore adeguato a quello del pelo. Le orecchie sono di dimensioni moderate, più larghe che lunghe, piazzate sulla parte superiore del cranio, che, in posizione eretta, conferiscono al cane un'espressione vigile. La coda è folta e pelosa, arrivando quasi fino al garretto, si mostra pendente quando l'animale è a riposo e completamente ritta in stato di eccitazione. Il pelo varia considerevolmente a seconda dei tipi: il pelo corto è il più comune ed è dritto, duro e aderente, dalla colorazione generalmente nera, con focature regolari brune, gialle fino al grigio chiaro, anche con sella nera. Esistono inoltre pastori tedeschi a pelo lungo e a pelo compatto e aderente, con colorazioni che possono variare dal sabbia al nero, dal fulvo fino al dorato, ma esistono anche pregiati individui albini, quasi completamente bianchi. Infine l'altezza media al garrese (il punto più alto del dorso) è di 62,5 cm per i maschi e di 57,5 cm per le femmine, mentre il peso di un individuo adulto si aggira intorno ai 32 kg. Le patologie più ricorrenti per la razza del pastore tedesco sono la displasia congenita dell'anca, la displasia del gomito e la displasia del ginocchio, si ricordano poi la piodermite profonda e le fistole perianali.
Gli aspetti caratteriali del pastore tedesco
Il pastore tedesco presenta spiccate caratteristiche di vivacità, attenzione, fedeltà, stato di perpetua vigilanza in caso di rumori e movimenti, atteggiamento privo di timore, ma sospettoso con gli estranei, a differenza dell'espansività mostrata da altre razze. È dotato inoltre di rilevanti doti mentali e di temperamento, che ne fanno senza dubbio uno dei cani più intelligenti e più indicati per la collaborazione con l'uomo. Il pastore tedesco è incondizionatamente devoto al proprio padrone, ama la compagnia dell'uomo tanto che i secoli di lavoro trascorsi con lui come cane pastore, lo hanno reso percettivo al massimo grado. Questo elemento si è rivelato molto importante per i suoi successi come cane poliziotto, come guida per i non vedenti, come cane da guardia e in molti altri servizi quali quelli delle squadre di soccorso nei casi di valanga e per le pattuglie militari. In questo ultimo caso, per esempio, i cani pastore sono stati talvolta direttamente autori del salvataggio di vite umane e inoltre alcuni pastori tedeschi si sono distinti per il loro coraggio nel corso di difficili missioni in tempo di guerra, tanto che alcuni di loro hanno ricevuto la medaglia per l'eroismo dimostrato.
Il pastore tedesco mostra un innato senso protettivo, soprattutto nei confronti dei bambini, che accudisce come un vero e proprio guardiano. Coraggioso e molto generoso, sempre pronto a difenderli da qualsiasi pericolo e ad avvisare il padrone se si presenta qualche problema.
la REDAZIONE
L ' Husky
Una cane da lavoro dall'innata eleganza
Origini:
Nativo della Siberia l'Husky è stato portato in Alaska nel 1910. Sono stati utilizzati per secoli dal popolo indiano dei Chukchi in Siberia per trainare le slitte, come cane da gregge negli allevamenti di renne e come cane da guardia. Erano cani perfetti per resistere alle dure condizioni climatiche ed ambientali della Siberia. L'Husky siberiano è un cane da slitta molto leggero e con una notevole resistenza fisica. E' stato portato dai commercianti delle pellicce di Malamute in Nord America, per le corse artiche visto la sua grande velocità. Nel 1925 nella città di None nell'Artico, c'è stata una grave epidemia di difterite: visto la zona molto disagiata e difficile da raggiungere anche a causa delle condizioni climatiche avverse, si è pensato bene di utilizzare una squadra di questi fantastici cani per portare le medicine agli abitanti di None, debellando così quella terribile epidemia. L'eroe della "serum run" fu Togo che all'epoca aveva circa 16 anni!! Ed era lui il vero miglior cane dell'alaska... e non Balto (che poi erroneamente è stato portato alla ribalta) che era "una nullità" a detta dello stesso proprietario.
a quest'ultimo però sono stati dedicati dei film e dei cartoni animati. Questo evento ha concentrato l'attenzione nazionale sull' Husky siberiano e ha contribuito a diffondere sempre più questa razza. L'Husky siberiano è stato utilizzato inoltre per le spedizioni artiche dell'ammiraglio Byrd. Solitamente tendono a formare un branco. Ora è una razza molto popolare e viene considerato un buon cane da compagnia, da traino da slitta e da corsa.
