Fendi. La splendida collezione invernale.
di Martina Narducci
La casa del lusso illumina l'inverno con una sfilata onirica.
Il famosissimo savoir-faire di Fendi rinasce anche questa volta in una sfilata spettacolare che sfuma i confini tra Haute Fourrure e Haute Couture. Una mescolanza perfetta e artistica tra tecniche di lavorazione altamente innovative che si fondono con la tradizione d’atelier, dando vita a creazioni quasi illusionistiche dove il tessuto sembra trasformarsi in pelliccia e viceversa. La collezione si manifesta in pubblico come una metafora poetica visiva che sfida la percezione.
L’ ispirazione cromatica alla pittura Orfica esprime una qualità misterica e vitale, mentre le intricate tecniche costruttive imprimono un rigore quasi neoclassico alla purezza del disegno e al moderno surrealismo delle linee. ha una audience di bellissime socialites, che adorano la femminilità vaporosa e giovane delle sue creazioni. La collezione è chiaramente dedicata a loro, creature di privilegio esotiche come uccelli del paradiso, in un trionfo di piume, cristalli, lunghi strascichi sontuosi di tulle fluorescente e abiti cortissimi dal glamour allegro ed eccentrico.
Se infatti sono presenti abiti di semplice satin panneggiato o di chiffon a tinta unita decorato da balze, a farla da padroni sono plissettature , ricami e applicazioni scintillanti. Le paillettes disegnano complessi motivi ornamentali che profumano di tempi antichi, le piume di cigno danno volume a corti boleri a tutto colore ed abiti see-through distraggono gli sguardi con geometrie di paillettes e perline in versione deluxe
Il famosissimo savoir-faire di Fendi rinasce anche questa volta in una sfilata spettacolare che sfuma i confini tra Haute Fourrure e Haute Couture. Una mescolanza perfetta e artistica tra tecniche di lavorazione altamente innovative che si fondono con la tradizione d’atelier, dando vita a creazioni quasi illusionistiche dove il tessuto sembra trasformarsi in pelliccia e viceversa. La collezione si manifesta in pubblico come una metafora poetica visiva che sfida la percezione.
L’ ispirazione cromatica alla pittura Orfica esprime una qualità misterica e vitale, mentre le intricate tecniche costruttive imprimono un rigore quasi neoclassico alla purezza del disegno e al moderno surrealismo delle linee. ha una audience di bellissime socialites, che adorano la femminilità vaporosa e giovane delle sue creazioni. La collezione è chiaramente dedicata a loro, creature di privilegio esotiche come uccelli del paradiso, in un trionfo di piume, cristalli, lunghi strascichi sontuosi di tulle fluorescente e abiti cortissimi dal glamour allegro ed eccentrico.
Se infatti sono presenti abiti di semplice satin panneggiato o di chiffon a tinta unita decorato da balze, a farla da padroni sono plissettature , ricami e applicazioni scintillanti. Le paillettes disegnano complessi motivi ornamentali che profumano di tempi antichi, le piume di cigno danno volume a corti boleri a tutto colore ed abiti see-through distraggono gli sguardi con geometrie di paillettes e perline in versione deluxe
Stella McCartney. La moda si fa vera poesia.
di Martina Narducci
Una maison che sta diventando vera icona di rivoluzione.
Si tratta della prima collezione co-ed per Stella McCartney che mischia insieme elementi del guardaroba maschile e femminile. Con una sapienza rara, la designer inglese rilegge i codici vestamentari, reinterpreta i classici e li trasforma con grazia in vera poesia. Capi sartoriali e abiti indossati alla rovescia diventano la nuova grammatica elegante e senza tempo firmata McCartney.
Come la fodera di un cappotto da uomo ad esempio che diventa un vestito fluido e si indossa con una giacca tailor. O gli abiti decostruiti, ispirati alle sottovesti della nonna, e ii vestiti in pizzo che in realtà sono abiti da sposa vintage riassemblati. E infine il lavoro dell’artista J.H.Lynch che qui si trasforma in stampe dai colori accessi velate da lunghe sottovesti in tulle e pizzo.
Una collezione autunno-inverno 18-19 dove la libertà e lo spirito di indipendenza della stylist si trasformano in un guardaroba pensato per le donne di oggi. Sorridenti e rigorosamente in gruppi, le modelle indossano suit maschili, abitini in pizzo, mini abiti in paillettes e pellicce di Mongolia a metà tra un look d’ispirazione new-romantic e outfit post-punk. Non mancano i lunghi abiti e le maglie a righe, capi iconici di SR che però questa stagione si accendono di nuove nuances e scelgono combinazioni inaspettate.
Si tratta della prima collezione co-ed per Stella McCartney che mischia insieme elementi del guardaroba maschile e femminile. Con una sapienza rara, la designer inglese rilegge i codici vestamentari, reinterpreta i classici e li trasforma con grazia in vera poesia. Capi sartoriali e abiti indossati alla rovescia diventano la nuova grammatica elegante e senza tempo firmata McCartney.
Come la fodera di un cappotto da uomo ad esempio che diventa un vestito fluido e si indossa con una giacca tailor. O gli abiti decostruiti, ispirati alle sottovesti della nonna, e ii vestiti in pizzo che in realtà sono abiti da sposa vintage riassemblati. E infine il lavoro dell’artista J.H.Lynch che qui si trasforma in stampe dai colori accessi velate da lunghe sottovesti in tulle e pizzo.
Una collezione autunno-inverno 18-19 dove la libertà e lo spirito di indipendenza della stylist si trasformano in un guardaroba pensato per le donne di oggi. Sorridenti e rigorosamente in gruppi, le modelle indossano suit maschili, abitini in pizzo, mini abiti in paillettes e pellicce di Mongolia a metà tra un look d’ispirazione new-romantic e outfit post-punk. Non mancano i lunghi abiti e le maglie a righe, capi iconici di SR che però questa stagione si accendono di nuove nuances e scelgono combinazioni inaspettate.
Armani Privè. Moda e leggerezza assoluta.
di Martina Narducci
Re Giorgio lascia il suo segno anche nel Haute Couture.
Armani Privè è la collezione Haute Couture nata nel 1995 per volere dello stesso stilista, allo scopo di creare una linea di alta moda femminile che nel giro di pochi anni è diventato un must, un simbolo del fashion che ogni celebrites desidera possedere. Giorgio Armani non è uno stilista che vive in una torre d’avorio, fisso sui suoi concetti. E' un designer molto attento alle richieste delle sue clienti. Per questa collezione alta moda estate 2018 infatti lo stilista ha pensato alle esigenze delle sue clienti: dalle celebs che gli chiedono abiti da red carpet, alle milionarie cinesi che frequentano il suo atelier. Questa collezione è ispirata nei colori e nelle forme al cieli di Antigua, buen ritiro di Armani. Gli abiti sono leggeri come nuvole: caban in rete si indossano su camicie fluide e short morbidi, i bustier si colorano di stampe acquarello mentre i suit da sera brillano nella notte come corpi bagnati dalle onde.”
L’alta Moda deve regalare sogni”, dice Armani qualche minuto prima della sfilata, “Se si vuole progredire ed essere al passo con i tempi bisogna aver il coraggio di rischiare, di prendersi delle responsabilità”. Questa collezione che accorcia gli orli di gonne e pantaloni e mette in mostra le gambe dimostra il talento e la sensibilità del designer nel saper capire e interpretare l’oggi. E non è poco.
In pedana si alternano abiti sinuosi di satin panneggiato indossati sotto lussuosi blousons di pelle, giacche di tweed venate d’oro e pellicce di piume in movimento. I pantaloni si fregiano di superfici glossy oppure si coprono di paillettes colorate. Mentre giacche kimono e abiti see-through sfoggiano fiori metallici dal fascino opulento. Al posto delle frange compaiono sottili catene dorate. E persino le macchie animalier si presentano in versione deluxe ricche di ricami e applicazioni.
Armani Privè è la collezione Haute Couture nata nel 1995 per volere dello stesso stilista, allo scopo di creare una linea di alta moda femminile che nel giro di pochi anni è diventato un must, un simbolo del fashion che ogni celebrites desidera possedere. Giorgio Armani non è uno stilista che vive in una torre d’avorio, fisso sui suoi concetti. E' un designer molto attento alle richieste delle sue clienti. Per questa collezione alta moda estate 2018 infatti lo stilista ha pensato alle esigenze delle sue clienti: dalle celebs che gli chiedono abiti da red carpet, alle milionarie cinesi che frequentano il suo atelier. Questa collezione è ispirata nei colori e nelle forme al cieli di Antigua, buen ritiro di Armani. Gli abiti sono leggeri come nuvole: caban in rete si indossano su camicie fluide e short morbidi, i bustier si colorano di stampe acquarello mentre i suit da sera brillano nella notte come corpi bagnati dalle onde.”
L’alta Moda deve regalare sogni”, dice Armani qualche minuto prima della sfilata, “Se si vuole progredire ed essere al passo con i tempi bisogna aver il coraggio di rischiare, di prendersi delle responsabilità”. Questa collezione che accorcia gli orli di gonne e pantaloni e mette in mostra le gambe dimostra il talento e la sensibilità del designer nel saper capire e interpretare l’oggi. E non è poco.
In pedana si alternano abiti sinuosi di satin panneggiato indossati sotto lussuosi blousons di pelle, giacche di tweed venate d’oro e pellicce di piume in movimento. I pantaloni si fregiano di superfici glossy oppure si coprono di paillettes colorate. Mentre giacche kimono e abiti see-through sfoggiano fiori metallici dal fascino opulento. Al posto delle frange compaiono sottili catene dorate. E persino le macchie animalier si presentano in versione deluxe ricche di ricami e applicazioni.
Patrizia Pepe.Estate con un'anima rock.
di Martina Narducci
Dalla tradizione italiana, un brand in costante espansione.
Quando diciamo La Perla diciamo uno dei punti di riferimento dell’alta moda italiana. Una maison bolognese nata negli anni ’50 dalla maestria e dal talento di Ada Masotti. Negli ultimi decenni La Perla ha notevolmente ingrandito il volume di affari creando ben 84 boutique in giro per il mondo e strutturando griffe personalizzate per target. A Milano è stata presentata la nuovissima collezione estiva per il 2018 e come spesso accade negli ultimi anni, i risultati ed i commenti di settore sono stati ottimi.
Hanno sfilato abiti da cocktail e da sera come pezzi di lingerie sfoggiano decorazioni preziose e colori brillanti. Si spazia dagli inserti di pizzo alle allacciature prese in prestito dai reggicalze usate come impunture grafiche e sinuose, dai nodi sul satin che lasciano intravedere la pelle nuda alle frange di perline intrecciate ad arte. Mentre stampe floreali macro si propongono per il giorno accanto a soprabiti di vernice e completi in modalità color blocking che non sanno cosa sia la timidezza.
Ci sono le tute, declinate in colori pastello e in forme ampie di suggestione rétro. Ci sono i giubbini impermeabili trasformati in coloratissime giacche casual da indossare su abiti sensuali dai bottoni a contrasto. Ci sono abiti freschi e sportivi ma dalle stampe e dai materiali inediti. E naturalmente anche la classica polo in piquet di cotone, rivista nelle proporzioni, panneggiata e trasformata in un fluido abito asimmetrico che scopre una spalla
Quando diciamo La Perla diciamo uno dei punti di riferimento dell’alta moda italiana. Una maison bolognese nata negli anni ’50 dalla maestria e dal talento di Ada Masotti. Negli ultimi decenni La Perla ha notevolmente ingrandito il volume di affari creando ben 84 boutique in giro per il mondo e strutturando griffe personalizzate per target. A Milano è stata presentata la nuovissima collezione estiva per il 2018 e come spesso accade negli ultimi anni, i risultati ed i commenti di settore sono stati ottimi.
Hanno sfilato abiti da cocktail e da sera come pezzi di lingerie sfoggiano decorazioni preziose e colori brillanti. Si spazia dagli inserti di pizzo alle allacciature prese in prestito dai reggicalze usate come impunture grafiche e sinuose, dai nodi sul satin che lasciano intravedere la pelle nuda alle frange di perline intrecciate ad arte. Mentre stampe floreali macro si propongono per il giorno accanto a soprabiti di vernice e completi in modalità color blocking che non sanno cosa sia la timidezza.
Ci sono le tute, declinate in colori pastello e in forme ampie di suggestione rétro. Ci sono i giubbini impermeabili trasformati in coloratissime giacche casual da indossare su abiti sensuali dai bottoni a contrasto. Ci sono abiti freschi e sportivi ma dalle stampe e dai materiali inediti. E naturalmente anche la classica polo in piquet di cotone, rivista nelle proporzioni, panneggiata e trasformata in un fluido abito asimmetrico che scopre una spalla
Collezione La Perla. Il vero lusso italiano.
di Martina Narducci
Dalla tradizione italiana, un brand in costante espansione.
Quando diciamo La Perla diciamo uno dei punti di riferimento dell’alta moda italiana. Una maison bolognese nata negli anni ’50 dalla maestria e dal talento di Ada Masotti. Negli ultimi decenni La Perla ha notevolmente ingrandito il volume di affari creando ben 84 boutique in giro per il mondo e strutturando griffe personalizzate per target. A Milano è stata presentata la nuovissima collezione estiva per il 2018 e come spesso accade negli ultimi anni, i risultati ed i commenti di settore sono stati ottimi.
Hanno sfilato abiti da cocktail e da sera come pezzi di lingerie sfoggiano decorazioni preziose e colori brillanti. Si spazia dagli inserti di pizzo alle allacciature prese in prestito dai reggicalze usate come impunture grafiche e sinuose, dai nodi sul satin che lasciano intravedere la pelle nuda alle frange di perline intrecciate ad arte. Mentre stampe floreali macro si propongono per il giorno accanto a soprabiti di vernice e completi in modalità color blocking che non sanno cosa sia la timidezza.
Ci sono le tute, declinate in colori pastello e in forme ampie di suggestione rétro. Ci sono i giubbini impermeabili trasformati in coloratissime giacche casual da indossare su abiti sensuali dai bottoni a contrasto. Ci sono abiti freschi e sportivi ma dalle stampe e dai materiali inediti. E naturalmente anche la classica polo in piquet di cotone, rivista nelle proporzioni, panneggiata e trasformata in un fluido abito asimmetrico che scopre una spalla
Quando diciamo La Perla diciamo uno dei punti di riferimento dell’alta moda italiana. Una maison bolognese nata negli anni ’50 dalla maestria e dal talento di Ada Masotti. Negli ultimi decenni La Perla ha notevolmente ingrandito il volume di affari creando ben 84 boutique in giro per il mondo e strutturando griffe personalizzate per target. A Milano è stata presentata la nuovissima collezione estiva per il 2018 e come spesso accade negli ultimi anni, i risultati ed i commenti di settore sono stati ottimi.
Hanno sfilato abiti da cocktail e da sera come pezzi di lingerie sfoggiano decorazioni preziose e colori brillanti. Si spazia dagli inserti di pizzo alle allacciature prese in prestito dai reggicalze usate come impunture grafiche e sinuose, dai nodi sul satin che lasciano intravedere la pelle nuda alle frange di perline intrecciate ad arte. Mentre stampe floreali macro si propongono per il giorno accanto a soprabiti di vernice e completi in modalità color blocking che non sanno cosa sia la timidezza.
Ci sono le tute, declinate in colori pastello e in forme ampie di suggestione rétro. Ci sono i giubbini impermeabili trasformati in coloratissime giacche casual da indossare su abiti sensuali dai bottoni a contrasto. Ci sono abiti freschi e sportivi ma dalle stampe e dai materiali inediti. E naturalmente anche la classica polo in piquet di cotone, rivista nelle proporzioni, panneggiata e trasformata in un fluido abito asimmetrico che scopre una spalla
AMEN.Cambia la moda con carattere.
di Martina Narducci
Un marchio italiano che arricchisce l'universo dell'Alta Moda.
Amen, è un brand italiano, Bologna per la precisione ed ha pochi giorni fa festeggiato i 14 anni dalla sua fondazione. I festeggiamenti sono coincisi con la presentazione della collezione primavera-estate 2018 che ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori per originalità e per quello spirito moderno e di avanguardia che da anni caratterizza il brand italiano. L’obettivo di Amen è da sempre quello di reinterpretare il nuovo concetto di lusso contemporaneo, accessibile e ricercato allo stesso tempo. Quello che colpisce immediatamente nella collezione è la linea fluida e allungata di completi e abiti. Ma anche l’uso sapiente del colore che vede alternarsi tinte brillanti ad altre più dark e intense.
Plissettature, scollature asimmetriche, balze e lampi metallici contribuiscono poi a rendere più interessante un guardaroba femminile ma pratico, che spazia con maestria dal jeans al pijama palazzo, dall’abito corto floreale al completo sensuale perfetto anche per una sera di gala. Anche il denim è presente in questa collezione che segna una specie di nuova era con una serie di novità concettuali davvero interessanti. E lo fa sotto forma di classici movimentati da schizzi di colore effetto action paintings, così come di camicie multitasking rigorose, micro gilet, gonne svasate e giubbini come vuole la tradizione. Da accostare a camicette floreali, abiti di cotone da prateria e soprabiti dalle tinte neutre. Tocco in più, le pochettes e le borse portate attaccate o incastrate nelle cinture.
Amen insomma per questa primavera 2018 ha pensato una collezione che veda nel concetto di riuso creativo il suo punto fondamentale. Materiale riciclato spunta sotto forma di top effetto patchwork, pantaloni dal finish lucido e accessori dal fascino industriale. A questi pezzi eco-friendly si accostano abiti di jersey e bluse di popeline dai panneggi aerei, capi in lamé dalle sfumature pastello e completi leggeri come piume. Un commento è d’obbligo per Amen, l’originalità italiana sembra essere sempre un passo avanti a tutti.
Amen, è un brand italiano, Bologna per la precisione ed ha pochi giorni fa festeggiato i 14 anni dalla sua fondazione. I festeggiamenti sono coincisi con la presentazione della collezione primavera-estate 2018 che ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori per originalità e per quello spirito moderno e di avanguardia che da anni caratterizza il brand italiano. L’obettivo di Amen è da sempre quello di reinterpretare il nuovo concetto di lusso contemporaneo, accessibile e ricercato allo stesso tempo. Quello che colpisce immediatamente nella collezione è la linea fluida e allungata di completi e abiti. Ma anche l’uso sapiente del colore che vede alternarsi tinte brillanti ad altre più dark e intense.
Plissettature, scollature asimmetriche, balze e lampi metallici contribuiscono poi a rendere più interessante un guardaroba femminile ma pratico, che spazia con maestria dal jeans al pijama palazzo, dall’abito corto floreale al completo sensuale perfetto anche per una sera di gala. Anche il denim è presente in questa collezione che segna una specie di nuova era con una serie di novità concettuali davvero interessanti. E lo fa sotto forma di classici movimentati da schizzi di colore effetto action paintings, così come di camicie multitasking rigorose, micro gilet, gonne svasate e giubbini come vuole la tradizione. Da accostare a camicette floreali, abiti di cotone da prateria e soprabiti dalle tinte neutre. Tocco in più, le pochettes e le borse portate attaccate o incastrate nelle cinture.
Amen insomma per questa primavera 2018 ha pensato una collezione che veda nel concetto di riuso creativo il suo punto fondamentale. Materiale riciclato spunta sotto forma di top effetto patchwork, pantaloni dal finish lucido e accessori dal fascino industriale. A questi pezzi eco-friendly si accostano abiti di jersey e bluse di popeline dai panneggi aerei, capi in lamé dalle sfumature pastello e completi leggeri come piume. Un commento è d’obbligo per Amen, l’originalità italiana sembra essere sempre un passo avanti a tutti.
Marc Jacobs. Gli anni '80 rinascono ancora.
di Martina Narducci
Lo stilista americano celebra il mito glamour degli anni '80.
Un’unica immensa ode dedicata alla Haute Couture anni 80 - nostalgia, parodia e forse anche provocazione. La sfilata di Marc Jacobs, che chiude come al solito la NYFW, lascia davvero spiazzati e ammirati. Spiazzati per la riproduzione quasi caricaturale dello stile di artisti come Claude Montana, Emanuel Ungaro, Thierry Mugler - ma soprattutto di Yves Saint Laurent, mostri sacri della moda di quegli anni. Grande ammirazione invece per il coraggio di andare controcorrente, con una sfilata non commerciale che sembra ribadire il valore della creatività su quello del fatturato - quando quello che si è visto a NY è nella maggioranza dei casi una celebrazione del ‘prodotto’ che prevale sul vero talento innovativo.
Una posizione ancora più coraggiosa, viste le difficoltà in cui versa il suo brand. Si impongono soggetti brillanti dalle rare stampe di una collezione incredibilmente tutta dedicata a superfici metalliche in sfumatura silver. Ogni pezzo del guardaroba, dal piumino oversize alla gonna plissettata, dallo shearling al completo effetto denim viene invaso da un’ondata argento che lucida e fa brillare ogni angolo, attraverso trame nel tessuto, spalmati e paillettes.
Aggiungendo un fascino siderale che gioca tra presente e futuro.È per questo che la moda ‘vera’ ha bisogno di Marc Jacobs, del suo genio sregolato e incandescente, della sua capacità di sollevare controversie e di affascinare e ispirare con la forza della sua visione, spesso radicale, sempre sontuosa, mai convenzionale.
Un’unica immensa ode dedicata alla Haute Couture anni 80 - nostalgia, parodia e forse anche provocazione. La sfilata di Marc Jacobs, che chiude come al solito la NYFW, lascia davvero spiazzati e ammirati. Spiazzati per la riproduzione quasi caricaturale dello stile di artisti come Claude Montana, Emanuel Ungaro, Thierry Mugler - ma soprattutto di Yves Saint Laurent, mostri sacri della moda di quegli anni. Grande ammirazione invece per il coraggio di andare controcorrente, con una sfilata non commerciale che sembra ribadire il valore della creatività su quello del fatturato - quando quello che si è visto a NY è nella maggioranza dei casi una celebrazione del ‘prodotto’ che prevale sul vero talento innovativo.
Una posizione ancora più coraggiosa, viste le difficoltà in cui versa il suo brand. Si impongono soggetti brillanti dalle rare stampe di una collezione incredibilmente tutta dedicata a superfici metalliche in sfumatura silver. Ogni pezzo del guardaroba, dal piumino oversize alla gonna plissettata, dallo shearling al completo effetto denim viene invaso da un’ondata argento che lucida e fa brillare ogni angolo, attraverso trame nel tessuto, spalmati e paillettes.
Aggiungendo un fascino siderale che gioca tra presente e futuro.È per questo che la moda ‘vera’ ha bisogno di Marc Jacobs, del suo genio sregolato e incandescente, della sua capacità di sollevare controversie e di affascinare e ispirare con la forza della sua visione, spesso radicale, sempre sontuosa, mai convenzionale.
Giorgio Armani. Autunno - Inverno 2018.
di Martina Narducci
Ennesima conferma dell' Alta Moda del maestro Giorgio Armani.
La nuova collezione 2018 di Armani è una rivoluzione di vera semplicità, ovvero decidere di vestirsi semplicemente come piacere personale. Forme e grafismi da scegliere a proprio piacimento seguendo l'istinto del momento, ma sempre fedeli ad uno stile preciso e ad un'estetica contemporanea. Giorgio Armani alla Milano Fashion Week si presenta con una sfilata che celebra ancora una volta la creatività italiana e traghetta ancora il marchio verso nuovi orizzonti poetici, romantici, femminili.
La forma di alcuni colletti, le camicie immacolate, gli scarponcini stringati e gli abiti dalla silhouette semplice e castigata portano infatti alla mente un’atmosfera metropolitana d'epoca, come quella che si respirava nelle grandi città all'inizio Novecento.I codici del bel vestire firmato Armani vengono riscritti con nuove nuances sempre più accese e con nuove texture sempre più vibranti.
Cappotti in mohair nei toni del corallo si indossano con pantaloni in velluto ricamati, ramages d'ispirazione giapponese si fanno decoro sul maxi coat imbottiti e infine gli abiti da sera scelgono la sensualità delle paillettes total black o l'iridescenza dei cristalli multicolor. La collezione mette in risalto il contrasto tra colori e materiali, tra superfici lucide e opache, tra motivi check e tinte unite. Mentre il trait d’union sono linee e bande all’ orlo che riportano immagini dal forte significato simbolico che persino al buio si fanno notare brillando prepotentemente.
La nuova collezione 2018 di Armani è una rivoluzione di vera semplicità, ovvero decidere di vestirsi semplicemente come piacere personale. Forme e grafismi da scegliere a proprio piacimento seguendo l'istinto del momento, ma sempre fedeli ad uno stile preciso e ad un'estetica contemporanea. Giorgio Armani alla Milano Fashion Week si presenta con una sfilata che celebra ancora una volta la creatività italiana e traghetta ancora il marchio verso nuovi orizzonti poetici, romantici, femminili.
La forma di alcuni colletti, le camicie immacolate, gli scarponcini stringati e gli abiti dalla silhouette semplice e castigata portano infatti alla mente un’atmosfera metropolitana d'epoca, come quella che si respirava nelle grandi città all'inizio Novecento.I codici del bel vestire firmato Armani vengono riscritti con nuove nuances sempre più accese e con nuove texture sempre più vibranti.
Cappotti in mohair nei toni del corallo si indossano con pantaloni in velluto ricamati, ramages d'ispirazione giapponese si fanno decoro sul maxi coat imbottiti e infine gli abiti da sera scelgono la sensualità delle paillettes total black o l'iridescenza dei cristalli multicolor. La collezione mette in risalto il contrasto tra colori e materiali, tra superfici lucide e opache, tra motivi check e tinte unite. Mentre il trait d’union sono linee e bande all’ orlo che riportano immagini dal forte significato simbolico che persino al buio si fanno notare brillando prepotentemente.
YSL. Nuova collezione che fa innamorare.
di Martina Narducci
Un vento di pura seduzione si abbatte sulla week parigina.
Seconda prova da direttore creativo per Anthony Vaccarello da Saint Laurent e grande successo e approvazione continuando a puntare su un lato sexy e vincente. Il primo giorno della Paris Fashion Week YSL decide di sfilare all'aperto nei nuovi quartieri generali della Maison in Rue de Université. Una collezione che re-interpreta l'heritage del fondatore nei mini abiti in velluto e chiffon e allo stesso tempo lo traghetta verso una contemporaneità bellissima e disarmante fatta di lunghi abiti interrotti da spacchi profondi, mini dress in cristalli e tute tuxedo.
La collezione riflette sui rituali che scandiscono l'appartenenza alla nostra civiltà; lo fa a suo modo, celebrando un paganesimo visivo di straordinaria suggestione. Tiare e mitre sono ricreate con T-shirts usate, mentre volumi gonfi, ritorti o ripiegati, tanto maestosi quanto inquietanti, ridisegnano il corpo, che diventa potente veicolo di misteriosi, esoterici significati.
Una sorta di aristopunk. Rock e allure francese, maschile e femminile si mischiano e si contaminano sulla passerella che celebra una sensualità ribelle e forte al tempo stesso. Al quarto giorno della Paris Fashion Week, Yves Saint Lauren insomma da vita ad una delle sue collezioni più belle e dimostra ancora una volta che la moda non serve solo a sognare, ma a volte può aiutare a sedurre.
Seconda prova da direttore creativo per Anthony Vaccarello da Saint Laurent e grande successo e approvazione continuando a puntare su un lato sexy e vincente. Il primo giorno della Paris Fashion Week YSL decide di sfilare all'aperto nei nuovi quartieri generali della Maison in Rue de Université. Una collezione che re-interpreta l'heritage del fondatore nei mini abiti in velluto e chiffon e allo stesso tempo lo traghetta verso una contemporaneità bellissima e disarmante fatta di lunghi abiti interrotti da spacchi profondi, mini dress in cristalli e tute tuxedo.
La collezione riflette sui rituali che scandiscono l'appartenenza alla nostra civiltà; lo fa a suo modo, celebrando un paganesimo visivo di straordinaria suggestione. Tiare e mitre sono ricreate con T-shirts usate, mentre volumi gonfi, ritorti o ripiegati, tanto maestosi quanto inquietanti, ridisegnano il corpo, che diventa potente veicolo di misteriosi, esoterici significati.
Una sorta di aristopunk. Rock e allure francese, maschile e femminile si mischiano e si contaminano sulla passerella che celebra una sensualità ribelle e forte al tempo stesso. Al quarto giorno della Paris Fashion Week, Yves Saint Lauren insomma da vita ad una delle sue collezioni più belle e dimostra ancora una volta che la moda non serve solo a sognare, ma a volte può aiutare a sedurre.
Ferragamo. Nuova anima tutta orientale.
di Martina Narducci
Nuovissima collezione ispirata all'eleganza del Giappone.
Il Giappone è il centro della nuova collezione di Salvatore Ferragamo, che viene reinterpretato in chiave lady like con dolce assuefazione. Fulvio Rigoni, direttore dell'ufficio stile della Maison, per la prossima primavera-estate 2017 presenta una collezione che rompe con il passato dove le modelle hanno un' allure quasi cartoon, incedono su sneakers con platform in legno, indossano abiti bustier a fiori o tailleur monocromi in giallo e rosso acceso, o scelgono la semplicità di abitini in pelle traforata e trench dalle maniche scultura. a uno spiccato stile sporty.
Il brand aggiunge un tocco di preziosissimo e di femminilità che porta alla creazione di una collezione contemporanea e versatile, giovane e fresca. Panta jogging a vita alta si accostano a corpini opulenti e a soprabiti ampi. La felpa sfoggia grafismi effetto illusione ottica e si abbina al pizzo. Oppure sfoggia maniche a contrasto stampate a fiori colorati.
Gli stessi fiori che si ritrovano nei lunghi abiti boho-chic, spesso in versione patchwork. Mentre paillette iridescenti arricchiscono piccole sottovesti portate con boleri fluo o pantaloni oversize in denim. La nuova tendenza che unisce lingerie e swimwear, swimtimates, diventa l’ispirazione di questa collezione primavera-estate 17. Capi creati per quelle donne che non hanno paura di indossare il bikini in città casomai abbinato ad un paio di skinny jeans, di vestirsi con abiti in neoprene o di optare per cropped top con short ridottissimi.
Il Giappone è il centro della nuova collezione di Salvatore Ferragamo, che viene reinterpretato in chiave lady like con dolce assuefazione. Fulvio Rigoni, direttore dell'ufficio stile della Maison, per la prossima primavera-estate 2017 presenta una collezione che rompe con il passato dove le modelle hanno un' allure quasi cartoon, incedono su sneakers con platform in legno, indossano abiti bustier a fiori o tailleur monocromi in giallo e rosso acceso, o scelgono la semplicità di abitini in pelle traforata e trench dalle maniche scultura. a uno spiccato stile sporty.
Il brand aggiunge un tocco di preziosissimo e di femminilità che porta alla creazione di una collezione contemporanea e versatile, giovane e fresca. Panta jogging a vita alta si accostano a corpini opulenti e a soprabiti ampi. La felpa sfoggia grafismi effetto illusione ottica e si abbina al pizzo. Oppure sfoggia maniche a contrasto stampate a fiori colorati.
Gli stessi fiori che si ritrovano nei lunghi abiti boho-chic, spesso in versione patchwork. Mentre paillette iridescenti arricchiscono piccole sottovesti portate con boleri fluo o pantaloni oversize in denim. La nuova tendenza che unisce lingerie e swimwear, swimtimates, diventa l’ispirazione di questa collezione primavera-estate 17. Capi creati per quelle donne che non hanno paura di indossare il bikini in città casomai abbinato ad un paio di skinny jeans, di vestirsi con abiti in neoprene o di optare per cropped top con short ridottissimi.
Kenzo.Collezione e vortici di libertà.
di Martina Narducci
Collezione Primavera - Estate che si ispira agli anni '90.
Ancora una volta Carol Lim e Humberto Leon guardano indietro nel tempo ma riescono a creare qualcosa di totalmente nuovo. A finire sotto la loro lente d’ingrandimento, stavolta, sono gli anni Novanta e la particolare impronta club-life che contraddistinse quel periodo. Canotte e abiti a sottovesti si stratificano in tutta libertà. Stampe effetto digitale invadono tubini ad A. Borchie metalliche diventano il trait d’union decorativo dei capi in denim. Ed ensemble di pelle scelgono sfumature siderali per diventare vere stelle nella nightlife contemporanea.
La collezione è davvero splendida e passa con disinvoltura da abiti floreali a completi rigidi più o meno classici, da pigiami rivisitati a capi a tinta neon dalla forte influenza sporty o in denim tie&dye, aggiungendo persino un tocco romantico con capi effetto lingerie decorati da ruche.
L’allure bohémienne si mescola in tutta libertà alla cultura skate, arrivando a creare un meltin’pot estetico assolutamente fresco e creativo. Accanto al denim si fanno notare pull e abiti di cachemire impalpabile dalle tinte neutre e T-shirt stampate con passionali rose. Anche la camicia a scacchi riappare nel guardaroba, fino a trasformarsi in una abito maxi dalle tonalità dark
Ancora una volta Carol Lim e Humberto Leon guardano indietro nel tempo ma riescono a creare qualcosa di totalmente nuovo. A finire sotto la loro lente d’ingrandimento, stavolta, sono gli anni Novanta e la particolare impronta club-life che contraddistinse quel periodo. Canotte e abiti a sottovesti si stratificano in tutta libertà. Stampe effetto digitale invadono tubini ad A. Borchie metalliche diventano il trait d’union decorativo dei capi in denim. Ed ensemble di pelle scelgono sfumature siderali per diventare vere stelle nella nightlife contemporanea.
La collezione è davvero splendida e passa con disinvoltura da abiti floreali a completi rigidi più o meno classici, da pigiami rivisitati a capi a tinta neon dalla forte influenza sporty o in denim tie&dye, aggiungendo persino un tocco romantico con capi effetto lingerie decorati da ruche.
L’allure bohémienne si mescola in tutta libertà alla cultura skate, arrivando a creare un meltin’pot estetico assolutamente fresco e creativo. Accanto al denim si fanno notare pull e abiti di cachemire impalpabile dalle tinte neutre e T-shirt stampate con passionali rose. Anche la camicia a scacchi riappare nel guardaroba, fino a trasformarsi in una abito maxi dalle tonalità dark
Gucci.Primavera-Estate da ricordare.
Nuova collezione per la maison italiana.Eleganza raffinatissima.
E’ modern future. Gucci Milano rilegge il passato con un'ottica totalmente personale, tutto nasce dalla scelta di codici, stili, epoche e lingue diverse. Il risultato stupisce e colpisce ancora una volta: gli anni 70 vengono ripensati e mescolati con il movimento punk, il Rinascimento con la Cina, il maschile con il femminile attraverso un processo per sottrazione che non distrugge ma crea. Ma questa volta Gucci calca ancora di più la mano e manda in sfilata abiti di una bellezza intensa e disarmante.
Lanterne magiche che fanno riflettere sul futuro, su quello che oggi è moderno, ma anche e soprattutto sul presente che non è altro se non la convivenza a volte dissonante di diversi elementi: abiti lunghi ricchi di ruches si alternano ai rigorosi completi maschili, i classici tailleur con la banda cedono il passo alle pellicce intarsiate mentre i cappotti ricamati si indossano con pantaloni sport o con gonne foulard.
Si esplora un terreno inconsueto scegliendo come fonte d’ispirazione anche il mondo della discoteca negli anni Settanta. Ed è la stella il filo conduttore che lega tra loro completi maschili di lamé dorato, minidress tutti ruches e volants, pantaloni fluidi a zampa d’elefante e abiti da sera see-through ricoperti di paillette e frange scintillanti che a volte ricordano le atmosfere del mitico Studio 54.
E’ modern future. Gucci Milano rilegge il passato con un'ottica totalmente personale, tutto nasce dalla scelta di codici, stili, epoche e lingue diverse. Il risultato stupisce e colpisce ancora una volta: gli anni 70 vengono ripensati e mescolati con il movimento punk, il Rinascimento con la Cina, il maschile con il femminile attraverso un processo per sottrazione che non distrugge ma crea. Ma questa volta Gucci calca ancora di più la mano e manda in sfilata abiti di una bellezza intensa e disarmante.
Lanterne magiche che fanno riflettere sul futuro, su quello che oggi è moderno, ma anche e soprattutto sul presente che non è altro se non la convivenza a volte dissonante di diversi elementi: abiti lunghi ricchi di ruches si alternano ai rigorosi completi maschili, i classici tailleur con la banda cedono il passo alle pellicce intarsiate mentre i cappotti ricamati si indossano con pantaloni sport o con gonne foulard.
Si esplora un terreno inconsueto scegliendo come fonte d’ispirazione anche il mondo della discoteca negli anni Settanta. Ed è la stella il filo conduttore che lega tra loro completi maschili di lamé dorato, minidress tutti ruches e volants, pantaloni fluidi a zampa d’elefante e abiti da sera see-through ricoperti di paillette e frange scintillanti che a volte ricordano le atmosfere del mitico Studio 54.
D&G.Couture e magiche esplosioni.
di Martina Narducci
Il brand italiano si conferma una luce nel mondo dell'alta moda.
La nuovissima collezione disegnata da Stefano Gabbana e Domenico Dolce permette ad ogni donna di realizzare un sogno: diventare principessa per una volta, almeno per ciò che attiene all'abito perfetto. Sono infatti le principesse delle favole le muse ispiratrici di questa passerella invernale: Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, Cenerentola e non solo. Jeune fille vestite di frange luminose, abiti ricoperti di ricami in tema favola, giacche militari da Schiaccianoci, fiori maxi che sbocciano su cappotti a uovo e un trionfo di specchietti che riflettono la luce fino a creare un’atmosfera magica.
Ogni dettaglio è studiato magicamente ed indirizzato a comunicare opulenza e ricchezza e ovviamente la fiabesca fantasia, di quelle che popolano le pagine delle storie più belle della nostra infanzia. Ogni creazione è un vero e proprio ritratto, in tono forte e misurato, dell'Essere: dai primi look maschili e militari, con piccola giacca, gorgiera e stivali, che tanto sarebbero piaciuti ad Amleto, fino agli ultimi super femminili in chiffon che avrebbero fatto la gioia di Giulietta.
E poi cotte in tulle con paillettes di pelle dorate, cappotti in ermellino sartoriale, gonne in piume di pavone e lunghi cappotti patchwork di ricami. D&G non dimentica i suoi proverbiali tocchi punk come i gioielli trattenuti da strisce in pelle e stivali militari sublimano questo capolavoro di maestria artigianale che è la summa di una collaborazione creativa che sembra non avere mai crepe nè fine.
La nuovissima collezione disegnata da Stefano Gabbana e Domenico Dolce permette ad ogni donna di realizzare un sogno: diventare principessa per una volta, almeno per ciò che attiene all'abito perfetto. Sono infatti le principesse delle favole le muse ispiratrici di questa passerella invernale: Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, Cenerentola e non solo. Jeune fille vestite di frange luminose, abiti ricoperti di ricami in tema favola, giacche militari da Schiaccianoci, fiori maxi che sbocciano su cappotti a uovo e un trionfo di specchietti che riflettono la luce fino a creare un’atmosfera magica.
Ogni dettaglio è studiato magicamente ed indirizzato a comunicare opulenza e ricchezza e ovviamente la fiabesca fantasia, di quelle che popolano le pagine delle storie più belle della nostra infanzia. Ogni creazione è un vero e proprio ritratto, in tono forte e misurato, dell'Essere: dai primi look maschili e militari, con piccola giacca, gorgiera e stivali, che tanto sarebbero piaciuti ad Amleto, fino agli ultimi super femminili in chiffon che avrebbero fatto la gioia di Giulietta.
E poi cotte in tulle con paillettes di pelle dorate, cappotti in ermellino sartoriale, gonne in piume di pavone e lunghi cappotti patchwork di ricami. D&G non dimentica i suoi proverbiali tocchi punk come i gioielli trattenuti da strisce in pelle e stivali militari sublimano questo capolavoro di maestria artigianale che è la summa di una collaborazione creativa che sembra non avere mai crepe nè fine.
Chanel.Nuova ed eclettica collezione.
di Martina Narducci
La casa francese conquista tutti alle sfilate parigine per il 2017.
Ogni volta che arriva una nuova collezione Chanel è un appuntamento straordinario, che ci fa ammirare l'inarrivabile creatività di Karl Lagerfield. Questa stagione viene ricreata l'atmosfera dell'atelier Haute Couture di Gabrielle Chanel. Ambiente ovattato, colori chiari, vasi di orchidee. Un lungo, interminabile sentiero misterioso si snoda per 500 metri, un labirinto di eleganti sedie chiavarine dorate attraversato da una parata di 80 modelle che indossano innumerevoli versioni moderne del classico stile Chanel. Il tweed si rinnova con riflessi luminescenti e metallici, i pantaloni si aprono a campana e si portano con giacche en pendant arricchite da inserti a contrasto.
Il panno di mescola alla pelle e alla seta. Mentre disegni jacquard floreali e velluti dark donano un appeal più sensuale ed eye-catching a completi e abiti da giorno. Sfilano tailleurs e cappotti in tweed rosa e rosso; deliziosi abiti a volants in pizzo chantilly sono profilati in pelle nera; molteplici fili dei famosi sautoirs con perle oversize sono generosamente profusi su bluse e giacche.
Si fondono elementi disparati in una collezione che rilegge lo stile urbano attraverso la lente di un eclettismo minimalista, a cui la decorazione aggiunge un tono di eccentrica modernità. Giochi di asimmetrie, pannelli e tagli sghembi si innestano su capi classici come blazers, parka, cappotti oversize, peacoats, smorzandone la prosaicità, rivedendone le proporzioni, enfatizzandone il coté artsy con l'uso di colori accostati in modo inusuale e off-beat. Tutto è moderno ed elegante; la miracolosa energia di Lagerfeld continua a proiettare Chanel nel futuro, con geniale, inesauribile ottimismo.
