IL CLAN DEI CASALESI - Parte Seconda
di Nicola Giordano
Parte Seconda - Fine della guerra e reggenza Schiavone.
La guerra di camorra degli anni '80 non fece prigionieri e anche a causa dell'arresto del boss Cutolo, fu la Nuova Camorra ad avere la peggio e le vecchie famiglie poterono conservare ed accrescere il loro potere sul territorio.Tra questi ovviamente il Clan Casalese che aveva dato un valido aiuto nella lotta contro i cutoliani.Purtroppo però le personalità di spicco cominciarono ad accrescere il loro ruolo e come sempre accade lo scontro interno era dietro l'angolo.Fu proprio per diversità di vedute e conflitti sulla gestione del traffico di droga che Bardellino, uno dei fondatori dello stesso Clan Casalese, venne assassinato nella sua villa in Brasile,dove si era da alcuni anni rifugiato per difendere la sua latitanza.
Un commando guidato dall'ex amico Mario Iovine nel maggio del 1988 lo sorprese e assassinò,secondo alcuni utilizzando in modo efferato un martello ed il suo corpo seppellito in una spiaggia abbandonata,sempre secondo alcune mitologiche voci.Anche Paride Salzillo,nipote di Bardellino e gestore dei suoi interessi nel casertano, venne ucciso, i pentiti raccontano che fu Francesco Schiavone Sandokan, ad eliminarlo strangolandolo con le sue mani e seppellendo poi il suo cadavere in una zona agricola poi ricoperta da cemento ed asfalto.Eliminata la componente forte dei Bardellino, il Clan ebbe un periodo di relativa tranquillità,retto dal duo Schiavone-Bidognetti e con la figura garante di Enzo De Falco.Droga,racket e ciclo rifiuti permisero alla banda di monetizzare in maniera incredibile quegli anni di attività criminale.Ma agli inizi degli anni '90 De Falco cominciò a rivendicare autonomia di scelta e fu per tale motivo che le famiglie Schiavone e Bidognetti di allearono contro lui.Furono due anni di omicidi e vendette e alla fine i De Falco furono costretti ad avere la peggio.
Nel 1993 quindi a Casale e dintorni erano le figure di Francesco Schiavone Sandokan e Bidognetti e reggere le fila del potere criminale,subito dopo di loro i nomi di Antonio Iovine e Michele Zagaria completavano il quadro direttivo del potere casalese.Fu proprio in quegli anni che venne organizzato il codardo attentato contro il sacerdote Giuseppe Diana,colpevole di dare assistenza ai tanti giovani del territorio senza arte nè parte e reo di aver organizzato un vero centro di protesta contro la droga e la criminalità della zona.L'omicidio del parroco fu un atto di gravità estrema e anche lo Stato cominciò a porre massima attenzione sulle dinamiche camorristiche del casertano,non solo, per la prima volta anche parte della cittadinanza casalese cominciava ad avere dubbi e critiche verso i boss di sempre, fino ad allora visti da tutti come personaggi da imitare e garanti del benessere della zona.Qualcosa nelle coscienze di alcuni stava forse cambiando. - CONTINUA
La guerra di camorra degli anni '80 non fece prigionieri e anche a causa dell'arresto del boss Cutolo, fu la Nuova Camorra ad avere la peggio e le vecchie famiglie poterono conservare ed accrescere il loro potere sul territorio.Tra questi ovviamente il Clan Casalese che aveva dato un valido aiuto nella lotta contro i cutoliani.Purtroppo però le personalità di spicco cominciarono ad accrescere il loro ruolo e come sempre accade lo scontro interno era dietro l'angolo.Fu proprio per diversità di vedute e conflitti sulla gestione del traffico di droga che Bardellino, uno dei fondatori dello stesso Clan Casalese, venne assassinato nella sua villa in Brasile,dove si era da alcuni anni rifugiato per difendere la sua latitanza.