Descrizione:
I siberian huskY sono dei cani forti, robusti e "lavorativi". Si vedono in tutti i colori dal nero al bianco più puro. Hanno delle striature particolari sulla testa che non sono presenti in altre razze. Le scelte di colore includono il nero e il bianco che sfumano dal chiaro al scuro, il colore rosso e bianco che sfuma dal chiaro (pesca o arancio) allo scuro (color cioccolato o marrone), grigio e bianco che sfuma dal chiaro (argento) allo scuro (grigio lupo), a sabbia e bianco (rosso-arancio con le punte nere). Tutti i tipi di striature del mantello sono accettate, essendo i più noti quelli misti. Queste striature del pelo sono simili a quelle di un cavallo pezzato. La maschera del muso e il sotto del corpo solitamente sono di colore bianco mentre il restante del mantello è colorato. Gli occhi sono a forma di mandorla, moderatamente spaziati e leggermente obliqui. Un'idea comune assolutamente sbagliata è quella che sostiene che tutti gli Husky abbiano gli occhi azzurri. Gli occhi infatti possono essere dei seguenti colori: azzurri, marroni, ambra o una combinazione di tutti questi colori compreso gli occhi metà azzurri e metà marroni. Le sue "scarpe da neve" (ossia le zampe) hanno dei ciuffi di pelo tra le dita in modo da avere più presa sul terreno ghiacciato. Le sue orecchie sono posizionate alte ed erette. Il Siberian Husky ha un sottopelo lanoso e un pelo di copertura soffice. Resistente a temperature molto basse, fino a -50°C -60° C.
Temperamento:
questi cani sono dolci e giocherelloni ma altrettanto ostinati ed imprevedibili. Sono vivaci è molto affettuosi con la loro famiglia. E' un cane socievole, docile, intelligente. Ha parecchia energia. Va d'accordo con i bambini ed è amichevole con gli sconosciuti. Non è un cane da guardia visto che abbaia poco ed ama tutti. Gli Husky sono molto intelligenti ma mantengono sempre la propria indipendenza ed obbediscono agli ordini se ne vedono lo scopo. Durante l'addestramento si deve avere molta pazienza ed essere coerenti e tenere in considerazione il carattere "artico" del cane. Infatti tenterà di dimostrare la sua superiorità ed indipendenza appena ne avrà modo. Gli Husky sono dei compagni di jogging eccellenti finché non farà troppo caldo. Per questi cani può risultare difficile stare in appartamento senza fare danni. Infatti questa razza si annoia facilmente. Questo cane non sopporta di essere lasciato da solo, così se questa è la razza per voi, tenete in considerazione la possibilità di prenderne due. Bisogna ricordarsi che l'Husky è un cane con la passione per la slitta presente nel suo cuore e nella sua anima. Sono buoni con gli altri animali domestici se cresciuti fin da cuccioli con loro. Gli Husky sono "economici" dal punto di vista dell'alimentazione e necessitano di meno mangiare di quanto non potreste pensare. A questi cani piace muoversi e passeggiare. Sono dei compagni meravigliosi per chi sa cosa aspettarsi da una razza così intelligente e bella.
Altezza e peso:
altezza: maschi 53-60 cm ; femmine 51-56 cm
peso: maschi 20 ½kg - 27 ; femmine 16-22 ½kg.
Problemi di salute:
Gli Husky sono relativamente esenti da problemi specifici della razza, oltre alla displasia dell'anca e a problemi occasionali agli occhi (come le cataratte giovanili, PRA, la distrofia corneale, opacità corneali e lo spostamento dell'uretra). A volte hanno anche delle dermatiti sensibili allo zinco.