Ogni volta che arriva una nuova collezione Chanel è un appuntamento straordinario, che ci fa ammirare l'inarrivabile creatività di Karl Lagerfield. Questa stagione viene ricreata l'atmosfera dell'atelier Haute Couture di Gabrielle Chanel. Ambiente ovattato, colori chiari, vasi di orchidee. Un lungo, interminabile sentiero misterioso si snoda per 500 metri, un labirinto di eleganti sedie chiavarine dorate attraversato da una parata di 80 modelle che indossano innumerevoli versioni moderne del classico stile Chanel. Il tweed si rinnova con riflessi luminescenti e metallici, i pantaloni si aprono a campana e si portano con giacche en pendant arricchite da inserti a contrasto.
Il panno di mescola alla pelle e alla seta. Mentre disegni jacquard floreali e velluti dark donano un appeal più sensuale ed eye-catching a completi e abiti da giorno. Sfilano tailleurs e cappotti in tweed rosa e rosso; deliziosi abiti a volants in pizzo chantilly sono profilati in pelle nera; molteplici fili dei famosi sautoirs con perle oversize sono generosamente profusi su bluse e giacche.
Si fondono elementi disparati in una collezione che rilegge lo stile urbano attraverso la lente di un eclettismo minimalista, a cui la decorazione aggiunge un tono di eccentrica modernità. Giochi di asimmetrie, pannelli e tagli sghembi si innestano su capi classici come blazers, parka, cappotti oversize, peacoats, smorzandone la prosaicità, rivedendone le proporzioni, enfatizzandone il coté artsy con l'uso di colori accostati in modo inusuale e off-beat. Tutto è moderno ed elegante; la miracolosa energia di Lagerfeld continua a proiettare Chanel nel futuro, con geniale, inesauribile ottimismo.
Alexander McQueen.New Collection 2017.
di Martina Narducci
Uno stilista che si conferma ogni volta con immenso talento.
La nuova collezione inverno 2017 di Alexander McQueen è una luce iper-femminile e notturna una visione nuova e sempre più incisiva. Creature delicate che sembrano scivolare tra sogno e realtà vivono sole in un mondo lunare e translucente. Indossano ombre di abiti, quasi veli trasparenti rilucenti di ricami preziosi - ma di assoluto livello Couture, squisitamente eseguiti con la perfezione esatta tipica della designer. Talismani sono intrecciati tra i capelli ; pendenti portafortuna e gioielli decorano scolli e revers - cigni, colombe, occhi, labbra, civette, gufi, unicorni, profumi.
Ci troviamo davanti ad una esplosione di femminilità vanitosa e onirica, che ondeggia suadente come uscita da un boudoir, fascinosa e magica. Collezione dalla sontuosa leggerezza, incantevole per la grazia sinuosa e soave che sprigiona - a cui sottende una tonalità scura e dark, misteriosa, ipnotica ed esoterica. una moda understated ed eccentrica allo stesso tempo, dove i dettagli contano e ciò che emerge è la sartorialità del capo, oltre a un grande senso del colore.
Pastelli, tinte forti e grigi si uniscono al nero e al bianco in un color blocking mai banale e si mescolano anche le texture satinate con quelle furry della maglia tridimensionale dal tocco ulra soft. Panneggi e pieghe insolite, inoltre, movimentano cappotti, top e gonne all’insegna di una discreta asimmetria. Mentre le piccole fantasie floreali sono declinate in una chiave rétro che appare quasi sbiadita dal tempo, come una storia da raccontare.
La nuova collezione inverno 2017 di Alexander McQueen è una luce iper-femminile e notturna una visione nuova e sempre più incisiva. Creature delicate che sembrano scivolare tra sogno e realtà vivono sole in un mondo lunare e translucente. Indossano ombre di abiti, quasi veli trasparenti rilucenti di ricami preziosi - ma di assoluto livello Couture, squisitamente eseguiti con la perfezione esatta tipica della designer. Talismani sono intrecciati tra i capelli ; pendenti portafortuna e gioielli decorano scolli e revers - cigni, colombe, occhi, labbra, civette, gufi, unicorni, profumi.
Ci troviamo davanti ad una esplosione di femminilità vanitosa e onirica, che ondeggia suadente come uscita da un boudoir, fascinosa e magica. Collezione dalla sontuosa leggerezza, incantevole per la grazia sinuosa e soave che sprigiona - a cui sottende una tonalità scura e dark, misteriosa, ipnotica ed esoterica. una moda understated ed eccentrica allo stesso tempo, dove i dettagli contano e ciò che emerge è la sartorialità del capo, oltre a un grande senso del colore.
Pastelli, tinte forti e grigi si uniscono al nero e al bianco in un color blocking mai banale e si mescolano anche le texture satinate con quelle furry della maglia tridimensionale dal tocco ulra soft. Panneggi e pieghe insolite, inoltre, movimentano cappotti, top e gonne all’insegna di una discreta asimmetria. Mentre le piccole fantasie floreali sono declinate in una chiave rétro che appare quasi sbiadita dal tempo, come una storia da raccontare.
Louis Vuitton.Un futuro di pura eleganza.
di Martina Narducci
Nuova collezione inverno 2017.Un vortice di raffinatezze.
Il tema centrale della nuova collezione autunno-inverno di Louis Vuitton è il legame stretto tra passato e futuro. Nicolas Ghesquière, direttore della linea donna LV, ha voluto lavorare in perfetta simbiosi con il talentuoso artista Justin Morin per realizzare la scenografia di questa moderna città sottomarina, dove troneggiano colonne ricoperte di specchi infranti e il pavimento riproduce quello del Panthéon di Parigi. La collezione autunno inverno di Louis Vuitton si fa vero ed inconsueto paradigma una specie di lente per rilegge la tradizione alla luce di un futuro prossimo. Il viaggio, tema costante delle collezioni Vuitton, ci porta nel tempo e nello spazio in una città sottomarina che non c'è, una moderna Atlantide, un sito archeologico che riassume memorie ed emozioni, dove convivono tradizione e atletica dinamicità.
Ancora una volta Ghesquière rilegge, scompone e reinterpreta l'heritage di Louis Vuotton e da vita letteralmente a nuovissime pagine di un capitolo che come sempre è di una modernità e di una bellezza senza pari.Nel dettaglio si notano cappotti rigorosi mutuati all'outewear che si indossano con pantaloni super slim. Gli abiti fluidi si alternano alle gonne asimmetriche. Le giacche sartoriali sono sagomate come bustier, mentre i dress in maglia sono allungati e hanno maxi ruches.
Superfici opache si scontrano con texture vibranti ricamate di paillette. Tuniche dall’aria perbene sfoggiano colletti bon-ton mentre lunghi abiti fluidi si alternano a mini dress dalla silhouette più strutturata e grintosa. Le gonne, infine, si vestono di tinte baby da accostare a capi dall’appeal maschile, ancora una volta sull’onda di contrapposizioni evidenti eppure armoniche.Pura alta moda by LV.
Il tema centrale della nuova collezione autunno-inverno di Louis Vuitton è il legame stretto tra passato e futuro. Nicolas Ghesquière, direttore della linea donna LV, ha voluto lavorare in perfetta simbiosi con il talentuoso artista Justin Morin per realizzare la scenografia di questa moderna città sottomarina, dove troneggiano colonne ricoperte di specchi infranti e il pavimento riproduce quello del Panthéon di Parigi. La collezione autunno inverno di Louis Vuitton si fa vero ed inconsueto paradigma una specie di lente per rilegge la tradizione alla luce di un futuro prossimo. Il viaggio, tema costante delle collezioni Vuitton, ci porta nel tempo e nello spazio in una città sottomarina che non c'è, una moderna Atlantide, un sito archeologico che riassume memorie ed emozioni, dove convivono tradizione e atletica dinamicità.
Ancora una volta Ghesquière rilegge, scompone e reinterpreta l'heritage di Louis Vuotton e da vita letteralmente a nuovissime pagine di un capitolo che come sempre è di una modernità e di una bellezza senza pari.Nel dettaglio si notano cappotti rigorosi mutuati all'outewear che si indossano con pantaloni super slim. Gli abiti fluidi si alternano alle gonne asimmetriche. Le giacche sartoriali sono sagomate come bustier, mentre i dress in maglia sono allungati e hanno maxi ruches.
Superfici opache si scontrano con texture vibranti ricamate di paillette. Tuniche dall’aria perbene sfoggiano colletti bon-ton mentre lunghi abiti fluidi si alternano a mini dress dalla silhouette più strutturata e grintosa. Le gonne, infine, si vestono di tinte baby da accostare a capi dall’appeal maschile, ancora una volta sull’onda di contrapposizioni evidenti eppure armoniche.Pura alta moda by LV.
Calvin Klein.Minimalismo ed alta moda.
di Martina Narducci
Poche linee ma estremamente eleganti e selvagge.
Molto spesso nella moda coniugare minimalismo e allure sexy sembra impossibile; eppure è un esercizio che riesce molto bene al talentuosissimo Francisco Costa nella sua sfilata per Calvin Klein Collection. Il look è orientato molto sull'espressione insolente del cotè femminile sauvage e quasi ferale, con accenti bondage e dark.Ogni accento ed espressione teatrale e stereotipata viene però depurato grazie a un tailoring sofisticato che, attraverso tecniche di decostruzione - i capi sembrano quasi "sfatti" - esprime una qualità elegante e moderna.
Una venatura di selvaggia sensualità e' suggerita dall'abbondante uso di pelliccia - in realtà realizzata in un morbido filato di lana. La collezione punta su un grande utilizzo di tessuti maschili declinati in proporzioni ampie, oversize, dai volumi arrotondati. Cappotti e gilet sono grandi e en pendant con i pantaloni lunghi. Gli abiti corti a trapezio sfoggiano ciuffi di piume a contrasto.
Mini dress di pizzo dorato e di satin dalle sfumature perlacea si alternano a tuniche asimmetriche costruite con pannelli geometrici e maglie affusolate extra long. Mentre le camicie con fiocco al collo si incontrano con il tweed e con tutte le sfumature del grigio.
Molto spesso nella moda coniugare minimalismo e allure sexy sembra impossibile; eppure è un esercizio che riesce molto bene al talentuosissimo Francisco Costa nella sua sfilata per Calvin Klein Collection. Il look è orientato molto sull'espressione insolente del cotè femminile sauvage e quasi ferale, con accenti bondage e dark.Ogni accento ed espressione teatrale e stereotipata viene però depurato grazie a un tailoring sofisticato che, attraverso tecniche di decostruzione - i capi sembrano quasi "sfatti" - esprime una qualità elegante e moderna.
Una venatura di selvaggia sensualità e' suggerita dall'abbondante uso di pelliccia - in realtà realizzata in un morbido filato di lana. La collezione punta su un grande utilizzo di tessuti maschili declinati in proporzioni ampie, oversize, dai volumi arrotondati. Cappotti e gilet sono grandi e en pendant con i pantaloni lunghi. Gli abiti corti a trapezio sfoggiano ciuffi di piume a contrasto.
Mini dress di pizzo dorato e di satin dalle sfumature perlacea si alternano a tuniche asimmetriche costruite con pannelli geometrici e maglie affusolate extra long. Mentre le camicie con fiocco al collo si incontrano con il tweed e con tutte le sfumature del grigio.
Dior.Il classico si fonde al sensuale.
di Martina Narducci
Ispirazioni nuove e sexy per un vero omaggio a Christian Dior.
Presentata la prima collezione di Dior senza Raf Simons. Il team creativo interno, orfano del direttore, rilegge in chiave moderna la parisienne di oggi, la sua spensieratezza e il suo modo di abbinare liberamente abiti e accessori. In passerella sfilano le classiche giacche Bar, dai volumi rivisitati, da indossare con lunghe gonne a pannelli o con mini ricamate. Lunghi abiti in chiffon si alternano a rigorosi cappotti doppiopetto sartoriali o ad abiti bustier che scoprono t-shirt gioiello.
Sexy e dècontractèe questa collezione è un vero e proprio omaggio a Christian Dior e celebra un nuovo modo di fare couture: la vera ispirazione infatti sono le jeunes filles di Parigi e non le irraggiungibili dive di Hollywood. Punta sul lusso estremo di materiali preziosi come il pizzo Chantilly e il broccato dorato per costruire cappotti militari, giacche alla Sergent Pepper e camicie con jabot da dandy contemporaneo.
Se questo tipo di guardaroba maschile fa da fonte d’ispirazione, tuttavia velluti e satin fanno la parte del leone, rendendo linee e silhouette più fluide e femminili.Il gilet mette in mostra qualche centimetro di pelle nuda, la pelliccia spunta su colli e fodere, le giacche da smoking diventano abiti dal profilo sinuoso e c’è spazio anche per abiti impalpabili ed eterei di chiffon
Presentata la prima collezione di Dior senza Raf Simons. Il team creativo interno, orfano del direttore, rilegge in chiave moderna la parisienne di oggi, la sua spensieratezza e il suo modo di abbinare liberamente abiti e accessori. In passerella sfilano le classiche giacche Bar, dai volumi rivisitati, da indossare con lunghe gonne a pannelli o con mini ricamate. Lunghi abiti in chiffon si alternano a rigorosi cappotti doppiopetto sartoriali o ad abiti bustier che scoprono t-shirt gioiello.
Sexy e dècontractèe questa collezione è un vero e proprio omaggio a Christian Dior e celebra un nuovo modo di fare couture: la vera ispirazione infatti sono le jeunes filles di Parigi e non le irraggiungibili dive di Hollywood. Punta sul lusso estremo di materiali preziosi come il pizzo Chantilly e il broccato dorato per costruire cappotti militari, giacche alla Sergent Pepper e camicie con jabot da dandy contemporaneo.
Se questo tipo di guardaroba maschile fa da fonte d’ispirazione, tuttavia velluti e satin fanno la parte del leone, rendendo linee e silhouette più fluide e femminili.Il gilet mette in mostra qualche centimetro di pelle nuda, la pelliccia spunta su colli e fodere, le giacche da smoking diventano abiti dal profilo sinuoso e c’è spazio anche per abiti impalpabili ed eterei di chiffon
Hilfiger.Moda cosmopolita e romantica.
Sorprese e nuovi mood per l'indomabile Tommy.
La donna tipo che domina la nuova collezione Resort 2017 di Tommy Hilfiger è una ragazza del college con un'anima viaggiatrice ma con forti tinte romantiche una specie di piccolo tocco da fanciulla innocente. Alterna modelli di pelle con abiti di seta a stampa floreale e chemisier sporty dalle righe multicolor. La nuova linea è decisa e riscopre il classico bomber varsity in versione lucida, di raso, e arricchito da stampe. stratifica il cotone vichy con top di pizzo infuocato, declina il denim in abiti femminili che incorniciano le spalle con una balza o sotto forma di mini salopette attillate.
Hilfiger va dritto per la sua strada e non si stanca mai di rinnovare nelle forme e nei colori la sua fedelissima felpa. Quello che resta negli occhi sono le proporzioni ampie e le forme fluide a fare la differenza nella collezione Hilfiger. Le camicie si fanno oversize fino a diventare abiti leggeri.
Una delle grandi novità è il velluto dark che gioca con i contrasti di colore. La giacca biker si rinnova nei materiali, diventando un capo di panno perfetto per i primi freddi. La maglia di fa ampia e avvolgente come un bozzolo deluxe, sfoggiando texture soffici e da toccare. Persino il tweed rivede i propri connotati vestendo un tailleur pantalone dalla silhouette morbida e dall’orlo allungato. Mentre scollature a sorpresa vivacizzano pull e top minimali.
La donna tipo che domina la nuova collezione Resort 2017 di Tommy Hilfiger è una ragazza del college con un'anima viaggiatrice ma con forti tinte romantiche una specie di piccolo tocco da fanciulla innocente. Alterna modelli di pelle con abiti di seta a stampa floreale e chemisier sporty dalle righe multicolor. La nuova linea è decisa e riscopre il classico bomber varsity in versione lucida, di raso, e arricchito da stampe. stratifica il cotone vichy con top di pizzo infuocato, declina il denim in abiti femminili che incorniciano le spalle con una balza o sotto forma di mini salopette attillate.
Hilfiger va dritto per la sua strada e non si stanca mai di rinnovare nelle forme e nei colori la sua fedelissima felpa. Quello che resta negli occhi sono le proporzioni ampie e le forme fluide a fare la differenza nella collezione Hilfiger. Le camicie si fanno oversize fino a diventare abiti leggeri.
Una delle grandi novità è il velluto dark che gioca con i contrasti di colore. La giacca biker si rinnova nei materiali, diventando un capo di panno perfetto per i primi freddi. La maglia di fa ampia e avvolgente come un bozzolo deluxe, sfoggiando texture soffici e da toccare. Persino il tweed rivede i propri connotati vestendo un tailleur pantalone dalla silhouette morbida e dall’orlo allungato. Mentre scollature a sorpresa vivacizzano pull e top minimali.
J.P.Gaultier.Un vento caldo ed esotico.
di Martina Narducci
Il mitico J.P.Gaultier sorprende ed affascina ancora una volta.
L’ enfant terrible della moda ha deciso di dedicare la sua nuova sfilata al Palace, il celebre nightclub di Parigi che tra la fine degli anni Settanta e la metà degli Ottanta era il punto d’incontro di socialite, artisti, stilisti e icone della moda. Le modelle hanno sfilato coperte da vistosi completi pijama, giacche da smoking indossate su abiti di paillette o strette in vita da cinture obi, camicie maschili sotto tuniche di pizzo e gonne trasparenti.
Ogni outfit ideato pare essere creato esclusivamente per stupire chi guarda, sedurre e farsi notare, prediligendo stampe inconsuete, applicazioni scintillanti e colori preziosi. Tutti risulta impostato sul puro edonismo forse oggi ricercato con nostalgia e reso ancora più palese dalle flute di champagne tenute in mano dalle modelle nelle uscite finali. Insomma Gaultier in questa stagione, ha puntato sull’evasione dalla realtà - un bellissimo viaggio in un luogo caldo, esotico.
E questo è stato espresso attraverso molti abiti dalle fantasie bucoliche, in stile jungla ed esotiche molte delle quali personalmente realizzate dallo stilista. "Ho voluto dimenticare l'ordinario, sfuggire la vita di ogni giorno per un luogo pieno di gioia," ha dichiarato il designer dietro le quinte dopo la sfilata. E la sua fuga dalla realtà è stata un grande successo.
L’ enfant terrible della moda ha deciso di dedicare la sua nuova sfilata al Palace, il celebre nightclub di Parigi che tra la fine degli anni Settanta e la metà degli Ottanta era il punto d’incontro di socialite, artisti, stilisti e icone della moda. Le modelle hanno sfilato coperte da vistosi completi pijama, giacche da smoking indossate su abiti di paillette o strette in vita da cinture obi, camicie maschili sotto tuniche di pizzo e gonne trasparenti.
Ogni outfit ideato pare essere creato esclusivamente per stupire chi guarda, sedurre e farsi notare, prediligendo stampe inconsuete, applicazioni scintillanti e colori preziosi. Tutti risulta impostato sul puro edonismo forse oggi ricercato con nostalgia e reso ancora più palese dalle flute di champagne tenute in mano dalle modelle nelle uscite finali. Insomma Gaultier in questa stagione, ha puntato sull’evasione dalla realtà - un bellissimo viaggio in un luogo caldo, esotico.
E questo è stato espresso attraverso molti abiti dalle fantasie bucoliche, in stile jungla ed esotiche molte delle quali personalmente realizzate dallo stilista. "Ho voluto dimenticare l'ordinario, sfuggire la vita di ogni giorno per un luogo pieno di gioia," ha dichiarato il designer dietro le quinte dopo la sfilata. E la sua fuga dalla realtà è stata un grande successo.
Givenchy.Haute couture eterea e raffinata.
di Martina Narducci
Tisci firma la nuova e splendida collezione di Givenchy.
La collezione haute couture firmata da Riccardo Tisci porta in passerella delle creature eteree e femminili che vestono lunghi e lussuosi abiti fluidi spesso decorati da paillette e cristalli. Una cascata di luce continua che punta su tessuti fluidi e silhouette in movimento, arricchite da trasparenze e pizzi preziosi, panneggi antichi e superfici satinate. E lo stesso lusso emana dai soprabiti, che si tratti di cappotti dalla rigorosa allure militare o di opulente pellicce dark, per poi finire con mantelle in versione mosaico le cui tessere sono piccoli esagoni di pellami pregiati multicolor, en pendant con l’abito sottostante.
Dal lilla al glicine, fino al viola più intenso, stemperato dal nero, con riflessi grigi e metallici grazie alle paillettes ton sur ton, il mauve è il vero protagonista di questa collezione deliberatamente ispirata alle dive degli anni 40, ma che celebra la femminilità delle donne di oggi. In passerella abiti fluidi, gonne fluttuanti e pantaloni che sembrano mossi da un delicato soffio di vento. Volant che accentuano slancio e libertà e innervano lunghi pantaloni, abiti bustier, top e gonne.
Giacche brevi da abbinare a gonne a balze o ricamate di onde preziose. Top in pvc e cristalli che diventano disegni voluttuosi di spirali sulla pelle nuda.E ancora mini dress in tulle con maxi ruches in paillettes e lunghi abiti in organza plissettata. Creazioni preziose che vedremo di sicuto addosso alle dive di Hollywood che hanno elevato Tisci a loro artista di moda preferito.
La collezione haute couture firmata da Riccardo Tisci porta in passerella delle creature eteree e femminili che vestono lunghi e lussuosi abiti fluidi spesso decorati da paillette e cristalli. Una cascata di luce continua che punta su tessuti fluidi e silhouette in movimento, arricchite da trasparenze e pizzi preziosi, panneggi antichi e superfici satinate. E lo stesso lusso emana dai soprabiti, che si tratti di cappotti dalla rigorosa allure militare o di opulente pellicce dark, per poi finire con mantelle in versione mosaico le cui tessere sono piccoli esagoni di pellami pregiati multicolor, en pendant con l’abito sottostante.
Dal lilla al glicine, fino al viola più intenso, stemperato dal nero, con riflessi grigi e metallici grazie alle paillettes ton sur ton, il mauve è il vero protagonista di questa collezione deliberatamente ispirata alle dive degli anni 40, ma che celebra la femminilità delle donne di oggi. In passerella abiti fluidi, gonne fluttuanti e pantaloni che sembrano mossi da un delicato soffio di vento. Volant che accentuano slancio e libertà e innervano lunghi pantaloni, abiti bustier, top e gonne.
Giacche brevi da abbinare a gonne a balze o ricamate di onde preziose. Top in pvc e cristalli che diventano disegni voluttuosi di spirali sulla pelle nuda.E ancora mini dress in tulle con maxi ruches in paillettes e lunghi abiti in organza plissettata. Creazioni preziose che vedremo di sicuto addosso alle dive di Hollywood che hanno elevato Tisci a loro artista di moda preferito.
Armani.Collezione tremendamente pop.
di Martina Narducci
Sfilata per l'estate che conquista come sempre tutti.
Il marchio Giorgio Armani compie ben 40 anni e re Giorgio decide di sfoderare una splendida collezione estiva mettendo ancora una volta al centro del suo universo moda la meravigliosa accoppiata giacca - pantalone. Senza alcuna monotonia, questi due capi iconici vengono sviluppati con variazioni nuovissime e davvero grondanti lusso ed estrosità.I pantaloni sono corti alla caviglia, morbidi, hanno finish opachi ma risultano illuminati con tocchi lucenti o con stampe fantasiose che ci ricordano le opere di Chagall.Oppure si presentano panneggiati quasi come fossero un panta-sari.
E si accompagnano a giacche corte che mettono esplicitamente in mostra incredibili sfumature di blu e di grigio, blazer a doppio petto morbidi come felpe, pellicce colorate dalla texture complessa e top sportivi in lana bouclé. La collezione risulta poppeggiante e a tratti stravagante, con un naturale stile in cui emerge con forza la fantasia maculata di soprabiti e abiti svasati che ci ricollegano alla foresta e alla sua anima selvatica.
La silhouette scivolata è ideata tipicamente anni Venti e il sapiente uso della stratificazione di tessuti diversi crea nuove forme e stilemi. Pizzi e trasparenze si alternano a ricami preziosi, tubini frangiati riportano alla mente le flapper dell’epoca e ogni cosa pare messa lì appositamente per lasciare a bocca aperta chi ammira diffondendo un alone di lusso e ricchezza. Un particolare unico sono i colletti-collier e i lunghi pendenti gioiello. Se poi parliamo dell'abito serale anche qui vince il pantalone, accostato a top sensuali che mettono in mostra le spalle o da giacche smoking ultra femminili. La collezione infine dedica spazio anche alle elaborate costruzioni di paillette, completi interamente ricoperti con perle brillanti ed organze dalle mille tinte.
Il marchio Giorgio Armani compie ben 40 anni e re Giorgio decide di sfoderare una splendida collezione estiva mettendo ancora una volta al centro del suo universo moda la meravigliosa accoppiata giacca - pantalone. Senza alcuna monotonia, questi due capi iconici vengono sviluppati con variazioni nuovissime e davvero grondanti lusso ed estrosità.I pantaloni sono corti alla caviglia, morbidi, hanno finish opachi ma risultano illuminati con tocchi lucenti o con stampe fantasiose che ci ricordano le opere di Chagall.Oppure si presentano panneggiati quasi come fossero un panta-sari.
E si accompagnano a giacche corte che mettono esplicitamente in mostra incredibili sfumature di blu e di grigio, blazer a doppio petto morbidi come felpe, pellicce colorate dalla texture complessa e top sportivi in lana bouclé. La collezione risulta poppeggiante e a tratti stravagante, con un naturale stile in cui emerge con forza la fantasia maculata di soprabiti e abiti svasati che ci ricollegano alla foresta e alla sua anima selvatica.
La silhouette scivolata è ideata tipicamente anni Venti e il sapiente uso della stratificazione di tessuti diversi crea nuove forme e stilemi. Pizzi e trasparenze si alternano a ricami preziosi, tubini frangiati riportano alla mente le flapper dell’epoca e ogni cosa pare messa lì appositamente per lasciare a bocca aperta chi ammira diffondendo un alone di lusso e ricchezza. Un particolare unico sono i colletti-collier e i lunghi pendenti gioiello. Se poi parliamo dell'abito serale anche qui vince il pantalone, accostato a top sensuali che mettono in mostra le spalle o da giacche smoking ultra femminili. La collezione infine dedica spazio anche alle elaborate costruzioni di paillette, completi interamente ricoperti con perle brillanti ed organze dalle mille tinte.
Etro.Estate 2017 moda e forti contrasti.
di Martina Narducci
Rivoluzione e tradizione mescolate nella nuova collezione estiva.
Finalmente la nuovissima collezione estate 2017 di Etro è stata svelata. Aprendo la porta ed entrando nel suo mondo ci accorgiamo che tutto è cangiante, elegantemente sognante ogni particolare. Nella sua collezione Resort la splendida Veronica Etro da vita ad elementi dal carattere fortemente retrò, sembra ritornare indietro nelle sfere temporali ridando pura illuminazione agli stili fashion dei gruppi hippie e a valori dell’epoca sextie come la passione per ciò che è esotico e per il folk. Lunghi abiti di seta veleggiano su materiali multicolor, gilet e tubini effetto carpet, con ampi ricami e ricchi di applicazioni passamano che si fondono camicie ampie e jeans. Per ciò che attiene alla maglieria si opta per lunghe forme di cardigans spesso rigati dalle sfumature calde, mentre gli abiti e i capispalla più preziosi luccicano all’inverosimile su riflessi metallici e applicazioni scintillanti per riuscire in questo modo a brillare di luce propria.
Nell’insieme ci troviamo di fronte ad una ricchissima collezione elegante e romantica ma con un impatto grafico notevole, insomma sia retrò che contemporaneo allo stesso tempo. Le silhouette voluminose e strette in vita sono animate sia con lussuose sete e organze, ma anche con tessuti più comuni ma particolari come il panno di lana dalle tonalità forti. Ricche balze vengono poi adoperate per strutturare tubini e sensuali scollature. La vera novità sono le grafiche optical con linee sinuosissime e le lunghissime gonne a pieghe che Veronica ha modellato su shimmering e colori metallici.
Un forte appeal di geometrie omogenee conquista quasi tutti gli abiti da giorno e svaria nelle tonalità cromatiche e nelle raffinatezze delle tecniche blocking. Le stoffe maggiormente adoperate sono il denim, la seta, il lurex, lo jacquard ed il cotone ricamato. Le forme generali della collezione sono rette e affusolate con bordi spesso fluidi e ricchi di ombre.Etro resta costante e non tradisce la sua concept-line,una moda rivoluzionaria che però non si allontana dalla sua elegante tradizione, un contrasto concettuale in nome del suo stesso brand.
Finalmente la nuovissima collezione estate 2017 di Etro è stata svelata. Aprendo la porta ed entrando nel suo mondo ci accorgiamo che tutto è cangiante, elegantemente sognante ogni particolare. Nella sua collezione Resort la splendida Veronica Etro da vita ad elementi dal carattere fortemente retrò, sembra ritornare indietro nelle sfere temporali ridando pura illuminazione agli stili fashion dei gruppi hippie e a valori dell’epoca sextie come la passione per ciò che è esotico e per il folk. Lunghi abiti di seta veleggiano su materiali multicolor, gilet e tubini effetto carpet, con ampi ricami e ricchi di applicazioni passamano che si fondono camicie ampie e jeans. Per ciò che attiene alla maglieria si opta per lunghe forme di cardigans spesso rigati dalle sfumature calde, mentre gli abiti e i capispalla più preziosi luccicano all’inverosimile su riflessi metallici e applicazioni scintillanti per riuscire in questo modo a brillare di luce propria.
Nell’insieme ci troviamo di fronte ad una ricchissima collezione elegante e romantica ma con un impatto grafico notevole, insomma sia retrò che contemporaneo allo stesso tempo. Le silhouette voluminose e strette in vita sono animate sia con lussuose sete e organze, ma anche con tessuti più comuni ma particolari come il panno di lana dalle tonalità forti. Ricche balze vengono poi adoperate per strutturare tubini e sensuali scollature. La vera novità sono le grafiche optical con linee sinuosissime e le lunghissime gonne a pieghe che Veronica ha modellato su shimmering e colori metallici.
Un forte appeal di geometrie omogenee conquista quasi tutti gli abiti da giorno e svaria nelle tonalità cromatiche e nelle raffinatezze delle tecniche blocking. Le stoffe maggiormente adoperate sono il denim, la seta, il lurex, lo jacquard ed il cotone ricamato. Le forme generali della collezione sono rette e affusolate con bordi spesso fluidi e ricchi di ombre.Etro resta costante e non tradisce la sua concept-line,una moda rivoluzionaria che però non si allontana dalla sua elegante tradizione, un contrasto concettuale in nome del suo stesso brand.
La neon Tokyo di Louis Vuitton.
di Federica Nobile
La cyber idoru doll di Louis Vuitton conquista Parigi, e l’Occidente intero.
Si apre un sipario di pannelli mobili proiettanti un uomo in atmosfera domestica alle prese con un oculus rift, ed è l’eterea Fernanda Hin Lin Ly a calcare per prima la passerella a zig-zag disposta ne La Fondation Louis Vuitton. I sandali con le zeppe ai piedi smorzano la camminata di per sé decisa di questa Idoru Doll, non creata, ma bensì plasmata dal genio avanguardista Nicolas Ghesquière, art director della maison.
Gli occhi sono tutti puntati su di lei, eroina dei manga dalla pelle eburnea, esaltata dal chiodo rosa ciliegia chiuso in vita da una cintura monocromatica, e da una gonna dal taglio asimmetrico. Visioni post punk si concentrano nei dettagli lamé, e negli inserti metallici di cui sono dotate borse e accessori.Mezziguanti in pelle completano il quadro, rendendo il neonato stile di questa primavera/estate davvero «interessante».
A pensarla così è la special guest Claire Boucher, meglio conosciuta come Grimes, artista darkwave davvero fenomenale che nei suoi video musicali fa da vera e propria paladina a Louis Vuitton. È lei che compare sulle copertine e sui red carpet rivisitando i must di stagione, che prevedono la commistione tra il guardaroba indie vintage (immancabili gli stivali in cocco e gli occhiali da vista dalle lenti colorate) e futuristici tessuti spalmati.Da Parigi a Los Angeles e ritorno.E se l’incarnato pallido e le tinte per capelli pastello sembravano destinati all’oblio col declino dello stile hipster, ecco che Louis Vuitton richiama all’appello i canoni estetici tanto cari ai digital natives tumblriani.Dietro Fernanda, avanzano gotiche nightcrawlers vestite di traslucido, con inserti di lacci, cerniere e spille da balia.Seguono bellezze androgine, nobilitanti tute da lavoro in denim slavato e gilet rattoppati. Soluzioni che non sacrificano la sensualità in nome della parità dei sessi, tant’è che la scollatura si apre su porzioni di sterno e sui rilievi delle terga. Ed è fetish.Proposte per la serata, longuettes ricamate con perline cromate, secondo il gusto boho che viene agilmente svecchiato da stiletto chiusi sulla caviglia e borse a mano rettangolari.
Notevole quella in glitter rosa, che ricorda una casa di bambole pop-up.Louis Vuitton si dimostra capace di scavare nei meandri storici, fin dagli antichissimi harvest fest che si ripresentano nelle chiome frisone pettinate a treccine. Viene ispirato dai balli a Versailles, in cui si sguazza tra colletti rigidi e maniche a sbuffo. Quello di Ghesquière è un riproporre continuo di items familiari ai lettori di manga, che non disprezzano le archeologie ed anzi, le perpetuano spennellandole di gusto personale.Mantelle lamé che lasciano scoperto l’addome, pellami variopinti che sarebbero piaciuti a David Bowie, cocktail dress plastici… tutto concorre a ricordare che senza la considerazione alcuna per il passato, il futuro non è che convenzione.Una sfilata che merita appieno la standing ovation del pubblico tutto.
Si apre un sipario di pannelli mobili proiettanti un uomo in atmosfera domestica alle prese con un oculus rift, ed è l’eterea Fernanda Hin Lin Ly a calcare per prima la passerella a zig-zag disposta ne La Fondation Louis Vuitton. I sandali con le zeppe ai piedi smorzano la camminata di per sé decisa di questa Idoru Doll, non creata, ma bensì plasmata dal genio avanguardista Nicolas Ghesquière, art director della maison.
Gli occhi sono tutti puntati su di lei, eroina dei manga dalla pelle eburnea, esaltata dal chiodo rosa ciliegia chiuso in vita da una cintura monocromatica, e da una gonna dal taglio asimmetrico. Visioni post punk si concentrano nei dettagli lamé, e negli inserti metallici di cui sono dotate borse e accessori.Mezziguanti in pelle completano il quadro, rendendo il neonato stile di questa primavera/estate davvero «interessante».
A pensarla così è la special guest Claire Boucher, meglio conosciuta come Grimes, artista darkwave davvero fenomenale che nei suoi video musicali fa da vera e propria paladina a Louis Vuitton. È lei che compare sulle copertine e sui red carpet rivisitando i must di stagione, che prevedono la commistione tra il guardaroba indie vintage (immancabili gli stivali in cocco e gli occhiali da vista dalle lenti colorate) e futuristici tessuti spalmati.Da Parigi a Los Angeles e ritorno.E se l’incarnato pallido e le tinte per capelli pastello sembravano destinati all’oblio col declino dello stile hipster, ecco che Louis Vuitton richiama all’appello i canoni estetici tanto cari ai digital natives tumblriani.Dietro Fernanda, avanzano gotiche nightcrawlers vestite di traslucido, con inserti di lacci, cerniere e spille da balia.Seguono bellezze androgine, nobilitanti tute da lavoro in denim slavato e gilet rattoppati. Soluzioni che non sacrificano la sensualità in nome della parità dei sessi, tant’è che la scollatura si apre su porzioni di sterno e sui rilievi delle terga. Ed è fetish.Proposte per la serata, longuettes ricamate con perline cromate, secondo il gusto boho che viene agilmente svecchiato da stiletto chiusi sulla caviglia e borse a mano rettangolari.
Notevole quella in glitter rosa, che ricorda una casa di bambole pop-up.Louis Vuitton si dimostra capace di scavare nei meandri storici, fin dagli antichissimi harvest fest che si ripresentano nelle chiome frisone pettinate a treccine. Viene ispirato dai balli a Versailles, in cui si sguazza tra colletti rigidi e maniche a sbuffo. Quello di Ghesquière è un riproporre continuo di items familiari ai lettori di manga, che non disprezzano le archeologie ed anzi, le perpetuano spennellandole di gusto personale.Mantelle lamé che lasciano scoperto l’addome, pellami variopinti che sarebbero piaciuti a David Bowie, cocktail dress plastici… tutto concorre a ricordare che senza la considerazione alcuna per il passato, il futuro non è che convenzione.Una sfilata che merita appieno la standing ovation del pubblico tutto.
Elie Saab.Il vento intenso della femminilità.
di Martina Narducci
Come esaltare l'essere femminile con purezza e discrezione.
L'immenso talento dello stilista libanese è sempre stata la capacità di creare abiti da sera scenografici e pregni di pura femminilità. Vere opere ricche di pizzi, e dettagli preziosi.La sua nuova collezione per l'estate 2017 continua a seguire queste sue regole lungo le linee dell'eleganza lussuosa ed opulenta.Ma a questa pioggia forte di veli, trasparenze, spacchi e ricami lussuosi lo stilista affianca grandi sperimentazioni dal tocco audace. Pantaloni sporty e giacche bomber sono rivisitate in chiave deluxe e anche un materiale come la pelle viene rielaborato con forme tipo tuniche prendendo le forme di tuniche decorate in modo floreale tono tu tono. La nuovissima collezione prevede inoltre anche alcune tute, rese elegantissime da tessuti fluidi e linee affusolate che lasciano scoperte le spalle ed esaltano la silhouette del corpo.Elie Saab persevera e le sue creazioni sono sempre silhouette sensuali e femminili che toccano il corpo come una carezza dolce che eccita e sconvolge ma cavalcando i toni della discrezione femminile.
A dire il vero ci sono poi anche delle notevoli sorprese come tailleur attillati stretti sotto il seno da una cintura che rivisitano il tweed attraverso colorazioni più vivaci. Ma anche dei grandi classici come le longuette di pelle e gonne dalle stampe tye&dye. E infine abiti a sottoveste e top effetto lingerie che utilizzano bellissime sfumature acide e si fanno via via sempre più preziosi incrostandosi di paillette a contrasto.Molti critici ritengono la collezione Elie Saab di un’eleganza understated, sottile eppure evidente.Mai definizione fu più giusta insomma perchè i suoi abiti sono fluidi e magici, esaltano il corpo senza mai costringerlo.
I colori scelti sono sempre luminosi e a tratti vibranti, enfatizzati dalla presenza elegante del nero, mai invadente,spesso sotto forma di alte cinture simili ad obi poste sotto il seno. Bluse leggere si accoppiano con mobili giacche e pantaloni strutturati e per le maglie utilizza molto il lurex per dare brillantezza. Una collezione che fa sentire ogni donna un esempio lampante di femminilità eterea e metafisica.
L'immenso talento dello stilista libanese è sempre stata la capacità di creare abiti da sera scenografici e pregni di pura femminilità. Vere opere ricche di pizzi, e dettagli preziosi.La sua nuova collezione per l'estate 2017 continua a seguire queste sue regole lungo le linee dell'eleganza lussuosa ed opulenta.Ma a questa pioggia forte di veli, trasparenze, spacchi e ricami lussuosi lo stilista affianca grandi sperimentazioni dal tocco audace. Pantaloni sporty e giacche bomber sono rivisitate in chiave deluxe e anche un materiale come la pelle viene rielaborato con forme tipo tuniche prendendo le forme di tuniche decorate in modo floreale tono tu tono. La nuovissima collezione prevede inoltre anche alcune tute, rese elegantissime da tessuti fluidi e linee affusolate che lasciano scoperte le spalle ed esaltano la silhouette del corpo.Elie Saab persevera e le sue creazioni sono sempre silhouette sensuali e femminili che toccano il corpo come una carezza dolce che eccita e sconvolge ma cavalcando i toni della discrezione femminile.
A dire il vero ci sono poi anche delle notevoli sorprese come tailleur attillati stretti sotto il seno da una cintura che rivisitano il tweed attraverso colorazioni più vivaci. Ma anche dei grandi classici come le longuette di pelle e gonne dalle stampe tye&dye. E infine abiti a sottoveste e top effetto lingerie che utilizzano bellissime sfumature acide e si fanno via via sempre più preziosi incrostandosi di paillette a contrasto.Molti critici ritengono la collezione Elie Saab di un’eleganza understated, sottile eppure evidente.Mai definizione fu più giusta insomma perchè i suoi abiti sono fluidi e magici, esaltano il corpo senza mai costringerlo.
I colori scelti sono sempre luminosi e a tratti vibranti, enfatizzati dalla presenza elegante del nero, mai invadente,spesso sotto forma di alte cinture simili ad obi poste sotto il seno. Bluse leggere si accoppiano con mobili giacche e pantaloni strutturati e per le maglie utilizza molto il lurex per dare brillantezza. Una collezione che fa sentire ogni donna un esempio lampante di femminilità eterea e metafisica.
Tribal is "the new black".
di Federica Nobile
Lo slogan che detta il nuovo mood dell'estate.
Il futuro è già qui. Sta nel proporre amalgami tra il classico e una modernità spregiudicata, che non conosca tabù.Liberarsi è primario per stare bene con sé stessi, e in un mondo che non ha più voglia di tacere.E, per una volta, il merito va anche a chi alla moda fa da testimonial. Ma anche e soprattutto nostro, della gente comune, che ha fatto sentire forti e chiare le proprie esigenze: vogliamo che i media ci rappresentino, così come siamo. Coi nostri pregi, ma anche con quei difetti che non possono davvero farci paura. Stiamo compiendo enormi passi in nome della fine di buona parte dei pregiudizi che nei secoli hanno messo gli uomini gli uni contro gli altri.Anche nella moda, ambito che respira più degli altri il clima culturale e sociale.Ed è pur vero, non c’è mai fine alle brutture, ma almeno abbiamo imparato a reagire.