Un commando guidato dall'ex amico Mario Iovine nel maggio del 1988 lo sorprese e assassinò,secondo alcuni utilizzando in modo efferato un martello ed il suo corpo seppellito in una spiaggia abbandonata,sempre secondo alcune mitologiche voci.Anche Paride Salzillo,nipote di Bardellino e gestore dei suoi interessi nel casertano, venne ucciso, i pentiti raccontano che fu Francesco Schiavone Sandokan, ad eliminarlo strangolandolo con le sue mani e seppellendo poi il suo cadavere in una zona agricola poi ricoperta da cemento ed asfalto.Eliminata la componente forte dei Bardellino, il Clan ebbe un periodo di relativa tranquillità,retto dal duo Schiavone-Bidognetti e con la figura garante di Enzo De Falco.Droga,racket e ciclo rifiuti permisero alla banda di monetizzare in maniera incredibile quegli anni di attività criminale.Ma agli inizi degli anni '90 De Falco cominciò a rivendicare autonomia di scelta e fu per tale motivo che le famiglie Schiavone e Bidognetti di allearono contro lui.Furono due anni di omicidi e vendette e alla fine i De Falco furono costretti ad avere la peggio.
Nel 1993 quindi a Casale e dintorni erano le figure di Francesco Schiavone Sandokan e Bidognetti e reggere le fila del potere criminale,subito dopo di loro i nomi di Antonio Iovine e Michele Zagaria completavano il quadro direttivo del potere casalese.Fu proprio in quegli anni che venne organizzato il codardo attentato contro il sacerdote Giuseppe Diana,colpevole di dare assistenza ai tanti giovani del territorio senza arte nè parte e reo di aver organizzato un vero centro di protesta contro la droga e la criminalità della zona.L'omicidio del parroco fu un atto di gravità estrema e anche lo Stato cominciò a porre massima attenzione sulle dinamiche camorristiche del casertano,non solo, per la prima volta anche parte della cittadinanza casalese cominciava ad avere dubbi e critiche verso i boss di sempre, fino ad allora visti da tutti come personaggi da imitare e garanti del benessere della zona.Qualcosa nelle coscienze di alcuni stava forse cambiando. - CONTINUA
IL CLAN DEI CASALESI - Parte Prima
di Nicola Giordano
Parte Prima - La nascita di un vero Clan.
Casal di Principe è un piccolo paese dell'area casertana all'apparenza tranquillo e dimesso; un tipico paesino della provincia meridionale dove la gente sembra serena,schiva e riservata.In realtà è stato per decenni ed è tuttora, insieme alla cittadina confinante di S.Cipriano d'Aversa, la culla di uno dei clan camorristici più ricchi,spietati e violenti della storia,il Clan dei Casalesi.Un paese dove il 30% dei residenti è stato condannato o è tuttora indagato per il reato di associazione mafiosa o favoreggiamento.La storia criminale del Clan che regna in queste terre parte dalla metà degli anni '70 ed è indissolubilmente legata ai nomi di Antonio Bardellino e Mario Iovine.Furono loro in quel periodo a scontrarsi con la tradizionale camorra di tipo agrario che dominava nella zona dei "Mazzoni" tra Aversa e Caserta.
Bardellino da giovane carrozziere dedito a saltuarie rapine a negozi e Tir decise con l'amico Iovine di fare il salto di qualità e divenne il gruppo armato del pericoloro clan dei Nuvoletta di Marano.In quegli anni la banda Bardellino venne addirittura affiliata alla mafia palermitana dell'anziano boss Riccobono.Furono anni molto fecondi per le attività criminali del Clan Casalese,cocaina ed eroina divennero gli affari più lucrosi sfruttando ovviamente i canali preferenziali che gli stessi Nuvoletta avevano in America Latina.Nella zona di Marcianise e Maddaloni la famiglia Belforte, storico clan della zona, si associò al Clan garantendo fiducia e appoggio militare, in pochi anni la banda Bardellino si espanse in tutta la provincia di Caserta arrivando a lambire anche le zone meridionali del Lazio, il tutto con la benedizione dei Nuvoletta e implicitamente della stessa Mafia palermitana.