Condizioni di vita:
Non sono cani adatti alla vita in appartamento ma possono abituarsi a viverci se educati ed esercitati correttamente. Sono cani molto attivi anche vivendo in appartamento e per questo starebbero meglio in un grande recinto. A causa del loro folto e pesante cappotto prediligono il clima freddo. E' quindi consigliabile se il cane vive in appartamento, non costringerlo a temperature eccessive.
la REDAZIONE
Il Bulldog
Due occhi dolcissimi su un viso aggressivo.
Origine
Alcuni hanno definito il Bulldog Inglese un “paradosso naturale” e hanno scritto che “il Bulldog è un cane bellissimo nella sua bruttezza”. Che sia un paradosso naturale è ormai scientificamente provato, infatti questa razza deriva sicuramente da un’anomalia perpetuata nella specie. A fissare i suoi caratteri e le sue particolarità ci ha pensato l’uomo. D'altronde molte delle razze animali che noi oggi conosciamo sono derivate dal medesimo fattore naturale. Il suo nome in inglese significa “cane toro”, il quale gli venne assegnato perché verso la metà dell’Ottocento, questi soggetti venivano impiegati in sanguinosi combattimenti con i tori dentro le arene della Gran Bretagna. Il Bulldog discende certamente, come quasi tutti i molossi, dagli antichi “Mastini asiatici” importati dai commercianti fenici in Bretagna e che gli antichi Romani, dopo averli introdotti a Roma, facevano combattere contro gli schiavi e le bestie feroci. Oggi questa razza è abbastanza nota e apprezzata in tutto il mondo, anche grazie al cinema, che ha contribuito a far conoscere il suo simpatico aspetto. Negli Stati Uniti hanno creato da questa razza un’altra razza molto simile chiamata “American Bulldog”.
Aspetto generale
Cane di piccola taglia, brachimorfo brachicefalo. La sua statura è piccola ma è largo e molto robusto di costituzione. La sua testa è molto massiccia e molto ampia in rapporto alla sua taglia. Possiede masse muscolari molto sviluppate e toniche. Il suo corpo, visto da sopra, deve assumere la forma “a pera” con la parte anteriore del corpo più larga rispetto a quella posteriore. Il muso è corto e pieno. Molto simpatico ed affascinante nell’aspetto estetico.
Carattere
Anche se è stato classificato dalla Federazione Internazionale nel gruppo dei cani da utilità, il Bulldog è un perfetto cane da compagnia. Ama moltissimo stare insieme alle persone e cerca sempre di essere accarezzato e preso in considerazione da tutti quelli che lo circondano quotidianamente. Ama “poltrire”, passando la maggior parte del suo tempo a dormire. Possiede anche le doti per essere un discreto cane da guardia. E’ molto affettuoso e leale con il padrone. Ama molto viaggiare, ma non tollera il caldo, perciò bisogna sempre stare attenti a non farlo accaldare troppo. Il fattore caldo è una delle principali cause di morte in questa razza, poichè data la loro canna nasale troppo corta, ha diverse difficoltà respiratorie. E’ un cane di grande fascino. E’ abbastanza difficile da allevare, perché date le sue dimensioni del cranio e del corpo, quasi tutte le femmine vengono fatte partorire con il “parto cesareo”. Una delle razze più indicate per chi cerca un cane tranquillo.
Standard Peso:
- maschi 24-25 kg
- femmine 22-23 kg
Aspetto
Tronco: compatto, con petto molto ampio e con diametro grande. Dorso robusto e corto. Più largo davanti e più piccolo posteriormente.
Testa e muso: Cranio larghissimo; la sua circonferenza è circa pari all’altezza al garrese. La punta del cranio, la punta del tartufo e la punta del mento devono essere rigorosamente sulla stessa linea (un elemento fondamentale per il giudizio). Il muso ha una ruga ben evidente sul tartufo. Fronte ampia.
Tartufo: molto largo e voluminoso, con narici ben larghe e definite.
Denti: regolarmente allineati, completi nel numero. Chiusura prognata. I canini non devono essere visibili a bocca chiusa. La mascella non deve essere deviata.
Collo: forte e muscoloso. La sua lunghezza è moderata. Ben arcuato.
Orecchie: portate “a rosa”. Attaccate alte sulla testa.