Perché chi, se non la nostra stessa parola, può rappresentarci al meglio?La regola fondamentale è di non dimenticare mai: accadde a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, quando le prime televisioni si accesero su scenari apocalittici, che scossero profondamente l’emotività dell’audience. I nostri genitori appresero non solo guerre e rappresaglie, ma anche che si esiste, si apprezza, si gusta, si gioisce e sì, vi è una parte consistente della vita in cui bisogna affrontare le proprie debolezze, paure in primis.Conoscersi implica un lavoro non da poco su se stessi. E in questo faticare per plasmarsi a immagine e somiglianza del benessere, è racchiuso il senso di un cammino.Trascorrono quarant’anni, e la fragilità viene finalmente definita come forza delle donne, perché da quella si parte per gettare solide fondamenta. Si mettono da parte pregiudizi razziali grazie al grido lanciato dalla musica, ci si comincia ad accorgere che l’amore è vero anche quando sono due persone dello stesso sesso a stringersi per mano.
Il futuro è già qui. Sta nel proporre amalgami tra il classico e una modernità spregiudicata, che non conosca tabù.Liberarsi è primario per stare bene con sé stessi, e in un mondo che non ha più voglia di tacere.E, per una volta, il merito va anche a chi alla moda fa da testimonial. Ma anche e soprattutto nostro, della gente comune, che ha fatto sentire forti e chiare le proprie esigenze: vogliamo che i media ci rappresentino, così come siamo. Coi nostri pregi, ma anche con quei difetti che non possono davvero farci paura. Stiamo compiendo enormi passi in nome della fine di buona parte dei pregiudizi che nei secoli hanno messo gli uomini gli uni contro gli altri.Anche nella moda, ambito che respira più degli altri il clima culturale e sociale.Ed è pur vero, non c’è mai fine alle brutture, ma almeno abbiamo imparato a reagire.
Perché chi, se non la nostra stessa parola, può rappresentarci al meglio?La regola fondamentale è di non dimenticare mai: accadde a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, quando le prime televisioni si accesero su scenari apocalittici, che scossero profondamente l’emotività dell’audience. I nostri genitori appresero non solo guerre e rappresaglie, ma anche che si esiste, si apprezza, si gusta, si gioisce e sì, vi è una parte consistente della vita in cui bisogna affrontare le proprie debolezze, paure in primis.Conoscersi implica un lavoro non da poco su se stessi. E in questo faticare per plasmarsi a immagine e somiglianza del benessere, è racchiuso il senso di un cammino.Trascorrono quarant’anni, e la fragilità viene finalmente definita come forza delle donne, perché da quella si parte per gettare solide fondamenta. Si mettono da parte pregiudizi razziali grazie al grido lanciato dalla musica, ci si comincia ad accorgere che l’amore è vero anche quando sono due persone dello stesso sesso a stringersi per mano.
Come si fa a non chiamarlo progresso?Quest’estate, la moda vuole fare la sua parte, proponendo una nuova vision: appartenenza a una tribù universale. Stampe etniche e linee morbide eliminano il senso di inadeguatezza causata dall’omologarsi a dei canoni fin troppo professionali; si mixano a corone di fiori a gioielli che paiono aver percorso miglia prima di venir agganciati a colli, polsi e caviglie; si svecchiano i sandali bassi, con trame che sembrano scrivere in henné sulla pelle.
Una moda in pace col mondo, quella di quest’estate, già anticipata dalle passerelle di tutto il mondo, dove le personalità gitane recuperano fascino, associate più che mai all’immagine della libertà irrefrenabile che spinge sempre più giovani a sacrificare aspirazioni lucrose alla vocazione per viaggi senza confini.La moda di quest’anno ci vuole intinti nelle atmosfere da luna park errante (Manish Arora), ci coinvolge in danze sfrenate nei night club europei (Lanvin), ci ospita nelle qasba (Trussardi, Rabih Kayrouz) e nei camper rom (Alexander McQueen, Michael Kors), ci guida attraverso una discesa mistica e interiore, fatta di sensualità (Valentino).Pretende che ovunque andiamo, raccogliamo un pezzetto di quel particolare posto nel mondo, e lo sfoggiamo, in modo da richiamare quelle anime sorelle che incrociando la nostra via possano sentirsi a casa. Ovunque ci troviamo.E voi, a che tribù appartenete?
Una moda in pace col mondo, quella di quest’estate, già anticipata dalle passerelle di tutto il mondo, dove le personalità gitane recuperano fascino, associate più che mai all’immagine della libertà irrefrenabile che spinge sempre più giovani a sacrificare aspirazioni lucrose alla vocazione per viaggi senza confini.La moda di quest’anno ci vuole intinti nelle atmosfere da luna park errante (Manish Arora), ci coinvolge in danze sfrenate nei night club europei (Lanvin), ci ospita nelle qasba (Trussardi, Rabih Kayrouz) e nei camper rom (Alexander McQueen, Michael Kors), ci guida attraverso una discesa mistica e interiore, fatta di sensualità (Valentino).Pretende che ovunque andiamo, raccogliamo un pezzetto di quel particolare posto nel mondo, e lo sfoggiamo, in modo da richiamare quelle anime sorelle che incrociando la nostra via possano sentirsi a casa. Ovunque ci troviamo.E voi, a che tribù appartenete?
Chanel.Una sfida che ipnotizza.
di Martina Narducci
Sfilata evento a Cuba per la nuova linea firmata Lagerfield.
E' stato un vero show la recente sfilata Chanel organizzata per l'occorrenza in terra cubana.Una sfilata di mezz'ora di puro spettacolo condito da frenetica musica cubana e ritmi caldi. Glamour allo stato puro come non si vedeva da più di 50 anni. L'organizzazione ha installato una mega passerella di 150 metri decorata da luci colorate e leoni di bronzo, animale feticcio di Mademoiselle Coco. E poi personaggi eccezionali come Stella Tennant, Mariacarla Boscono, Kendall Jenner, Mica Arganaraz, Lindsey Wixson e Antonio Castro, nipote di Fidel. Ad orchestrare tutto come gran cerimoniere lui,il mito, Karl Lagerfeld, che per questa collezione crociera 2017 firmata Chanel ha voluto portare l’intramontabile allure parigina a L’Avana facendo rivivere per una sera i fasti della Cuba pre-rivoluzionaria.
L'evento è stato storico perche è la prima sfilata di alta moda organizzata a Cuba dalla fine dell'embargo americano,per la prima volta il Paseo del Prado, l’elegante viale che separa la città vecchia dal centro della capitale, si è tramutata in una maxi passerella per presentare una collezione fresca e moderna fatta di completi lussureggiati e abiti fluttuanti, di Panama firmati Maison Michelle e baschi impreziositi da maxi broche. E poi paillettes e jais, rouches e volant in un tripudio di colori che vanno dal tabacco al turchese, dall’arancione al rosa, dal verde militare al giallo. La guayabera, la classica camicia cubana, diventa la vera protagonista reinterpretata da Lagerfeld in varie forme e colori: da quella più classica da indossare con maxi cravatta e pantaloni morbidi, a quella più sensuale in organza fino a quella più divertente stampata a motivo Cadillac. Il parterre era davvero incredibile, ad ammirare gli abiti c'erano Gisele Bundchen, Tilda Swinton e Geraldine Chaplin.
A dominare il tutto colori caldi come arancione, marrone, tabacco, rosa, azzurro, giallo, verde, bianco e nero.La linea ha utilizzato prevalentemente stoffe come maglia, tweed, cotone, pelle, seta, chiffon, jersey, lana bouclè, tulle, paillettes, lurex, organza, denim, piume e jersey.Le tipiche forme Lagerfield non sono state smentite, abiti rigorosamente ampi per i completi maschili e i maxi abiti da sera: le giacche sono sartoriali e vengono portate con shorts o con pantaloni classici e morbidi, gli abiti “da debuttante” scelgono fluide silhouette ad A.Infinita anche la gamma di accessori: allacciate maschili bicolori si alternano a slipper decorate da maxi perle. I cappelli poi sono un regalo allo stile cubano,come i classici Panama o i baschi che ricordano quelli indossati da Che Guevara. Le borse sono maxi zaini o piccole e preziose Cigar box.Dopo anni e anni di vita spartana Cuba diventa il paradiso dello stile.Ed è un bel privilegio.
E' stato un vero show la recente sfilata Chanel organizzata per l'occorrenza in terra cubana.Una sfilata di mezz'ora di puro spettacolo condito da frenetica musica cubana e ritmi caldi. Glamour allo stato puro come non si vedeva da più di 50 anni. L'organizzazione ha installato una mega passerella di 150 metri decorata da luci colorate e leoni di bronzo, animale feticcio di Mademoiselle Coco. E poi personaggi eccezionali come Stella Tennant, Mariacarla Boscono, Kendall Jenner, Mica Arganaraz, Lindsey Wixson e Antonio Castro, nipote di Fidel. Ad orchestrare tutto come gran cerimoniere lui,il mito, Karl Lagerfeld, che per questa collezione crociera 2017 firmata Chanel ha voluto portare l’intramontabile allure parigina a L’Avana facendo rivivere per una sera i fasti della Cuba pre-rivoluzionaria.
L'evento è stato storico perche è la prima sfilata di alta moda organizzata a Cuba dalla fine dell'embargo americano,per la prima volta il Paseo del Prado, l’elegante viale che separa la città vecchia dal centro della capitale, si è tramutata in una maxi passerella per presentare una collezione fresca e moderna fatta di completi lussureggiati e abiti fluttuanti, di Panama firmati Maison Michelle e baschi impreziositi da maxi broche. E poi paillettes e jais, rouches e volant in un tripudio di colori che vanno dal tabacco al turchese, dall’arancione al rosa, dal verde militare al giallo. La guayabera, la classica camicia cubana, diventa la vera protagonista reinterpretata da Lagerfeld in varie forme e colori: da quella più classica da indossare con maxi cravatta e pantaloni morbidi, a quella più sensuale in organza fino a quella più divertente stampata a motivo Cadillac. Il parterre era davvero incredibile, ad ammirare gli abiti c'erano Gisele Bundchen, Tilda Swinton e Geraldine Chaplin.
A dominare il tutto colori caldi come arancione, marrone, tabacco, rosa, azzurro, giallo, verde, bianco e nero.La linea ha utilizzato prevalentemente stoffe come maglia, tweed, cotone, pelle, seta, chiffon, jersey, lana bouclè, tulle, paillettes, lurex, organza, denim, piume e jersey.Le tipiche forme Lagerfield non sono state smentite, abiti rigorosamente ampi per i completi maschili e i maxi abiti da sera: le giacche sono sartoriali e vengono portate con shorts o con pantaloni classici e morbidi, gli abiti “da debuttante” scelgono fluide silhouette ad A.Infinita anche la gamma di accessori: allacciate maschili bicolori si alternano a slipper decorate da maxi perle. I cappelli poi sono un regalo allo stile cubano,come i classici Panama o i baschi che ricordano quelli indossati da Che Guevara. Le borse sono maxi zaini o piccole e preziose Cigar box.Dopo anni e anni di vita spartana Cuba diventa il paradiso dello stile.Ed è un bel privilegio.
Re Giorgio vs il lusso innecessario.
di Federica Nobile
E gli status symbol si vestono di etica.
È l’ennesima operazione di marketing che ci bombarda dagli sfavillanti set di Hollywood: «Rivestiti di pelliccia animale, e sarai unica, affermata, indipendente, amata e desiderata.»Un algoritmo mentale pericoloso per tutti quegli ermellini e cincillà che vengono gassati ogni anno nel Vecchio Continente, con la Danimarca in testa alle classifiche.A mal tollerare il complesso da diva che però regge ancora molti MDM (mercati di morte), il cui più evidente è supportato dallo slogan «fuma, e sarai cool come le stelle del cinema!», sono però non solo illuminati operatori del sociale, ma anche e soprattutto coloro che il marketing lo fanno: cool hunter, trendsetter, e un business man dal quale dovremmo lasciarci ispirare che corrisponde al nome di Giorgio Armani.Il Gruppo Armani ha infatti simbolicamente gridato a inizio 2016 il suo «No alle pellicce», comunicando in accordo con la Fur Free Alliance il suo impegno all’abolizione totale dell’uso di pellicce animali nella sua produzione. Ciò significa che già con le collezioni dell’Autunno-Inverno 2016-17 vedremo sfilare in passerella solo e soltanto pellicce ecologiche.
Cito Armani: «Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali». Queste alternative le conosciamo bene: sono una sintesi di cotone, viscosa e acrilico.Una decisione, quella di Armani, che salvaguarderà non solo piccoli e grandi mammiferi, ma anche il portafoglio e la salute di ognuno.Procediamo per gradi: sempre più consumatori scelgono di aderire a stili di vita totalmente cruelty-free, new model che dalla cura dell’alimentazione si è trasferito nella moda. Ciò significa che chi si fa promotore di standard di vita qualitativamente elevati, avrà ragione di penetrare fasce di mercato sicuramente più redditizie di chi continua a propinare vecchie immagini di un lusso obsoleto, coperto da tre dita di polvere.A livello produttivo, vi è una riduzione dell'inquinamento dovuto al processo di lavorazione delle pellicce di origine animale.Il ritorno economico è evidente: procurarsi le pellicce NON PIÙ da allevamenti o con la caccia alle specie selvatiche fa risparmiare tempo e denaro, e consente un monitoraggio diretto in ogni fase della catena di produzione.
Non si rischiano alleanze con partner commerciali controversi, e di riflesso si ha una percezione positiva dell’immagine aziendale da parte del pubblico.Infine, è un fatto assodato che alcune sostanze chimiche tossiche e cancerogene utilizzate nelle fasi di lavorazione delle pellicce possono essere presenti in forma residua sul prodotto finito.Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, riassume così quanto esposto «L’annuncio di Giorgio Armani relativo al non utilizzo di pellicce dimostra chiaramente che gli stilisti e i consumatori possono avere rispettivamente libertà creativa e prodotti di lusso senza per questo ricorrere alla crudeltà nei confronti degli animali». E quindi, eco-chic è sinonimo di cultura, raffinatezza, intelligenza e profondo rispetto.Quello innescato è un circolo virtuoso che fa dormire la notte aziende aderenti all’iniziativa, e i consumatori che sono i veri protagonisti di questo cambiamento: rinunciare alle pellicce animali è fare del bene a sé stessi e all’ambiente.A questo punto decisivo nella storia della moda, è tempo di rinfrescare gli armadi e le idee. Perché per essere dive non bisogna vestirsi con pellicce costose – anche in termine di spreco di vite.Per essere dive, oggi, bisogna essere eco-chic.
È l’ennesima operazione di marketing che ci bombarda dagli sfavillanti set di Hollywood: «Rivestiti di pelliccia animale, e sarai unica, affermata, indipendente, amata e desiderata.»Un algoritmo mentale pericoloso per tutti quegli ermellini e cincillà che vengono gassati ogni anno nel Vecchio Continente, con la Danimarca in testa alle classifiche.A mal tollerare il complesso da diva che però regge ancora molti MDM (mercati di morte), il cui più evidente è supportato dallo slogan «fuma, e sarai cool come le stelle del cinema!», sono però non solo illuminati operatori del sociale, ma anche e soprattutto coloro che il marketing lo fanno: cool hunter, trendsetter, e un business man dal quale dovremmo lasciarci ispirare che corrisponde al nome di Giorgio Armani.Il Gruppo Armani ha infatti simbolicamente gridato a inizio 2016 il suo «No alle pellicce», comunicando in accordo con la Fur Free Alliance il suo impegno all’abolizione totale dell’uso di pellicce animali nella sua produzione. Ciò significa che già con le collezioni dell’Autunno-Inverno 2016-17 vedremo sfilare in passerella solo e soltanto pellicce ecologiche.
Cito Armani: «Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali». Queste alternative le conosciamo bene: sono una sintesi di cotone, viscosa e acrilico.Una decisione, quella di Armani, che salvaguarderà non solo piccoli e grandi mammiferi, ma anche il portafoglio e la salute di ognuno.Procediamo per gradi: sempre più consumatori scelgono di aderire a stili di vita totalmente cruelty-free, new model che dalla cura dell’alimentazione si è trasferito nella moda. Ciò significa che chi si fa promotore di standard di vita qualitativamente elevati, avrà ragione di penetrare fasce di mercato sicuramente più redditizie di chi continua a propinare vecchie immagini di un lusso obsoleto, coperto da tre dita di polvere.A livello produttivo, vi è una riduzione dell'inquinamento dovuto al processo di lavorazione delle pellicce di origine animale.Il ritorno economico è evidente: procurarsi le pellicce NON PIÙ da allevamenti o con la caccia alle specie selvatiche fa risparmiare tempo e denaro, e consente un monitoraggio diretto in ogni fase della catena di produzione.
Non si rischiano alleanze con partner commerciali controversi, e di riflesso si ha una percezione positiva dell’immagine aziendale da parte del pubblico.Infine, è un fatto assodato che alcune sostanze chimiche tossiche e cancerogene utilizzate nelle fasi di lavorazione delle pellicce possono essere presenti in forma residua sul prodotto finito.Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, riassume così quanto esposto «L’annuncio di Giorgio Armani relativo al non utilizzo di pellicce dimostra chiaramente che gli stilisti e i consumatori possono avere rispettivamente libertà creativa e prodotti di lusso senza per questo ricorrere alla crudeltà nei confronti degli animali». E quindi, eco-chic è sinonimo di cultura, raffinatezza, intelligenza e profondo rispetto.Quello innescato è un circolo virtuoso che fa dormire la notte aziende aderenti all’iniziativa, e i consumatori che sono i veri protagonisti di questo cambiamento: rinunciare alle pellicce animali è fare del bene a sé stessi e all’ambiente.A questo punto decisivo nella storia della moda, è tempo di rinfrescare gli armadi e le idee. Perché per essere dive non bisogna vestirsi con pellicce costose – anche in termine di spreco di vite.Per essere dive, oggi, bisogna essere eco-chic.
Velo,scelgo te!
di Federica Nobile
Non un’imposizione, ma un’icona di bellezza al passo con le ultime tendenze
Che voglia sentirsi unica o semplicemente a suo agio, una donna ha a sua disposizione un maggior numero di escamotage. Non si tratta di apparire, quanto più di fare di necessità virtù. E quando si tratta di velo (hijab) - hot topic che se è riuscito a dividere un corso di fashion marketing composto da dieci individui è assai comprensibile possa dividere opinioni a più ampio raggio - questa virtù va propriamente sviscerata.
Partiamo dai favorevoli (contrariamente alle previsioni, una maggioranza in sovrannumero): il velo rende ancor più belle, perché valorizza l’ovale del viso; ha uno scopo pratico indiscutibile, di protezione verso gli agenti esterni; può essere simbolo di prestigio sociale, così come di raffinatezza e - perché no? - CARATTERE. La trama, la scelta dei colori, dettagli come nappe o arabeschi possono senz’altro contribuire a denunciare la personalità creativa di chi lo indossa.
Solo all’apparenza usanza di un mondo lontano, il velo ci riguarda molto da vicino. Lo indossavano le abitanti delle piccole realtà rurali del meridione, lo portano ancora le religiose, e non è un caso che chi dei valori tradizionali sta facendo la sua bandiera negli ultimi anni, proponga in passerella bellissime rivisitazioni dei veli. Parigi e Londra già sfoggiano nelle boutique Dolce&Gabbana outfit ispirati ai modelli di Arabia e Golfo Persico. Valentino, sempre attento al binomio arte-cultura, ha proposto capi preziosi ispirati ai canoni di bellezza mediorientali. Armani, aveva già fatto del mélange col Medio Oriente la sua bandiera, guadagnandosi la copertina di Vogue e anticipando i tempi. E che dire di artisti come Elie Saab, Rami Kadi, Zuhair Murad, che dal Libano con furore lanciano linee dall’indiscutibile grazia ed eleganza? Haute couture, ma priva di pregiudizi. Miscela di alta qualità - che fa sfregare le mani all’Occidente - e gusto e sapienza tutte mediorientali. Binomi vincenti, che col linguaggio pacifico dell’immagine acquietano spiriti scettici e polemici, e aprono nuovi orizzonti.Non solo commerciali: quelli sono connaturati da tempo immemore. In Medio Oriente si avrà anche una diversa concezione di «trattativa», ma per quanto concerne il lusso è fiscale: il vicino Oriente non sforna consumatori passivi, anzi, semmai consum-attori abilissimi nel condurre attente analisi nella scelta dell’articolo da acquistare.In una fase decisiva della nostra storia comune, fatta di collaborazioni oltre che di insinuazioni, è importante ricordare il valore acquisito dall’influenza culturale. Dall’arte.
Il velo in Occidente non dev’essere assimilato a una costrizione. Lo diventa quando viene imposto, così come qualunque altra realtà. Senza che diventi il capro espiatorio del malessere verso una diversa interpretazione del ruolo sociale, il velo è anche e soprattutto vissuto come libertà di professare la propria opinione. E se questa è in linea con l’intimità garantita dal sentimento religioso, o dal conforto di cui è capace una letteratura millenaria, allora ben venga il velo.L’hijab è espressività, l’hijab è stato della mente, l’hijab è protezione. Un mezzo per filtrare le informazioni derivate da sguardi sconosciuti. Non essendo neanche più una rarità in contesto urbano, diviene persino propositivo: l’alternativa c’è. E quest’alternativa è assieme pudica e grintosa, alla portata di cassetto e CHIC.Occorre più che tolleranza, vero e proprio esercizio del gusto. Storicamente, abbiamo già accolto con gioia un capo etnico come il caftano marocchino, con enorme soddisfazione per tutte quelle bellezze che sono state valorizzate dalla sua comodità e leggerezza. Eleganza regale, che fluttua a ogni passo.Chiunque ne conservi uno nel guardaroba in attesa della stagione calda, dovrebbe andare fiero del significato che va acquisendo: il Marocco infatti sta definendosi sempre più come promotore di rivoluzioni sociali finalizzate a un miglioramento delle condizioni delle donne. Il nuovo codice ha introdotto il diritto al divorzio, il rifiuto al consenso al marito di prendere altre mogli, e ha eliminato il ripudio. Piccole grandi vittorie che si rispecchiano anche nel modo di produrre e distribuire moda: ed ecco, il caftano rinasce, interpretato in chiave contemporanea. Omaggio alla donna.
Che voglia sentirsi unica o semplicemente a suo agio, una donna ha a sua disposizione un maggior numero di escamotage. Non si tratta di apparire, quanto più di fare di necessità virtù. E quando si tratta di velo (hijab) - hot topic che se è riuscito a dividere un corso di fashion marketing composto da dieci individui è assai comprensibile possa dividere opinioni a più ampio raggio - questa virtù va propriamente sviscerata.
Partiamo dai favorevoli (contrariamente alle previsioni, una maggioranza in sovrannumero): il velo rende ancor più belle, perché valorizza l’ovale del viso; ha uno scopo pratico indiscutibile, di protezione verso gli agenti esterni; può essere simbolo di prestigio sociale, così come di raffinatezza e - perché no? - CARATTERE. La trama, la scelta dei colori, dettagli come nappe o arabeschi possono senz’altro contribuire a denunciare la personalità creativa di chi lo indossa.
Solo all’apparenza usanza di un mondo lontano, il velo ci riguarda molto da vicino. Lo indossavano le abitanti delle piccole realtà rurali del meridione, lo portano ancora le religiose, e non è un caso che chi dei valori tradizionali sta facendo la sua bandiera negli ultimi anni, proponga in passerella bellissime rivisitazioni dei veli. Parigi e Londra già sfoggiano nelle boutique Dolce&Gabbana outfit ispirati ai modelli di Arabia e Golfo Persico. Valentino, sempre attento al binomio arte-cultura, ha proposto capi preziosi ispirati ai canoni di bellezza mediorientali. Armani, aveva già fatto del mélange col Medio Oriente la sua bandiera, guadagnandosi la copertina di Vogue e anticipando i tempi. E che dire di artisti come Elie Saab, Rami Kadi, Zuhair Murad, che dal Libano con furore lanciano linee dall’indiscutibile grazia ed eleganza? Haute couture, ma priva di pregiudizi. Miscela di alta qualità - che fa sfregare le mani all’Occidente - e gusto e sapienza tutte mediorientali. Binomi vincenti, che col linguaggio pacifico dell’immagine acquietano spiriti scettici e polemici, e aprono nuovi orizzonti.Non solo commerciali: quelli sono connaturati da tempo immemore. In Medio Oriente si avrà anche una diversa concezione di «trattativa», ma per quanto concerne il lusso è fiscale: il vicino Oriente non sforna consumatori passivi, anzi, semmai consum-attori abilissimi nel condurre attente analisi nella scelta dell’articolo da acquistare.In una fase decisiva della nostra storia comune, fatta di collaborazioni oltre che di insinuazioni, è importante ricordare il valore acquisito dall’influenza culturale. Dall’arte.
Il velo in Occidente non dev’essere assimilato a una costrizione. Lo diventa quando viene imposto, così come qualunque altra realtà. Senza che diventi il capro espiatorio del malessere verso una diversa interpretazione del ruolo sociale, il velo è anche e soprattutto vissuto come libertà di professare la propria opinione. E se questa è in linea con l’intimità garantita dal sentimento religioso, o dal conforto di cui è capace una letteratura millenaria, allora ben venga il velo.L’hijab è espressività, l’hijab è stato della mente, l’hijab è protezione. Un mezzo per filtrare le informazioni derivate da sguardi sconosciuti. Non essendo neanche più una rarità in contesto urbano, diviene persino propositivo: l’alternativa c’è. E quest’alternativa è assieme pudica e grintosa, alla portata di cassetto e CHIC.Occorre più che tolleranza, vero e proprio esercizio del gusto. Storicamente, abbiamo già accolto con gioia un capo etnico come il caftano marocchino, con enorme soddisfazione per tutte quelle bellezze che sono state valorizzate dalla sua comodità e leggerezza. Eleganza regale, che fluttua a ogni passo.Chiunque ne conservi uno nel guardaroba in attesa della stagione calda, dovrebbe andare fiero del significato che va acquisendo: il Marocco infatti sta definendosi sempre più come promotore di rivoluzioni sociali finalizzate a un miglioramento delle condizioni delle donne. Il nuovo codice ha introdotto il diritto al divorzio, il rifiuto al consenso al marito di prendere altre mogli, e ha eliminato il ripudio. Piccole grandi vittorie che si rispecchiano anche nel modo di produrre e distribuire moda: ed ecco, il caftano rinasce, interpretato in chiave contemporanea. Omaggio alla donna.
Miu Miu.Tutta la follia della sua moda.
di Martina Narducci
Quando uno stile è semplicemente magico ed inimitabile.
Miuccia Prada alla recente fashion week parigina ha dato il meglio di se e la sua ultima collezione Miu Miu è un vero elogio della follia, un'esplosione che permette di cogliere tutta l' elegante irrazionalità di uno stile composto da elementi discordanti ma miracolosamente omogenei ed uniti al solito concetto, la raffinatezza di un tratto inconfondibile. Un mix perfetto che mescola vintage anni '50 e anni '70 , ballerine in tutù, baby dolls in nylon indossati follemente sotto cappotti in tweed, ragazze in gonna longuette, modelle in uniforme, stole in volpe e glamour sensuale.Senza dimenticare le immancabili bad girls con dolci booties glitterate alla Elton John.Tutta questa miscela di stili potrebbe risultare follemente eccentrica e forse eccessiva se non fosse sapientemente dosato con tratto lucido e talentuoso dando un risultato levigato e favolosamente chic.Come non innamorarsi di quei trafori molecolari, quadrati tono su tono, delle reti materiche e delle applicazioni metalliche che si alternano a patine di vernice e di plastica iridescente per animare quegli abiti leggeri e fluidi costruiti da pannelli geometrici assemblati tra loro con fantasia, spesso spingendo molto su asimmetrie e aperture sulla pelle nuda o ricorrendo a stampe riprese da disegni e progetti originali alla Fujimoto. Il risultato è un vero quadro di moda che oltre al bianco e al nero, esplora le mille sfumature del blu, quelle più dark, per poi osare tinte hot nelle ultime uscite; tra i colori trionfano il nero, l'avorio, il nudo, il rosso, il tabacco, ed il turchese.I tessuti adoperati sono in prevalenza il tweed, la nappa, il nylon, e lo chiffon.Da sottolineare un'eccezionale sfoggio di scarpe e ballerine romantiche e raffinate.Inimitabile Miuccia.
Miuccia Prada alla recente fashion week parigina ha dato il meglio di se e la sua ultima collezione Miu Miu è un vero elogio della follia, un'esplosione che permette di cogliere tutta l' elegante irrazionalità di uno stile composto da elementi discordanti ma miracolosamente omogenei ed uniti al solito concetto, la raffinatezza di un tratto inconfondibile. Un mix perfetto che mescola vintage anni '50 e anni '70 , ballerine in tutù, baby dolls in nylon indossati follemente sotto cappotti in tweed, ragazze in gonna longuette, modelle in uniforme, stole in volpe e glamour sensuale.Senza dimenticare le immancabili bad girls con dolci booties glitterate alla Elton John.Tutta questa miscela di stili potrebbe risultare follemente eccentrica e forse eccessiva se non fosse sapientemente dosato con tratto lucido e talentuoso dando un risultato levigato e favolosamente chic.Come non innamorarsi di quei trafori molecolari, quadrati tono su tono, delle reti materiche e delle applicazioni metalliche che si alternano a patine di vernice e di plastica iridescente per animare quegli abiti leggeri e fluidi costruiti da pannelli geometrici assemblati tra loro con fantasia, spesso spingendo molto su asimmetrie e aperture sulla pelle nuda o ricorrendo a stampe riprese da disegni e progetti originali alla Fujimoto. Il risultato è un vero quadro di moda che oltre al bianco e al nero, esplora le mille sfumature del blu, quelle più dark, per poi osare tinte hot nelle ultime uscite; tra i colori trionfano il nero, l'avorio, il nudo, il rosso, il tabacco, ed il turchese.I tessuti adoperati sono in prevalenza il tweed, la nappa, il nylon, e lo chiffon.Da sottolineare un'eccezionale sfoggio di scarpe e ballerine romantiche e raffinate.Inimitabile Miuccia.
Lo straordinario mondo di Cècile.
di Federica Nobile
Inusuali amalgami tra tessuti preziosi e fragranze artistiche
Numero sei di via Brera. La mia persona è nata in una delle boutique affacciate alla Pinacoteca, e qui ritorno. Se esistesse un quadrilatero del profumo, sarebbe proprio questo quartiere, dove arti visive e fragranze preziose si mescolano in un’atmosfera di calma solo apparente. In realtà, Brera brulica di vivaci intelletti, tanto che ci si sorprende di trovare i turisti cinesi tutti asserragliati alle porte di Gucci, intenti coi loro telefonini a pubblicare l’ultimo videolog. Non sono mainstream, come in Galleria Vittorio Emanuele, ma del tutto fuori tema.Si respira cultura, cultura nascente e d’avanguardia, che si solleva dagli interstizi tra le pietre squadrate del camminamento, fino ai balconi timidamente baciati dal sole. Riconosco una studentessa giapponese, passo sicuro e valigetta alla mano, ed è un sollievo vedere che da quando non sono più di stanza, permangono comunque gli stessi affezionati ospiti.Tuttavia, alla prima afa va aggiungendosi l’aria di novità che tira da Parigi. Questo uragano, Cècile Zarokian, la incontreremo a breve; prima passando per la squisita accoglienza di Palmiro Pèaquin (Histoires d'Eaux), che mi perdona anche l’avventatezza con cui, non riconoscendolo, lo scambio per il padrone di casa. Eleganza tutta valdostana, offre a noi ospiti della profumeria artistica Profumo il migliore dei benvenuti: un accostamento di bollicine a creazioni olfattive di un’avvolgenza inusuale.Sgrana gli occhi quando, sentendomi mancare la voce dall’emozione, asserisco di provenire dal settore moda e abbigliamento. Dall’umiltà - dote che di recente ho appreso come fondamento radicale - nasce una reale empatia, tant’è che, Palmiro mi svela, la collezione è tutta ispirata al mondo dei tessuti. Dedicata alle persone che scelgono di abbigliarsi con essi, alle loro personalità, agli stili di vita che queste materie raffinate incarnano.
Scegliere un vestito è mostrare un lato della propria personalità, ma allora perché non identificarsi anche con un profumo perfettamente abbinato?
Un’ipotesi che non lascia adito ad alcun dubbio quando al numero sei entra lei, la creatrice di Or White ed Or Cashmere. Profumi amati sin da subito, da quando Palmiro me li ha fatti degustare, uno direttamente da cashmere intriso di fragranza, l’altro vaporizzato su una striscia di tessuto che poi ha applicato al mio polso destro.
Cécile Zarokian. Impressionantemente giovane e talentuosa, è una marsigliese dalla bellezza atipica, esotica. Mi viene difficile crederla francese. Ha tratti mediorientali, un atteggiamento riservato e assieme risoluto, postura dritta ma modi aggraziati. Appaiata ad Aurora Carrara, co-fondatrice di UèrMì dalla grande personalità, si cimenta nell’esprimere a tinte chiare il retroterra fertile di creatività che ha dato i natali ai suoi profumi.Quando due giorni dopo la mia pelle saprà ancora di Or White, comprenderò ancor meglio la tenacia delle materie prime pregiatissime che compongono questa fragranza. Agli occhi oleosa e ambrata, è una pozione che riunisce ingredienti molto amati dell’alta profumeria: fava tonka, iris, coriandolo, fiori d’arancio e pelle.Capterò la dolcezza di questa giovane donna che voleva diventare pediatra, quando il destino la condusse all’ISIPCA, la scuola di alta profumeria fondata da Jean-Jacques Guerlain. Voleva regalarci una coccola cremosa, che sapesse di latte, di mandorle, di un’innocenza sensuale.Cento punti al destino, che ha riportato questa eroina contemporanea sui sentieri della profumeria storica, quella finalizzata a liberarci dalle nefandezze della bruta realtà e a trasportarci in un mondo sicuro, dove neanche la cronaca abietta trova voce… figurarsi un blando eco!Semmai, la gioia dell’incontro tra Oriente e Occidente si fa perpetua con la fragranza sorella, Or Cashmere: ambra grigia, legni, patchouli, muschi bianchi, rum e nocciola.
Difficile definirlo orientale, impossibile non sentirlo proprio. Si rivela nota dopo nota, grazie alla precisa formulazione di chi la chimica se la porta a braccetto.Viene da domandarsi come abbia fatto una donna di scienza a farsi umanista, a riscoprirsi competente mediatrice tra due differenti modi di concepire, e di conseguenza di creare il profumo.E qui, percepisco l’esprit doux di Jacques Guerlain, unito all’esprit libre di Jean-Paul, che alla giovane maîtresse han fatto scuola. Mi inonda l’addomesticamento di un fortunale guerlinade, con al dito l’anello dei rivoli dai bazar sulla via della seta. «…dai discordi, bellissima armonia».Dire che questa giovane ha stoffa, non rende.
Numero sei di via Brera. La mia persona è nata in una delle boutique affacciate alla Pinacoteca, e qui ritorno. Se esistesse un quadrilatero del profumo, sarebbe proprio questo quartiere, dove arti visive e fragranze preziose si mescolano in un’atmosfera di calma solo apparente. In realtà, Brera brulica di vivaci intelletti, tanto che ci si sorprende di trovare i turisti cinesi tutti asserragliati alle porte di Gucci, intenti coi loro telefonini a pubblicare l’ultimo videolog. Non sono mainstream, come in Galleria Vittorio Emanuele, ma del tutto fuori tema.Si respira cultura, cultura nascente e d’avanguardia, che si solleva dagli interstizi tra le pietre squadrate del camminamento, fino ai balconi timidamente baciati dal sole. Riconosco una studentessa giapponese, passo sicuro e valigetta alla mano, ed è un sollievo vedere che da quando non sono più di stanza, permangono comunque gli stessi affezionati ospiti.Tuttavia, alla prima afa va aggiungendosi l’aria di novità che tira da Parigi. Questo uragano, Cècile Zarokian, la incontreremo a breve; prima passando per la squisita accoglienza di Palmiro Pèaquin (Histoires d'Eaux), che mi perdona anche l’avventatezza con cui, non riconoscendolo, lo scambio per il padrone di casa. Eleganza tutta valdostana, offre a noi ospiti della profumeria artistica Profumo il migliore dei benvenuti: un accostamento di bollicine a creazioni olfattive di un’avvolgenza inusuale.Sgrana gli occhi quando, sentendomi mancare la voce dall’emozione, asserisco di provenire dal settore moda e abbigliamento. Dall’umiltà - dote che di recente ho appreso come fondamento radicale - nasce una reale empatia, tant’è che, Palmiro mi svela, la collezione è tutta ispirata al mondo dei tessuti. Dedicata alle persone che scelgono di abbigliarsi con essi, alle loro personalità, agli stili di vita che queste materie raffinate incarnano.
Scegliere un vestito è mostrare un lato della propria personalità, ma allora perché non identificarsi anche con un profumo perfettamente abbinato?
Un’ipotesi che non lascia adito ad alcun dubbio quando al numero sei entra lei, la creatrice di Or White ed Or Cashmere. Profumi amati sin da subito, da quando Palmiro me li ha fatti degustare, uno direttamente da cashmere intriso di fragranza, l’altro vaporizzato su una striscia di tessuto che poi ha applicato al mio polso destro.
Cécile Zarokian. Impressionantemente giovane e talentuosa, è una marsigliese dalla bellezza atipica, esotica. Mi viene difficile crederla francese. Ha tratti mediorientali, un atteggiamento riservato e assieme risoluto, postura dritta ma modi aggraziati. Appaiata ad Aurora Carrara, co-fondatrice di UèrMì dalla grande personalità, si cimenta nell’esprimere a tinte chiare il retroterra fertile di creatività che ha dato i natali ai suoi profumi.Quando due giorni dopo la mia pelle saprà ancora di Or White, comprenderò ancor meglio la tenacia delle materie prime pregiatissime che compongono questa fragranza. Agli occhi oleosa e ambrata, è una pozione che riunisce ingredienti molto amati dell’alta profumeria: fava tonka, iris, coriandolo, fiori d’arancio e pelle.Capterò la dolcezza di questa giovane donna che voleva diventare pediatra, quando il destino la condusse all’ISIPCA, la scuola di alta profumeria fondata da Jean-Jacques Guerlain. Voleva regalarci una coccola cremosa, che sapesse di latte, di mandorle, di un’innocenza sensuale.Cento punti al destino, che ha riportato questa eroina contemporanea sui sentieri della profumeria storica, quella finalizzata a liberarci dalle nefandezze della bruta realtà e a trasportarci in un mondo sicuro, dove neanche la cronaca abietta trova voce… figurarsi un blando eco!Semmai, la gioia dell’incontro tra Oriente e Occidente si fa perpetua con la fragranza sorella, Or Cashmere: ambra grigia, legni, patchouli, muschi bianchi, rum e nocciola.
Difficile definirlo orientale, impossibile non sentirlo proprio. Si rivela nota dopo nota, grazie alla precisa formulazione di chi la chimica se la porta a braccetto.Viene da domandarsi come abbia fatto una donna di scienza a farsi umanista, a riscoprirsi competente mediatrice tra due differenti modi di concepire, e di conseguenza di creare il profumo.E qui, percepisco l’esprit doux di Jacques Guerlain, unito all’esprit libre di Jean-Paul, che alla giovane maîtresse han fatto scuola. Mi inonda l’addomesticamento di un fortunale guerlinade, con al dito l’anello dei rivoli dai bazar sulla via della seta. «…dai discordi, bellissima armonia».Dire che questa giovane ha stoffa, non rende.
Jimmy Choo.Come ti reinvento il glamour.
di Martina Narducci
Nuova collezione tra mix di stili e sexy tradizioni.
Jimmy Choo presenta in anteprima la sua nuova collezione per l'estate 2016 in mezzo a centinaia di addetti ai lavori e ospiti di grande fama come il rapper Kaney West e l'attrice america Kate Hudson già sua testimonial l'anno scorso.La collezione di questo 2016 è dominata da mille stampe floreali stile rétro, da lussureggianti abiti dall’aria ammaliante, completi di maglia fantasia e novità delle novità anche piccoli cardigan dalle tonalità pastello.Jimmy Choo decide apertamente di mixare gli elementi base allo scopo di attrarre più occhi possibili e conquistarli tutti,reinventado il glamour.
Le spalle sono il punto centrale della nuova figura fashion, con espliciti volumi importanti e l'uso sapientissimo delle increspature. La linea dell'abito diventa quasi tridimensionale e riesce ad ipnotizzare lo sguardo con splendidi disegni astratti. Molto belle le tuniche: ampie e leggere che scoprono spazi concettuali con laboriose forme che conducono al passato pur virati in tonalità inedite.Una collezione davvero molto femminile, la donna che veste Jimmy Choo sceglie di creare letteralmente il suo guardaroba su abiti immancabili ma miscelati in tutta libertà con altri che riescono a donarle una luce speciale e con cui ama avere un rapporto simbiotico.
Con Jimmy Choo si può infatti passare dalla tuta denim invecchiato,alla camicia a righe semplici per poi sfoderare la sera un abito maculato con linee fluide in total black rese maggiormente sexy da eleganti collari di pelle.Nella nuova collezione trionfano colori special come il tortora,il rosa, l'ocra,il rame,il bluette,il bianco e il cioccolato con materiali inediti per Choo come il denim,il tricot,la lycra,il mikado e l'immancabile seta.Restando sulle forme delle linee queste risultano eccellere per morbidezza ma restano dritte quasi atte a colpire chi le guarda.Immancabili per Jimmy Choo gli accessori in particolare la linea sandali è spettacolare con sensuali traforate con cinturino alla caviglia che faranno innamorare molti cuori.