In Campania però agli inizia degli anni '80 scoppiò la rivoluzione camorristica del boss Raffaele Cutolo che da Ottaviano fece partire il fenomeno della NCO (Nuova Camorra Organizzata), una nuova organizzazione che entrò in guerra aperta con le tradizionali famiglie napoletane come gli Alfieri di Nola,i Nuvoletta di Marano e i Gionta di T.Annunziata.I Casalesi, essendo grati ai Nuvoletta e a loro associati, furono costretti ad allearsi contro il gruppo Cutoliano e parteciparono alla sanguinosissima guerra criminale che nei primi anni '80 sconvolse la Campania intera.In quel periodo il Clan Casalese si distinse per coraggio ed efferatezza e partecipò in modo attivo alle azioni militari contro la camorra vesuviana; in particolare di distinsero come sicari infallibili Enzo De Falco e Francesco Schiavone detto Sandokan che in pochi mesi acquistarono visibilità e potere nelle gerarchie del clan. - CONTINUA
Casal di Principe è un piccolo paese dell'area casertana all'apparenza tranquillo e dimesso; un tipico paesino della provincia meridionale dove la gente sembra serena,schiva e riservata.In realtà è stato per decenni ed è tuttora, insieme alla cittadina confinante di S.Cipriano d'Aversa, la culla di uno dei clan camorristici più ricchi,spietati e violenti della storia,il Clan dei Casalesi.Un paese dove il 30% dei residenti è stato condannato o è tuttora indagato per il reato di associazione mafiosa o favoreggiamento.La storia criminale del Clan che regna in queste terre parte dalla metà degli anni '70 ed è indissolubilmente legata ai nomi di Antonio Bardellino e Mario Iovine.Furono loro in quel periodo a scontrarsi con la tradizionale camorra di tipo agrario che dominava nella zona dei "Mazzoni" tra Aversa e Caserta.
Bardellino da giovane carrozziere dedito a saltuarie rapine a negozi e Tir decise con l'amico Iovine di fare il salto di qualità e divenne il gruppo armato del pericoloro clan dei Nuvoletta di Marano.In quegli anni la banda Bardellino venne addirittura affiliata alla mafia palermitana dell'anziano boss Riccobono.Furono anni molto fecondi per le attività criminali del Clan Casalese,cocaina ed eroina divennero gli affari più lucrosi sfruttando ovviamente i canali preferenziali che gli stessi Nuvoletta avevano in America Latina.Nella zona di Marcianise e Maddaloni la famiglia Belforte, storico clan della zona, si associò al Clan garantendo fiducia e appoggio militare, in pochi anni la banda Bardellino si espanse in tutta la provincia di Caserta arrivando a lambire anche le zone meridionali del Lazio, il tutto con la benedizione dei Nuvoletta e implicitamente della stessa Mafia palermitana.
In Campania però agli inizia degli anni '80 scoppiò la rivoluzione camorristica del boss Raffaele Cutolo che da Ottaviano fece partire il fenomeno della NCO (Nuova Camorra Organizzata), una nuova organizzazione che entrò in guerra aperta con le tradizionali famiglie napoletane come gli Alfieri di Nola,i Nuvoletta di Marano e i Gionta di T.Annunziata.I Casalesi, essendo grati ai Nuvoletta e a loro associati, furono costretti ad allearsi contro il gruppo Cutoliano e parteciparono alla sanguinosissima guerra criminale che nei primi anni '80 sconvolse la Campania intera.In quel periodo il Clan Casalese si distinse per coraggio ed efferatezza e partecipò in modo attivo alle azioni militari contro la camorra vesuviana; in particolare di distinsero come sicari infallibili Enzo De Falco e Francesco Schiavone detto Sandokan che in pochi mesi acquistarono visibilità e potere nelle gerarchie del clan. - CONTINUA