Arti: molto vigorosi, con un notevole spessore e muscolatura. Gli arti anteriori sono più corti dei posteriori. Piedi rotondi e chiusi.
Spalla: larghe, profonde e oblique.
Muscolatura: sviluppata ed evidente in tutto il corpo.
Linea superiore: deve avere un lieve avvallamento dietro le spalle, poi la spina dorsale risale verso i reni, per poi ricadere nuovamente verso la coda. Una degli elementi più importanti nel giudizio.
Coda: con attaccatura bassa. Deve essere di forma rotonda e priva di frange di pelo. Portata verso il basso. Di giusta lunghezza.
Pelo: di tessitura abbastanza fine e di buona compattezza. Deve apparire corto e morbido.
Colori ammessi: tigrato, bianco, bianco pezzato, marrone, fulvo, bianco screziato. Il nero non è ammesso ed infatti è estremamente raro.
Difetti più ricorrenti: misure fuori standard, soggetto troppo alto sugli arti, petto poco ampio, orecchio portato male, dorso scorretto, linea del muso scorretta, tartufo in fuori, canini sporgenti, dentatura scorretta, monorchidismo, criptorchidismo, colore nero, occhio chiaro, piede aperto, mascella deviata, movimento scorretto.
Origine
Alcuni hanno definito il Bulldog Inglese un “paradosso naturale” e hanno scritto che “il Bulldog è un cane bellissimo nella sua bruttezza”. Che sia un paradosso naturale è ormai scientificamente provato, infatti questa razza deriva sicuramente da un’anomalia perpetuata nella specie. A fissare i suoi caratteri e le sue particolarità ci ha pensato l’uomo. D'altronde molte delle razze animali che noi oggi conosciamo sono derivate dal medesimo fattore naturale. Il suo nome in inglese significa “cane toro”, il quale gli venne assegnato perché verso la metà dell’Ottocento, questi soggetti venivano impiegati in sanguinosi combattimenti con i tori dentro le arene della Gran Bretagna. Il Bulldog discende certamente, come quasi tutti i molossi, dagli antichi “Mastini asiatici” importati dai commercianti fenici in Bretagna e che gli antichi Romani, dopo averli introdotti a Roma, facevano combattere contro gli schiavi e le bestie feroci. Oggi questa razza è abbastanza nota e apprezzata in tutto il mondo, anche grazie al cinema, che ha contribuito a far conoscere il suo simpatico aspetto. Negli Stati Uniti hanno creato da questa razza un’altra razza molto simile chiamata “American Bulldog”.
Aspetto generale
Cane di piccola taglia, brachimorfo brachicefalo. La sua statura è piccola ma è largo e molto robusto di costituzione. La sua testa è molto massiccia e molto ampia in rapporto alla sua taglia. Possiede masse muscolari molto sviluppate e toniche. Il suo corpo, visto da sopra, deve assumere la forma “a pera” con la parte anteriore del corpo più larga rispetto a quella posteriore. Il muso è corto e pieno. Molto simpatico ed affascinante nell’aspetto estetico.
Carattere
Anche se è stato classificato dalla Federazione Internazionale nel gruppo dei cani da utilità, il Bulldog è un perfetto cane da compagnia. Ama moltissimo stare insieme alle persone e cerca sempre di essere accarezzato e preso in considerazione da tutti quelli che lo circondano quotidianamente. Ama “poltrire”, passando la maggior parte del suo tempo a dormire. Possiede anche le doti per essere un discreto cane da guardia. E’ molto affettuoso e leale con il padrone. Ama molto viaggiare, ma non tollera il caldo, perciò bisogna sempre stare attenti a non farlo accaldare troppo. Il fattore caldo è una delle principali cause di morte in questa razza, poichè data la loro canna nasale troppo corta, ha diverse difficoltà respiratorie. E’ un cane di grande fascino. E’ abbastanza difficile da allevare, perché date le sue dimensioni del cranio e del corpo, quasi tutte le femmine vengono fatte partorire con il “parto cesareo”. Una delle razze più indicate per chi cerca un cane tranquillo.
Standard Peso:
- maschi 24-25 kg
- femmine 22-23 kg
Aspetto
Tronco: compatto, con petto molto ampio e con diametro grande. Dorso robusto e corto. Più largo davanti e più piccolo posteriormente.