Jimmy Choo presenta in anteprima la sua nuova collezione per l'estate 2016 in mezzo a centinaia di addetti ai lavori e ospiti di grande fama come il rapper Kaney West e l'attrice america Kate Hudson già sua testimonial l'anno scorso.La collezione di questo 2016 è dominata da mille stampe floreali stile rétro, da lussureggianti abiti dall’aria ammaliante, completi di maglia fantasia e novità delle novità anche piccoli cardigan dalle tonalità pastello.Jimmy Choo decide apertamente di mixare gli elementi base allo scopo di attrarre più occhi possibili e conquistarli tutti,reinventado il glamour.
Le spalle sono il punto centrale della nuova figura fashion, con espliciti volumi importanti e l'uso sapientissimo delle increspature. La linea dell'abito diventa quasi tridimensionale e riesce ad ipnotizzare lo sguardo con splendidi disegni astratti. Molto belle le tuniche: ampie e leggere che scoprono spazi concettuali con laboriose forme che conducono al passato pur virati in tonalità inedite.Una collezione davvero molto femminile, la donna che veste Jimmy Choo sceglie di creare letteralmente il suo guardaroba su abiti immancabili ma miscelati in tutta libertà con altri che riescono a donarle una luce speciale e con cui ama avere un rapporto simbiotico.
Con Jimmy Choo si può infatti passare dalla tuta denim invecchiato,alla camicia a righe semplici per poi sfoderare la sera un abito maculato con linee fluide in total black rese maggiormente sexy da eleganti collari di pelle.Nella nuova collezione trionfano colori special come il tortora,il rosa, l'ocra,il rame,il bluette,il bianco e il cioccolato con materiali inediti per Choo come il denim,il tricot,la lycra,il mikado e l'immancabile seta.Restando sulle forme delle linee queste risultano eccellere per morbidezza ma restano dritte quasi atte a colpire chi le guarda.Immancabili per Jimmy Choo gli accessori in particolare la linea sandali è spettacolare con sensuali traforate con cinturino alla caviglia che faranno innamorare molti cuori.
L'immaginario del Dottor Di Meo.
di Federica Nobile
Le nuove idee di un grande talento visionario.
Les Liquides Imaginaires: un mondo contaminato, dove il sacro non è più solo sacro, ma semmai consacrato nel profano. Un mondo a tinte torbide, ma non per questo carente di cura e amore.Si osservino scrupolosamente quegli individui abbracciati, ritorti l’uno con l’altro, l’uno nell’altro, scelti per testimoniare Tellus, la più concreta e nel contempo la più enigmatica delle Eaux Arborantes.Il concept, eccentrico e a dir poco spavaldo: che nulla sia destinato a durare per sempre, ma a lasciarsi dietro uno strascico del raso delle emozioni potenti, quello sì.Philippe Di Meo è la mente creativa dietro a tutto questo sfacelo semiotico. Viso pulito, jeans e camicia di denim, si fa ritrarre sì con le braccia conserte, ma senza ostentare l’aria smagata del tipico imprenditore. Sorride, anzi, a trentadue denti, come un discolo che dieci ne pensa e cento ne fa.Per uno che ha mangiato pane e AutoCAD, sorprende tutta questo suo innatismo comunicativo. E comunicativo dovrebbe essere, a suo avviso, il mondo del design. D’accordo, fare il designer è un mestiere ed è finalizzato all’introdurre facilities nel quotidiano… ma non dovrebbe mai perdere la sua vena artistica, non dovrebbe mai mancare di tocco personale – questo il succo della sua filosofia.Ed è probabilmente per questo che a un certo punto non si sia più accontentato di scolpire nelle forme, ma che abbia voluto cimentarsi nel concepire qualcosa che trascendesse e la vista, e il tatto. Che appagasse il più sottile dei sensi, lo sconvolgesse, lo spingesse a ritrattare.
Trilogie. Qui entra in gioco Cabala ed esoterismo, che gli “amuleti” di Di Meo portano marchiati addosso. E nondimeno, la religione, visto che al Tre associamo la divinità. Eppure, nelle Eaux-Delà (esatto, acque dell’aldilà), abbiamo spirito santo (Sancti), tentazione (Tumultu) e carnalità (Fortis). Un’escalation, che va da quell’incenso che legato al bergamotto ci regala la sensazione dei vapori esalati dalle fonti battesimali, al lattiginoso Tumultu, fresco ma dal fondo opulento, fino alle acque tinte di scuro che sanno di spezie, oud, ambra e patchouli.Non contento, Di Meo ha lanciato la più confortante trilogia mai messa a disposizione per chi del vino non può proprio farne a meno: Les Eaux Sanguines. Esiste una corrispondenza, dunque, tra vino e sangue? Di Meo provoca ancora, asserendo che questi profumi, così come i vini, nascono con la stessa modalità e con la finalità di “scorrerci dentro”. Sta poi a noi decidere se ubriacarci di uno champagne alla rosa, di una sangria in cui vino rosso e bianco duellano silenti, o di un robusto porto dal fondo vanigliato.Torniamo ai corpi nudi e avvinghiati che abbiamo lasciato. Tellus è per gli amanti della concretezza, per chi crede nei legami, per chi affonda le mani nella terra e respira a pieni polmoni gli umori del terriccio. Sanno di vita, sanno di ciclo di rinascita. Saltus è per quelli che invece si arrampicano sugli alberi, amando il contatto con la ruvida corteccia e il sentore di resine. Succus, per chi vive con la testa tra le nuvole, chi gioca nelle case tra i rami e le foglie, e raccoglie sentori di erbe aromatiche e scorze d’agrumi portati dal vento.Le narrazioni avventurose conservate in ciascun flacone non si fermano qui.
Quest’anno di Meo ci vuole portare in un viaggio immaginario verso tre mete che ispirarono miti e leggende del nostro passato. La prima, l’Île Pourpre, è quest’isola ignota in cui Fenici ed Egei reperirono il succoso fico nero. Delicata e preziosa, si annuncia fresca grazie alle note di shiso, ed energica grazie allo zenzero, per poi rivelarsi in tutto il suo morbido cuore fruttato.In attesa che le altre fragranze sorelle raggiungano questo talismano bello da vedere e da inspirare, Di Meo ha lanciato anche la prima fragranza della seconda collezione. Dimentichiamo le mete oniriche, e lasciamoci trasportare invece laddove regnano incontrastati gli animali. Selvaggia, per nulla erotica: questi i tratti distintivi di Peau De Bête. Un omaggio a quell’animalità che noi civili andiamo escludendo, e a tacciare di proibito.C’è molta antropologia nelle creazioni del designer marsigliese, molto amore per l’antico e mistico, ma anche per l’interiorità ormai quasi del tutto perduta a scapito del materiale. Citazione beckettiana: «…a qualcuno sul dorso nel buio una voce racconta di un passato…»Ed io che ho provato a comunicare tutta la sua forza, tutta l’intensità delle sue fragranze, capitolo e dico: andate e cercate ovunque questi capolavori d’estro intrisi di ancestrale. Non basta mettere nero su bianco per capire la magia infusa in ogni boccetta, se non si stilla qualche goccia sulla pelle e si prende tempo per cogliere le singole sfumature.
Profumi da vivere, prima che da scrivere.
Les Liquides Imaginaires: un mondo contaminato, dove il sacro non è più solo sacro, ma semmai consacrato nel profano. Un mondo a tinte torbide, ma non per questo carente di cura e amore.Si osservino scrupolosamente quegli individui abbracciati, ritorti l’uno con l’altro, l’uno nell’altro, scelti per testimoniare Tellus, la più concreta e nel contempo la più enigmatica delle Eaux Arborantes.Il concept, eccentrico e a dir poco spavaldo: che nulla sia destinato a durare per sempre, ma a lasciarsi dietro uno strascico del raso delle emozioni potenti, quello sì.Philippe Di Meo è la mente creativa dietro a tutto questo sfacelo semiotico. Viso pulito, jeans e camicia di denim, si fa ritrarre sì con le braccia conserte, ma senza ostentare l’aria smagata del tipico imprenditore. Sorride, anzi, a trentadue denti, come un discolo che dieci ne pensa e cento ne fa.Per uno che ha mangiato pane e AutoCAD, sorprende tutta questo suo innatismo comunicativo. E comunicativo dovrebbe essere, a suo avviso, il mondo del design. D’accordo, fare il designer è un mestiere ed è finalizzato all’introdurre facilities nel quotidiano… ma non dovrebbe mai perdere la sua vena artistica, non dovrebbe mai mancare di tocco personale – questo il succo della sua filosofia.Ed è probabilmente per questo che a un certo punto non si sia più accontentato di scolpire nelle forme, ma che abbia voluto cimentarsi nel concepire qualcosa che trascendesse e la vista, e il tatto. Che appagasse il più sottile dei sensi, lo sconvolgesse, lo spingesse a ritrattare.
Trilogie. Qui entra in gioco Cabala ed esoterismo, che gli “amuleti” di Di Meo portano marchiati addosso. E nondimeno, la religione, visto che al Tre associamo la divinità. Eppure, nelle Eaux-Delà (esatto, acque dell’aldilà), abbiamo spirito santo (Sancti), tentazione (Tumultu) e carnalità (Fortis). Un’escalation, che va da quell’incenso che legato al bergamotto ci regala la sensazione dei vapori esalati dalle fonti battesimali, al lattiginoso Tumultu, fresco ma dal fondo opulento, fino alle acque tinte di scuro che sanno di spezie, oud, ambra e patchouli.Non contento, Di Meo ha lanciato la più confortante trilogia mai messa a disposizione per chi del vino non può proprio farne a meno: Les Eaux Sanguines. Esiste una corrispondenza, dunque, tra vino e sangue? Di Meo provoca ancora, asserendo che questi profumi, così come i vini, nascono con la stessa modalità e con la finalità di “scorrerci dentro”. Sta poi a noi decidere se ubriacarci di uno champagne alla rosa, di una sangria in cui vino rosso e bianco duellano silenti, o di un robusto porto dal fondo vanigliato.Torniamo ai corpi nudi e avvinghiati che abbiamo lasciato. Tellus è per gli amanti della concretezza, per chi crede nei legami, per chi affonda le mani nella terra e respira a pieni polmoni gli umori del terriccio. Sanno di vita, sanno di ciclo di rinascita. Saltus è per quelli che invece si arrampicano sugli alberi, amando il contatto con la ruvida corteccia e il sentore di resine. Succus, per chi vive con la testa tra le nuvole, chi gioca nelle case tra i rami e le foglie, e raccoglie sentori di erbe aromatiche e scorze d’agrumi portati dal vento.Le narrazioni avventurose conservate in ciascun flacone non si fermano qui.
Quest’anno di Meo ci vuole portare in un viaggio immaginario verso tre mete che ispirarono miti e leggende del nostro passato. La prima, l’Île Pourpre, è quest’isola ignota in cui Fenici ed Egei reperirono il succoso fico nero. Delicata e preziosa, si annuncia fresca grazie alle note di shiso, ed energica grazie allo zenzero, per poi rivelarsi in tutto il suo morbido cuore fruttato.In attesa che le altre fragranze sorelle raggiungano questo talismano bello da vedere e da inspirare, Di Meo ha lanciato anche la prima fragranza della seconda collezione. Dimentichiamo le mete oniriche, e lasciamoci trasportare invece laddove regnano incontrastati gli animali. Selvaggia, per nulla erotica: questi i tratti distintivi di Peau De Bête. Un omaggio a quell’animalità che noi civili andiamo escludendo, e a tacciare di proibito.C’è molta antropologia nelle creazioni del designer marsigliese, molto amore per l’antico e mistico, ma anche per l’interiorità ormai quasi del tutto perduta a scapito del materiale. Citazione beckettiana: «…a qualcuno sul dorso nel buio una voce racconta di un passato…»Ed io che ho provato a comunicare tutta la sua forza, tutta l’intensità delle sue fragranze, capitolo e dico: andate e cercate ovunque questi capolavori d’estro intrisi di ancestrale. Non basta mettere nero su bianco per capire la magia infusa in ogni boccetta, se non si stilla qualche goccia sulla pelle e si prende tempo per cogliere le singole sfumature.
Profumi da vivere, prima che da scrivere.
Amen Couture.La spregiudicata eleganza.
di Martina Narducci
Il lusso interpretato in modo nuovo e moderno.
Pochi anni fa nella laboriosa provincia di Bologna partiva l'avventura della Jato,un'azienda di alta moda giovane e spregiudicata da cui alcuni anni fa è nata la linea couture col brand Amen. Oggi Amen Couture si presenta con una nuovissima collezione primavera impostata sul lusso contemporaneo.I concetti base sono opulenza e sensualità, vere parole chiave della collezione. Gli stylist Amen decidono di adoperare una gamma cromatica dalle tinte fortemente dark, puntando su una femminilità seducente che utilizza come strumenti immancabili le trasparenze di veli elaborate con dolci ricami prezioni con effetti 3d.La linea Amen Couture è dominata inoltre da unpuro spirito rock in cui regna il denim deluxe e la pelle scura effetto tropici.
Nella sfilata di Milano gli abiti fanno intravedere forme corporee dalla elegante silhouette sinuosa, oltre le luci, la brillantezza è dominata dalle applicazioni di paillette dorate su abiti fluidi.Abbondano abiti molto corti che danno mostra di gambe statuarie e che avvolgono l'intero corpo femminile come una pelle.Gli stylist hanno voluto che fosse la natura la fonte d’ispirazione di questa collezione, ricollegandosi anche al principio del ciclo vitale e della rinascita dopo il freddo inverno.I colori maggiormente usati sono collegabili infatti alla terra e alle piante con fiori di tessuto che sporgono su sensuali top con stampe in tema.
Un grande tributo viene poi dato alla camicia che viene stravolta nelle proporzioni e accostata alla pelle e al satin. Le gonne sono prevalentemente panneggiate e accarezzano i fianchi in modo voluttuoso sperimentando il patchwork.Infine un ulteriore gesto di rivoluzione attraverso tuniche rigide e canotte lunghe create a contrasto e modellate asimmetricamente lungo le forme.A livello cromatico regnano il nero,il ciliegio,il denim e l'oro.Le stoffe che dominano sono senza dubbio la seta,il velluto,il pizzo, il tulle,le paillette e il panno interpretati con forme a sirena e affusolate,ai limiti dell'aderenza.Un grande elogio insomma va fatto a questa giovane casa di moda italiana e al suo brand di grande eleganza.
Pochi anni fa nella laboriosa provincia di Bologna partiva l'avventura della Jato,un'azienda di alta moda giovane e spregiudicata da cui alcuni anni fa è nata la linea couture col brand Amen. Oggi Amen Couture si presenta con una nuovissima collezione primavera impostata sul lusso contemporaneo.I concetti base sono opulenza e sensualità, vere parole chiave della collezione. Gli stylist Amen decidono di adoperare una gamma cromatica dalle tinte fortemente dark, puntando su una femminilità seducente che utilizza come strumenti immancabili le trasparenze di veli elaborate con dolci ricami prezioni con effetti 3d.La linea Amen Couture è dominata inoltre da unpuro spirito rock in cui regna il denim deluxe e la pelle scura effetto tropici.
Nella sfilata di Milano gli abiti fanno intravedere forme corporee dalla elegante silhouette sinuosa, oltre le luci, la brillantezza è dominata dalle applicazioni di paillette dorate su abiti fluidi.Abbondano abiti molto corti che danno mostra di gambe statuarie e che avvolgono l'intero corpo femminile come una pelle.Gli stylist hanno voluto che fosse la natura la fonte d’ispirazione di questa collezione, ricollegandosi anche al principio del ciclo vitale e della rinascita dopo il freddo inverno.I colori maggiormente usati sono collegabili infatti alla terra e alle piante con fiori di tessuto che sporgono su sensuali top con stampe in tema.
Un grande tributo viene poi dato alla camicia che viene stravolta nelle proporzioni e accostata alla pelle e al satin. Le gonne sono prevalentemente panneggiate e accarezzano i fianchi in modo voluttuoso sperimentando il patchwork.Infine un ulteriore gesto di rivoluzione attraverso tuniche rigide e canotte lunghe create a contrasto e modellate asimmetricamente lungo le forme.A livello cromatico regnano il nero,il ciliegio,il denim e l'oro.Le stoffe che dominano sono senza dubbio la seta,il velluto,il pizzo, il tulle,le paillette e il panno interpretati con forme a sirena e affusolate,ai limiti dell'aderenza.Un grande elogio insomma va fatto a questa giovane casa di moda italiana e al suo brand di grande eleganza.
D&G.Sfilata tra lusso e fiaba.
di Martina Narducci
Un marchio che si conferma sempre.Moda allo stato puro.
D&G si presenta a Parigi con la sua nuovissima collezione 2016.Spesso ogni donna desidera apparire come una regina e le nuove idee e abiti nati dalla mente creativa di Stefano Gabbana e Domenico Dolce pensano proprio ad accontentare questo desiderio. Sembra quasi che le meravigliose principesse delle favole siano divenute le muse ispiratrici di questa passerella ricca di colori e di novità.Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, Cenerentola e non solo. Jeune fille avvolte di frange luminose, abiti stracolmi di ricami in tema favola, giacche militari da Schiaccianoci, fiori maxi che nascono freschi su cappotti a uovo e un trionfo di specchi luminosi che riflettono la luce fino a creare un’atmosfera magica. Davvero ogni piccolo dettaglio è curato nei minimi particolari nel tentativo esplicito di rappresentare una opulenta ricchezza e una fiabesca fantasia, di quelle di cui sono ricchi i libri fantastici delle favole con cui siamo cresciute. Gli abiti sono dominati da colori ricercati come oro, bianco, nero, silver, panna, celeste, vermiglio, marron glacé, antracite, ottanio e rosa shocking.Un arcobaleno di rara eleganza nello stile D&G.Ricercatissimi anche i materiali usati che spaziano dal panno, alla lana, alla passamaneria, al lurex, alle frange, alla seta, al velluto, al pizzo e al cotone.Non mancano svolazzi e ricami in pelle, pelliccia, tweed, maglia, tulle e l'immancabile organza.La linea D&G questa volta è prevalentemente ad A con salti nelle forme articolate come quella a clessidra e a corolla. Un vero applauso va poi fatto per la gamma degli accessori. Una miriade di spille gioiello, fasce tra i capelli con applicazioni gioiello,fiocchi di velluto al collo con fibbie preziose, bauletti di pelle e rettile, anfibi di pelle, bag rigide di cocco.Stefano e Domenico si sono superati,anzi è più giusto dire che hanno confermato l'immenso e visionario talento del loro brand.
D&G si presenta a Parigi con la sua nuovissima collezione 2016.Spesso ogni donna desidera apparire come una regina e le nuove idee e abiti nati dalla mente creativa di Stefano Gabbana e Domenico Dolce pensano proprio ad accontentare questo desiderio. Sembra quasi che le meravigliose principesse delle favole siano divenute le muse ispiratrici di questa passerella ricca di colori e di novità.Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, Cenerentola e non solo. Jeune fille avvolte di frange luminose, abiti stracolmi di ricami in tema favola, giacche militari da Schiaccianoci, fiori maxi che nascono freschi su cappotti a uovo e un trionfo di specchi luminosi che riflettono la luce fino a creare un’atmosfera magica. Davvero ogni piccolo dettaglio è curato nei minimi particolari nel tentativo esplicito di rappresentare una opulenta ricchezza e una fiabesca fantasia, di quelle di cui sono ricchi i libri fantastici delle favole con cui siamo cresciute. Gli abiti sono dominati da colori ricercati come oro, bianco, nero, silver, panna, celeste, vermiglio, marron glacé, antracite, ottanio e rosa shocking.Un arcobaleno di rara eleganza nello stile D&G.Ricercatissimi anche i materiali usati che spaziano dal panno, alla lana, alla passamaneria, al lurex, alle frange, alla seta, al velluto, al pizzo e al cotone.Non mancano svolazzi e ricami in pelle, pelliccia, tweed, maglia, tulle e l'immancabile organza.La linea D&G questa volta è prevalentemente ad A con salti nelle forme articolate come quella a clessidra e a corolla. Un vero applauso va poi fatto per la gamma degli accessori. Una miriade di spille gioiello, fasce tra i capelli con applicazioni gioiello,fiocchi di velluto al collo con fibbie preziose, bauletti di pelle e rettile, anfibi di pelle, bag rigide di cocco.Stefano e Domenico si sono superati,anzi è più giusto dire che hanno confermato l'immenso e visionario talento del loro brand.
Il party rock di Moschino.
di Federica Nobile
Lezione di critica del giudizio su tacchi a spillo.
Quello della scorsa stagione non era un giocattolo, pur avendone tutte le fattezze. Era un dilemma estetico vero e proprio, René Magritte che lancia la pietra e il solo Michél Foucault che riesce a coglierla al volo.Orbene, trascorre un anno, e dal felice matrimonio tra Moschino e quel visionario di Jeremy Scott nasce una nuova provocazione.Dopo esserci sorbiti il concetto di donna trito e ritrito, dopo un abuso di ritorni nostalgici al rassicurante glam e di proposte unisex che paiono proiettarci direttamente in un futuro libero e incondizionato, ecco giungere una passeggiata in un post apocalittico nulla di fatto.Scenografia inquietante, fumogena, spezzata a metà da una cornice che smuove in automatico una questione sull’autenticità di quanto osservato. Non stona affatto quel soundscape di riff di Angus Young, colonna sonora perfetta per acclimatare l’alternativo ed estraniare il bigotto.
A che gioco stavano giocando le menti creative dietro al fashion show, quando hanno scisso il camminamento in due? È opinabile leggere la cornice come una sorta di specchio di Alice, che mette in comunicazione due realtà?Duale è anche la messinscena: i primi capi a sfilare godono della solidità dei rasi e soprattutto delle pelli, nere, lucide e attillate in modo seducente. Le modelle marciano dritte e sicure in quel tipo di quotidianità instabile e riottosa, come a voler riaffermare indipendenza e supremazia. Non solo donne, ma eroine. E le eroine vestono come nei fumetti, esibendo look fetish alla Catwoman, pinzando gelide spille da balia a contatto con la nuda pelle, ma senza rinunciare a enormi fiocchi stretti in vita o in obliquo sul capo.Dalle ceneri, spuntano in un secondo momento protagoniste alternative. Non più stoiche, ma spigliate e lascive, persino viziose. Da questo punto in poi, la donna-eroina viene sconsacrata, e prende fuoco: nessun inganno, è che gli ultimi saranno i primi, e i cattivi godono di un fascino ancor maggiore dei senza macchia e senza paura. Loro possono dove noi ci inibiamo.Fumano i vestiti, a ogni minimo movimento. Senza scottare.Salvezza, in questa urbanità-zombie, non c’era mai stata; eppure, trapela sensualità dalle camminate feline di queste conturbanti signore della notte. Spogliate in più punti, non perdono certo di virtù.
Semmai, guadagnano tutta la simpatia dell’audience con le loro performances improvvisate: c’è chi occupa, violandolo, lo spazio della cornice e si rivolge direttamente agli astanti con un sontuoso bacio, chi volteggia su se stessa giocosa e un po’ alticcia, c’è una Venere ecologista (o almeno così ci fa credere) che ammalia con lo sguardo e che si lecca le labbra… molta mimica, per tramutare un evento mondano in vero spettacolo.La genialità sta soprattutto nella portata semantica che ogni abito, ma anche ogni corpo, ogni gesto e ogni piega di ciglia incarna. Se si inscrive lo show di Moschino nel pieno contesto quotidiano, non si può ignorare con quanta scaltrezza Scott punti l’indice contro chi ancora, alle porte di una rivoluzione di genere, non riesce ad accettare che la donna possa godere di dignità al di là del proprio ruolo, e soprattutto al di là del proprio stile di vita.Rigorosa o discinta, carismatica o naïve, la diva interiore viene celebrata per ciò che vuole essere e non per come dovrebbe essere. Anche Scott si è ricreduto, e ha smesso di rinfacciarci quanto siamo schiavi del desiderio di cose materiali, quanto ipocriti e superficiali, per scendere a patti con una dimensione più intima. Onirica. Di certo non sacra, ma profondamente umana. Non infallibile, ma sempre e comunque degna di stare al mondo.Esilarante e salace, lo stilista ci ha invitati a un party dove ad andare a fuoco saranno non le certezze, ma i preconcetti.Tutti quanti, nessuno escluso.
Immagini concesse da Arianna Bonucci Photography
Quello della scorsa stagione non era un giocattolo, pur avendone tutte le fattezze. Era un dilemma estetico vero e proprio, René Magritte che lancia la pietra e il solo Michél Foucault che riesce a coglierla al volo.Orbene, trascorre un anno, e dal felice matrimonio tra Moschino e quel visionario di Jeremy Scott nasce una nuova provocazione.Dopo esserci sorbiti il concetto di donna trito e ritrito, dopo un abuso di ritorni nostalgici al rassicurante glam e di proposte unisex che paiono proiettarci direttamente in un futuro libero e incondizionato, ecco giungere una passeggiata in un post apocalittico nulla di fatto.Scenografia inquietante, fumogena, spezzata a metà da una cornice che smuove in automatico una questione sull’autenticità di quanto osservato. Non stona affatto quel soundscape di riff di Angus Young, colonna sonora perfetta per acclimatare l’alternativo ed estraniare il bigotto.
A che gioco stavano giocando le menti creative dietro al fashion show, quando hanno scisso il camminamento in due? È opinabile leggere la cornice come una sorta di specchio di Alice, che mette in comunicazione due realtà?Duale è anche la messinscena: i primi capi a sfilare godono della solidità dei rasi e soprattutto delle pelli, nere, lucide e attillate in modo seducente. Le modelle marciano dritte e sicure in quel tipo di quotidianità instabile e riottosa, come a voler riaffermare indipendenza e supremazia. Non solo donne, ma eroine. E le eroine vestono come nei fumetti, esibendo look fetish alla Catwoman, pinzando gelide spille da balia a contatto con la nuda pelle, ma senza rinunciare a enormi fiocchi stretti in vita o in obliquo sul capo.Dalle ceneri, spuntano in un secondo momento protagoniste alternative. Non più stoiche, ma spigliate e lascive, persino viziose. Da questo punto in poi, la donna-eroina viene sconsacrata, e prende fuoco: nessun inganno, è che gli ultimi saranno i primi, e i cattivi godono di un fascino ancor maggiore dei senza macchia e senza paura. Loro possono dove noi ci inibiamo.Fumano i vestiti, a ogni minimo movimento. Senza scottare.Salvezza, in questa urbanità-zombie, non c’era mai stata; eppure, trapela sensualità dalle camminate feline di queste conturbanti signore della notte. Spogliate in più punti, non perdono certo di virtù.
Semmai, guadagnano tutta la simpatia dell’audience con le loro performances improvvisate: c’è chi occupa, violandolo, lo spazio della cornice e si rivolge direttamente agli astanti con un sontuoso bacio, chi volteggia su se stessa giocosa e un po’ alticcia, c’è una Venere ecologista (o almeno così ci fa credere) che ammalia con lo sguardo e che si lecca le labbra… molta mimica, per tramutare un evento mondano in vero spettacolo.La genialità sta soprattutto nella portata semantica che ogni abito, ma anche ogni corpo, ogni gesto e ogni piega di ciglia incarna. Se si inscrive lo show di Moschino nel pieno contesto quotidiano, non si può ignorare con quanta scaltrezza Scott punti l’indice contro chi ancora, alle porte di una rivoluzione di genere, non riesce ad accettare che la donna possa godere di dignità al di là del proprio ruolo, e soprattutto al di là del proprio stile di vita.Rigorosa o discinta, carismatica o naïve, la diva interiore viene celebrata per ciò che vuole essere e non per come dovrebbe essere. Anche Scott si è ricreduto, e ha smesso di rinfacciarci quanto siamo schiavi del desiderio di cose materiali, quanto ipocriti e superficiali, per scendere a patti con una dimensione più intima. Onirica. Di certo non sacra, ma profondamente umana. Non infallibile, ma sempre e comunque degna di stare al mondo.Esilarante e salace, lo stilista ci ha invitati a un party dove ad andare a fuoco saranno non le certezze, ma i preconcetti.Tutti quanti, nessuno escluso.
Immagini concesse da Arianna Bonucci Photography
Tom Ford.Un inverno tutto sensualità.
di Martina Narducci
Un genio della moda espone a Los Angeles le sue creazioni.
Tom Ford inaugura con una sfilata a Los Angeles la sua collezione invernale e lo fa alla vigilia degli Oscars: quale migliore location avrebbe mai potuto scegliere? Tom si muove nel milieu dello showbiz come un pesce nell’acqua. Ama di amore ricambiato le attrici più importanti, accorse in massa a seguire il suo show. Glamour e megastar power: questa è la combinazione vincente dello stile TF, la cui ricetta mescola i consueti ingredienti: sex-appeal, un tocco di esotismo, lusso a profusione, femminilità vincente e assertiva.
Con l’aggiunta di un ispirazione Anni 70, la collezione si inserisce nel trend corrente, dimostrando il fiuto intelligente del designer, la sua longevità all’apice del fashion system e il suo talento sicuro per la showmanship.giovani amazzoni legate dall'amicizia e dalla passione per il mondo selvaggio da cui si proteggono con maxi cappe in jacquard grafici, coperte in maglia e shearling avvolgenti.
I look sono definiti dal calore che emanano, dai drappeggi e dai volumi giocati su stratificazioni di tessuti in distorte stampe camouflage o in prints notturne di fiori. Gli accessori esaltano lo spirito d'avventura e conferiscono un aspetto urbano ai look dal retro gusto sporty.
Tom Ford inaugura con una sfilata a Los Angeles la sua collezione invernale e lo fa alla vigilia degli Oscars: quale migliore location avrebbe mai potuto scegliere? Tom si muove nel milieu dello showbiz come un pesce nell’acqua. Ama di amore ricambiato le attrici più importanti, accorse in massa a seguire il suo show. Glamour e megastar power: questa è la combinazione vincente dello stile TF, la cui ricetta mescola i consueti ingredienti: sex-appeal, un tocco di esotismo, lusso a profusione, femminilità vincente e assertiva.
Con l’aggiunta di un ispirazione Anni 70, la collezione si inserisce nel trend corrente, dimostrando il fiuto intelligente del designer, la sua longevità all’apice del fashion system e il suo talento sicuro per la showmanship.giovani amazzoni legate dall'amicizia e dalla passione per il mondo selvaggio da cui si proteggono con maxi cappe in jacquard grafici, coperte in maglia e shearling avvolgenti.
I look sono definiti dal calore che emanano, dai drappeggi e dai volumi giocati su stratificazioni di tessuti in distorte stampe camouflage o in prints notturne di fiori. Gli accessori esaltano lo spirito d'avventura e conferiscono un aspetto urbano ai look dal retro gusto sporty.
LaChapelle.La moda diventa pura visione.
di Martina Narducci
Il Fellini della fotografia in mostra a Roma.
Dal 30 Settembre è in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma la personale sul mitico fotografo di moda David LaChapelle intitolata After the Deluge, dopo il diluvio.Una raccolta di circa 100 scatti alcuni eccezionali ed inediti.La retrospettiva dedicata al grande fotografo e artista americano si concentra soprattutto sui lavori che ha realizzato dopo il 2006, anno spartiacque della sua produzione artistica. Nel 2006 infatti l’autore ha firmato la monumentale serie The Deluge, ispirata all’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina: opera creata non su incarico di un committente, destinata ad essere esposta in un museo. Dopo questa serie, la produzione del fotografo americano, si è diretta verso altre direzioni estetiche e concettuali, come afferma anche il curatore della mostra Gianni Mercurio: “Il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana: i modelli viventi che in quasi tutti i lavori precedenti hanno avuto una parte centrale nella composizione del set e nel messaggio incarnato dall’immagine”.
Nonostante ciò, nella mostra romana, il pubblico potrà riconoscere facilmente lo stile barocco e pop dell’artista. Per permettere però al pubblico di conoscere anche le origini della poetica bizzarra, fantasmagorica e ipermoderna di David LaChapelle, saranno rimesse in vetrina al Palazzo delle Esposizioni alcune tra le sue opere più conosciute e universali: i suoi mirabolanti marchi di fabbrica, sfornati a getto continuo tra il 1995 e il 2005. Una raccolta tuttora favolosa, che comprende ritratti di celebrities del mondo della musica, della moda e del cinema (da Michael Jackson a a Lady Gaga); scene con tocchi surrealisti basate su temi religiosi; citazioni di grandi opere della storia dell’arte e del cinema. Tutto segnato dalla proverbiale saturazione cromatica e da quell’idea di movimento che hanno lasciato forti impronte nelle generazioni creative successive.
L’esposizione ospiterà anche una rassegna di filmati di backstage che illustrano il complesso processo di realizzazione dei suoi set fotografici. Non mancherà una carrellata dei suoi videoclip più virali: già, perché David è anche un videomaker (soprattutto musicale) di enorme talento e fama.David LaChapelle è di gran lunga uno dei fotografi più osannati al mondo. C’è chi lo ha soprannominato il Fellini della fotografia. Poco più che cinquantenne, ha inaugurato e cristallizzato uno stile post-Pop e surrealista che lo rende unico.In mostra anche un corpus di opere prodotte fra il 1995 e il 2005: scene di ispirazione surrealista basate su temi religiosi, citazioni di capolavori della storia dell’arte, ma soprattutto ritratti di celebrities del mondo della musica, del cinema, e della moda.
Dal 30 Settembre è in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma la personale sul mitico fotografo di moda David LaChapelle intitolata After the Deluge, dopo il diluvio.Una raccolta di circa 100 scatti alcuni eccezionali ed inediti.La retrospettiva dedicata al grande fotografo e artista americano si concentra soprattutto sui lavori che ha realizzato dopo il 2006, anno spartiacque della sua produzione artistica. Nel 2006 infatti l’autore ha firmato la monumentale serie The Deluge, ispirata all’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina: opera creata non su incarico di un committente, destinata ad essere esposta in un museo. Dopo questa serie, la produzione del fotografo americano, si è diretta verso altre direzioni estetiche e concettuali, come afferma anche il curatore della mostra Gianni Mercurio: “Il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana: i modelli viventi che in quasi tutti i lavori precedenti hanno avuto una parte centrale nella composizione del set e nel messaggio incarnato dall’immagine”.
Nonostante ciò, nella mostra romana, il pubblico potrà riconoscere facilmente lo stile barocco e pop dell’artista. Per permettere però al pubblico di conoscere anche le origini della poetica bizzarra, fantasmagorica e ipermoderna di David LaChapelle, saranno rimesse in vetrina al Palazzo delle Esposizioni alcune tra le sue opere più conosciute e universali: i suoi mirabolanti marchi di fabbrica, sfornati a getto continuo tra il 1995 e il 2005. Una raccolta tuttora favolosa, che comprende ritratti di celebrities del mondo della musica, della moda e del cinema (da Michael Jackson a a Lady Gaga); scene con tocchi surrealisti basate su temi religiosi; citazioni di grandi opere della storia dell’arte e del cinema. Tutto segnato dalla proverbiale saturazione cromatica e da quell’idea di movimento che hanno lasciato forti impronte nelle generazioni creative successive.
L’esposizione ospiterà anche una rassegna di filmati di backstage che illustrano il complesso processo di realizzazione dei suoi set fotografici. Non mancherà una carrellata dei suoi videoclip più virali: già, perché David è anche un videomaker (soprattutto musicale) di enorme talento e fama.David LaChapelle è di gran lunga uno dei fotografi più osannati al mondo. C’è chi lo ha soprannominato il Fellini della fotografia. Poco più che cinquantenne, ha inaugurato e cristallizzato uno stile post-Pop e surrealista che lo rende unico.In mostra anche un corpus di opere prodotte fra il 1995 e il 2005: scene di ispirazione surrealista basate su temi religiosi, citazioni di capolavori della storia dell’arte, ma soprattutto ritratti di celebrities del mondo della musica, del cinema, e della moda.
Versace.Una sfilata di vera seduzione.
di Martina Narducci
Versace conquista Parigi con una donna splendida.
A Parigi la scorsa settimana è andata in scena la sfilata autunnale di Versace per il 2015.Seguendo un filo conduttore tra lo stile anni 60 e l'attualità come la gonna a corolla stretta in vita da una cintura o l’abito corto dalla silhouette ad A o la cappa a trapezio, Donatella crea una nuovissima collezione dove il nero più sensuale si illumina di lampi di tinte forti e decise come il rosso acceso. La schiena si scopre, gli orli e le scollature si fanno asimmetrici, gli spacchi irregolari. Il duvet sperimenta nuove forme e su felpe e abiti da sera appaiono loghi, lettere e simboli digitali che brillano di cristalli e che gridano a gran voce il nome della maison.
La donna Versace per l'autunno è una donna sexy e grintosa dotata però anche di una forte dosa di ironia, con uno sguardo sempre puntato verso il futuro.Gli abiti hanno lunghezze che vanno dal mini al midi; i colori che dominano sono il nero, il vermiglio, il limone, il verde prato, bluette, bianco.Sul campo dei materiali invece è un'orgia di pelle, seta, pelliccia, jersey, panno, lana, felpa, vernice, cocco, ecopelliccia, duvet, shearling, cristalli, fresco di lana.Gli abiti seguono forme a clessidra, affusolate, svasate, ad A, a trapezio, asimmetriche, segnate in vita da una cintura tipicamente Versace.
Non possono mancare gli accessori: maxi cinture con maxi fibbia geometrica, collant opachi o stampati, maxi occhiali da sole total color, chocker di metallo con elementi a forma di lettera, sandali con plateau e cinturino alla caviglia, cuissard patchwork, guanti di pelle o maglia, pochette piatte di pelle a tema greca, bag piatte jacquard, bangle smaltati.Questo autunno insomma Donatella ci conquisterà con una elegante sensualità senza fine.
A Parigi la scorsa settimana è andata in scena la sfilata autunnale di Versace per il 2015.Seguendo un filo conduttore tra lo stile anni 60 e l'attualità come la gonna a corolla stretta in vita da una cintura o l’abito corto dalla silhouette ad A o la cappa a trapezio, Donatella crea una nuovissima collezione dove il nero più sensuale si illumina di lampi di tinte forti e decise come il rosso acceso. La schiena si scopre, gli orli e le scollature si fanno asimmetrici, gli spacchi irregolari. Il duvet sperimenta nuove forme e su felpe e abiti da sera appaiono loghi, lettere e simboli digitali che brillano di cristalli e che gridano a gran voce il nome della maison.
La donna Versace per l'autunno è una donna sexy e grintosa dotata però anche di una forte dosa di ironia, con uno sguardo sempre puntato verso il futuro.Gli abiti hanno lunghezze che vanno dal mini al midi; i colori che dominano sono il nero, il vermiglio, il limone, il verde prato, bluette, bianco.Sul campo dei materiali invece è un'orgia di pelle, seta, pelliccia, jersey, panno, lana, felpa, vernice, cocco, ecopelliccia, duvet, shearling, cristalli, fresco di lana.Gli abiti seguono forme a clessidra, affusolate, svasate, ad A, a trapezio, asimmetriche, segnate in vita da una cintura tipicamente Versace.
Non possono mancare gli accessori: maxi cinture con maxi fibbia geometrica, collant opachi o stampati, maxi occhiali da sole total color, chocker di metallo con elementi a forma di lettera, sandali con plateau e cinturino alla caviglia, cuissard patchwork, guanti di pelle o maglia, pochette piatte di pelle a tema greca, bag piatte jacquard, bangle smaltati.Questo autunno insomma Donatella ci conquisterà con una elegante sensualità senza fine.
Red Valentino.Autunno di raffinatezze.
di Martina Narducci
Nuova collezione autunnale originale ma delicata.
Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli sono i nuovi stilisti che animano il brand Red Valentino e la nuova collezione autunnale poggia sul concetto di trasferire sugli abiti lo stile e la preziosità delle decorazioni del celebre Petit Trianon, rifugio agreste di Maria Antonietta per sfuggire agli obblighi di corte. Le carte da parati diventano stampe dalle tonalità pastello, gli abiti corti prendono le fattezze di corsetti, uccellini ricamati animano tuniche leggere e gonne a corolla ricche di ruche e la seta si mescola al tulle e al pizzo in un gioco di trasparenze raffinate.
Non mancano neanche gli strangolini al collo, nati all’epoca per esorcizzare le gole tagliate dalla gigliottina: qua in versione gioiello con tanto di ciondoli e piume.I colori base della collezione sono nero, azalea, vermiglio, bianco latte, lilla, corda, marron glacé, beige, rosa confetto, celeste, salmone, acquamarina pelle, tulle, pizzo, seta, organza, denim, chiffon, maglia, cotone, taffetà, raso, crochet, sangallo a corolla, a clessidra.
Ricchissima la gamma degli accessori.Svasate pochette di pelle a forma di ventaglio, stivaletti stringati e stampati con tacco a contrasto, strangolini di tessuto chiusi da fiocco con ciondoli dorati e piume, sneaker stampate, calzette corte, décolletées a punta con fiocco, pochette di pelle, scarpe di tela con para in gomma e lacci alla caviglia.Sarà un autunno super raffinato e Red Valentino lascia la sua impronta originale.
Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli sono i nuovi stilisti che animano il brand Red Valentino e la nuova collezione autunnale poggia sul concetto di trasferire sugli abiti lo stile e la preziosità delle decorazioni del celebre Petit Trianon, rifugio agreste di Maria Antonietta per sfuggire agli obblighi di corte. Le carte da parati diventano stampe dalle tonalità pastello, gli abiti corti prendono le fattezze di corsetti, uccellini ricamati animano tuniche leggere e gonne a corolla ricche di ruche e la seta si mescola al tulle e al pizzo in un gioco di trasparenze raffinate.
Non mancano neanche gli strangolini al collo, nati all’epoca per esorcizzare le gole tagliate dalla gigliottina: qua in versione gioiello con tanto di ciondoli e piume.I colori base della collezione sono nero, azalea, vermiglio, bianco latte, lilla, corda, marron glacé, beige, rosa confetto, celeste, salmone, acquamarina pelle, tulle, pizzo, seta, organza, denim, chiffon, maglia, cotone, taffetà, raso, crochet, sangallo a corolla, a clessidra.
Ricchissima la gamma degli accessori.Svasate pochette di pelle a forma di ventaglio, stivaletti stringati e stampati con tacco a contrasto, strangolini di tessuto chiusi da fiocco con ciondoli dorati e piume, sneaker stampate, calzette corte, décolletées a punta con fiocco, pochette di pelle, scarpe di tela con para in gomma e lacci alla caviglia.Sarà un autunno super raffinato e Red Valentino lascia la sua impronta originale.
Super trasparenze.La moda si fa sexy.
di Martina Narducci
Abiti sempre più mini per questa calda estate.
L'estate continua a regalarci temperature torride, il meteo è sempre da bollino rosso e la moda si adegua di conseguenza diffondendo tendenze e stili davvero super hot. Per le città afose aumentano le scollature vertiginose che mettono in mostra il décolleté ma anche la schiena. Profondi varchi, lacci che si incrociano e strizzano, lasciando più che altro vedere che scoprire.Un must è la scollatura a V utilizzata molto negli abiti di Valentino, Roberto Cavalli e Gucci. Stretti in vita o appena sotto il seno, uniscono l’allure tipico degli anni 70 all’esigenza di sentirsi scollata. Più le temperature salgono più ci si scopre.
Un'altra vera costanza dell'estate è il reggiseno.Se il reggiseno fa tendenza, sicuramente non c’è nessun motivo per non metterlo in mostra: basta lasciare una camicia slacciata, o sostituirlo a un cropped top come molti stilisti american fashion fanno da tempo.L’alternativa? Una tutina tipo anni 90 che non richiede nessun bra, perché ha il corpino sagomato come un trikini.
Molte di noi non amano mettere in mostra il décolleté, ecco allora un look di sfilata che prediligono scollature sul lato B. Davanti gli abiti si annodano come bavagli, top americani, lasciando poi scoperte le spalle e dietro la schiena. La tendenza diventa sempre più hot e maliziosa e un esempio eclatante sono gli abiti di Saint Laurent, Salvatore Ferragamo, Emilio Pucci e Chloé.Infine una parentesi per i lacci e gli intrecci:diffusissimi i top che si chiudono e incrociano dietro, come corpini-grembiule, dal sapore vagamente fetish.Un'estate sex fashion.
L'estate continua a regalarci temperature torride, il meteo è sempre da bollino rosso e la moda si adegua di conseguenza diffondendo tendenze e stili davvero super hot. Per le città afose aumentano le scollature vertiginose che mettono in mostra il décolleté ma anche la schiena. Profondi varchi, lacci che si incrociano e strizzano, lasciando più che altro vedere che scoprire.Un must è la scollatura a V utilizzata molto negli abiti di Valentino, Roberto Cavalli e Gucci. Stretti in vita o appena sotto il seno, uniscono l’allure tipico degli anni 70 all’esigenza di sentirsi scollata. Più le temperature salgono più ci si scopre.
Un'altra vera costanza dell'estate è il reggiseno.Se il reggiseno fa tendenza, sicuramente non c’è nessun motivo per non metterlo in mostra: basta lasciare una camicia slacciata, o sostituirlo a un cropped top come molti stilisti american fashion fanno da tempo.L’alternativa? Una tutina tipo anni 90 che non richiede nessun bra, perché ha il corpino sagomato come un trikini.
Molte di noi non amano mettere in mostra il décolleté, ecco allora un look di sfilata che prediligono scollature sul lato B. Davanti gli abiti si annodano come bavagli, top americani, lasciando poi scoperte le spalle e dietro la schiena. La tendenza diventa sempre più hot e maliziosa e un esempio eclatante sono gli abiti di Saint Laurent, Salvatore Ferragamo, Emilio Pucci e Chloé.Infine una parentesi per i lacci e gli intrecci:diffusissimi i top che si chiudono e incrociano dietro, come corpini-grembiule, dal sapore vagamente fetish.Un'estate sex fashion.
Meisel.Fotografia e moda d'avanguardia.
di Carolina Serra
Uno dei più grandi fotografi di moda in mostra a New York.
Steven Meisel non è un nome come gli altri.Si tratta di una vera leggenda della fotografia. Un forte innovatore e avanguardista, forse il più importante fotografo di moda contemporaneo. Il suo stile è sempre stato un continuo scoprire e saper interpretare nuovi linguaggi e grazie a ciò è arrivato a determinare veri e propri punti di svolta nel mondo dello shooting. I suoi incredibili ritratti sono esposti (e contemporaneamente in vendita) nella mostra Steven Meisel: Role Play, presso la galleria e casa d'aste Phillips di New York fino al 15 maggio e poi sarà la volta di Londra e Parigi.
La casa d’aste specializzata in arte contemporanea ha voluto omaggiare e puntare l’attenzione sul fotografo che ha firmato per ben 20 anni tutte le cover di Vogue e che – tra gli altri – ha lavorato con testate del calibro di Vanity Fair, Interview, W Magazine e Vogue Us. Sua anche l’edizione 2015 del calendario Pirelli, dove le modelle (da Adriana Lima alla abbondante Candice Huffine) sono state calibrate in sensualissimi completini di lattice.
Tra le foto in mostra a New York ci sono alcuni dei più importanti contributi di Meisel al mondo della fotografia di moda. L'ingresso delle bellezze cinesi nel mondo fashion ad esempio,con una meravigliosa Liu Wen dalla bellezza androgina oppure tra le foto degli anni novanta,una in particolare è stata scattata per Vogue America: si tratta del servizio con Kristen McMenamy e Daniel Blaylock.In quella foto Meisel introdusse l’estetica grunge, segnando un vera svolta nella moda.Infatti lo stesso Meisel ha di recente affermato che quella resta una delle sue immagini preferite perchè riesce a catturare un determinato momento culturale, in cui una scena di musica e una di moda si fondevano assieme per creare un nuovo look.Il tutto appariva un po’ troppo forte rispetto a quello che veniva pubblicato su Vogue a quei tempi,la stessa celebre Anna Withour,direttrice della rivista era leggermente contrariata,ma alla fine grazie a Alexander Lieberman (direttore editoriale), la foto venne pubblicata e diede un grande contributo alla fotografia di moda.
Steven Meisel non è un nome come gli altri.Si tratta di una vera leggenda della fotografia. Un forte innovatore e avanguardista, forse il più importante fotografo di moda contemporaneo. Il suo stile è sempre stato un continuo scoprire e saper interpretare nuovi linguaggi e grazie a ciò è arrivato a determinare veri e propri punti di svolta nel mondo dello shooting. I suoi incredibili ritratti sono esposti (e contemporaneamente in vendita) nella mostra Steven Meisel: Role Play, presso la galleria e casa d'aste Phillips di New York fino al 15 maggio e poi sarà la volta di Londra e Parigi.
La casa d’aste specializzata in arte contemporanea ha voluto omaggiare e puntare l’attenzione sul fotografo che ha firmato per ben 20 anni tutte le cover di Vogue e che – tra gli altri – ha lavorato con testate del calibro di Vanity Fair, Interview, W Magazine e Vogue Us. Sua anche l’edizione 2015 del calendario Pirelli, dove le modelle (da Adriana Lima alla abbondante Candice Huffine) sono state calibrate in sensualissimi completini di lattice.
Tra le foto in mostra a New York ci sono alcuni dei più importanti contributi di Meisel al mondo della fotografia di moda. L'ingresso delle bellezze cinesi nel mondo fashion ad esempio,con una meravigliosa Liu Wen dalla bellezza androgina oppure tra le foto degli anni novanta,una in particolare è stata scattata per Vogue America: si tratta del servizio con Kristen McMenamy e Daniel Blaylock.In quella foto Meisel introdusse l’estetica grunge, segnando un vera svolta nella moda.Infatti lo stesso Meisel ha di recente affermato che quella resta una delle sue immagini preferite perchè riesce a catturare un determinato momento culturale, in cui una scena di musica e una di moda si fondevano assieme per creare un nuovo look.Il tutto appariva un po’ troppo forte rispetto a quello che veniva pubblicato su Vogue a quei tempi,la stessa celebre Anna Withour,direttrice della rivista era leggermente contrariata,ma alla fine grazie a Alexander Lieberman (direttore editoriale), la foto venne pubblicata e diede un grande contributo alla fotografia di moda.
Versace.Nuova collezione primavera-estate.
di Carolina Serra
Donatella torna ed esalta il corpo femminile.
Esplosione di vera sensualità nella nuovissima collezione primavera-estate di Donatella Versace che, con questinuovi disegni di Atelier, riparte dal corpo femminile e sperimenta creazioni che sfidano la forza di gravità e l'eleganza più conservativa. Gli abiti si elevano a completi esperimenti ad alto tasso di creatività che invece di ricoprire il corpo hanno lo scopo di esaltarlo, rivelarlo e celebrarlo.
Con grandissima maestria e talento sartoriale basato su regole anatomiche studiatissime e precise dove ogni curva viene sottolineata, dove le scollature, rigorosamente asimmetriche, i ricami e le ragnatele di cristalli mimetizzano l'abito con il corpo di chi l'indossa e ridisegnano la silhouette in nome di una femminilità molto glamour.Tra le stoffe adoperate sapientamente ci sono cady di seta, jais, swarovski, piping, tulle, metallo, seta, pelle, pizzo laminato, rete, cristalli e paillettes.
I vestiti si basano per lo più su tute e completi dai pantaloni fluidi che si alternano a abiti fluttuanti, gonne a ruota o dress scivolati che rivelano ed evidenziano con sensualità il corpo. Donatella Versace gioca con le scollature asimmetriche inaspettate, i tagli sapienti e ragnatele di cristalli che esaltano la silhouette.La collezione prevede come sempre per Versace una grande parte di accessori:sandali e décolletées con tacco in metallo,stivali in suede con emojis ricamati.Senza dimenticare colorate micro borse,collier in metallo che diventano gioielli scultura e cinture con maxi fibbie.
Esplosione di vera sensualità nella nuovissima collezione primavera-estate di Donatella Versace che, con questinuovi disegni di Atelier, riparte dal corpo femminile e sperimenta creazioni che sfidano la forza di gravità e l'eleganza più conservativa. Gli abiti si elevano a completi esperimenti ad alto tasso di creatività che invece di ricoprire il corpo hanno lo scopo di esaltarlo, rivelarlo e celebrarlo.
Con grandissima maestria e talento sartoriale basato su regole anatomiche studiatissime e precise dove ogni curva viene sottolineata, dove le scollature, rigorosamente asimmetriche, i ricami e le ragnatele di cristalli mimetizzano l'abito con il corpo di chi l'indossa e ridisegnano la silhouette in nome di una femminilità molto glamour.Tra le stoffe adoperate sapientamente ci sono cady di seta, jais, swarovski, piping, tulle, metallo, seta, pelle, pizzo laminato, rete, cristalli e paillettes.
I vestiti si basano per lo più su tute e completi dai pantaloni fluidi che si alternano a abiti fluttuanti, gonne a ruota o dress scivolati che rivelano ed evidenziano con sensualità il corpo. Donatella Versace gioca con le scollature asimmetriche inaspettate, i tagli sapienti e ragnatele di cristalli che esaltano la silhouette.La collezione prevede come sempre per Versace una grande parte di accessori:sandali e décolletées con tacco in metallo,stivali in suede con emojis ricamati.Senza dimenticare colorate micro borse,collier in metallo che diventano gioielli scultura e cinture con maxi fibbie.
Marsala.Scelto il colore dell'anno.
di Carolina Serra
Ecco il nuovo colore per il 2015.
Il 2015 sarà contraddistinto da un particolarissimo colore,il Marsala.Una nuance davvero molto raffinata,sofisticata e dal carattere naturale, che ci ricorda le tonalità calde della terra e del vino rosso,da cui prende il nome stesso. Ad annunciare la notizia è l'azienda americana Pantone, grande autorità mondiale nel settore colori,che ogni anno propone una nuance diversa dopo un'attenta ricerca e studio dei colore nel mondo della moda, dell'intrattenimento e dell'arte.
La nuova tonalità ha già avuto un grande successo sulle passerelle primavera-estate 2015. Molti designer e case di moda come Valentino,Prada e Gucci hanno infatti incorporato questa nuance nelle loro collezioni. Un colore elegante e deciso se usato da solo e una sfumatura attraente se accompagnata da altri colori.Il 2014 aveva visto il successo enorme di Radiant Orchid (Colore dell’Anno del 2014) che stimolava la creatività e l’innovazione.
Quest'anno sarò dominato dal Marsala che sicuramente arricchirà la mente, il corpo e l'anima, emanando sicurezza e stabilità comeha anche affermato Luarianne Eiseman, direttrice del Pantone Color Institute. Non ci resta quindi che prendere appunti sulla nostra agenda moda. Se siamo indecise sul colore da scegliere per la nuova gonna,il nuovo abito o le nuove decolletè la scelta è una sola: Marsala.
Il 2015 sarà contraddistinto da un particolarissimo colore,il Marsala.Una nuance davvero molto raffinata,sofisticata e dal carattere naturale, che ci ricorda le tonalità calde della terra e del vino rosso,da cui prende il nome stesso. Ad annunciare la notizia è l'azienda americana Pantone, grande autorità mondiale nel settore colori,che ogni anno propone una nuance diversa dopo un'attenta ricerca e studio dei colore nel mondo della moda, dell'intrattenimento e dell'arte.
La nuova tonalità ha già avuto un grande successo sulle passerelle primavera-estate 2015. Molti designer e case di moda come Valentino,Prada e Gucci hanno infatti incorporato questa nuance nelle loro collezioni. Un colore elegante e deciso se usato da solo e una sfumatura attraente se accompagnata da altri colori.Il 2014 aveva visto il successo enorme di Radiant Orchid (Colore dell’Anno del 2014) che stimolava la creatività e l’innovazione.
Quest'anno sarò dominato dal Marsala che sicuramente arricchirà la mente, il corpo e l'anima, emanando sicurezza e stabilità comeha anche affermato Luarianne Eiseman, direttrice del Pantone Color Institute. Non ci resta quindi che prendere appunti sulla nostra agenda moda. Se siamo indecise sul colore da scegliere per la nuova gonna,il nuovo abito o le nuove decolletè la scelta è una sola: Marsala.
Nude look.La vera tendenza del 2015.
di Carolina Serra
Abiti trasparenti e vestiti super hot per un anno davvero estremo.
Il 2015 del mondo fashion sarà dominato dalle trasparenze sexy,ai limiti del nude look.Sarà una stagione primavera-estate davvero hot nel mondo della moda. Gli esperti del settore lo affermano da mesi,i naked dress stanno letteralmente spopolando tra le star, che più (e prima) di tutte osano abiti osè per creare l'inevitabile fashion & gossip business allo scopo di alimentare la loro stessa celebrità e sex appeal (ultima in ordine di tempo la presentatrice italiana Alessia Marcuzzi che con il suo abito Versace ha alzato i picchi audience dell'ultima puntata de L'Isola dei famosi).
Alle recenti sfilate di Milano Moda tantissimi sono stati gli abiti velati, le gonne trasparenti e i nude look protagonisti delle passerelle,su tutti marchi come Versace,Etroe Richmond hanno davvero lasciatoa bocca aperta per l'estrema sensualità degli abiti.Un big trend che tuttavia si declina non solo e non tanto in uno stile da seducenti femmes fatale, ma anche in mood romantici, bohème o avant garde.
La linea in oggetto è stata seguita anche da maison molto classiche come Burberry, Alberta Ferretti e Fendi che ne hanno dato un'interpretazione davvero originalissima.Esempi sono stati tubini sweety bubble in versione Lolita,abiti hippie gipsy in fluido chiffon, per finire con maxi gonne a fasce dallo stile ricercato e deciso. Esecuzioni magistrali e differenti di un'intepretazione soft e decisamente sofisticata di una tendenza che invece, quasi per definizione, è sinonimo di sensualità estrema e attitudine allo shocking. Il confine è labile, sottilissimo e basta davvero poco per superarlo (uno styling eccessivo, un trucco strong, la mancanza di una fresca spontaneità). Sta a noi donne capire e decidere fino a che punto osare davvero ispirandoci agli esempi che le passerelle sia milanesi che parigine in modo da chiarirci le idee,passando dal nudo castigato di Rochas, ai long dress pastello in versione vedo-non-vedo di Valentino.Il 2015 sarà un anno estremo dove sotto il vestito davvero non sembra esserci niente.
Il 2015 del mondo fashion sarà dominato dalle trasparenze sexy,ai limiti del nude look.Sarà una stagione primavera-estate davvero hot nel mondo della moda. Gli esperti del settore lo affermano da mesi,i naked dress stanno letteralmente spopolando tra le star, che più (e prima) di tutte osano abiti osè per creare l'inevitabile fashion & gossip business allo scopo di alimentare la loro stessa celebrità e sex appeal (ultima in ordine di tempo la presentatrice italiana Alessia Marcuzzi che con il suo abito Versace ha alzato i picchi audience dell'ultima puntata de L'Isola dei famosi).
Alle recenti sfilate di Milano Moda tantissimi sono stati gli abiti velati, le gonne trasparenti e i nude look protagonisti delle passerelle,su tutti marchi come Versace,Etroe Richmond hanno davvero lasciatoa bocca aperta per l'estrema sensualità degli abiti.Un big trend che tuttavia si declina non solo e non tanto in uno stile da seducenti femmes fatale, ma anche in mood romantici, bohème o avant garde.
La linea in oggetto è stata seguita anche da maison molto classiche come Burberry, Alberta Ferretti e Fendi che ne hanno dato un'interpretazione davvero originalissima.Esempi sono stati tubini sweety bubble in versione Lolita,abiti hippie gipsy in fluido chiffon, per finire con maxi gonne a fasce dallo stile ricercato e deciso. Esecuzioni magistrali e differenti di un'intepretazione soft e decisamente sofisticata di una tendenza che invece, quasi per definizione, è sinonimo di sensualità estrema e attitudine allo shocking. Il confine è labile, sottilissimo e basta davvero poco per superarlo (uno styling eccessivo, un trucco strong, la mancanza di una fresca spontaneità). Sta a noi donne capire e decidere fino a che punto osare davvero ispirandoci agli esempi che le passerelle sia milanesi che parigine in modo da chiarirci le idee,passando dal nudo castigato di Rochas, ai long dress pastello in versione vedo-non-vedo di Valentino.Il 2015 sarà un anno estremo dove sotto il vestito davvero non sembra esserci niente.
Tom Ford quando la moda va oltre.
di Carolina Serra
Il grande stilista torna con una splendida collezione.
Tom Ford in occasione degli Oscar arriva a Los Angeles per la sua nuovissima sfilata.Location azzeccatissima per un artista che da anni si muove a suo agio nello showbiz.Tom è divenato davvero un'icona dellostile glamour,ama di amore ricambiato le attrici più importanti, accorse in massa a seguire il suo show. Glamour e megastar power: questa è la combinazione vincente dello stile TF, la cui ricetta mescola i consueti ingredienti: sex-appeal, un tocco di esotismo, lusso a profusione, femminilità vincente e assertiva.
La sua nuova collezione ha una ricca sfumatura di ispirazione Anni 70,che si inserisce nel trend corrente, dimostrando il fiuto intelligente del designer, la sua longevità all’apice del fashion system e il suo talento sicuro per la showmanship. Tom Ford riesce a riunire in una sola collezione ispirazioni e influenze disparate. Ci sono i motivi tribali in bianco e nero accanto a un tripudio di ricami di paillettes e perline a tutto colore in tema floreale.
C'è il bomber di reminiscenza anni Ottanta e ci sono disegni esplosivi che sembrano essere stati presi in prestito dalla pagine dei fumetti. Ci sono la pelliccia e i manti maculati così come c'è il pizzo nero che gioca a incrociarsi con le trasparenze. E non mancano neanche le frange di pelle, gli stivali e gli abiti patchwork di cavallino multicolor, i profili a contrasto, le geometrie e i ricami a fiori di gusto orientale.
Tom Ford in occasione degli Oscar arriva a Los Angeles per la sua nuovissima sfilata.Location azzeccatissima per un artista che da anni si muove a suo agio nello showbiz.Tom è divenato davvero un'icona dellostile glamour,ama di amore ricambiato le attrici più importanti, accorse in massa a seguire il suo show. Glamour e megastar power: questa è la combinazione vincente dello stile TF, la cui ricetta mescola i consueti ingredienti: sex-appeal, un tocco di esotismo, lusso a profusione, femminilità vincente e assertiva.
La sua nuova collezione ha una ricca sfumatura di ispirazione Anni 70,che si inserisce nel trend corrente, dimostrando il fiuto intelligente del designer, la sua longevità all’apice del fashion system e il suo talento sicuro per la showmanship. Tom Ford riesce a riunire in una sola collezione ispirazioni e influenze disparate. Ci sono i motivi tribali in bianco e nero accanto a un tripudio di ricami di paillettes e perline a tutto colore in tema floreale.
C'è il bomber di reminiscenza anni Ottanta e ci sono disegni esplosivi che sembrano essere stati presi in prestito dalla pagine dei fumetti. Ci sono la pelliccia e i manti maculati così come c'è il pizzo nero che gioca a incrociarsi con le trasparenze. E non mancano neanche le frange di pelle, gli stivali e gli abiti patchwork di cavallino multicolor, i profili a contrasto, le geometrie e i ricami a fiori di gusto orientale.
Newton e la magia delle sue donne.
di Carolina Serra
Il fotografo del nudo artistico in mostra in Italia.
Helmut Newton è da sempre uno dei fotografi di moda più celebrati,che meglio di tutti forse riesce a immortalare la magia che si cela dietro ogni donna.White Women, Sleepless Nights, Big Nudes, questo è il nome della personale dedicata al più celebre ed emblematico fotografo di moda del XX secolo, che dopo il Museum of Fine Arts di Houston e il Museum fuer Fotografie di Berlino approda a Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 21 luglio, unica tappa italiana di una lunga tournee internazionale.Dalla sua immagine si coglie perfettamente la linea sinuosa della schiena, con lo sguardo fisso in camera. Nuda, vestita solo della sua bellezza, tra l'opulenza di un arredamento d'alto antiquariato.E' il 1973 ed Helmut Newton scatta il suo primo nudo d'autore. Ed e' quell'immagine ad aprire idealmente la sua personale con oltre 200 scatti dell'artista che il Palazzo delle Esposizioni ospita con grande orgoglio.
Nei suoi 200 scatti,tutta la sua emblematica originalità che la vedova del fotografo, June, ha personalmente scelto e seguito nella ristampa dai primi tre volumi monografici pubblicati dal maestro alla fine degli anni Settanta, cui la mostra 'ruba' il titolo: il leggendario 'White Women' del 1976, premiato con il Kodak Photobook Award; 'Sleepless Nights' del 1978, che raccoglie tutti i servizi realizzati, soprattutto, per Vogue; e 'Big Nudes' del 1981, i cui scatti (in realtà ispirati ai manifesti della polizia tedesca per ricercare gli appartenenti alla Raf) hanno fatto il giro dei musei di tutto il mondo.La mostra ben racconta lo spirito dell'artista e insieme descrive l'evoluzione della fotografia di moda perchè Newton portò la moda e la nudità all'interno e all'esterno degli studi, ma i suoi scatti pongono anche la donna sul piedistallo della consapevolezza di se stessa come mai prima di allora. Percorrendo il suo sentiero artistico si coglie anche la trasformazione della donna dagli anni Sessanta agli Ottanta e oltre: un'emancipazione che la libera dai vestiti e la pone anche in altri ambiti, al tempo impensati.
Per Newton, infatti, spesso la moda era solo un pretesto per realizzare qualcosa di diverso. Ecco allora le grandi top, ma anche Paloma Picasso o Loulou de La Falaise, storica musa di Yves Saint Laurent, incarnare insieme il femminile e il maschile, interpretare storie d'omicidi o sfoggiare altezzosi busti ortopedici in scatti che fecero scandalo. E poi come dimenticare la foto di nudo all'ombra della Tour Eiffel o le immagini con donne e manichini in un continuo gioco di rimandi tra eros e thanatos. Ma Newton da osservatori ci trasforma in voyeur anche nei tanti provocatori autoscatti o nell'insolito Andy Warhol in posa come una scultura francese, quasi fosse sul letto di morte.La mostra, come i libri, riporta poi contrasti e accostamenti che il fotografo negli anni creò per sè e che inevitabilmente invece le riviste o le campagne pubblicitarie non potevano completare. Come la top Patti Haven nuda accostata ad un'immagine della Vergine Maria. O Veruschka, di strabiliante bellezza in uno scatto intimo in una casa sulla spiaggia, davanti alla sfrontatezza di una donna nuda, seppur in pelliccia, per Avenue George V.Nudo ed arte.
Helmut Newton è da sempre uno dei fotografi di moda più celebrati,che meglio di tutti forse riesce a immortalare la magia che si cela dietro ogni donna.White Women, Sleepless Nights, Big Nudes, questo è il nome della personale dedicata al più celebre ed emblematico fotografo di moda del XX secolo, che dopo il Museum of Fine Arts di Houston e il Museum fuer Fotografie di Berlino approda a Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 21 luglio, unica tappa italiana di una lunga tournee internazionale.Dalla sua immagine si coglie perfettamente la linea sinuosa della schiena, con lo sguardo fisso in camera. Nuda, vestita solo della sua bellezza, tra l'opulenza di un arredamento d'alto antiquariato.E' il 1973 ed Helmut Newton scatta il suo primo nudo d'autore. Ed e' quell'immagine ad aprire idealmente la sua personale con oltre 200 scatti dell'artista che il Palazzo delle Esposizioni ospita con grande orgoglio.
Nei suoi 200 scatti,tutta la sua emblematica originalità che la vedova del fotografo, June, ha personalmente scelto e seguito nella ristampa dai primi tre volumi monografici pubblicati dal maestro alla fine degli anni Settanta, cui la mostra 'ruba' il titolo: il leggendario 'White Women' del 1976, premiato con il Kodak Photobook Award; 'Sleepless Nights' del 1978, che raccoglie tutti i servizi realizzati, soprattutto, per Vogue; e 'Big Nudes' del 1981, i cui scatti (in realtà ispirati ai manifesti della polizia tedesca per ricercare gli appartenenti alla Raf) hanno fatto il giro dei musei di tutto il mondo.La mostra ben racconta lo spirito dell'artista e insieme descrive l'evoluzione della fotografia di moda perchè Newton portò la moda e la nudità all'interno e all'esterno degli studi, ma i suoi scatti pongono anche la donna sul piedistallo della consapevolezza di se stessa come mai prima di allora. Percorrendo il suo sentiero artistico si coglie anche la trasformazione della donna dagli anni Sessanta agli Ottanta e oltre: un'emancipazione che la libera dai vestiti e la pone anche in altri ambiti, al tempo impensati.
Per Newton, infatti, spesso la moda era solo un pretesto per realizzare qualcosa di diverso. Ecco allora le grandi top, ma anche Paloma Picasso o Loulou de La Falaise, storica musa di Yves Saint Laurent, incarnare insieme il femminile e il maschile, interpretare storie d'omicidi o sfoggiare altezzosi busti ortopedici in scatti che fecero scandalo. E poi come dimenticare la foto di nudo all'ombra della Tour Eiffel o le immagini con donne e manichini in un continuo gioco di rimandi tra eros e thanatos. Ma Newton da osservatori ci trasforma in voyeur anche nei tanti provocatori autoscatti o nell'insolito Andy Warhol in posa come una scultura francese, quasi fosse sul letto di morte.La mostra, come i libri, riporta poi contrasti e accostamenti che il fotografo negli anni creò per sè e che inevitabilmente invece le riviste o le campagne pubblicitarie non potevano completare. Come la top Patti Haven nuda accostata ad un'immagine della Vergine Maria. O Veruschka, di strabiliante bellezza in uno scatto intimo in una casa sulla spiaggia, davanti alla sfrontatezza di una donna nuda, seppur in pelliccia, per Avenue George V.Nudo ed arte.
Ferragamo.La moda diventa sensibile.
di Carolina Serra
Abiti e scarpe.Ferragamo sa come stupire sempre.
Salvatore Ferragamo ha presentato a Milano la sua nuova collezione invernale.Una linea dominata da tessuti e colori sensibili e tenui,quadri check che si mescolano a bagliori dorati mai aggressivi, spalmati o insiti delle trame del tessuto, dando vita a un nuovo concetto di classico. Dominano grandi blocchi di colore sfumato che fanno pensare alle tele di Rothko, così come anche il maculato si stempera nel nero come in una pittura. Ricca pelle plissé si alterna al cocco e la pelliccia dà vita a un insolito patchwork che mixa exture e nuance diverse sul cappotto e sul gilet maxi.Grande attenzione è stata poi data agli accessori,in primis le scaroe.Tra i modelli di décolleté troviamo le mitiche scarpe Vara, dettagliate dall’iconico fiocchetto presentate in vitello, in vernice o in cavallino, con tacco basso e largo o alto e glamour, ma troviamo anche una versione con mini zeppa. Molto interessanti sono i modelli dallo stile British, dettagliati da punzonature tipiche sulla punta, tacco basato e fiocco con dettaglio in metallo dorato.
Al posto dei fiocchetti troviamo anche frange personalizzate o interessanti ganci lock dorati. Oltre ai modelli classici troviamo anche scarpe con cinturino a T, sensuali e femminili, modelli con zeppa oppure con tacco a stiletto e plateau interni. Indispensabili nel guardaroba di ogni donna le décollete in suede o in pelle, dalle linee tradizionali e sinuose, con tacco a stiletto, realizzate anche in ayers nabuccato od interamente in cavallino.Fibbie e borchie la fanno da padrone pure nella linea degli stivaletti tra i quali spicca l’elegante e raffinato modello in nappa, decorato da gancio lock laterale e da una finissima catenina sul tacco basato, da alternare allo stivaletto in vitello con zeppa, dettagliato da perforazioni e da una sottile fibbia squadrata alla caviglia.
Si varia insomma da tronchetti moderni e all’avanguardia a modelli dal design semplice ed essenziale con plateau nascosto. Molto bello il nuovo tronchetto dai profili esclusivi in vitello e tomaia in pelle scamosciata. Per gli stivali la linea presenta modelli con tacco basso e alto, in pelle con inserti in metallo dorato, scamosciati con dettagli in pelo.
Salvatore Ferragamo ha presentato a Milano la sua nuova collezione invernale.Una linea dominata da tessuti e colori sensibili e tenui,quadri check che si mescolano a bagliori dorati mai aggressivi, spalmati o insiti delle trame del tessuto, dando vita a un nuovo concetto di classico. Dominano grandi blocchi di colore sfumato che fanno pensare alle tele di Rothko, così come anche il maculato si stempera nel nero come in una pittura. Ricca pelle plissé si alterna al cocco e la pelliccia dà vita a un insolito patchwork che mixa exture e nuance diverse sul cappotto e sul gilet maxi.Grande attenzione è stata poi data agli accessori,in primis le scaroe.Tra i modelli di décolleté troviamo le mitiche scarpe Vara, dettagliate dall’iconico fiocchetto presentate in vitello, in vernice o in cavallino, con tacco basso e largo o alto e glamour, ma troviamo anche una versione con mini zeppa. Molto interessanti sono i modelli dallo stile British, dettagliati da punzonature tipiche sulla punta, tacco basato e fiocco con dettaglio in metallo dorato.
Al posto dei fiocchetti troviamo anche frange personalizzate o interessanti ganci lock dorati. Oltre ai modelli classici troviamo anche scarpe con cinturino a T, sensuali e femminili, modelli con zeppa oppure con tacco a stiletto e plateau interni. Indispensabili nel guardaroba di ogni donna le décollete in suede o in pelle, dalle linee tradizionali e sinuose, con tacco a stiletto, realizzate anche in ayers nabuccato od interamente in cavallino.Fibbie e borchie la fanno da padrone pure nella linea degli stivaletti tra i quali spicca l’elegante e raffinato modello in nappa, decorato da gancio lock laterale e da una finissima catenina sul tacco basato, da alternare allo stivaletto in vitello con zeppa, dettagliato da perforazioni e da una sottile fibbia squadrata alla caviglia.
Si varia insomma da tronchetti moderni e all’avanguardia a modelli dal design semplice ed essenziale con plateau nascosto. Molto bello il nuovo tronchetto dai profili esclusivi in vitello e tomaia in pelle scamosciata. Per gli stivali la linea presenta modelli con tacco basso e alto, in pelle con inserti in metallo dorato, scamosciati con dettagli in pelo.
Prada.Un inverno 2015 total fashion.
di Carolina Serra
Nuova collezione invernale di Prada.Altro successo annunciato.
A Milano Prada presenta la sua collezione per l'inverno e come sempre abbaglia e conquista tutti.Sensualità grezza e raffinatezza questi sono i due concetti chiave che emergono dalla sfilata di Prada,collezione che a breve sarà a New York da Steven Meisel. Dalla passerella emerge netto il dualismo che permea il concetto di femminilità caro a Prada, femminilità che grazie ad un nutrito gruppo femminile che unisce volti emergenti a vere e proprie icone di stile diventa puro lusso fashion.
Tra le protagoniste, infatti, figurano grandi dive come Christy Turlington e Freja Beha Erichsen, ma anche Amanda Murphy, Catherine McNeil, Kristine Froseth, Rachel Williams, Malaika Firth, Freja Ahrens, Fei Fei Sun e Cameron Russell. Lo scenario è spartano,spoglio, severo: l'attenzione è concentrata tutta sulle figure femminili, sulla loro sensualità quasi cruda che lascia a bocca aperta.
Le modelle guardano l'obiettivo con sguardo indifferente, nascosto da occhiali scuri e lo fanno da poltrone in pelle rovinata o da sgabelli industriali; l'incarnato è iperrealista, i capelli, invece, sono lucidi di olio in modo da garantire verismo nell'immagine che ne deriva.Luci estreme e soffuse fanno il resto donando alla sfilata un tocco di mistero.Puro stile Prada e non possiamo che non applaudire convinte.
A Milano Prada presenta la sua collezione per l'inverno e come sempre abbaglia e conquista tutti.Sensualità grezza e raffinatezza questi sono i due concetti chiave che emergono dalla sfilata di Prada,collezione che a breve sarà a New York da Steven Meisel. Dalla passerella emerge netto il dualismo che permea il concetto di femminilità caro a Prada, femminilità che grazie ad un nutrito gruppo femminile che unisce volti emergenti a vere e proprie icone di stile diventa puro lusso fashion.
Tra le protagoniste, infatti, figurano grandi dive come Christy Turlington e Freja Beha Erichsen, ma anche Amanda Murphy, Catherine McNeil, Kristine Froseth, Rachel Williams, Malaika Firth, Freja Ahrens, Fei Fei Sun e Cameron Russell. Lo scenario è spartano,spoglio, severo: l'attenzione è concentrata tutta sulle figure femminili, sulla loro sensualità quasi cruda che lascia a bocca aperta.
Le modelle guardano l'obiettivo con sguardo indifferente, nascosto da occhiali scuri e lo fanno da poltrone in pelle rovinata o da sgabelli industriali; l'incarnato è iperrealista, i capelli, invece, sono lucidi di olio in modo da garantire verismo nell'immagine che ne deriva.Luci estreme e soffuse fanno il resto donando alla sfilata un tocco di mistero.Puro stile Prada e non possiamo che non applaudire convinte.
Lo splendore di Gardin in mostra a Roma.
di Carolina Serra
Un artista immenso che merita una grande celebrazione.
Presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma è ospitata la splendida mostra Gianni Berengo Gardin-Photography.Un vero evento atteso da tutto il settore.Fotografie dal 1950–2014, un'esposizione che mette a confronto i percorsi autoriali di questo grande interprete della fotografia di moda, maestro della camera oscura.
L'esposizione è curata da Alessandra Mauro, il quale ci propone un'ampia selezione delle sue opere, molte celebri, altre poco note, altre ancora appena realizzate e mai mostrate finora. Un totale di cento fotografie che ripercorrono la carriera del fotografo dai primi anni Cinquanta fino agli ultimi reportage, realizzati di recente sulle più importanti riviste patinate di moda,compresa Vogue Usa.
Le immagini di Gianni Berengo Gardin sembrano tutte dialogare fra loro in un percorso incrociato di stili che indaga il senso dello sguardo partecipe e intenso delle modelle ritratte.Una specie di occhi profondo che ricerca e tira fuori l'anima dei soggetti.La mostra espone anche i provini delle più importanti immagini dell'artista e una ricostruzione del suo studio, il luogo magico dove tutto si rivela.L'evento è anche accompagnato da un volume a colori edito da Ibc Editors.
Presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma è ospitata la splendida mostra Gianni Berengo Gardin-Photography.Un vero evento atteso da tutto il settore.Fotografie dal 1950–2014, un'esposizione che mette a confronto i percorsi autoriali di questo grande interprete della fotografia di moda, maestro della camera oscura.
L'esposizione è curata da Alessandra Mauro, il quale ci propone un'ampia selezione delle sue opere, molte celebri, altre poco note, altre ancora appena realizzate e mai mostrate finora. Un totale di cento fotografie che ripercorrono la carriera del fotografo dai primi anni Cinquanta fino agli ultimi reportage, realizzati di recente sulle più importanti riviste patinate di moda,compresa Vogue Usa.
Le immagini di Gianni Berengo Gardin sembrano tutte dialogare fra loro in un percorso incrociato di stili che indaga il senso dello sguardo partecipe e intenso delle modelle ritratte.Una specie di occhi profondo che ricerca e tira fuori l'anima dei soggetti.La mostra espone anche i provini delle più importanti immagini dell'artista e una ricostruzione del suo studio, il luogo magico dove tutto si rivela.L'evento è anche accompagnato da un volume a colori edito da Ibc Editors.
Valentino.La collezione per l'inverno.
di Carolina Serra
La grande raffinatezza di Valentino presentata a Parigi.
La settimana scorsa è stata presentata a Parigi la nuovissima collezione invernale di Valentino.La nuova linea è ispirata all'eleganza femminile nelle sue forme classiche,quasi letterarie.Femminilità,questa la parola usata per riassumere la collezione che risulta non solo una delle più belle di tutte le fashion week internazionali, ma sicuramente la migliore disegnata da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. Il duo di stylist che ha cambiato le sorti della Maison Valentino in questi anni e che sembra ancora una volta riuscita a presentare abiti perfetti, eleganti, al limite della couture. Questa stagione l'ispirazione sono i pittori fiamminghi, in particolare i ritratti di Vermeer che tratteggiano una glorificazione del quotidiano, la precisione di un attimo, di un atteggiamento, di un'attitude tra chiaroscuri, luci e ombre e il senso del dettaglio che quasi diventa essenza.
Tutto questo si ritrova oggi nella collezione Valentino, nelle linee nette o curve, nei colori decisi o assenti, nei ricami, nei mix di materiali. Gli abiti sono pensati per esaltare il volto della donna, come i ritratti olandesi ad olio, grazie a colletti cut-out di pelle, camicie bianche calviniste, ricami ispirati alle porcellane di Dellft che si fanno motivi chiné e jacquard sulle maglie. Anche il tessuto diventa colore grazie a mix inconsueti come lana e seta, alpaca e broccato, seta chiné e tappeto.Gonne mini o maxi dominate dal nero, bianco, rosso scarlatto, verde, blu, azzurro, giallo pallido, grigio, stampe bianco-blu ispirate ai vasi di Delft.
Dominano elementi come la pelliccia, il mohair, l'organza, il pizzo, lo chiffon, le crepe de chine, l'alpaca, i ricami, i tappeti, il broccato, la lana-seta, la seta chinè, jais, swarovski.Sugli abiti si evidenziano linee nette: piccole e curve, come vasi cinesi, oppure dritte. Scollature quadrate come ritratti enfatizzano il volto.scarpe dal tacco grosso scoprono i fianchi del piede e lo trattengono grazie a cinturini in vernice e velluto. Borse a mano con motivo gate ripreso dalla couture ed infine piccole pochette rigide e rettangolari impreziosite da perle per la sera.E' sempre Valentino.
La settimana scorsa è stata presentata a Parigi la nuovissima collezione invernale di Valentino.La nuova linea è ispirata all'eleganza femminile nelle sue forme classiche,quasi letterarie.Femminilità,questa la parola usata per riassumere la collezione che risulta non solo una delle più belle di tutte le fashion week internazionali, ma sicuramente la migliore disegnata da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. Il duo di stylist che ha cambiato le sorti della Maison Valentino in questi anni e che sembra ancora una volta riuscita a presentare abiti perfetti, eleganti, al limite della couture. Questa stagione l'ispirazione sono i pittori fiamminghi, in particolare i ritratti di Vermeer che tratteggiano una glorificazione del quotidiano, la precisione di un attimo, di un atteggiamento, di un'attitude tra chiaroscuri, luci e ombre e il senso del dettaglio che quasi diventa essenza.
Tutto questo si ritrova oggi nella collezione Valentino, nelle linee nette o curve, nei colori decisi o assenti, nei ricami, nei mix di materiali. Gli abiti sono pensati per esaltare il volto della donna, come i ritratti olandesi ad olio, grazie a colletti cut-out di pelle, camicie bianche calviniste, ricami ispirati alle porcellane di Dellft che si fanno motivi chiné e jacquard sulle maglie. Anche il tessuto diventa colore grazie a mix inconsueti come lana e seta, alpaca e broccato, seta chiné e tappeto.Gonne mini o maxi dominate dal nero, bianco, rosso scarlatto, verde, blu, azzurro, giallo pallido, grigio, stampe bianco-blu ispirate ai vasi di Delft.
Dominano elementi come la pelliccia, il mohair, l'organza, il pizzo, lo chiffon, le crepe de chine, l'alpaca, i ricami, i tappeti, il broccato, la lana-seta, la seta chinè, jais, swarovski.Sugli abiti si evidenziano linee nette: piccole e curve, come vasi cinesi, oppure dritte. Scollature quadrate come ritratti enfatizzano il volto.scarpe dal tacco grosso scoprono i fianchi del piede e lo trattengono grazie a cinturini in vernice e velluto. Borse a mano con motivo gate ripreso dalla couture ed infine piccole pochette rigide e rettangolari impreziosite da perle per la sera.E' sempre Valentino.
Londra onora la grande fotografia di Horst.
di Carolina Serra
Mostra celebrativa per uno dei fotografi di moda più grande.