Testa e muso: Cranio larghissimo; la sua circonferenza è circa pari all’altezza al garrese. La punta del cranio, la punta del tartufo e la punta del mento devono essere rigorosamente sulla stessa linea (un elemento fondamentale per il giudizio). Il muso ha una ruga ben evidente sul tartufo. Fronte ampia.
Tartufo: molto largo e voluminoso, con narici ben larghe e definite.
Denti: regolarmente allineati, completi nel numero. Chiusura prognata. I canini non devono essere visibili a bocca chiusa. La mascella non deve essere deviata.
Collo: forte e muscoloso. La sua lunghezza è moderata. Ben arcuato.
Orecchie: portate “a rosa”. Attaccate alte sulla testa.
Arti: molto vigorosi, con un notevole spessore e muscolatura. Gli arti anteriori sono più corti dei posteriori. Piedi rotondi e chiusi.
Spalla: larghe, profonde e oblique.
Muscolatura: sviluppata ed evidente in tutto il corpo.
Linea superiore: deve avere un lieve avvallamento dietro le spalle, poi la spina dorsale risale verso i reni, per poi ricadere nuovamente verso la coda. Una degli elementi più importanti nel giudizio.
Coda: con attaccatura bassa. Deve essere di forma rotonda e priva di frange di pelo. Portata verso il basso. Di giusta lunghezza.
Pelo: di tessitura abbastanza fine e di buona compattezza. Deve apparire corto e morbido.
Colori ammessi: tigrato, bianco, bianco pezzato, marrone, fulvo, bianco screziato. Il nero non è ammesso ed infatti è estremamente raro.
Difetti più ricorrenti: misure fuori standard, soggetto troppo alto sugli arti, petto poco ampio, orecchio portato male, dorso scorretto, linea del muso scorretta, tartufo in fuori, canini sporgenti, dentatura scorretta, monorchidismo, criptorchidismo, colore nero, occhio chiaro, piede aperto, mascella deviata, movimento scorretto.
la REDAZIONE
Il Labrador
Il vero amico dell'uomo.
Il labrador retriever è uno dei cani di maggior diffusione in tutto il mondo, è una tra le razze più presenti in Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia. Questo cane è divenuto lentamente ma inesorabilmente una vera e propria "moda" raggiungendo livelli di vendita record negli ultimi anni, tanto che risulta essere la razza di cani più venduta nel nostro paese e anche una tra le più care. Di origini molto antiche, fatte risalire al Canada (e dall'omonima penisola del Labrador), il labrador nasce come cane da riporto, specialmente per ciò che concerne la caccia alle anatre, con una grande propensione nei confronti dell'acqua, nella quale ama molto tuffarsi essendo fin da principio addestrato ad aiutare i pescatori canadesi nel recupero delle cime nelle fredde acque oceaniche.
Si tratta di un cane dal carattere dolce e tenero, gentile e molto paziente, tanto che negli Stati Uniti è stato eletto al primo posto nella hit-parade dei cani amici dei bambini. Rustico e potente ma al tempo stesso elegante, il labrador sa farsi apprezzare per molte delle sue qualità caratteriali, dall'estrema socievolezza con gli estranei all'ottima addestrabilità, mostrandosi ideale come cane da compagnia, considerato da molti come un vero e proprio componente della famiglia. Si dice infatti che chi trascorre una giornata con un labrador non riesca più a farne a meno!
Le origini
–Le origini del labrador retriever sono piuttosto misteriose. Se proviene dal Canada, come molti sostengono, ha probabilmente antenati nordici portati dal vichingo Eric il Rosso quando sbarcò nell'America del Nord alla fine del X secolo. Di certo c'è che, a partire dal XVII secolo, effettuò un lungo soggiorno a Terranova, ove ricevette sangue di Terranova e dal "Cane di St.John", il primo abitante canino dell'isola. Qui acquisì un'incredibile resistenza e la passione per l'acqua, venendo perciò utilizzato dai pescatori di merluzzi per catturare i pesci sfuggiti alle reti. Alla fine del XVIII secolo la razza rischiò di scomparire poiché l'amministrazione di Terranova decise di limitarne la presenza sull'isola a causa dei problemi che il cane creava nell'allevamento delle pecore, decretando così l'abbattimento della maggior parte degli individui. Fortunatamente alcuni labrador vennero portati al di là dell'Atlantico, in Gran Bretagna, dai pescatori inglesi e, subito notati dagli allevatori del Conte di Dorset, vennero così allevati e selezionati per la caccia, grazie alla loro spiccata attitudine per il riporto. Il labrador divenne ben presto molto famoso in tutto il paese e la razza venne riconosciuta ufficialmente nel 1903.