I grandi fotografi dagli anni venti ad oggi sono quasi tutti passati per le scuderie Condé Nast, e qui uno dei più celebri è senz'altro stato P. Horst,fotografo artista indiscusso che fino al 20 Gennaio 2015 il Victoria&Albert Museum di Londra omaggerà in modo celebrativo con l'esposizione Horst – Photographer of Style. Classico e dissacrante, impeccabile ma tagliente, questo creatore di femminilità è stato capace di raccontare la bellezza femminile tra capi couture e nudità vestite di pura mise en scène (avveniristica al tempo).Un artista che riesce a conquistare anche chi, delle riviste patinate, non contempla l’esistenza.Il risultato? Perfetto, nel suo trascendere l’odierno sistema-moda dedito allo stupore o alla mera legge del marchio.
Il suo scatto è sempre stato lontano dall’estetica esasperata del “fashion” contemporaneo, ma votato a un’eleganza di corpi statuari. E non certo per un cocktail di anoressiche procacità (più o meno) ostentate tra sovrapposizioni di vestiti impossibili, ma per l’alchimia creata dal bello visto attraverso l’occhio d’artista unico e senza freni. Lo testimoniano i circa 250 scatti, i capi d’alta moda, i video e le testimonianze di un percorso iniziato quasi per caso. Pensarlo proiettato verso questo cammino fin dagli esordi sarebbe infatti errato, perché il fotografo tedesco che neanche ventenne si diede allo studio del cinese a Francoforte, da giovane voleva fare ben altro che fotografare bellezze di donne.
Affascinato dall’arte, per alcuni anni studiò architettura in accademia approfondendo la corrente Bauhaus (passione che tornerà più avanti nel suo utilizzo delle luci, ispirate al lavoro del fotografo ungherese László Moholy-Nagy): fu poi ipnotizzato dal fascino di Parigi, e qui si recò con determinazione diventando assistente nello studio di Le Corbusier. Dopo circa cinque anni arrivò l’incontro fondamentale per il suo futuro con George Hoyningen-Huene, fra i più importanti fotografi di Vogue Paris.Tra i due scoppiò l'amore artistico, una vera relazione intrecciata presto sul piano professionale e su quello sentimentale, dopo pochi mesi l’art director di Vogue Mehemed Agha lo conobbe e rimase estasiata dal suo scatto futuristico.Da allora iniziò a svilupparsi il mito di Horst.
I grandi fotografi dagli anni venti ad oggi sono quasi tutti passati per le scuderie Condé Nast, e qui uno dei più celebri è senz'altro stato P. Horst,fotografo artista indiscusso che fino al 20 Gennaio 2015 il Victoria&Albert Museum di Londra omaggerà in modo celebrativo con l'esposizione Horst – Photographer of Style. Classico e dissacrante, impeccabile ma tagliente, questo creatore di femminilità è stato capace di raccontare la bellezza femminile tra capi couture e nudità vestite di pura mise en scène (avveniristica al tempo).Un artista che riesce a conquistare anche chi, delle riviste patinate, non contempla l’esistenza.Il risultato? Perfetto, nel suo trascendere l’odierno sistema-moda dedito allo stupore o alla mera legge del marchio.
Il suo scatto è sempre stato lontano dall’estetica esasperata del “fashion” contemporaneo, ma votato a un’eleganza di corpi statuari. E non certo per un cocktail di anoressiche procacità (più o meno) ostentate tra sovrapposizioni di vestiti impossibili, ma per l’alchimia creata dal bello visto attraverso l’occhio d’artista unico e senza freni. Lo testimoniano i circa 250 scatti, i capi d’alta moda, i video e le testimonianze di un percorso iniziato quasi per caso. Pensarlo proiettato verso questo cammino fin dagli esordi sarebbe infatti errato, perché il fotografo tedesco che neanche ventenne si diede allo studio del cinese a Francoforte, da giovane voleva fare ben altro che fotografare bellezze di donne.
Affascinato dall’arte, per alcuni anni studiò architettura in accademia approfondendo la corrente Bauhaus (passione che tornerà più avanti nel suo utilizzo delle luci, ispirate al lavoro del fotografo ungherese László Moholy-Nagy): fu poi ipnotizzato dal fascino di Parigi, e qui si recò con determinazione diventando assistente nello studio di Le Corbusier. Dopo circa cinque anni arrivò l’incontro fondamentale per il suo futuro con George Hoyningen-Huene, fra i più importanti fotografi di Vogue Paris.Tra i due scoppiò l'amore artistico, una vera relazione intrecciata presto sul piano professionale e su quello sentimentale, dopo pochi mesi l’art director di Vogue Mehemed Agha lo conobbe e rimase estasiata dal suo scatto futuristico.Da allora iniziò a svilupparsi il mito di Horst.
Narciso Rodriguez.Collezione lussuosa.
di Carolina Serra
Tempo di novità anche per lo stilista di origine cubana.
A New York è stata presentata la settimana scorsa la nuovissima collezione di Narciso Rodriguez,una collezione che conquista tutti e fa innamorare le donne che la ammirano. La parola d’ordine è geometria. Una collezione compatta e veloce in cui è condensata con precisione la splendida ed impeccabile visione di Narciso Rodriguez: economia di linee, rigore di disegno, decorazioni artistiche intrinseche alla costruzione dei capi, scelte cromatiche concentrate.
Il risultato finale mescola bene essenzialità e femminilità: non c' è nulla di severo in uno stile limpido e asciutto ma capace di valorizzare il corpo con una sensualità fluida, liquida ed elegante, spoglia di orpelli ma estremamente lussuosa e sofisticata.Gonne corte sopra il ginocchio,tonalità sofisticate e preziose: avorio, lava, blush, pavone, menta, bronzo, giallo citrino, rame.Queste le tonalità principali. La silhouette e' minimale e le forme accarezzano il corpo con un effetto insieme sexy e sofisticato.
Non mancano anche riferimenti allo sportswear che diversificano la collezione : le slipdresses in crepe hanno scollature ispirate allo scuba diving o alle tenute atletiche. Ipnotiche tuniche corte sono disegnate con richiami ai kimono e sfoggiano inserti geometrici e astratti in colori a contrasto.Crepe, nappa, seta, nylon gommato, tweed, rete di set.Infine le scarpe: la novità assoluta sole le piatte a punta in nappa con tacco in metallo, presentate anche nella versione a tacco alto.Originali ed eleganti.Stile Rodriguez.
A New York è stata presentata la settimana scorsa la nuovissima collezione di Narciso Rodriguez,una collezione che conquista tutti e fa innamorare le donne che la ammirano. La parola d’ordine è geometria. Una collezione compatta e veloce in cui è condensata con precisione la splendida ed impeccabile visione di Narciso Rodriguez: economia di linee, rigore di disegno, decorazioni artistiche intrinseche alla costruzione dei capi, scelte cromatiche concentrate.
Il risultato finale mescola bene essenzialità e femminilità: non c' è nulla di severo in uno stile limpido e asciutto ma capace di valorizzare il corpo con una sensualità fluida, liquida ed elegante, spoglia di orpelli ma estremamente lussuosa e sofisticata.Gonne corte sopra il ginocchio,tonalità sofisticate e preziose: avorio, lava, blush, pavone, menta, bronzo, giallo citrino, rame.Queste le tonalità principali. La silhouette e' minimale e le forme accarezzano il corpo con un effetto insieme sexy e sofisticato.
Non mancano anche riferimenti allo sportswear che diversificano la collezione : le slipdresses in crepe hanno scollature ispirate allo scuba diving o alle tenute atletiche. Ipnotiche tuniche corte sono disegnate con richiami ai kimono e sfoggiano inserti geometrici e astratti in colori a contrasto.Crepe, nappa, seta, nylon gommato, tweed, rete di set.Infine le scarpe: la novità assoluta sole le piatte a punta in nappa con tacco in metallo, presentate anche nella versione a tacco alto.Originali ed eleganti.Stile Rodriguez.
Balenciaga.Nuova collezione in arrivo.
di Carolina Serra
Collezione che rivoluziona stile ed eleganza.
Alexander Wang ha di recente presentato la sua seconda sfilata per Balenciaga all'interno dei raffinati ed austeri saloni dell'Observatoire de Paris, cornice perfetta per una collezione costruita con equilibrio e controllo. Il nuovo corso di Balenciaga è evidente: stop alla matta ricerca cerebrale e ossessiva di Nicolas Ghesquiere e alla sua visione sferzante e direzionale, Wang centra la nuova collezione su un profondo lavoro di archivio corretto e rispettoso, traducendolo in forme rigide e moderne infuse dagli elementi sportswear e streetsyle propri del linguaggio del giovane designer che vengono elevati a eleganti volumi scultorei.
L'utilizzo dei materiali è davvero ricercato e rivoluzionario con cady di seta, satin, nappa intrecciata a mano, poplin, organza, crepe, pelle incisa al laser o fusa a caldo, pressata e ricamata. Tutte le creazioni come shorts, biker jackets, sweatshirts ricevono un trattamento couture; la silhouette che ne nasce è davvero lineare con accento sui volumi. Un applauso ai pantaloni cropped con baschina rigida che sono stati realizzati in tessuti techno con appliquè floreali e ricami per stupire chi osserva.
Un posto di pregio va dato ai top rigidi con maniche a kimono che vengono accompagnati da minigonne a campana; pantaloni affusolati a vita alta con fianchi tagliati a "tulipano" sono accoppiati su splendidi top minuscoli.E poi tanto spazio all'originalità con bluse in satin con maniche a cappa, shirtdresses ultracorti, robe-manteaux con inserti trasparenti.Eleganza e sensualità per dare un'idea di donna che lasci a bocca aperta.
Alexander Wang ha di recente presentato la sua seconda sfilata per Balenciaga all'interno dei raffinati ed austeri saloni dell'Observatoire de Paris, cornice perfetta per una collezione costruita con equilibrio e controllo. Il nuovo corso di Balenciaga è evidente: stop alla matta ricerca cerebrale e ossessiva di Nicolas Ghesquiere e alla sua visione sferzante e direzionale, Wang centra la nuova collezione su un profondo lavoro di archivio corretto e rispettoso, traducendolo in forme rigide e moderne infuse dagli elementi sportswear e streetsyle propri del linguaggio del giovane designer che vengono elevati a eleganti volumi scultorei.
L'utilizzo dei materiali è davvero ricercato e rivoluzionario con cady di seta, satin, nappa intrecciata a mano, poplin, organza, crepe, pelle incisa al laser o fusa a caldo, pressata e ricamata. Tutte le creazioni come shorts, biker jackets, sweatshirts ricevono un trattamento couture; la silhouette che ne nasce è davvero lineare con accento sui volumi. Un applauso ai pantaloni cropped con baschina rigida che sono stati realizzati in tessuti techno con appliquè floreali e ricami per stupire chi osserva.
Un posto di pregio va dato ai top rigidi con maniche a kimono che vengono accompagnati da minigonne a campana; pantaloni affusolati a vita alta con fianchi tagliati a "tulipano" sono accoppiati su splendidi top minuscoli.E poi tanto spazio all'originalità con bluse in satin con maniche a cappa, shirtdresses ultracorti, robe-manteaux con inserti trasparenti.Eleganza e sensualità per dare un'idea di donna che lasci a bocca aperta.
Abiti da sposa.Tra moda e romanticismo.
di Carolina Serra
Un abito unico per il giorno più importante.
Per una donna l'abito da sposa non è un semplice vestito.Si tratta del vestito più importante,quello che non si scorderà e che per tutta la vita resterà a sottolineare il momento più bello. Il wedding dress è il sogno di tutte, o quasi, le donne. Anche le grandi firme della moda hanno capito questa importanza e per il 2015 si annunciano creazioni e novità davvero uniche non per forza in bianco.Non c'è abito più sognato, desiderato, bramato di quello per il giorno del sì.
Almeno per la maggior parte delle donne. Sarà per questo che per sceglierlo occorrono spesso mesi, interminabili tour negli atelier, prove su prove, tentativi infiniti. Lo si sceglie come si sceglie un fidanzato, o un futuro marito, innamorandosene follemente al primo sguardo. Salvo poi, spesso, cadere in preda a mille dubbi, cambiare repentinamente idea, pentirsi.
Eccoci dunque in soccorso a tutte quelle future spose che vivranno il giorno più bello della loro vita l'anno prossimo, con una selezione di alcuni dei nuovissimi abiti da sposa più intriganti proposti dalle griffe più prestigiose. Mettiamo le mani avanti premettendo che ce n'è davvero per tutti i gusti: dai modelli più minimal a quelli decisamente più elaborati, da quelli a sirena a quelli a linea ad A, da quelli sexy (beh, sì, ci sono anche le irriducibili del genere) a quelli corti.Senza tralasciare quelli coloratissimi. Perché non è l'abito a fare il monaco. Ma la sposa, sì.
Per una donna l'abito da sposa non è un semplice vestito.Si tratta del vestito più importante,quello che non si scorderà e che per tutta la vita resterà a sottolineare il momento più bello. Il wedding dress è il sogno di tutte, o quasi, le donne. Anche le grandi firme della moda hanno capito questa importanza e per il 2015 si annunciano creazioni e novità davvero uniche non per forza in bianco.Non c'è abito più sognato, desiderato, bramato di quello per il giorno del sì.
Almeno per la maggior parte delle donne. Sarà per questo che per sceglierlo occorrono spesso mesi, interminabili tour negli atelier, prove su prove, tentativi infiniti. Lo si sceglie come si sceglie un fidanzato, o un futuro marito, innamorandosene follemente al primo sguardo. Salvo poi, spesso, cadere in preda a mille dubbi, cambiare repentinamente idea, pentirsi.
Eccoci dunque in soccorso a tutte quelle future spose che vivranno il giorno più bello della loro vita l'anno prossimo, con una selezione di alcuni dei nuovissimi abiti da sposa più intriganti proposti dalle griffe più prestigiose. Mettiamo le mani avanti premettendo che ce n'è davvero per tutti i gusti: dai modelli più minimal a quelli decisamente più elaborati, da quelli a sirena a quelli a linea ad A, da quelli sexy (beh, sì, ci sono anche le irriducibili del genere) a quelli corti.Senza tralasciare quelli coloratissimi. Perché non è l'abito a fare il monaco. Ma la sposa, sì.
Armani ed un compleanno da ricordare.
di Carolina Serra
Tanti auguri al re della moda italiana.
Giorgio Armani compie 80 anni e il mondo della moda festeggia un simbolo,un emblema di eleganza e raffinatezza,sinonimo di lusso e buon gusto.La stella dello stilista italiano tra i più noti al mondo rimane un punto di riferimento cui guardare, in questi anni.Difficile trovare, in effetti, un altro personaggio, un professionista che possa documentare una crescita così costante e senza cenni di crisi, forte di un'azienda che produce in 12 stabilimenti di proprietà, ha 2203 negozi e per la quale lavorano 6500 dipendenti. Difficile credere, quindi, che tutto ciò sia capitato "un po' per caso", come nel 1983 lo stesso stilista aveva rivelato a Enzo Biagi. Storie e successi mondiali di questo tenore sono l'esito soprattutto di una grande determinazione e di una continua ricerca della perfezione, visibile perlopiù in un concetto di eleganza, quella siglata Giorgio Armani, che per anni non ha vissuto di, né cercato effetti spettacolo.
In un settore che spesso premia la stravaganza e che si nutre di novità - talvolta a sproposito - Giorgio Armani ha saputo costruire uno stile sposato all'innovazione dagli inizi, con la rivoluzione delle silhouette maschile e femminile da tutti riconosciutagli, e che poi si è consolidato in una serie di elementi e capi riconoscibili ad ogni latitudine. Uno stile a cui lo stilista Giorgio ha sempre tenuto fede, distinguibile, senza mai curarsi delle critiche di scarsa fantasia.Quel rimanere fedele a se stessi ha fatto sedimentare nel pubblico i ricordi dei suoi successi, anche extra passerelle. Come non ricordare la sequenza in American Gigolò (1980) in cui un giovane Richard Gere sceglie l'outfit ideale accostando come un perfetto stylist la camicia al pantalone, alla cravatta, alla giacca per un appuntamento importante.O le prime campagne e servizi fotografici con Lauren Hutton, elegantissima solo con una lunga giacca, pantaloni ampi e una camicia. Per non parlare del cast di Gli Intoccabili (1987): una squadra di poliziotti, con Sean Connery e Kevin Costner, che negli anni 30 andava alla caccia di Al Capone (Robert De Niro) vestiti in impeccabili abiti a tre pezzi nel film di Brian De Palma.
Il cinema, non secondo alla moda, ha dato in questi anni tra le più grandi soddisfazioni al designer, nato a Piacenza ma che ha costruito a Milano la sua fortuna. Ne sono una prova le collaborazioni con registi - come Martin Scorsese che ha girato alcuni dei corti per la griffe negli anni Ottanta- o attori come Robert De Niro, Leonardo di Caprio , George Clooney, Jodie Foster, Claudia Cardinale e Sofia Loren.Ma non è la sola attrice o celebrità a scegliere di indossare i suoi capi, innumerevole sarebbe l'elenco dei casi in questi anni, l'ultimo dei quali è Cate Blanchett, che in occasione degli Oscar 2014, il 2 marzo scorso, ha indossato un abito Giorgio Armani Privé ricamato. E per comprenderne il perché, basta ricordare uno dei 600 vestiti che nel 2007 sono stati esposti alla Triennale di Milano che permetteva di capire quanto studio, lavoro, ricerca, e fantasia questa professione richiede. Un mondo di bellezza, che lo stilista ha mostrato lo scorso anno con i suoi eventi "Only One Night" nelle capitali del mondo.Se, infine, a questo si aggiunge uno stile nella vita privata, oltre che professionale, sempre dettato dal rifiuto degli eccessi,resta poco da aggiungere. Tanti auguri re Giorgio.
Giorgio Armani compie 80 anni e il mondo della moda festeggia un simbolo,un emblema di eleganza e raffinatezza,sinonimo di lusso e buon gusto.La stella dello stilista italiano tra i più noti al mondo rimane un punto di riferimento cui guardare, in questi anni.Difficile trovare, in effetti, un altro personaggio, un professionista che possa documentare una crescita così costante e senza cenni di crisi, forte di un'azienda che produce in 12 stabilimenti di proprietà, ha 2203 negozi e per la quale lavorano 6500 dipendenti. Difficile credere, quindi, che tutto ciò sia capitato "un po' per caso", come nel 1983 lo stesso stilista aveva rivelato a Enzo Biagi. Storie e successi mondiali di questo tenore sono l'esito soprattutto di una grande determinazione e di una continua ricerca della perfezione, visibile perlopiù in un concetto di eleganza, quella siglata Giorgio Armani, che per anni non ha vissuto di, né cercato effetti spettacolo.
In un settore che spesso premia la stravaganza e che si nutre di novità - talvolta a sproposito - Giorgio Armani ha saputo costruire uno stile sposato all'innovazione dagli inizi, con la rivoluzione delle silhouette maschile e femminile da tutti riconosciutagli, e che poi si è consolidato in una serie di elementi e capi riconoscibili ad ogni latitudine. Uno stile a cui lo stilista Giorgio ha sempre tenuto fede, distinguibile, senza mai curarsi delle critiche di scarsa fantasia.Quel rimanere fedele a se stessi ha fatto sedimentare nel pubblico i ricordi dei suoi successi, anche extra passerelle. Come non ricordare la sequenza in American Gigolò (1980) in cui un giovane Richard Gere sceglie l'outfit ideale accostando come un perfetto stylist la camicia al pantalone, alla cravatta, alla giacca per un appuntamento importante.O le prime campagne e servizi fotografici con Lauren Hutton, elegantissima solo con una lunga giacca, pantaloni ampi e una camicia. Per non parlare del cast di Gli Intoccabili (1987): una squadra di poliziotti, con Sean Connery e Kevin Costner, che negli anni 30 andava alla caccia di Al Capone (Robert De Niro) vestiti in impeccabili abiti a tre pezzi nel film di Brian De Palma.
Il cinema, non secondo alla moda, ha dato in questi anni tra le più grandi soddisfazioni al designer, nato a Piacenza ma che ha costruito a Milano la sua fortuna. Ne sono una prova le collaborazioni con registi - come Martin Scorsese che ha girato alcuni dei corti per la griffe negli anni Ottanta- o attori come Robert De Niro, Leonardo di Caprio , George Clooney, Jodie Foster, Claudia Cardinale e Sofia Loren.Ma non è la sola attrice o celebrità a scegliere di indossare i suoi capi, innumerevole sarebbe l'elenco dei casi in questi anni, l'ultimo dei quali è Cate Blanchett, che in occasione degli Oscar 2014, il 2 marzo scorso, ha indossato un abito Giorgio Armani Privé ricamato. E per comprenderne il perché, basta ricordare uno dei 600 vestiti che nel 2007 sono stati esposti alla Triennale di Milano che permetteva di capire quanto studio, lavoro, ricerca, e fantasia questa professione richiede. Un mondo di bellezza, che lo stilista ha mostrato lo scorso anno con i suoi eventi "Only One Night" nelle capitali del mondo.Se, infine, a questo si aggiunge uno stile nella vita privata, oltre che professionale, sempre dettato dal rifiuto degli eccessi,resta poco da aggiungere. Tanti auguri re Giorgio.
A Milano nuova mostra sulla foto fashion.
di Carolina Serra
Esposizione fotografica di grande interesse a Milano.
Lo scorso 3 Settembre a Milano è stata inaugurata la nuova mostra di Camera 16 dal titolo Fashionality a cura di Francesca Spiller e Carlo Madesani.La mostra collettiva è inserita in un lungo progetto di ricerca e presenta opere di fotografi emergenti che ricercano nuove strade per la tradizionale fotografia di moda, moltiplicandone i confini e le possibilità, abbracciando una grande varietà di linguaggi e stili. La mostra sarà visitabile fino al 24 ottobre ed indagherà le possibilità di espressione della fotografia di moda.Anche se spesso e volentieri questa quest’ultima si limita per sua tendenza a commercializzare un canone di bellezza, essa può essere fonte d’ispirazione e interesse nel campo della fotografia artistica di livello internazionale.Dalle fotografie presenti in mostra è chiaro come la moda può essere un moderno strumento artistico, in grado di esprimere visioni, riflessioni, sentimenti o stili di vita, o una profonda critica sociale.
Per gli artisti in esposizione la moda e la sua imamgine sono vera riflessione ed esaltazione dell’individualità e all’affermazione dell’identità personale. Le immagini presentate evidenziano un grande livello estetico e una forte ricchezza di contenuti.Utilizzando le tecniche più disparate e una molteplicità di stili, questi artisti riescono a portare la fotografia di moda, e la riflessione che ne nasce, oltre se stessa.Da questa tendenza ne emerge una molteplicità di linguaggi e possibilità, di forme innovative che si alimentano di riferimenti letterari, artistici, ma anche prendendo spunto dalla cultura di strada e dalla sessualità.Ciò che la mostra testimonia è un passaggio di stato della contemporanea fotografia di moda, un suo tentativo di trasformazione ad una forma più complessa, profonda, e maggiormente artistica.
Superando il solito limite della rivista patinata, la fotografia di moda e l’immagine fashion possono ergersi a vero prodotto artistico di alto livello, capace realmente di fondere elementi di costume, della vita quotidiana e multimediali, con riferimenti culturali e filosofici.Da questo percorso nasce una nuova fotografia che apre nuove strade sia per la moda che per la fotografia di tipo concettuale, capace di diventare allo stesso tempo fashion e colta, lasciando aperti spazi di riflessione sul ruolo e le possibilità dell’arte visuale.Una tipologia di foto di questa forma riesce ad essere allo stesso tempo un interessante prodotto artistico e simbolo fashion.Fashionality ci permette di indagare,ricercare ed ammirare personalità nuove e un rivoluzionario ideale di bellezza.
Lo scorso 3 Settembre a Milano è stata inaugurata la nuova mostra di Camera 16 dal titolo Fashionality a cura di Francesca Spiller e Carlo Madesani.La mostra collettiva è inserita in un lungo progetto di ricerca e presenta opere di fotografi emergenti che ricercano nuove strade per la tradizionale fotografia di moda, moltiplicandone i confini e le possibilità, abbracciando una grande varietà di linguaggi e stili. La mostra sarà visitabile fino al 24 ottobre ed indagherà le possibilità di espressione della fotografia di moda.Anche se spesso e volentieri questa quest’ultima si limita per sua tendenza a commercializzare un canone di bellezza, essa può essere fonte d’ispirazione e interesse nel campo della fotografia artistica di livello internazionale.Dalle fotografie presenti in mostra è chiaro come la moda può essere un moderno strumento artistico, in grado di esprimere visioni, riflessioni, sentimenti o stili di vita, o una profonda critica sociale.
Per gli artisti in esposizione la moda e la sua imamgine sono vera riflessione ed esaltazione dell’individualità e all’affermazione dell’identità personale. Le immagini presentate evidenziano un grande livello estetico e una forte ricchezza di contenuti.Utilizzando le tecniche più disparate e una molteplicità di stili, questi artisti riescono a portare la fotografia di moda, e la riflessione che ne nasce, oltre se stessa.Da questa tendenza ne emerge una molteplicità di linguaggi e possibilità, di forme innovative che si alimentano di riferimenti letterari, artistici, ma anche prendendo spunto dalla cultura di strada e dalla sessualità.Ciò che la mostra testimonia è un passaggio di stato della contemporanea fotografia di moda, un suo tentativo di trasformazione ad una forma più complessa, profonda, e maggiormente artistica.
Superando il solito limite della rivista patinata, la fotografia di moda e l’immagine fashion possono ergersi a vero prodotto artistico di alto livello, capace realmente di fondere elementi di costume, della vita quotidiana e multimediali, con riferimenti culturali e filosofici.Da questo percorso nasce una nuova fotografia che apre nuove strade sia per la moda che per la fotografia di tipo concettuale, capace di diventare allo stesso tempo fashion e colta, lasciando aperti spazi di riflessione sul ruolo e le possibilità dell’arte visuale.Una tipologia di foto di questa forma riesce ad essere allo stesso tempo un interessante prodotto artistico e simbolo fashion.Fashionality ci permette di indagare,ricercare ed ammirare personalità nuove e un rivoluzionario ideale di bellezza.
Moschino e Jeremy Scott.Explosive fashion.
di Carolina Serra
Collezione autunnale che conquisterà tutti.
Lo stilista Jeremy Scott,nuovo responsabile della linea moda Moschino ha voluto reinventare l'anima del brand italiano,partendo da una serie di chiari concetti:love,red power and american style. La nuova pre-collezione autunnale sarà una limited edition veloce & fashion, simile alla collezione lanciata lo scorso marzo dallo stesso stylist al suo esordio per la storica casa di moda.Una nuova linea che odora di fast food e che si lascia dominare da un particolare street style urban e iper moderno, basato su calde borse e abbigliamento tecno sia per uomo che per donna.
Il tutto utilizzando canvas e jersey stampato, con profili in pelle ed elementi pop, ironici e provocanti, stoffe che si lasciano amare e che rappresentano il cuore di Moschino. E che, siamo sicuri, faranno tante conquiste nel pubblico giovanile,partendo dall'insolito mix cromatico blu, rosso e bianco e da motivi optical in black & white.Ma quando sarà possibile fare nostra la nuova collezione Moschino?Tra pochissimo,a fine settembre ,presso le boutique Love Moschino di Milano e Roma, e sull'online shop della Maison.
Jeremy Scott ha sottolineato che il tutto è nato per garantire il pieno rispetto del Dna del brand,un simbolo non solo di eclettismo e grande senso di comunicazione, ma soprattutto estremamente contemporaneo con una linea di design in grado di reinterpretare l’identità e l’essenza di Moschino.Alla nuova pre-collezione un tocco femminile è giunto anche dal talento di Rossella Jardini,che,prima di andare via da Moschino,ha voluto dedicare le sue bozze al brand,dando una splendida base fashion da cui poi si sono sviluppate le idee esplosive di Scott.
Lo stilista Jeremy Scott,nuovo responsabile della linea moda Moschino ha voluto reinventare l'anima del brand italiano,partendo da una serie di chiari concetti:love,red power and american style. La nuova pre-collezione autunnale sarà una limited edition veloce & fashion, simile alla collezione lanciata lo scorso marzo dallo stesso stylist al suo esordio per la storica casa di moda.Una nuova linea che odora di fast food e che si lascia dominare da un particolare street style urban e iper moderno, basato su calde borse e abbigliamento tecno sia per uomo che per donna.
Il tutto utilizzando canvas e jersey stampato, con profili in pelle ed elementi pop, ironici e provocanti, stoffe che si lasciano amare e che rappresentano il cuore di Moschino. E che, siamo sicuri, faranno tante conquiste nel pubblico giovanile,partendo dall'insolito mix cromatico blu, rosso e bianco e da motivi optical in black & white.Ma quando sarà possibile fare nostra la nuova collezione Moschino?Tra pochissimo,a fine settembre ,presso le boutique Love Moschino di Milano e Roma, e sull'online shop della Maison.
Jeremy Scott ha sottolineato che il tutto è nato per garantire il pieno rispetto del Dna del brand,un simbolo non solo di eclettismo e grande senso di comunicazione, ma soprattutto estremamente contemporaneo con una linea di design in grado di reinterpretare l’identità e l’essenza di Moschino.Alla nuova pre-collezione un tocco femminile è giunto anche dal talento di Rossella Jardini,che,prima di andare via da Moschino,ha voluto dedicare le sue bozze al brand,dando una splendida base fashion da cui poi si sono sviluppate le idee esplosive di Scott.
Dolce & Gabbana si lanciano nella cosmesi.
di Carolina Serra
D&G scoprono il mondo della bellezza cosmetica.
La rivoluzione del settore beauty oggi arriva grazie allo Skincare. A firmarla è Dolce&Gabbana Beauty che dà vita ad un nuovo universo della propria filosofia di bellezza. Il lancio ufficiale è per il prossimo 9 settembre, ma in esclusiva in dieci negozi scelti ecco la grande “preview”. Dal 28 luglio infatti si potrà comprare con più di un mese di anticipo, una confezione di crema Aurealux, prodotto icona di Dolce&Gabbana Skincare.
Ma c'è dell'altro perchè dopo ogni acquisto sarà possibile ricevere in regalo una pouch speciale con al suo interno le small size. Ma andiamo al centro del discorso e spieghiamo la nuova rivoluzione di Dolce&Gabbana Skincare. Innanzitutto nella crema è presente un vero ingrediente innovativo il Gold Flavo-Silk TricomplexTM, risultato della lunga e proficua collaborazione fra il marchio e i massimi esperti mondiali della ricerca cosmetica di P&G Prestige. Questo nuovo e particolarissimo elemento contiene un estratto di Gold Silk Sericin, proteina che riesce miracolosamente a detergere e proteggere la cute.
Sulla pelle ha effetti davvero simili al booster che aumenta i livelli d’idratazione dello strato corneo, aiutando a determinare uno strato di epidermite accattivante e morbida. Aurealux è il centro della gamma, il nome deriva dai termini latini ‘aurea’, dorata e ‘lux’, luce e prevederà sul mercato ben cinque trattamenti avanzati arricchiti con Gold Flavo-Silk TricomplexTM per regolare, migliorare e rivelare la naturale luminosità della pelle, per un aspetto sano e vitale. Un prodotto nuovo e particolare che si piazza in un settore un pò antico e fermo da anni. Non c'è tempo da perdere,corriamo nei dieci negozi che prevedono l'anteprima e che la vera rivoluzione di Dolce & Gabbana inizi finalmente.
La rivoluzione del settore beauty oggi arriva grazie allo Skincare. A firmarla è Dolce&Gabbana Beauty che dà vita ad un nuovo universo della propria filosofia di bellezza. Il lancio ufficiale è per il prossimo 9 settembre, ma in esclusiva in dieci negozi scelti ecco la grande “preview”. Dal 28 luglio infatti si potrà comprare con più di un mese di anticipo, una confezione di crema Aurealux, prodotto icona di Dolce&Gabbana Skincare.
Ma c'è dell'altro perchè dopo ogni acquisto sarà possibile ricevere in regalo una pouch speciale con al suo interno le small size. Ma andiamo al centro del discorso e spieghiamo la nuova rivoluzione di Dolce&Gabbana Skincare. Innanzitutto nella crema è presente un vero ingrediente innovativo il Gold Flavo-Silk TricomplexTM, risultato della lunga e proficua collaborazione fra il marchio e i massimi esperti mondiali della ricerca cosmetica di P&G Prestige. Questo nuovo e particolarissimo elemento contiene un estratto di Gold Silk Sericin, proteina che riesce miracolosamente a detergere e proteggere la cute.
Sulla pelle ha effetti davvero simili al booster che aumenta i livelli d’idratazione dello strato corneo, aiutando a determinare uno strato di epidermite accattivante e morbida. Aurealux è il centro della gamma, il nome deriva dai termini latini ‘aurea’, dorata e ‘lux’, luce e prevederà sul mercato ben cinque trattamenti avanzati arricchiti con Gold Flavo-Silk TricomplexTM per regolare, migliorare e rivelare la naturale luminosità della pelle, per un aspetto sano e vitale. Un prodotto nuovo e particolare che si piazza in un settore un pò antico e fermo da anni. Non c'è tempo da perdere,corriamo nei dieci negozi che prevedono l'anteprima e che la vera rivoluzione di Dolce & Gabbana inizi finalmente.
Dior.Una nuova collezione che incanta.
di Carolina Serra
Viaggio nel tempo con la nuova sfilata di Dior.
L'ultima sfilata di Dior a Parigi sembra una vera cronistoria dll'alta moda,partendo dai primi costumi,fino ai Worth e ai giorni nostri. Il nuovo direttore creativo Raf Simons, ha affermato che il suo nuovo scopo è capire cosa sia moderno oggi. Per questo motivo ha deciso di iniziare da epoche precedenti, poichè il futuro si basa sul passato.Simons ama molto anche l'architettura, come lo stesso mister Dior, e una linea strutturale ha voluto darla anche alla sua sfilata. Il messaggio è dunque chiaro: il futuro si basa sul passato e questa collezione d'Alta Moda lo dimostra. Composta da ben 8 temi, le creazioni di Dior fanno un vero viaggio nella memoria, illuminato da tecniche e savoir faire moderno, ben otto mondi ed epoche dai costumi di corte del 18 secolo alle uniformi dei primi cosmonauti.
Alla fine un abito tipo tuta da astronauta diventa il simbolo dell'intera collezione e rappresenta per Simons il simbolo dell'esplorazione: ciò che lega il presente al futuro. Si inizia dunque dagli abiti dalla gonna a panier, resi più leggeri da una struttura di tulle, per poi passare ai lunghi cappotti di epoca edoardiana o alle marsine dei nobili di corte riadattate ai giorni nostri, e si prosegue con i volumi e le classiche silhouette anni 50, degli archivi Dior, che vengono epurate e rese essenziali fino agli ultimi look: abiti dritti o leggermente svasati in seta ricamata dalle mille pieghe dove tradizione e tecnologia si combinano, dove la funzionalità tecnica diventa decorazione e il ricamo diventa struttura, come nelle uniformi degli astronauti.
La nuovissima collezione di Dior è un percorso a ritroso nel tempo, una corsa lunga tre secoli di storia del costume e della moda e il suo compendio, nato dal talento di Simons, che ci spiega come la modernità in realtà è la capacità di rendere facile qualcosa di complicato, di semplificare il passato e di rileggerlo con occhi e con tecniche nuove e se fatto con abiti belli,raffinati e fluttuanti è meglio ancora.
L'ultima sfilata di Dior a Parigi sembra una vera cronistoria dll'alta moda,partendo dai primi costumi,fino ai Worth e ai giorni nostri. Il nuovo direttore creativo Raf Simons, ha affermato che il suo nuovo scopo è capire cosa sia moderno oggi. Per questo motivo ha deciso di iniziare da epoche precedenti, poichè il futuro si basa sul passato.Simons ama molto anche l'architettura, come lo stesso mister Dior, e una linea strutturale ha voluto darla anche alla sua sfilata. Il messaggio è dunque chiaro: il futuro si basa sul passato e questa collezione d'Alta Moda lo dimostra. Composta da ben 8 temi, le creazioni di Dior fanno un vero viaggio nella memoria, illuminato da tecniche e savoir faire moderno, ben otto mondi ed epoche dai costumi di corte del 18 secolo alle uniformi dei primi cosmonauti.
Alla fine un abito tipo tuta da astronauta diventa il simbolo dell'intera collezione e rappresenta per Simons il simbolo dell'esplorazione: ciò che lega il presente al futuro. Si inizia dunque dagli abiti dalla gonna a panier, resi più leggeri da una struttura di tulle, per poi passare ai lunghi cappotti di epoca edoardiana o alle marsine dei nobili di corte riadattate ai giorni nostri, e si prosegue con i volumi e le classiche silhouette anni 50, degli archivi Dior, che vengono epurate e rese essenziali fino agli ultimi look: abiti dritti o leggermente svasati in seta ricamata dalle mille pieghe dove tradizione e tecnologia si combinano, dove la funzionalità tecnica diventa decorazione e il ricamo diventa struttura, come nelle uniformi degli astronauti.
La nuovissima collezione di Dior è un percorso a ritroso nel tempo, una corsa lunga tre secoli di storia del costume e della moda e il suo compendio, nato dal talento di Simons, che ci spiega come la modernità in realtà è la capacità di rendere facile qualcosa di complicato, di semplificare il passato e di rileggerlo con occhi e con tecniche nuove e se fatto con abiti belli,raffinati e fluttuanti è meglio ancora.
E’ Los Angeles la nuova capitale fashion.
di Carolina Serra
L.A. domina e prende il posto di New York nella moda americana.
Grandi cambiamenti in America nel settore moda e urban fashion.Non è più New York ed in generale la East Coast a dominare le scene.E' Los Angeles la nuova capitale di riferimento per tutto ciò che è cool e all’avanguardia. Moda, arte, design - i brand più in e le menti più creative del momento sono tutte qui. Partendo dalla talentuosa Hedi Slimane, il designer geniale e dannato di Saint Laurent Paris, che ha deciso di optare per la capitale californiana come base stabile e fonte di tutte le sue ispirazioni. Ma non solo.
È a L.A. che ha sede anche alcuni dei concept store più innovativi (come Just One Eye, che propone arte, moda e design all'ultimo grido), i nuovi artisti e fotografi pronti ad esplodere nel mondo come ad esempio i meravigliosi Rubbish Art" Ry Rocklen e il duo creativo We Are The Rhoads, i brand di riferimento "Made in USA" (le sorelle Rodarte, Scott Sternberg di Band of Outsiders, e Tom Binns), lo stile "Loose Luxury" come quello che viene da alcuni mesi proposto dal nuovo brand Baja East.
Sempre i L.A. hanno sede alcuni degli alberghi più di tendenza (l'Ace Hotel Downtown L.A., inaugurato agli inizi del 2014, è già diventato il nuovo ritrovo preferito di fashionista, artisti, jet-setter e movie-star).Ecco quindi in evidenza i motivi principali per cui Los Angeles adesso è il vero hot-spot culturale moderno, attirando le menti della moda che anni orsono vedevano solo New York come loro meta decisiva.Bye bye East Coast,adesso è la California a regnare nel fashion.
Grandi cambiamenti in America nel settore moda e urban fashion.Non è più New York ed in generale la East Coast a dominare le scene.E' Los Angeles la nuova capitale di riferimento per tutto ciò che è cool e all’avanguardia. Moda, arte, design - i brand più in e le menti più creative del momento sono tutte qui. Partendo dalla talentuosa Hedi Slimane, il designer geniale e dannato di Saint Laurent Paris, che ha deciso di optare per la capitale californiana come base stabile e fonte di tutte le sue ispirazioni. Ma non solo.
È a L.A. che ha sede anche alcuni dei concept store più innovativi (come Just One Eye, che propone arte, moda e design all'ultimo grido), i nuovi artisti e fotografi pronti ad esplodere nel mondo come ad esempio i meravigliosi Rubbish Art" Ry Rocklen e il duo creativo We Are The Rhoads, i brand di riferimento "Made in USA" (le sorelle Rodarte, Scott Sternberg di Band of Outsiders, e Tom Binns), lo stile "Loose Luxury" come quello che viene da alcuni mesi proposto dal nuovo brand Baja East.
Sempre i L.A. hanno sede alcuni degli alberghi più di tendenza (l'Ace Hotel Downtown L.A., inaugurato agli inizi del 2014, è già diventato il nuovo ritrovo preferito di fashionista, artisti, jet-setter e movie-star).Ecco quindi in evidenza i motivi principali per cui Los Angeles adesso è il vero hot-spot culturale moderno, attirando le menti della moda che anni orsono vedevano solo New York come loro meta decisiva.Bye bye East Coast,adesso è la California a regnare nel fashion.
Moda e bellezza 2014 guardano al Brasile.
di Carolina Serra
Uno stile nuovo e fresco direttamente dal Sud-America.
Il Brasile ormai è un paese che fa tendenza e, con la sua energia, la sua allegria e le sue grandi contraddizioni adesso è vero protagonista dell'estate 2014.Colori accesi,fluorescenze,esoticità e stravaganze rubano gli occhi e affascinano più del verde della foresta, i riflessi del mare, del cielo, della vegetazione e delle spiagge, a partire da quella celebre di Ipanema.Nascono collezioni make up che omaggiano questo meraviglioso paese. Ad esempio il marchio Pupa, con Viva Carioca tenta di ricreare la bella energia cromatica per ombretti, smalti, rossetti e mascara. Clarins usa invece il colore della sabbia per una polvere preziosissima che riproduce in rilievo il motivo dei braccialetti tipici brasiliani, oltre a un mascara blu come il cielo e a gloss che donano le labbra di luce e colore, in trasparenza.Sephora ricrea bellissimi motivi tribali frizzanti e colorati sui pack di eyeliner, rossetti e una terra abbronzante.