Le caratteristiche del labrador retriever
L'aspetto generale del labrador retriever è quello di un cane attivo e di solida costituzione, con cranio largo e torace largo e profondo, costole ben cerchiate e largo e solido di rene e di posteriore. Il mantello si presenta corto, con sottomantello fitto e privo di frange. Gli occhi, di media grandezza e di colore marrone o nocciola, conferiscono al cane un'espressione mite e denotano intelligenza e buon temperamento. Le orecchie non sono né grandi né pesanti, ma pendenti lungo la testa e portate abbastanza all'indietro, mentre il collo è molto robusto e possente tra solide spalle. La coda è una caratteristica distintiva della razza, spessa alla base, ma gradualmente assottigliata verso l'estremità, di media lunghezza e priva del tutto di frange; è ricoperta del tipico pelo del labrador, ossia corto, fitto e robusto, che ne determina la peculiare rotondità; essa viene anche detta "coda da lontra". Il colore può variare, ma risulta sempre uniforme. Tra le possibili tonalità sono note il nero, il giallo o marrone, che può variare dal rosso al color crema, con possibile macchia bianca sul petto. L'altezza media è di 56 cm, mentre il peso può variare tra i 25 e i 45 kg.
Aspetti caratteriali del labrador retriever
Il labrador retriever è forse il cane da caccia che mostra i maggiori pregi per essere un cane da compagnia: è infatti intelligente, docile, molto affettuoso, socievole e paziente, fedele e silenzioso (abbaia solo in caso di necessità). L'unico vero difetto del labrador è l'estrema irruenza che manifesta in alcuni momenti di grande eccitazione, ma è perché non riesce a contenere il grande entusiasmo che ha per la vita. Conosce per natura le buone maniere, non mordendo mai la mano di uno sconosciuto che voglia accarezzarlo, dimostrandosi da subito molto socievole anche con altri cani e facendo di tutto per accontentare le persone della sua famiglia. Non è mai aggressivo, sebbene non sia per nulla di indole timida, tanto che viene considerato anche un buon cane da guardia. Il labrador ha infatti uno spiccato senso della proprietà e dunque difende il suo territorio abbaiando con ostinazione se uno sconosciuto varca la soglia di casa, ma non attaccherà mai per la totale assenza di aggressività.
Educazione e addestramento –
Se da una parte è vero che il labrador retriever ha grande facilità di apprendimento, bisogna comunque essere molto fermi con lui, soprattutto nei primi mesi di vita. Senza una sana educazione, i cuccioli di questa razza ne combinano di tutti i colori, creando alcuni problemi nella tranquilla routine domestica o nel rapporto con gli ospiti. Acquistato spesso per snobismo o perché è un cane alla moda, il labrador resta comunque un cane da caccia e non si deve mai dimenticare la sua vera natura cercando di trasformarlo in un simbolo sociale. Chi decide di possederne uno deve perciò sapere che questo cane adora la vita all'aria aperta e sarebbe bene regalargli lunghe passeggiate, trekking e anche jogging: non preoccupatevi, il labrador ama molto stancarsi fisicamente. Per chi fosse interessato a questo cane per l'attività venatoria, bisogna sapere che le doti migliori sono il fiuto eccellente e l'ottima capacità di osservazione, che gli permette di riportare tutte le prede abbattute nell'ordine esatto in cui sono state colpite. Cane tenace e coraggioso, non manca di tuffarsi nell'acqua fredda di un fiume o di una palude, riportando anche grosse prede, grazie alla forte muscolatura del collo. Infine è un valido collaboratore anche in campagna e nei boschi per la selvaggina da pelo.