Oltre che su bagnoschiuma, creme corpo e accessori per il bagno. E sempre al corpo L’Occitane dedica una linea speciale, Feita no Brasil, Fatta in Brasile, che prende spunto dai colori e soprattutto dai profumi delle piante e dei frutti di quella terra.A Rio in particolare, sono ispirate le collezioni make up Revlon e Kiko Make Up. Rio Rush by Gucci Westmann per il marchio inglese, che omaggia i caldi colori energici di questa città per una bellezza a tutta samba. Mentre Life in Rio è la limited edition firmata Kiko che racconta la componente più glamour del Brasile, un luogo di vera magia in cui splendide donne girano per le città, sempre alla moda in ogni occasione, dalla spiaggia, al mercato, alle serate.
Colori vivaci rubati a stampe di foulard, braccialetti e orecchini con tinte sgargianti accostate in maniera inedita. Immancabili poi le unghie, protagoniste assolute con forme, tinte ed effetti che non sembrano mirare a lasciare il segno senza passare inosservate. E i profumi, freschi e leggeri come il mare o caldi e sensuali come gli odori intensi di fiori, frutta e cibi esotici.Insomma quella del 2014 sarà un’estate basata sul colore, sull’energia del: Viva Brasil!
Il Brasile ormai è un paese che fa tendenza e, con la sua energia, la sua allegria e le sue grandi contraddizioni adesso è vero protagonista dell'estate 2014.Colori accesi,fluorescenze,esoticità e stravaganze rubano gli occhi e affascinano più del verde della foresta, i riflessi del mare, del cielo, della vegetazione e delle spiagge, a partire da quella celebre di Ipanema.Nascono collezioni make up che omaggiano questo meraviglioso paese. Ad esempio il marchio Pupa, con Viva Carioca tenta di ricreare la bella energia cromatica per ombretti, smalti, rossetti e mascara. Clarins usa invece il colore della sabbia per una polvere preziosissima che riproduce in rilievo il motivo dei braccialetti tipici brasiliani, oltre a un mascara blu come il cielo e a gloss che donano le labbra di luce e colore, in trasparenza.Sephora ricrea bellissimi motivi tribali frizzanti e colorati sui pack di eyeliner, rossetti e una terra abbronzante.
Oltre che su bagnoschiuma, creme corpo e accessori per il bagno. E sempre al corpo L’Occitane dedica una linea speciale, Feita no Brasil, Fatta in Brasile, che prende spunto dai colori e soprattutto dai profumi delle piante e dei frutti di quella terra.A Rio in particolare, sono ispirate le collezioni make up Revlon e Kiko Make Up. Rio Rush by Gucci Westmann per il marchio inglese, che omaggia i caldi colori energici di questa città per una bellezza a tutta samba. Mentre Life in Rio è la limited edition firmata Kiko che racconta la componente più glamour del Brasile, un luogo di vera magia in cui splendide donne girano per le città, sempre alla moda in ogni occasione, dalla spiaggia, al mercato, alle serate.
Colori vivaci rubati a stampe di foulard, braccialetti e orecchini con tinte sgargianti accostate in maniera inedita. Immancabili poi le unghie, protagoniste assolute con forme, tinte ed effetti che non sembrano mirare a lasciare il segno senza passare inosservate. E i profumi, freschi e leggeri come il mare o caldi e sensuali come gli odori intensi di fiori, frutta e cibi esotici.Insomma quella del 2014 sarà un’estate basata sul colore, sull’energia del: Viva Brasil!
Capelli per l’estate.La fantasia si scatena.
di Carolina Serra
Nuovi look e acconciature per la bella stagione.
Con l'estate appena arrivata si scatena la fantasia ed anche le acconciature dei nostri capelli ne sono coinvolte.Code super-lisce, effetto wet o morbide, tutte rigorosamente basse. Senza dimentica le trecce che scendono laterali con la riga da parte o in mezzo. Spesso le star della moda reinterpretano i tagli e lanciano nuovi trend,sfoggiano in passerella vere rivoluzioni di capelli che riescono a funzionare sempre, per look chic and easy.Sono tagli che funzionano perchè sono veloci, easy e risolvono qualsiasi problema in fatto di styling. La treccia e la coda conquistano l'estate, diventando acconciature dal carattere chic ed elegante.
Meglio se però basse.In passerella e sulla testa delle star, si sono viste code morbide, effetto wet o ultra lisce e dalla resa iper-definita. E poi trecce strette di lato che si adagiano da una parte, con ciuffi free che danno volume e naturalezza.Linee arricchite da fermagli o semplicemente collegate fra loro tramite una bandana o ancora fermate con una ciocca di capelli arrotolata. Basta un minimo dettaglio in più per tramutare questa acconciatura tradizionalmente sporty nella pettinatura ideale per un red carpet.
Ad esempio ai Golden Globe Sandra Bullock ha sfoggiato una coda liscia molto basic, Nicole Kidman al Festival di Cannes ha invece deciso di optare per una coda intrecciata che parte laterale, mentre Eva Longoria ha conquistato tutti alla Croisette con una treccia volutamente spettinata a lisca di pesce. Ecco queste sono solo alcune delle tante idee da usare questa estate. Per una serata in spiaggia o per una notte davvero speciale.
Con l'estate appena arrivata si scatena la fantasia ed anche le acconciature dei nostri capelli ne sono coinvolte.Code super-lisce, effetto wet o morbide, tutte rigorosamente basse. Senza dimentica le trecce che scendono laterali con la riga da parte o in mezzo. Spesso le star della moda reinterpretano i tagli e lanciano nuovi trend,sfoggiano in passerella vere rivoluzioni di capelli che riescono a funzionare sempre, per look chic and easy.Sono tagli che funzionano perchè sono veloci, easy e risolvono qualsiasi problema in fatto di styling. La treccia e la coda conquistano l'estate, diventando acconciature dal carattere chic ed elegante.
Meglio se però basse.In passerella e sulla testa delle star, si sono viste code morbide, effetto wet o ultra lisce e dalla resa iper-definita. E poi trecce strette di lato che si adagiano da una parte, con ciuffi free che danno volume e naturalezza.Linee arricchite da fermagli o semplicemente collegate fra loro tramite una bandana o ancora fermate con una ciocca di capelli arrotolata. Basta un minimo dettaglio in più per tramutare questa acconciatura tradizionalmente sporty nella pettinatura ideale per un red carpet.
Ad esempio ai Golden Globe Sandra Bullock ha sfoggiato una coda liscia molto basic, Nicole Kidman al Festival di Cannes ha invece deciso di optare per una coda intrecciata che parte laterale, mentre Eva Longoria ha conquistato tutti alla Croisette con una treccia volutamente spettinata a lisca di pesce. Ecco queste sono solo alcune delle tante idee da usare questa estate. Per una serata in spiaggia o per una notte davvero speciale.
L'estro di Paul Smith di scena a Londra.
di Carolina Serra
Talento e capacità artistiche fuori dal comune.Ecco Paul Smith.
Paul Smith diventa oggetto di celebrazione al Museum Design di Londra. "Hello, My name is Paul Smith" è il titolo della mostra personale che descrive la sua lunga carriera attraverso i suoi oggetti, e sono molti, e il suo estro. C'è la ricreazione fedele del suo studio, più simile a un bazar, dove nascono fervidamente le sue idee. C'è una copia del suo primo negozio a Nottingham nel 1970, oltre a una esposizione di più di mille fotografie, una passione che ha ereditato dal padre e nella cui camera oscura da giovane passava molte ore della sua giornata.Nei 500 metri quadri dell'esposizione si attraversano i 40 anni di carriera dello stilista britannico noto in tutto il mondo.
Nella presentazione della mostra lo stilisa ha sottolineato come i 40 anni di carriera sono trascorsi nella normalità, coi piedi per terra, trattando ogni giorno come fosse nuovo, mantenendo sempre i piedi per terra,con grande pazienza perchè il business si è sviluppato in modo delicato, solido.Lo stilista, sulla soglia dei suoi 67 anni, non intende lasciare la matita ma constata con amarezza la difficoltà del suo Paese a trasformare i talenti in business.Spesso in Inghilterra c'è una fantastica miniera d'oro di talenti. Ma la cosa più triste è che non c'è la capacità di sovvenzionarli in termini economici. Sembra che sia tanto talento nel design ma non molte qualità d'impresa o manager che possano fare business.
Tornando alla mostra del Design Museum di Londra le sale di questo museo della capitale inglese ospiteranno la retrospettiva dedicata al grande fashion designer britannico, con riferimento in particolare al suo studio, dove sono nate le più grandi creazioni firmate Paul Smith,anche con riferimento alle sue origini umili e allo sgabuzzino talmente piccolo e sovraffollato di cose dove il suo talento è sorto.Una mostra molto particolare che ripercorre la sua carriera in maniera decisamente insolita, un'escalation di grandissimi successi, che ancora oggi ci tengono piacevolmente compagnia tra i trend di stagione più importanti.
Paul Smith diventa oggetto di celebrazione al Museum Design di Londra. "Hello, My name is Paul Smith" è il titolo della mostra personale che descrive la sua lunga carriera attraverso i suoi oggetti, e sono molti, e il suo estro. C'è la ricreazione fedele del suo studio, più simile a un bazar, dove nascono fervidamente le sue idee. C'è una copia del suo primo negozio a Nottingham nel 1970, oltre a una esposizione di più di mille fotografie, una passione che ha ereditato dal padre e nella cui camera oscura da giovane passava molte ore della sua giornata.Nei 500 metri quadri dell'esposizione si attraversano i 40 anni di carriera dello stilista britannico noto in tutto il mondo.
Nella presentazione della mostra lo stilisa ha sottolineato come i 40 anni di carriera sono trascorsi nella normalità, coi piedi per terra, trattando ogni giorno come fosse nuovo, mantenendo sempre i piedi per terra,con grande pazienza perchè il business si è sviluppato in modo delicato, solido.Lo stilista, sulla soglia dei suoi 67 anni, non intende lasciare la matita ma constata con amarezza la difficoltà del suo Paese a trasformare i talenti in business.Spesso in Inghilterra c'è una fantastica miniera d'oro di talenti. Ma la cosa più triste è che non c'è la capacità di sovvenzionarli in termini economici. Sembra che sia tanto talento nel design ma non molte qualità d'impresa o manager che possano fare business.
Tornando alla mostra del Design Museum di Londra le sale di questo museo della capitale inglese ospiteranno la retrospettiva dedicata al grande fashion designer britannico, con riferimento in particolare al suo studio, dove sono nate le più grandi creazioni firmate Paul Smith,anche con riferimento alle sue origini umili e allo sgabuzzino talmente piccolo e sovraffollato di cose dove il suo talento è sorto.Una mostra molto particolare che ripercorre la sua carriera in maniera decisamente insolita, un'escalation di grandissimi successi, che ancora oggi ci tengono piacevolmente compagnia tra i trend di stagione più importanti.
Sarà un'estate tutta acquamarina.
di Carolina Serra
Un nuovo particolare colore dominerà la prossima estate.
Questa estate sarà tutta acquamarina. Fidatevi di noi: sarà un colore davvero cool. E poi, a metà tra il blu e il verde, ci fa ricordare il mare e ci solletica voglie e buon umore,(oltre a dare un magico risalto alla pelle quando è abbronzata).Questo colore sarà in ogni negozio,su vestiti, accessori, gioielli, borse e scarpe. Il color acquamarina è inoltre anche un portafortuna: evidenzia la nostra bellezza ed è uno dei (pochi) colori chiari concessi anche dopo il tramonto. Anche le attrico famose lo stanno amando sia esse brune che bionde.
Servono però dei piccoli consigli per abbinarlo agli accessori e ai colori giusti. E’ una meravigliosa tonalità a metà tra il verde e il blu ciano; è molto luminoso, e fa subito pensare al mare di fantastiche e paradisiache spiagge tropicali. Di grandissima tendenza in questa estate 2014, lo trovermo sia su freschi abiti, su eleganti soprabiti e su scarpe e accessori. Ci sono una serie di articoli tutti rigorosamente color del mare, per portarne un po’ con noi anche in città.Non siete ancora convinte?
Basta dare uno sguardo qui sotto e vedere solo alcuni dei capi ed accessori che con questo colore ci darà allegria in estate.Dagli shorts a vita alta di Stradivarius ai leggings J Brand Denim, dalla borsa a tracolla di Burberry in pelle metallizzata alla clutch XXL di Balenciaga fino alle decolleteés Ellipsis di Gianvito Rossi. Troveremo senza dubbio ciò che farà al caso nostro per mesi estivi davvero unici.Very cool.
Questa estate sarà tutta acquamarina. Fidatevi di noi: sarà un colore davvero cool. E poi, a metà tra il blu e il verde, ci fa ricordare il mare e ci solletica voglie e buon umore,(oltre a dare un magico risalto alla pelle quando è abbronzata).Questo colore sarà in ogni negozio,su vestiti, accessori, gioielli, borse e scarpe. Il color acquamarina è inoltre anche un portafortuna: evidenzia la nostra bellezza ed è uno dei (pochi) colori chiari concessi anche dopo il tramonto. Anche le attrico famose lo stanno amando sia esse brune che bionde.
Servono però dei piccoli consigli per abbinarlo agli accessori e ai colori giusti. E’ una meravigliosa tonalità a metà tra il verde e il blu ciano; è molto luminoso, e fa subito pensare al mare di fantastiche e paradisiache spiagge tropicali. Di grandissima tendenza in questa estate 2014, lo trovermo sia su freschi abiti, su eleganti soprabiti e su scarpe e accessori. Ci sono una serie di articoli tutti rigorosamente color del mare, per portarne un po’ con noi anche in città.Non siete ancora convinte?
Basta dare uno sguardo qui sotto e vedere solo alcuni dei capi ed accessori che con questo colore ci darà allegria in estate.Dagli shorts a vita alta di Stradivarius ai leggings J Brand Denim, dalla borsa a tracolla di Burberry in pelle metallizzata alla clutch XXL di Balenciaga fino alle decolleteés Ellipsis di Gianvito Rossi. Troveremo senza dubbio ciò che farà al caso nostro per mesi estivi davvero unici.Very cool.
Il nuovo sexy show di Dita Von Teese.
di Carolina Serra
Arriva la regina del Burlesque per sorprendere tutti.
Il Burlesque è un genere di spettacoli che da anni ha una diva,una leader indiscussa e il nome di lei è Dita Von Teese.La settimana scorsa la diva ha davvero stregato tutti gli spettatori del teatro House of Blues di Chicago con il suo nuovissimo spettacolo "Burlesque: Love and Strip!". Uno show di circa novanta minuti in cui, come dice la stessa artista aveva affermato in conferenza, si fondono il tabù con l'osé e il glamour, ma anche la bellezza e l'eleganza. Lo show ha raggiunto il culmine nel finale con Dita nuda nella nuova, enorme, coppa di Martini in Swarovski.Adessa sarà tournè estiva con tappe importanti come New York,Londra,Mosca e Milano.
La Von Teese ha iniziato ad esibirsi nel burlesque dal lontanissimo 1991, ma è da alcuni anni soltanto che è finalmente riuscita a mettere tutti i suoi più grandi numeri in una rivista, con un cast specifico che ella steaa seleziona e sceglie.Insomma ancora una volta Dita si è imposta come regina, ormai è realtà consolidata dopo vent'anni di carriera.Agli inizi,come la stessa Von Teese ricorda,faceva spettacoli ancora prima dell'avvento di Internet. Una lunga ricerca fatta di libri, fotografie e video le ha permesso di guadagnare un suo stile inconfondibile ed imparare l'arte sottile del burlesque.
Col passare degli anni ha rinnovato molto il suo repertorio con numeri davvero coinvolgenti e ciò ha fatto al differenza nella sua carriera.Chi assiste ad un suo spettacolo non sa bene mai cosa gli accadrà veramente. Il burlesque è un genere nato in Inghilterra nella prima metà dell'800 e poi è sbarcato in America negli anni 40, poi è scomparso a metà del XX secolo per poi riapparire più vitale che mai.La Von Teese afferma che da sempre lei ha creduto nell'affermazione del burlesque ed oggi,dopo vent'anni di onorata carriera è ancora pronta a mostrare la sua splendida arte di sedurre con ironia.
Il Burlesque è un genere di spettacoli che da anni ha una diva,una leader indiscussa e il nome di lei è Dita Von Teese.La settimana scorsa la diva ha davvero stregato tutti gli spettatori del teatro House of Blues di Chicago con il suo nuovissimo spettacolo "Burlesque: Love and Strip!". Uno show di circa novanta minuti in cui, come dice la stessa artista aveva affermato in conferenza, si fondono il tabù con l'osé e il glamour, ma anche la bellezza e l'eleganza. Lo show ha raggiunto il culmine nel finale con Dita nuda nella nuova, enorme, coppa di Martini in Swarovski.Adessa sarà tournè estiva con tappe importanti come New York,Londra,Mosca e Milano.
La Von Teese ha iniziato ad esibirsi nel burlesque dal lontanissimo 1991, ma è da alcuni anni soltanto che è finalmente riuscita a mettere tutti i suoi più grandi numeri in una rivista, con un cast specifico che ella steaa seleziona e sceglie.Insomma ancora una volta Dita si è imposta come regina, ormai è realtà consolidata dopo vent'anni di carriera.Agli inizi,come la stessa Von Teese ricorda,faceva spettacoli ancora prima dell'avvento di Internet. Una lunga ricerca fatta di libri, fotografie e video le ha permesso di guadagnare un suo stile inconfondibile ed imparare l'arte sottile del burlesque.
Col passare degli anni ha rinnovato molto il suo repertorio con numeri davvero coinvolgenti e ciò ha fatto al differenza nella sua carriera.Chi assiste ad un suo spettacolo non sa bene mai cosa gli accadrà veramente. Il burlesque è un genere nato in Inghilterra nella prima metà dell'800 e poi è sbarcato in America negli anni 40, poi è scomparso a metà del XX secolo per poi riapparire più vitale che mai.La Von Teese afferma che da sempre lei ha creduto nell'affermazione del burlesque ed oggi,dopo vent'anni di onorata carriera è ancora pronta a mostrare la sua splendida arte di sedurre con ironia.
Il trionfo del nuovo stile radical chic.
di Carolina Serra
Eleganza e moda minimal in un nuovo stile che conquista.
Oggi parliamo di uno stile molto complicato da descrivere a parole e spesso difficile anche da realizzare dal vivo.Lo stile radical chic è qualcosa che tutti molto spesso vorrebbero indossare ma sono davvero poche le persone in grado di dare vita ad un abito effettivamente tale rispettando i canoni minimal necessari.Non ci credete vero?Essere radical chic è qualcosa che non si spiega con il classico e semplice tubino nero sdrammatizzato da un paio di scarpe sportive. Non si tratta solo di sdrammatizzare o disimpegnare un outfit. Ci sono persone che riescono ad essere radical dalle punte dei capelli senza volerlo, mentre ci sono altre che cercano disperatamente di diventarlo senza mai riuscirci. Quanti look vediamo in giro decisamente poco riusciti?La soluzione migliore a questo grande-grosso-problema è quella di cercare di NON esagerare nel voler emulare uno stile a tutti i costi.
Lo stile Chic, sappiamo bene cos’è: un abitino nero, pulito, semplice, un tailleur delicato e femminile. Il Radical invece è tutt’altro.È qualcosa di spontaneo, di non programmato; un ciuffo di capelli cascato per caso, la spallina di un maglione che va giù, una camicia risvoltata sulle braccia distrattamente. Un look trasandato potremmo dire.Un trasandato forse programmato, forse no, ma sicuramente parliamo di un look imperfetto.
Diciamolo in maniera più semplice: bisogna rendere meno chic e pesante quello che in partenza ci sembra assolutamente elegante. Andiamo quindi con look composti da jeans, maglioncini dolcevita color crema, filo di perle, chignon morbido. O ancora con un pantalone a sigaretta (modello maschile) indossato con un maglione o una t-shirt un po’ over, bracciali che fanno la differenza, un filo di rossetto nude.
Oggi parliamo di uno stile molto complicato da descrivere a parole e spesso difficile anche da realizzare dal vivo.Lo stile radical chic è qualcosa che tutti molto spesso vorrebbero indossare ma sono davvero poche le persone in grado di dare vita ad un abito effettivamente tale rispettando i canoni minimal necessari.Non ci credete vero?Essere radical chic è qualcosa che non si spiega con il classico e semplice tubino nero sdrammatizzato da un paio di scarpe sportive. Non si tratta solo di sdrammatizzare o disimpegnare un outfit. Ci sono persone che riescono ad essere radical dalle punte dei capelli senza volerlo, mentre ci sono altre che cercano disperatamente di diventarlo senza mai riuscirci. Quanti look vediamo in giro decisamente poco riusciti?La soluzione migliore a questo grande-grosso-problema è quella di cercare di NON esagerare nel voler emulare uno stile a tutti i costi.
Lo stile Chic, sappiamo bene cos’è: un abitino nero, pulito, semplice, un tailleur delicato e femminile. Il Radical invece è tutt’altro.È qualcosa di spontaneo, di non programmato; un ciuffo di capelli cascato per caso, la spallina di un maglione che va giù, una camicia risvoltata sulle braccia distrattamente. Un look trasandato potremmo dire.Un trasandato forse programmato, forse no, ma sicuramente parliamo di un look imperfetto.
Diciamolo in maniera più semplice: bisogna rendere meno chic e pesante quello che in partenza ci sembra assolutamente elegante. Andiamo quindi con look composti da jeans, maglioncini dolcevita color crema, filo di perle, chignon morbido. O ancora con un pantalone a sigaretta (modello maschile) indossato con un maglione o una t-shirt un po’ over, bracciali che fanno la differenza, un filo di rossetto nude.
La storia di Condè Nast in mostra.
La moda come non l'abbiamo mai vista.
Molto spesso da una mosra può nascere un bel libro di immagini,ma nel caso di Condè Nat è l'esatto opposto,è dal libro che si è sviluppata una mostra senza precedenti.Si chima Coming into Fashion: A Century of Photography at Condé Nast”, il libro omonimo datato 2013 di Nathalie Herschdorfer, storica d’arte e di fotografia.Il libro nasce dal lungo lavoro di ricerca e di esplorazione degli Archivi di Condé Nast (New York, Parigi, Milano e Londra) che ha ispirato una serie di splendide mostre itineranti, curate dalla stessa Herschdorfer.Una selezione di 150 stampe originali, di circa novanta tra i principali fotografi di moda, dal 1918 ad oggi, per riscoprirli, spesso agli albori della loro carriera, quando lungimiranti editors e direttori creativi hanno scommesso sul loro talento.
Parliamo di nomi come Baron Adolf de Meyer, primo vero e proprio fotografo assunto da Vogue, Edward Steichen, George Hoyningen-Huene, Horst P. Horst, Cecil Beaton, Erwin Blumenfeld, Irving Penn e dagli anni 50 in poi, Guy Bourdin, William Klein, David Bailey, Helmut Newton, Bruce Weber, Peter Lindbergh, Steven Meisel, Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin, Miles Aldridge.La mostra dopo Berlino, Milano ed Edimburgo, e prima di spostarsi a Zurigo, West Palm Beach, Fort Worth e Tokyo, fa tappa al Palais Galliera di Parigi e si arricchisce.
Qui infatti, oltre ad una selezione di riviste storiche, la possibilità di esplorare virtualmente le più importanti pubblicazioni Condé Nast e proiezioni di film contemporanei sull’evoluzione futura della fotografia di moda, sono presenti anche quindici capi di haute couture provenienti dalle collezioni del museo (il bustier di plastica rosso, anni 80 di Issey Miyake, gli abiti da sera di Christian Dior, Coco Chanel e Yves Saint Laurent, ma anche creazioni più recenti di Rei Kawakubo e Nicolas Ghesquière).Le stampe invece, sono organizzate in una percorso tematico atto ad evidenziare l’influenza reciproca dei fotografi e di come ciò abbia modellato l’identità e la storia di Vogue
Molto spesso da una mosra può nascere un bel libro di immagini,ma nel caso di Condè Nat è l'esatto opposto,è dal libro che si è sviluppata una mostra senza precedenti.Si chima Coming into Fashion: A Century of Photography at Condé Nast”, il libro omonimo datato 2013 di Nathalie Herschdorfer, storica d’arte e di fotografia.Il libro nasce dal lungo lavoro di ricerca e di esplorazione degli Archivi di Condé Nast (New York, Parigi, Milano e Londra) che ha ispirato una serie di splendide mostre itineranti, curate dalla stessa Herschdorfer.Una selezione di 150 stampe originali, di circa novanta tra i principali fotografi di moda, dal 1918 ad oggi, per riscoprirli, spesso agli albori della loro carriera, quando lungimiranti editors e direttori creativi hanno scommesso sul loro talento.
Parliamo di nomi come Baron Adolf de Meyer, primo vero e proprio fotografo assunto da Vogue, Edward Steichen, George Hoyningen-Huene, Horst P. Horst, Cecil Beaton, Erwin Blumenfeld, Irving Penn e dagli anni 50 in poi, Guy Bourdin, William Klein, David Bailey, Helmut Newton, Bruce Weber, Peter Lindbergh, Steven Meisel, Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin, Miles Aldridge.La mostra dopo Berlino, Milano ed Edimburgo, e prima di spostarsi a Zurigo, West Palm Beach, Fort Worth e Tokyo, fa tappa al Palais Galliera di Parigi e si arricchisce.
Qui infatti, oltre ad una selezione di riviste storiche, la possibilità di esplorare virtualmente le più importanti pubblicazioni Condé Nast e proiezioni di film contemporanei sull’evoluzione futura della fotografia di moda, sono presenti anche quindici capi di haute couture provenienti dalle collezioni del museo (il bustier di plastica rosso, anni 80 di Issey Miyake, gli abiti da sera di Christian Dior, Coco Chanel e Yves Saint Laurent, ma anche creazioni più recenti di Rei Kawakubo e Nicolas Ghesquière).Le stampe invece, sono organizzate in una percorso tematico atto ad evidenziare l’influenza reciproca dei fotografi e di come ciò abbia modellato l’identità e la storia di Vogue
Marc Jacobs presenta la sua collezione.
di Carolina Serra
Il talentuoso stilista arriva con la sua linea personale.
Nei giorni di presentazione della nuovissima collezione di Marc Jacobs la città di New York è stata afflitta da un uragano violentissimo.La collezione di Jacobs sembra quasi essersi ispirata a questo evento con uno stile marcatamente apocalittico. L'intera sfilata è stata ambientata infatti in una desolata armeria, le modelle, di cui alcune vestite solo per metà, sembrano vere attrici con espressioni di chi è davvero scappato da un grande disastro.Tutte sfilano in tondo con in testa una parrucca nera tagliata in maniera irregolare e stringono forte al petto la borsa con gli effetti personali. Le peculiarità vere del marchio Jacobs sono palesi ed esplodono ancora di più nei pigiami da uomo con bottoni frontali oversize, top con tasche, abiti e pantaloni comodi. Alcune modelle addirittura indossano solo la casacca e un paio di coulotte a vita alta.
Particolarissimi sono poi i coprispalla che omaggiano il gusto per l’abbigliamento maschile: soprabiti con ampi colli, squadrati e fuori taglia. Aldilà di queste particolarità davvero notevoli Jacobs aggiunge un tocco a sorpresa decidendo di usare nella collezione tessuti metallizzati scintillanti. Proprio grazie al tessuto speciale quindi l’abito chemisier con abbottonatura frontale si fa molto glamour grazie alla scelta della tonalità metallizzata color rosa antico. Persino i maglioncini a treccia scelgono la gonna a tubino in lamé. Caldi colli, scialli e stole di pelliccia moltiplicano il volume delle spalle posandosi su cappotti di paillettes e lunghi abiti da sera in tessuti metallizzati dalla texture liquida. La sfilata è stata bellissima,come un vero film dal vivo,con al centro di tutto un'enorme immagine di un grande sole, la luce si alternava gradualmente passando dal giallo, che fa apparire tutto di un inquietante color bianco e nero, ad un tono delicato, simbolo di rinascita e ripresa.Tornando alla collezione presentata, la lunghezze: degli abiti era molto corta,con tagli sotto al ginocchio.
I Cappotti erano al ginocchio o appena sotto; le giacche corte e lunghe. Pantaloni palazzo a metà polpaccio. Hot pants a vita alta.I colori scelti maggiormente da Jacobs sono metallizzati color oro, argento e bronzo. Blu tenue, rosa, champagne, malva, talpa. Cobalto, melanzana, ottanio, cammello, verde foresta, marrone, blu navy, avorio.I materiali invece preferiti la lana, il cashmere e l'immancabile seta.Un omaggio anche al lamé, paillettes e ai tessuti metallizzati.Le forme più adoperate sono le culotte a vita alta,cappotti di gusto maschile avvitati o squadrati,pantaloni e top pigiama,abiti chemisier,maglioncini ridotti.,ampi colli e stole in pelliccia. Gonne a tubino oppure ampie e panneggiate.Infine uno sguardo agli accessori:scarpe con altissimi tacchi e allacciatura a T. Scialli e stole in pelliccia. Borse con bellissime tracolle a catena. Cinture sottili. Pochette dallo stile anni '70.Marc Jacobs ci conquista,la sua collezione è vera alta moda interpretata in chiave post-moderna.
Nei giorni di presentazione della nuovissima collezione di Marc Jacobs la città di New York è stata afflitta da un uragano violentissimo.La collezione di Jacobs sembra quasi essersi ispirata a questo evento con uno stile marcatamente apocalittico. L'intera sfilata è stata ambientata infatti in una desolata armeria, le modelle, di cui alcune vestite solo per metà, sembrano vere attrici con espressioni di chi è davvero scappato da un grande disastro.Tutte sfilano in tondo con in testa una parrucca nera tagliata in maniera irregolare e stringono forte al petto la borsa con gli effetti personali. Le peculiarità vere del marchio Jacobs sono palesi ed esplodono ancora di più nei pigiami da uomo con bottoni frontali oversize, top con tasche, abiti e pantaloni comodi. Alcune modelle addirittura indossano solo la casacca e un paio di coulotte a vita alta.
Particolarissimi sono poi i coprispalla che omaggiano il gusto per l’abbigliamento maschile: soprabiti con ampi colli, squadrati e fuori taglia. Aldilà di queste particolarità davvero notevoli Jacobs aggiunge un tocco a sorpresa decidendo di usare nella collezione tessuti metallizzati scintillanti. Proprio grazie al tessuto speciale quindi l’abito chemisier con abbottonatura frontale si fa molto glamour grazie alla scelta della tonalità metallizzata color rosa antico. Persino i maglioncini a treccia scelgono la gonna a tubino in lamé. Caldi colli, scialli e stole di pelliccia moltiplicano il volume delle spalle posandosi su cappotti di paillettes e lunghi abiti da sera in tessuti metallizzati dalla texture liquida. La sfilata è stata bellissima,come un vero film dal vivo,con al centro di tutto un'enorme immagine di un grande sole, la luce si alternava gradualmente passando dal giallo, che fa apparire tutto di un inquietante color bianco e nero, ad un tono delicato, simbolo di rinascita e ripresa.Tornando alla collezione presentata, la lunghezze: degli abiti era molto corta,con tagli sotto al ginocchio.
I Cappotti erano al ginocchio o appena sotto; le giacche corte e lunghe. Pantaloni palazzo a metà polpaccio. Hot pants a vita alta.I colori scelti maggiormente da Jacobs sono metallizzati color oro, argento e bronzo. Blu tenue, rosa, champagne, malva, talpa. Cobalto, melanzana, ottanio, cammello, verde foresta, marrone, blu navy, avorio.I materiali invece preferiti la lana, il cashmere e l'immancabile seta.Un omaggio anche al lamé, paillettes e ai tessuti metallizzati.Le forme più adoperate sono le culotte a vita alta,cappotti di gusto maschile avvitati o squadrati,pantaloni e top pigiama,abiti chemisier,maglioncini ridotti.,ampi colli e stole in pelliccia. Gonne a tubino oppure ampie e panneggiate.Infine uno sguardo agli accessori:scarpe con altissimi tacchi e allacciatura a T. Scialli e stole in pelliccia. Borse con bellissime tracolle a catena. Cinture sottili. Pochette dallo stile anni '70.Marc Jacobs ci conquista,la sua collezione è vera alta moda interpretata in chiave post-moderna.
A Firenze tutta la stravaganza del cappello.
di Carolina Serra
Particolarissima esposizione su un accessorio elegante e fantasioso.
A Firenze dal 26 Aprile la Galleria del Costume ospita nelle sue stanze una mostra su un manufatto destinato a non passare inosservato.Stiamo parlando dell'esposizione monografica dedicata al cappello, le cui collezioni, sono un vero patrimonio del museo,donate nell'ultimo anno da vari privati, ed ammontano a oltre mille esemplari.Solo 120 dei cappelli del museo saranno oggetto della mostra.Nella collezione sono presenti esemplari di note firme di case di moda fra cui Christian Dior, Givenchy, Chanel, Yves Saint Laurent, John Rocha, Prada, Gianfranco Ferré e anche famosissimi artigiani del genere,sia dell'attualità che del passato come Philip Treacy, Stephen Jones, Caroline Reboux e per la prima volta anche i cappelli creati appositamente in duo da Claude Saint-Cyr e Paulette,artisti contemporanei davvero poco inclini ad esporre in pubblico le loro creazioni.
Nell'attualità il cappello è un accessorio effettivamente meno popolare rispetto al passato quando era un must per ogni nobil donna.In questa mostra monografica,una delle più ampie mai organizzate,si potrà godere della vista di rari esemplari alcuni mai visti nemmeno nei cataloghi specializzati.Un vero patrimonio del museo,custodito gelosamente da anni.Come detto i cappelli sono stati regalati con generosità alla Galleria fiorentina e per circa un anno nel deposito del museo si sono accumulati fino ad oggi; molte aziende modiste fiorentine hanno inviato propri esemplari e prototipi allo scopo di testarne l'effetto sul pubblico e l'impatto sui critici di moda.Un nome su tutti è la bottega Marini,un nome famoso dell'artigianato locale.
La mostra è stata possibile anche grazie al contribuito del Consorzio Il Cappello di Firenze, di cui sono esposte alcuni fra gli esemplari più caratteristici delle principali aziende toscane della manifattura del cappello, eredi dell’antica lavorazione artigianale del Cappello di Paglia di Firenze.In particolare un occhio di riguardo va alle piccole aziende locali che espongono come Angiolo Frasconi,Raffaello Bettini, Luca della Lama prodotto e distribuito da Facopel Produzione, Grevi, Corti by Cleò, Marzi Cappelli Firenze, Nanà Firenze by Mazzanti Piume, Luigi & Guido Tesi, Soprattutto…Cappelli, Trendintex, Memar, Fratelli Reali, Santelli Francesca, Inverni Firenze 1892, Michelagnoli Giuseppe & Figli, Ambuchi & Bandinelli.Una miriade di cappelli stravaganti per accentuare quel tocco di bellissima follia che regna nel mondo della moda.
A Firenze dal 26 Aprile la Galleria del Costume ospita nelle sue stanze una mostra su un manufatto destinato a non passare inosservato.Stiamo parlando dell'esposizione monografica dedicata al cappello, le cui collezioni, sono un vero patrimonio del museo,donate nell'ultimo anno da vari privati, ed ammontano a oltre mille esemplari.Solo 120 dei cappelli del museo saranno oggetto della mostra.Nella collezione sono presenti esemplari di note firme di case di moda fra cui Christian Dior, Givenchy, Chanel, Yves Saint Laurent, John Rocha, Prada, Gianfranco Ferré e anche famosissimi artigiani del genere,sia dell'attualità che del passato come Philip Treacy, Stephen Jones, Caroline Reboux e per la prima volta anche i cappelli creati appositamente in duo da Claude Saint-Cyr e Paulette,artisti contemporanei davvero poco inclini ad esporre in pubblico le loro creazioni.
Nell'attualità il cappello è un accessorio effettivamente meno popolare rispetto al passato quando era un must per ogni nobil donna.In questa mostra monografica,una delle più ampie mai organizzate,si potrà godere della vista di rari esemplari alcuni mai visti nemmeno nei cataloghi specializzati.Un vero patrimonio del museo,custodito gelosamente da anni.Come detto i cappelli sono stati regalati con generosità alla Galleria fiorentina e per circa un anno nel deposito del museo si sono accumulati fino ad oggi; molte aziende modiste fiorentine hanno inviato propri esemplari e prototipi allo scopo di testarne l'effetto sul pubblico e l'impatto sui critici di moda.Un nome su tutti è la bottega Marini,un nome famoso dell'artigianato locale.
La mostra è stata possibile anche grazie al contribuito del Consorzio Il Cappello di Firenze, di cui sono esposte alcuni fra gli esemplari più caratteristici delle principali aziende toscane della manifattura del cappello, eredi dell’antica lavorazione artigianale del Cappello di Paglia di Firenze.In particolare un occhio di riguardo va alle piccole aziende locali che espongono come Angiolo Frasconi,Raffaello Bettini, Luca della Lama prodotto e distribuito da Facopel Produzione, Grevi, Corti by Cleò, Marzi Cappelli Firenze, Nanà Firenze by Mazzanti Piume, Luigi & Guido Tesi, Soprattutto…Cappelli, Trendintex, Memar, Fratelli Reali, Santelli Francesca, Inverni Firenze 1892, Michelagnoli Giuseppe & Figli, Ambuchi & Bandinelli.Una miriade di cappelli stravaganti per accentuare quel tocco di bellissima follia che regna nel mondo della moda.
Dalla Cina è esplosione di alta moda.
di Carolina Serra
Nuovi e bravi stilisti cinesi si affacciano nel mondo del fashion.
Negli ultimi mesi in Cina abbiamo assistito ad una vera esplosione di moda,sono sorti in poco tempo molti marchi e aziende di alta moda,con alcuni dei designer e stilisti più talentuosi del paese.Per i cinesi la moda è essenzialmente quella occidentale, un po' sexy, un po' minimale, un po' barocca, un po' decorativa,è quello lo stile da imitare e a cui rifarsi.Quasi nessun nuovo stilista si rifà alle proprie origini e alle tradizioni del proprio Paese, ma lo scopo è cambiarle per dare vita ad un nuovo modo di vestire.Sono tutti molto affascinati dall'occidente e forse l'errore è proprio quello di guardare troppo ai nostri stilisti e cercare troppo poco elementi originali nella propria cultura.Comunque sia è bello vedere tanti giovani cinesi che vanno in giro per il mondo a studiare moda, in scuole specializzate e di altissimo livello conoscendo ed imparando in modo serio l'arte di fare moda.
I migliori brand cinesi affermatisi negli ultimi mesi sono:Chong Yu Jin, che di recente ha conquistato molti critici con la sua sfilata a Parigi.Laureatosi alla Chambre Syndacale de la Couture Parisienne, ha creato abiti molto eleganti, quasi couture e abbinati ai gioielli Chow Tai Fook che ricordavano i preziosi monili delle imperatrici della dinastia Ming. Altro nome notevole è quello di Masha Ma,la stylist ha finito i suoi studi alla Saint Martins a Londra e ha dato vita alla sua prima collezione che rappresenta un vero inno alla femminilità.Tra i nuovi marchi quello che non decide di rinnegare la tradizione Cinese è Shin Jie che rivisita il passato con sete e tessuti preziosi e con disegni che ci rimandano agli acquerelli e all'arte della calligrafia cinese.
Infine anche in Italia il mese scorso è giunta Uma Wang, che ha presentato a Milano Moda una collezione anticonformista che esige una donna non consueta e borghese,lontana anni luce dallo stereotipo tradizionale.Detto ciò si vede che siamo ancora all'alba di un mercato nuovo per la moda ma si percepisce molto la volontà di sperimentare, realizzando bei cambiamenti nella lavorazione dei tessuti e dei filati e nelle forme.La moda si evolve e sviluppa e con lei anche i mercati,mai come adesso la Cina è un paese che attira e invita ad ammirarla,non a caso dal alcuni anni anche i più grandi marchi del mondo hanno aperto negozi e succursali creative in tutto il Paese, facendo in modo che la moda si ergesse al centro dell'attenzione generale.La speranza è che forse il prossimo grande talento della moda arrivi proprio dalla Cina,perchè no?
Negli ultimi mesi in Cina abbiamo assistito ad una vera esplosione di moda,sono sorti in poco tempo molti marchi e aziende di alta moda,con alcuni dei designer e stilisti più talentuosi del paese.Per i cinesi la moda è essenzialmente quella occidentale, un po' sexy, un po' minimale, un po' barocca, un po' decorativa,è quello lo stile da imitare e a cui rifarsi.Quasi nessun nuovo stilista si rifà alle proprie origini e alle tradizioni del proprio Paese, ma lo scopo è cambiarle per dare vita ad un nuovo modo di vestire.Sono tutti molto affascinati dall'occidente e forse l'errore è proprio quello di guardare troppo ai nostri stilisti e cercare troppo poco elementi originali nella propria cultura.Comunque sia è bello vedere tanti giovani cinesi che vanno in giro per il mondo a studiare moda, in scuole specializzate e di altissimo livello conoscendo ed imparando in modo serio l'arte di fare moda.
I migliori brand cinesi affermatisi negli ultimi mesi sono:Chong Yu Jin, che di recente ha conquistato molti critici con la sua sfilata a Parigi.Laureatosi alla Chambre Syndacale de la Couture Parisienne, ha creato abiti molto eleganti, quasi couture e abbinati ai gioielli Chow Tai Fook che ricordavano i preziosi monili delle imperatrici della dinastia Ming. Altro nome notevole è quello di Masha Ma,la stylist ha finito i suoi studi alla Saint Martins a Londra e ha dato vita alla sua prima collezione che rappresenta un vero inno alla femminilità.Tra i nuovi marchi quello che non decide di rinnegare la tradizione Cinese è Shin Jie che rivisita il passato con sete e tessuti preziosi e con disegni che ci rimandano agli acquerelli e all'arte della calligrafia cinese.
Infine anche in Italia il mese scorso è giunta Uma Wang, che ha presentato a Milano Moda una collezione anticonformista che esige una donna non consueta e borghese,lontana anni luce dallo stereotipo tradizionale.Detto ciò si vede che siamo ancora all'alba di un mercato nuovo per la moda ma si percepisce molto la volontà di sperimentare, realizzando bei cambiamenti nella lavorazione dei tessuti e dei filati e nelle forme.La moda si evolve e sviluppa e con lei anche i mercati,mai come adesso la Cina è un paese che attira e invita ad ammirarla,non a caso dal alcuni anni anche i più grandi marchi del mondo hanno aperto negozi e succursali creative in tutto il Paese, facendo in modo che la moda si ergesse al centro dell'attenzione generale.La speranza è che forse il prossimo grande talento della moda arrivi proprio dalla Cina,perchè no?
Lubomirski.Un decennio di grande moda.
di Carolina Serra
L'obiettivo magico di un fotografo unico e talentuoso.
Lo sguardo di chi fotografa la realtà è come una lente di ingrandimento proiettata sulla realtà. E Alexi Lubomirski, fotografo inglese di madre peruviana, vissuto in Botswana, ha in uno specifico libro in uscita in questi mesi collezionato i suoi punti di vista in 11 anni di scatti fatti nel campo dell'alta moda mondiale.Il libro si intitola Decade, ovvero la moda degli ultimi dieci anni, secondo Alexi. Il fotografo espone immagini che descrivono tutti gli stili che hanno fatto tendenza e ci spiega l'idea di una donna forte e contemporanea. Mentre si guardono quelle fotografie è come osservare una vera tavola sinottica seguendo col dito la recente storia del costume e della moda. In quelle immagini di donne super aggressive e morbidezze inattese, si fornisco spunti per guardare al tempo che verrà.Il suo interesse per la bellezza e il vero amore per le modelle è nato in età giovanile.
Da giovane, Lubomirski si dedicò molto al disegno ma soltanto di figure femminili,poichè esse erano ai suoi occhi l'unione della bellezza e della nobiltà dell'essere umano.Lubomirski ha studiato alla High School of Art and Design e alla Parsons School of Design di Londra dove ha seguito vari corsi ma, come egli stesso ha affermato in una intervista rilasciata al'edizione francese della rivista Vogue, optò per la carriera di illustratore di moda eccellendo in questo campo.Attualmente il fotografo lavora per molte riviste di moda, tra cui le mitiche riviste della moda Vogue USA e Italia. Per Vogue Usa è stato l'unico fotografo apposito per la copertina durato ben 15 anni. Il suo studio è presso la Wooster Street a SoHo,un artistico quartiere di New York City ma affitta spesso i locali presso lo studio Pier59 nella stessa città.Molti critici del settore lo definiscono colui che ha ridato lustro a molte top model, tra cui Linda Evangelista, che ha spesso cambiato look su consiglio di Lubomirski.
Il suo successo è fortemente collegato al suo stile fotografico molto apprezzato da due regine del fashion system: le direttrici di Vogue USA e di Herper's Bazaar, rispettivamente Anna Wintour e Carine Roitfeld. Si è occupato di dirigere le campagne pubblicitarie per Versace, Valentino, Dolce & Gabbana, Calvin Klein (per il quale ha creato dei servizi fotografici molto controversi) ma anche Prada e Louis Vuitton.Adesso in questo suo particolare libro illustrativo cerca di fotografare un intero decennio di vizi e mode,un vero specchio per sbirciare l'evoluzione stilistica della moda internazionale.
Lo sguardo di chi fotografa la realtà è come una lente di ingrandimento proiettata sulla realtà. E Alexi Lubomirski, fotografo inglese di madre peruviana, vissuto in Botswana, ha in uno specifico libro in uscita in questi mesi collezionato i suoi punti di vista in 11 anni di scatti fatti nel campo dell'alta moda mondiale.Il libro si intitola Decade, ovvero la moda degli ultimi dieci anni, secondo Alexi. Il fotografo espone immagini che descrivono tutti gli stili che hanno fatto tendenza e ci spiega l'idea di una donna forte e contemporanea. Mentre si guardono quelle fotografie è come osservare una vera tavola sinottica seguendo col dito la recente storia del costume e della moda. In quelle immagini di donne super aggressive e morbidezze inattese, si fornisco spunti per guardare al tempo che verrà.Il suo interesse per la bellezza e il vero amore per le modelle è nato in età giovanile.
Da giovane, Lubomirski si dedicò molto al disegno ma soltanto di figure femminili,poichè esse erano ai suoi occhi l'unione della bellezza e della nobiltà dell'essere umano.Lubomirski ha studiato alla High School of Art and Design e alla Parsons School of Design di Londra dove ha seguito vari corsi ma, come egli stesso ha affermato in una intervista rilasciata al'edizione francese della rivista Vogue, optò per la carriera di illustratore di moda eccellendo in questo campo.Attualmente il fotografo lavora per molte riviste di moda, tra cui le mitiche riviste della moda Vogue USA e Italia. Per Vogue Usa è stato l'unico fotografo apposito per la copertina durato ben 15 anni. Il suo studio è presso la Wooster Street a SoHo,un artistico quartiere di New York City ma affitta spesso i locali presso lo studio Pier59 nella stessa città.Molti critici del settore lo definiscono colui che ha ridato lustro a molte top model, tra cui Linda Evangelista, che ha spesso cambiato look su consiglio di Lubomirski.
Il suo successo è fortemente collegato al suo stile fotografico molto apprezzato da due regine del fashion system: le direttrici di Vogue USA e di Herper's Bazaar, rispettivamente Anna Wintour e Carine Roitfeld. Si è occupato di dirigere le campagne pubblicitarie per Versace, Valentino, Dolce & Gabbana, Calvin Klein (per il quale ha creato dei servizi fotografici molto controversi) ma anche Prada e Louis Vuitton.Adesso in questo suo particolare libro illustrativo cerca di fotografare un intero decennio di vizi e mode,un vero specchio per sbirciare l'evoluzione stilistica della moda internazionale.
Lindbergh.Il maestro celebrato a Milano.
di Carolina Serra
Un visionario artista della fotografia in mostra in Italia.
La grande naturalezza degli scatti e degli sguardi insieme alla scoperta dello stesso artificio sul set, o più in generale del momento emozionale che viene ritratto, sono le caratteristiche dello stile unico di Peter Lindbergh, un fotografo immenso amante delle sfumature bianco e nero, ma sempre nitido e vivido nelle immagini.Gli oltre 40 anni di carriera fanno di Lindbergh uno dei fotografi di moda più importanti della storia e Milano lo celebra con un’attesa e grande mostra (oltre 150 le fotografie esposte) che sarà inaugurata alla Galleria HDLU Sozzani dall’10 aprile al 20 maggio 2014 : il titolo sarà Images of Women & The Unknown, la prima mostra di Lindbergh in Europa dal 1998 e l’unica per quest'anno.
Due sono le motivazioni che rendono tale mostra un vero evento imperdibile dagli amanti della fotografia e per tutti gli appassionati di moda o semplicemente del bello.La mostra si struttura in due sezioni che si integrano perfettamente per raccontare a 360 gradi la carriera e l’arte di Lindbergh. Da un lato infatti abbiamo Images of Women (titolo anche di un prezioso volume cult pubblicato nel 2004) che permetterà di godere a pieno di tutti i lavori che tra gli anni ’80 e ’90 hanno contribuito a delineare un nuovo concetto di femminilità mediante le splendite patinature di riviste, come Vogue e Marie Claire, per le quali Lindbergh ritrasse le modelle più belle di un periodo di grande ed irripetibile fascino.
Naomi Campbell, Linda Evangelista, Chisty Turlington, Isabella Rossellini, Kate Moss,sono solo alcune delle donne presenti nelle sue opere fotografiche.Gli organizzatori della mostra, oltre a sottolineare il grande orgoglio per la realizzazione di questo grande risultato, sono riusciti a cogliere il principale aspetto estetico della fotografia di Peter Lindbergh, capace di descrivere con un semplice scatto l'universo interiore femminile riuscendo magicamente a bloccarlo nell’effimero momento fotografico.
La grande naturalezza degli scatti e degli sguardi insieme alla scoperta dello stesso artificio sul set, o più in generale del momento emozionale che viene ritratto, sono le caratteristiche dello stile unico di Peter Lindbergh, un fotografo immenso amante delle sfumature bianco e nero, ma sempre nitido e vivido nelle immagini.Gli oltre 40 anni di carriera fanno di Lindbergh uno dei fotografi di moda più importanti della storia e Milano lo celebra con un’attesa e grande mostra (oltre 150 le fotografie esposte) che sarà inaugurata alla Galleria HDLU Sozzani dall’10 aprile al 20 maggio 2014 : il titolo sarà Images of Women & The Unknown, la prima mostra di Lindbergh in Europa dal 1998 e l’unica per quest'anno.
Due sono le motivazioni che rendono tale mostra un vero evento imperdibile dagli amanti della fotografia e per tutti gli appassionati di moda o semplicemente del bello.La mostra si struttura in due sezioni che si integrano perfettamente per raccontare a 360 gradi la carriera e l’arte di Lindbergh. Da un lato infatti abbiamo Images of Women (titolo anche di un prezioso volume cult pubblicato nel 2004) che permetterà di godere a pieno di tutti i lavori che tra gli anni ’80 e ’90 hanno contribuito a delineare un nuovo concetto di femminilità mediante le splendite patinature di riviste, come Vogue e Marie Claire, per le quali Lindbergh ritrasse le modelle più belle di un periodo di grande ed irripetibile fascino.
Naomi Campbell, Linda Evangelista, Chisty Turlington, Isabella Rossellini, Kate Moss,sono solo alcune delle donne presenti nelle sue opere fotografiche.Gli organizzatori della mostra, oltre a sottolineare il grande orgoglio per la realizzazione di questo grande risultato, sono riusciti a cogliere il principale aspetto estetico della fotografia di Peter Lindbergh, capace di descrivere con un semplice scatto l'universo interiore femminile riuscendo magicamente a bloccarlo nell’effimero momento fotografico.
Il Glamour della moda italiana in mostra.
di Carolina Serra
La bellezza dell'Alta Moda italiana in esposizione a Londra.
Londra in questi giorni sta rendendo omaggio alla moda italiana nel mondo e lo fa con la mostra The Glamour of Italian Fashion, una specifica esposizione che avrà come madrine un tris di super modelle che hanno fatto la storia delle case di moda italiane negli anni '90 soprattutto,parliamo di Naomi Campbell, Eva Herzigova e Claudia Schiffer.Alla celebrazione parteciperanno stilisti icone come Valentino, Stefano Gabbana e Domenico Dolce. ma anche socialitè e nomi celebri del sistema moda;forse parteciperà all'evento anche il premier italiano Matteo Renzi,tutti insieme per festeggiare il vernissage di una grande mostra che celebrerà il fascino della couture e del pret-à-porter italiano a partire dagli anni '50 ad oggi.Il tutto accadrà in un vero tempio della vita inglese, il Victoria & Albert Museum.
La mostra sarà anticipata da una cena di gala; tornando all'esposiozione essa racconterà la magica creatività e l'eleganza italiane che nei decenni si sono sempre sviluppate e migliorate conquistando sempre gli occhi di chi guarda.Ci saranno circa centoventi creazioni, tra abiti ed accessori, per un evento che ha lo scopo chiaro di evidenziare come sia stato notevole il contributo dell'Italia al mondo della moda a partire dal dopo guerra fino ai giorni nostri.Le maggiori personalità della moda internazionale hanno potuto osservare la mostra in privato in anteprima e molti si sono detti davvero impressionati dal tocco di eleganza italiano che in ogni epoca spiccava sugli altri.
Invitati alla mostra saranno Nicholas Coleridge, Trustee of the V&A e Presidente di Condé Nast International, Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia e Alexandra Shulman, Editor di Vogue UK; si attendono il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Vice presidente di Bulgari Nicola Bulgari e il CEO Jean Christophe Babin, ma anche un vero gruppo di star della moda tra cui Valentino Garavani, Giancarlo Giammetti, Naomi Campbell, Eva Cavalli, Tom Ford, Christopher Kane, Peter Dundas, Angela e Rosita Missoni, Eva Herzigova, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, Domenico Dolce e Stefano Gabbana e Laudomia Pucci.La mostra The Glamour of Italian Fashion sarà visitabile fino al 26 luglio, per poter apprezzare in un luogo solo tutto il meglio della grande moda italiana, la meravigliosa e preziosa selezione di abiti e accessori più molte fotografie artistiche inedite,lasceranno senza fiato gli appassionati e non solo delle griffe più importanti che con la loro arte hanno contribuito a creare la magia dell'Alta Moda made in Italy.
Londra in questi giorni sta rendendo omaggio alla moda italiana nel mondo e lo fa con la mostra The Glamour of Italian Fashion, una specifica esposizione che avrà come madrine un tris di super modelle che hanno fatto la storia delle case di moda italiane negli anni '90 soprattutto,parliamo di Naomi Campbell, Eva Herzigova e Claudia Schiffer.Alla celebrazione parteciperanno stilisti icone come Valentino, Stefano Gabbana e Domenico Dolce. ma anche socialitè e nomi celebri del sistema moda;forse parteciperà all'evento anche il premier italiano Matteo Renzi,tutti insieme per festeggiare il vernissage di una grande mostra che celebrerà il fascino della couture e del pret-à-porter italiano a partire dagli anni '50 ad oggi.Il tutto accadrà in un vero tempio della vita inglese, il Victoria & Albert Museum.
La mostra sarà anticipata da una cena di gala; tornando all'esposiozione essa racconterà la magica creatività e l'eleganza italiane che nei decenni si sono sempre sviluppate e migliorate conquistando sempre gli occhi di chi guarda.Ci saranno circa centoventi creazioni, tra abiti ed accessori, per un evento che ha lo scopo chiaro di evidenziare come sia stato notevole il contributo dell'Italia al mondo della moda a partire dal dopo guerra fino ai giorni nostri.Le maggiori personalità della moda internazionale hanno potuto osservare la mostra in privato in anteprima e molti si sono detti davvero impressionati dal tocco di eleganza italiano che in ogni epoca spiccava sugli altri.
Invitati alla mostra saranno Nicholas Coleridge, Trustee of the V&A e Presidente di Condé Nast International, Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia e Alexandra Shulman, Editor di Vogue UK; si attendono il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Vice presidente di Bulgari Nicola Bulgari e il CEO Jean Christophe Babin, ma anche un vero gruppo di star della moda tra cui Valentino Garavani, Giancarlo Giammetti, Naomi Campbell, Eva Cavalli, Tom Ford, Christopher Kane, Peter Dundas, Angela e Rosita Missoni, Eva Herzigova, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, Domenico Dolce e Stefano Gabbana e Laudomia Pucci.La mostra The Glamour of Italian Fashion sarà visitabile fino al 26 luglio, per poter apprezzare in un luogo solo tutto il meglio della grande moda italiana, la meravigliosa e preziosa selezione di abiti e accessori più molte fotografie artistiche inedite,lasceranno senza fiato gli appassionati e non solo delle griffe più importanti che con la loro arte hanno contribuito a creare la magia dell'Alta Moda made in Italy.
Rosa Orchidea.Ecco il colore del 2014.
di Carolina Serra
E' allegro e sexy il nuovo colore che dominerà l'anno.
Il nuovo anno si porta con se anche il nuovo colore che si propagherà intorno a noi,si tratta della tonalità Radiant Orchid (Rosa Orchidea).Tale nuance è stata scelta da Pant-one come colore del 2014.Un colore divertente,un vero elogio della creatività e dell’innovazione che deriva esplicitamente dalla natura, dallo splendore floreale delle orchidee e andrà a sostituire il verde smeraldo che ha tinto i giorni del nostro 2013.La positività è l'elemento base di questa nuance,simbolo di freschezza, amore e salute. Un intrigante miscela di fucsia, rosa e viola che quando viene indossato , sembra surriscaldare il viso mediante i riflessi rosa che regalano un'immagine davvero primaverile e bella anche alla nostra pelle.
Un colore accattivante, sensuale ed enigmatico, in questo modo è stato definito il Radiant Orchid dagli esperti che l'hanno votato.Il Radiant Orchid è prontissimo a colonizzare le passerelle e gli eventi di moda e ovviamente anche la nostra vita quotidiana, dando brio e allegria anche al nostro makeup ed all'outfit.E' un tono ideale per vari tipi di carnagione, dalle più chiare alle più scure, come cosmetico dà luce alla pelle, donando un vero sguardo diretto ed irresistibile con una spruzzata di sensualità e magnetismo che risulta sempre utile.L'executive director del Pant-one Color Institute, ha definito questo colore un invito all’innovazione che invoglia e spinge alla creatività e all’originalità, tutti valori che nella nostra società contemporanea oggi come oggi diventano decisivi per farsi notare.
Il colore dell'anno non diventa tale in modo semplice ma con un lungo e complicato sistema; Pant-one ogni anno va alla ricerca di influenze cromatiche in tutto il mondo, indagando in settori e campi differenti, dall’intrattenimento ai film,alle gallerie d’arte fino alle mete più alla moda nei viaggi,senza tralasciare le tecnologie,gli eventi sportivi, e anche i contesti sociali ed economici.La decisione di questo 2014 è stata molto dibattuta e alla fine il Rosa Orchidea ha trionfato. Ora insomma non ci resta che iniziare lo shopping e riempire il nostro armadio di abiti e accessori con il colore simbolo del 2014.
Il nuovo anno si porta con se anche il nuovo colore che si propagherà intorno a noi,si tratta della tonalità Radiant Orchid (Rosa Orchidea).Tale nuance è stata scelta da Pant-one come colore del 2014.Un colore divertente,un vero elogio della creatività e dell’innovazione che deriva esplicitamente dalla natura, dallo splendore floreale delle orchidee e andrà a sostituire il verde smeraldo che ha tinto i giorni del nostro 2013.La positività è l'elemento base di questa nuance,simbolo di freschezza, amore e salute. Un intrigante miscela di fucsia, rosa e viola che quando viene indossato , sembra surriscaldare il viso mediante i riflessi rosa che regalano un'immagine davvero primaverile e bella anche alla nostra pelle.
Un colore accattivante, sensuale ed enigmatico, in questo modo è stato definito il Radiant Orchid dagli esperti che l'hanno votato.Il Radiant Orchid è prontissimo a colonizzare le passerelle e gli eventi di moda e ovviamente anche la nostra vita quotidiana, dando brio e allegria anche al nostro makeup ed all'outfit.E' un tono ideale per vari tipi di carnagione, dalle più chiare alle più scure, come cosmetico dà luce alla pelle, donando un vero sguardo diretto ed irresistibile con una spruzzata di sensualità e magnetismo che risulta sempre utile.L'executive director del Pant-one Color Institute, ha definito questo colore un invito all’innovazione che invoglia e spinge alla creatività e all’originalità, tutti valori che nella nostra società contemporanea oggi come oggi diventano decisivi per farsi notare.
Il colore dell'anno non diventa tale in modo semplice ma con un lungo e complicato sistema; Pant-one ogni anno va alla ricerca di influenze cromatiche in tutto il mondo, indagando in settori e campi differenti, dall’intrattenimento ai film,alle gallerie d’arte fino alle mete più alla moda nei viaggi,senza tralasciare le tecnologie,gli eventi sportivi, e anche i contesti sociali ed economici.La decisione di questo 2014 è stata molto dibattuta e alla fine il Rosa Orchidea ha trionfato. Ora insomma non ci resta che iniziare lo shopping e riempire il nostro armadio di abiti e accessori con il colore simbolo del 2014.
Sfilata Louis Vuitton.Vento nuovo.
di Carolina Serra
Il marchio francese conquista con lusso ed eccentricità.
Il grande talento di Marc Jacobs ha deciso di lasciare il amrchio Louis Vuitton e ha messo in scena la sua ultima sfilata dopo ben 16 anni nei quali ha contribuito a farlo diventare un brand di planetaria importanza. La sua nuova collezione è perfetta per un mondo notturno di una città buia, sensualmente peccaminosa e un’atmosfera alla Folies Bergère e proprio per ricreare tale sensazione che la sfilata si è svolta nel cortile interno del Coeur Carrè del museo parigino del Louvre.Strane figure suggestive ruotano intorno ad una fontana zampillante, si tratta di splendidi uccelli-notturni, creature nascoste da tute di tulle ricamatissime con lussureggianti piumaggi e vere creste.
Si tratta di un vero show spettacolare come una sorta di musical, luci & ombre in contrapposizione, giacche femminili preziosissime come opulenti gioielli ed abbinati a jeans ricamati, voile, tulle e crèpe con colori prettamente neri, l’unica nota di colore è il blu del denim. La sfilata è stata una sorta di celebrazione dal senso di opaca melanconia, funebre e splendida, sontuosa e romantica, in cui è esploso nel suo fragore il talento teatrale fuori dall'ordinario con iil quale Marc Jacobs ha potuto creare sfilate di indimenticabile spettacolarità, anche grazie alle somme enormi messe a disposizone dall'aziend a francese. Elementi scenografici anche riferiti a sfilate passate sono stati re-mixati e ricomposti dando vita a un luogo magico una sorta di mondo interiore che è sia fine che nuovo inizio per Louis Vuitton.
Un contesto abitato da vedove vittoriane, regine e muse ispiratrici dagli abiti preziosi come costumi d'opera che sfilano in una penombra in cui solo piccoli bagliori notturni di ricami e cristalli, incastonati in alti diademi in piume di struzzo laccate di nero fanno luce. Jacobs dice addio con senso emotivo e magnifico, degno di un designer che adesso utilizzerà il suo magico talento nella sua nuova avventura personale.La collezione è preziosa e ricca di lusso con forme vintage ispirate all'epoca vittoriana e rielaborate in modo sontuoso. Corsetti grandemente decorati, abiti lunghi in geogette nera tempestati di cristalli neri, bustier in tulle ricamato e luccicante. Il tutto mescolato e delineato in modo moderno da un tocco street, che abbina a contrasto jeans e paillettes, pelle nera e chiffon, stile militare e ispirazione showgirl, biker jackets e piume di struzzo.Un vero coacervo di lusso ed eleganza sfacciata che lascia a bocca aperta.
Il grande talento di Marc Jacobs ha deciso di lasciare il amrchio Louis Vuitton e ha messo in scena la sua ultima sfilata dopo ben 16 anni nei quali ha contribuito a farlo diventare un brand di planetaria importanza. La sua nuova collezione è perfetta per un mondo notturno di una città buia, sensualmente peccaminosa e un’atmosfera alla Folies Bergère e proprio per ricreare tale sensazione che la sfilata si è svolta nel cortile interno del Coeur Carrè del museo parigino del Louvre.Strane figure suggestive ruotano intorno ad una fontana zampillante, si tratta di splendidi uccelli-notturni, creature nascoste da tute di tulle ricamatissime con lussureggianti piumaggi e vere creste.
Si tratta di un vero show spettacolare come una sorta di musical, luci & ombre in contrapposizione, giacche femminili preziosissime come opulenti gioielli ed abbinati a jeans ricamati, voile, tulle e crèpe con colori prettamente neri, l’unica nota di colore è il blu del denim. La sfilata è stata una sorta di celebrazione dal senso di opaca melanconia, funebre e splendida, sontuosa e romantica, in cui è esploso nel suo fragore il talento teatrale fuori dall'ordinario con iil quale Marc Jacobs ha potuto creare sfilate di indimenticabile spettacolarità, anche grazie alle somme enormi messe a disposizone dall'aziend a francese. Elementi scenografici anche riferiti a sfilate passate sono stati re-mixati e ricomposti dando vita a un luogo magico una sorta di mondo interiore che è sia fine che nuovo inizio per Louis Vuitton.
Un contesto abitato da vedove vittoriane, regine e muse ispiratrici dagli abiti preziosi come costumi d'opera che sfilano in una penombra in cui solo piccoli bagliori notturni di ricami e cristalli, incastonati in alti diademi in piume di struzzo laccate di nero fanno luce. Jacobs dice addio con senso emotivo e magnifico, degno di un designer che adesso utilizzerà il suo magico talento nella sua nuova avventura personale.La collezione è preziosa e ricca di lusso con forme vintage ispirate all'epoca vittoriana e rielaborate in modo sontuoso. Corsetti grandemente decorati, abiti lunghi in geogette nera tempestati di cristalli neri, bustier in tulle ricamato e luccicante. Il tutto mescolato e delineato in modo moderno da un tocco street, che abbina a contrasto jeans e paillettes, pelle nera e chiffon, stile militare e ispirazione showgirl, biker jackets e piume di struzzo.Un vero coacervo di lusso ed eleganza sfacciata che lascia a bocca aperta.
Jimmy Choo.Quando il lusso è tutto.
di Carolina Serra
C'era grande attesa per le novità creative del marchio newyorkese.
Presentata a New York la nuovissima collezione Jimmy Choo per il 2014.Una collezione che si fonde su lusso e sensualità, ma senza tralasciare uno stile decisamente accattivante.Artefice del nuovo corso è Sandra Choi, nipote di Jimmy Choo, che lavora per il marchio dal 1989 ed è stata pochi mesi fa scelta come nuovo direttore creativo del brand e fin da subito ha dato il suo timbro e la sua nuova visione. Da subito si nota un tocco più casual al consueto glamour di Jimmy Choo, Choi si è posto lo scopo di attirare un pubblico più variegato e giovane e di dare una leggera svecchiata alla pur ottima formula del marchio. Jimmy Choo da sempre è stato emblema di lusso e ricchezza e grande era la curiosità nello scoprire le novità ed il vento di cambiamento del marchio. Dalla collezione intuiamo che caviglie e piedi sono scelti come nuove zone erotiche e l’attenzione è riposta su un décolleté a punta con tacco a spillo dalla forma perfetta ed impreziosite da cinturini che accarezzano la caviglia, ma anche su stivali in pelle stretch che in maniera aderente si appoggiano sulla pelle come fossero leggings.
Come non apprezzare i famosi tronchetti del marchio che lasciano intravedere la pelle complice un effetto rete. I materiali sono tantissimi e vanno dalla pelle glossy al coccodrillo fino al visone. Una vera esplosione poi da quest’anno per lo stile army, sia nei colori, sia nei dettagli come le particolari catene metalliche. Splendidi i dettagli ricercati come gli inserti di fiori in pelle color bronzo che creano un perfetto alone elegante che avvolge la caviglia. Jimmy Choo con questa collezione prova a sciogliere i freni di noi donne,a eliminare i limiti e ad perdere il controllo abbandonandoci al lusso e alla fantasia. La testimonial d’eccezione è stata Nicole Kidman, che da settimane invade le città con foto sensuali e femminili indossando il marchio, anche un videoclip ambientato in una scenografia jungle, che richiama le forme geometriche delle foglie sui sandali dai toni particolari. Nel modello Kallai invece c’è un vero trionfo di strass colorati incastonati tra le linee perfette ed eleganti del modello mentre in Damsei la nappa nera crea un gioco di fasce classico ma intramontabile.
Stupendi poi i sandali Thistle, che sembrano estivi ma possono essere usati sempre poiché facilmente accostabili su un vaporoso vestito nelle serate più chic. Il sandalo Lottie vive su meraviglioso gioco di colori che simulano spirali ipnotiche cosa simile anche sulla scarpa Tamber.Non solo scarpe per Jimmy Choo ma anche borse: clutch a busta laminate in oro metallizzato brillante; shoulder bag in pelle morbidissima con ganci a forma di manette, per un tocco fetish.Lo stile nuovo di Choi esplode anche sugli accessori ed è un bel vedere.Una collezione insomma ideata per ogni occasione e per tutti i tipi di donne, ancora una volta Jimmy Choo ha fatto centro.
Presentata a New York la nuovissima collezione Jimmy Choo per il 2014.Una collezione che si fonde su lusso e sensualità, ma senza tralasciare uno stile decisamente accattivante.Artefice del nuovo corso è Sandra Choi, nipote di Jimmy Choo, che lavora per il marchio dal 1989 ed è stata pochi mesi fa scelta come nuovo direttore creativo del brand e fin da subito ha dato il suo timbro e la sua nuova visione. Da subito si nota un tocco più casual al consueto glamour di Jimmy Choo, Choi si è posto lo scopo di attirare un pubblico più variegato e giovane e di dare una leggera svecchiata alla pur ottima formula del marchio. Jimmy Choo da sempre è stato emblema di lusso e ricchezza e grande era la curiosità nello scoprire le novità ed il vento di cambiamento del marchio. Dalla collezione intuiamo che caviglie e piedi sono scelti come nuove zone erotiche e l’attenzione è riposta su un décolleté a punta con tacco a spillo dalla forma perfetta ed impreziosite da cinturini che accarezzano la caviglia, ma anche su stivali in pelle stretch che in maniera aderente si appoggiano sulla pelle come fossero leggings.
Come non apprezzare i famosi tronchetti del marchio che lasciano intravedere la pelle complice un effetto rete. I materiali sono tantissimi e vanno dalla pelle glossy al coccodrillo fino al visone. Una vera esplosione poi da quest’anno per lo stile army, sia nei colori, sia nei dettagli come le particolari catene metalliche. Splendidi i dettagli ricercati come gli inserti di fiori in pelle color bronzo che creano un perfetto alone elegante che avvolge la caviglia. Jimmy Choo con questa collezione prova a sciogliere i freni di noi donne,a eliminare i limiti e ad perdere il controllo abbandonandoci al lusso e alla fantasia. La testimonial d’eccezione è stata Nicole Kidman, che da settimane invade le città con foto sensuali e femminili indossando il marchio, anche un videoclip ambientato in una scenografia jungle, che richiama le forme geometriche delle foglie sui sandali dai toni particolari. Nel modello Kallai invece c’è un vero trionfo di strass colorati incastonati tra le linee perfette ed eleganti del modello mentre in Damsei la nappa nera crea un gioco di fasce classico ma intramontabile.
Stupendi poi i sandali Thistle, che sembrano estivi ma possono essere usati sempre poiché facilmente accostabili su un vaporoso vestito nelle serate più chic. Il sandalo Lottie vive su meraviglioso gioco di colori che simulano spirali ipnotiche cosa simile anche sulla scarpa Tamber.Non solo scarpe per Jimmy Choo ma anche borse: clutch a busta laminate in oro metallizzato brillante; shoulder bag in pelle morbidissima con ganci a forma di manette, per un tocco fetish.Lo stile nuovo di Choi esplode anche sugli accessori ed è un bel vedere.Una collezione insomma ideata per ogni occasione e per tutti i tipi di donne, ancora una volta Jimmy Choo ha fatto centro.
Infinitamente Gucci.La nuova collezione.
di Carolina Serra
Sfilata Gucci.Ed esplodono lusso e bellezza.
Questa volta è il turno della nuova collezione Gucci per il 2014, una selezione di abiti dove l’Art Nouveau incontra lo sport wear e ne esce un mix davvero sorprendente. Tutti i meriti vanno alla talentuosa Frida Giannini,direttrice creativa del marchio che ha deciso di dare un effetto davvero marcato alla nuova collezione in modo da rispecchiare la sua anima. I risultati sono eccellenti con il plauso prolungato dei critici e di chi ammira. Del resto anche da altre sfilate, come Fendi e Kenzo,si erano intuiti alcuni nuovi sentori. Lo sporty-chic adesso è una vera tendenza che si ripropone sempre con grandissimo successo. In Gucci la particolarità è tutta rinchiusa nella ricchezza decorativa e nella lussuosità raffinata del tratto.
Con la sorpresa di un tocco floreale alla Erté, che moltiplica il peso di eleganza dei bermuda in seta e della blusa diafana di tulle. La trasparenza è il secondo elemento basilare della collezione, un argomento molto erotico quasi un atletismo decadente, per t-shirt morbide in camoscio tagliato al laser e tute in velo plissé. Infine una spruzzata di originalissimo giapponismo con sfumature decò: tante le giacche che si allacciano a vestaglia, come un sensuale kimono dall’aria veramente peccaminosa di rosso lacca, nero, violaceo, carnicino polveroso. Per la sera si vira su illuminanti bagliori di lurex e paillettes iridescenti, con generosi spacchi di pelle nuda che lasciano intravedere un corpo che esige sedurre.
La Giannini ha fatto centro e sorpreso dando vita ad una sfilata studiata e contemporanea dove il glamour e il lusso sono abbondanti ma senza ostentazione, abiti esaltati da linee rigorose e super clean,stoffe con cristalli dipinti a mano su mini abiti in pelle e stivali in pitone colorato stilizzati con dettagli leather con un animo romantico e femminile che non disdegna di rubare forme dal guardaroba maschile per imporsi in personalità estetica. La collezione Gucci 2014 è un impatto forte,le sue linee asciutte e geometriche, i tagli sartoriali e materiali di tradizione gentleman lasciano a bocca aperta e non fanno altro che confermare un marchio simbolo di lusso ed eleganza.
Questa volta è il turno della nuova collezione Gucci per il 2014, una selezione di abiti dove l’Art Nouveau incontra lo sport wear e ne esce un mix davvero sorprendente. Tutti i meriti vanno alla talentuosa Frida Giannini,direttrice creativa del marchio che ha deciso di dare un effetto davvero marcato alla nuova collezione in modo da rispecchiare la sua anima. I risultati sono eccellenti con il plauso prolungato dei critici e di chi ammira. Del resto anche da altre sfilate, come Fendi e Kenzo,si erano intuiti alcuni nuovi sentori. Lo sporty-chic adesso è una vera tendenza che si ripropone sempre con grandissimo successo. In Gucci la particolarità è tutta rinchiusa nella ricchezza decorativa e nella lussuosità raffinata del tratto.
Con la sorpresa di un tocco floreale alla Erté, che moltiplica il peso di eleganza dei bermuda in seta e della blusa diafana di tulle. La trasparenza è il secondo elemento basilare della collezione, un argomento molto erotico quasi un atletismo decadente, per t-shirt morbide in camoscio tagliato al laser e tute in velo plissé. Infine una spruzzata di originalissimo giapponismo con sfumature decò: tante le giacche che si allacciano a vestaglia, come un sensuale kimono dall’aria veramente peccaminosa di rosso lacca, nero, violaceo, carnicino polveroso. Per la sera si vira su illuminanti bagliori di lurex e paillettes iridescenti, con generosi spacchi di pelle nuda che lasciano intravedere un corpo che esige sedurre.
La Giannini ha fatto centro e sorpreso dando vita ad una sfilata studiata e contemporanea dove il glamour e il lusso sono abbondanti ma senza ostentazione, abiti esaltati da linee rigorose e super clean,stoffe con cristalli dipinti a mano su mini abiti in pelle e stivali in pitone colorato stilizzati con dettagli leather con un animo romantico e femminile che non disdegna di rubare forme dal guardaroba maschile per imporsi in personalità estetica. La collezione Gucci 2014 è un impatto forte,le sue linee asciutte e geometriche, i tagli sartoriali e materiali di tradizione gentleman lasciano a bocca aperta e non fanno altro che confermare un marchio simbolo di lusso ed eleganza.
Collezione Fendi e la moda si rivoluziona.
di Carolina Serra
Sfilata Fendi 2014.Cambiamenti firmati Lagerfield.
Fendi arriva a Milano Moda e lo fa alla sua maniera,con impatto ed eleganza senza fine.La sua sfilata invernale per il 2014 è un inno alla rivoluzione e la prima modella a calcare la scena è la top Cara Delevingne esibendo un mini Karl Lagerfeld in pelliccia, dall'aria vagamente punk, una specie di viaggio a metà tra un porte-bonheur e un mini totem. Nella sala adibita alla sfilata svolazzano droni firmati Google nell'aria per permettere di riprendere lo show in diretta da ogni angolazione immaginabile. E' davvero una nuova era per Fendi. I protagonisti di questo cambiamento sono Karl Lagerfiled e Silvia Venturini Fendi che decidono di ripartire dalle origini della maison per raggiungere il futuro.
L'ispirazione di tipo sport è la vera novità e diventa quasi gladiator, mentre la pelliccia, materiale simbolico sempre presente in casa Fendi, sceglie la versione più wild nell'immagine e nell'essenza con estreme lavorazioni. Abbondano pellicce selvagge in castoro, visone, cincilla e volpe che si ergono a inserti preziosi su tubini zippati o creste punk da mostrare fiere sulle spalle. Ma la rivoluzione di Lagerfeld non è solo in ciò ma prosegue senza fine. Il designer stravolge tutti i capi iconici della collezione tradizionale e ne dà una versione super lusso, un applauso va fatto ovviamente agli artigiani pellicciai dell'atelier romano.
Con Fendi il bomber si tramuta in vero abito lungo, la pelliccia viene usata a mo di varsity jacket, la felpa diventa molto preziosa in rete e cristalli, e l'intramontabile e classica stola abbandona il tipico coté borghese per sposare quello bondage. Grazie a Fendi si apre un nuovo capitolo della storia della moda dove il lusso si fonde con l'esclusività e il confine tra pret-a-porter e demi-couture si fa sempre sottile ed indefinito.La sfilata è un vero succeso di applausi e diventa una manifestazione che dimostra forza nei contenuti,un vero esempio di come è possibile sostenere l'intero made in Italy e nello specifico la filiera di alta qualità completa nei vari passaggi del meccanismo produttivo della moda.Un esempio di classe italiana davvero unico come se ne intravedono pochi nel mondo.
Fendi arriva a Milano Moda e lo fa alla sua maniera,con impatto ed eleganza senza fine.La sua sfilata invernale per il 2014 è un inno alla rivoluzione e la prima modella a calcare la scena è la top Cara Delevingne esibendo un mini Karl Lagerfeld in pelliccia, dall'aria vagamente punk, una specie di viaggio a metà tra un porte-bonheur e un mini totem. Nella sala adibita alla sfilata svolazzano droni firmati Google nell'aria per permettere di riprendere lo show in diretta da ogni angolazione immaginabile. E' davvero una nuova era per Fendi. I protagonisti di questo cambiamento sono Karl Lagerfiled e Silvia Venturini Fendi che decidono di ripartire dalle origini della maison per raggiungere il futuro.
L'ispirazione di tipo sport è la vera novità e diventa quasi gladiator, mentre la pelliccia, materiale simbolico sempre presente in casa Fendi, sceglie la versione più wild nell'immagine e nell'essenza con estreme lavorazioni. Abbondano pellicce selvagge in castoro, visone, cincilla e volpe che si ergono a inserti preziosi su tubini zippati o creste punk da mostrare fiere sulle spalle. Ma la rivoluzione di Lagerfeld non è solo in ciò ma prosegue senza fine. Il designer stravolge tutti i capi iconici della collezione tradizionale e ne dà una versione super lusso, un applauso va fatto ovviamente agli artigiani pellicciai dell'atelier romano.
Con Fendi il bomber si tramuta in vero abito lungo, la pelliccia viene usata a mo di varsity jacket, la felpa diventa molto preziosa in rete e cristalli, e l'intramontabile e classica stola abbandona il tipico coté borghese per sposare quello bondage. Grazie a Fendi si apre un nuovo capitolo della storia della moda dove il lusso si fonde con l'esclusività e il confine tra pret-a-porter e demi-couture si fa sempre sottile ed indefinito.La sfilata è un vero succeso di applausi e diventa una manifestazione che dimostra forza nei contenuti,un vero esempio di come è possibile sostenere l'intero made in Italy e nello specifico la filiera di alta qualità completa nei vari passaggi del meccanismo produttivo della moda.Un esempio di classe italiana davvero unico come se ne intravedono pochi nel mondo.
A New York l’intensa fotografia di Avedon.
di Carolina Serra
Celebrazione per un talento puro dell'arte visiva.
Dopo dieci anni dalla sua morte,la città di New York celebra l’arte fotografica di Richard Avedon, il fotografo che col suo talento cambiò la moda e la figura stessa di chi sta dietro l’obiettivo. L’ International Center of Photography di New York ha raccolto circa 200 tra le foto e i ritratti più intensi nella mostra “Avedon Fashion 1944-2014”. Mediante un vero viaggio sull’esibizione estetica l’artista ci rivela come abbia stravolto ogni regola nel mondo della moda, creando veri luna park, circhi e universi di colori sui set fotografici, portando novità vere in un ambiente fermo. Avedon ha sorpreso tutti nei suoi anni immortalando modelle asiatiche e di colore quando nessun suo collega lo faceva, ha capovolto l’idea stessa di mannequin, trasformando il manichino in donna vera, che da movimento ed emozioni, che salta, piange e seduce.
Grazie a lui sono state lanciate bellezze raffinate come Twiggy, Lauren Hutton, Penelope Tree, bellezze non convenzionali che furono erette a vere icone di stile. Ma anche Dorian Leigh a Audrey Hepburn, furono valorizzate grazie al loro collo lungo e il viso ovale che Avedon amava ritrarre. Non solo grande fotografo di moda ma anche penetrante ritrattista, ha rappresentato uno dei simboli della fotografia moderna. Sorvolando la sua splendida tecnica e la sua naturale inclinazione alla soluzione creativa dei problemi compositivi, ben sintetizzati nelle sue inquadrature,Avedon riuscì grazie all’intensa capacità espressiva a far uscire le donne che ritraeva dal loro guscio stereotipato, per catturare intensi ritratti. La sua anima fortemente introspettiva è palese in molti suoi scatti. Nella sua vita Avedon si dedicò da giovanissimo alla fotografia artistica ma nel 1966 pur proseguendo come fotografo di moda, si dedicò anche a scatti artistici surreali,ritraendo immagini di pazienti in ospedali psichiatrici, documentando la lotta per i diritti civili negli Stati Uniti o dedicandosi anche a testimoniare la spinta sociale contro la guerra del Vietnam.In quegli anni Avedon fu poi scelto dai Beatles per realizzare due serie di ritratti,divenuti autentiche icone.
Il suo stile minimalista è autentico e celebre è la sua tecnica in cui la persona protagonista fissa intensamente al fotocamera con dietro quasi sempre uno sfondo bianco o chiaro per far risaltare i colori emanati dal soggetto ritratto. Avedon negli anni ottanta ha monopolizzato il Museum of Modern Art di New York ( MoMA ) con numerosi scatti anche dedicati ai corpi degli uomini erosi dalle malattie. Una peculiarità dello stile di Avedon erano le grandi dimensioni in cui produceva le sue stampe, che in alcuni casi superavano, nel lato più lungo, il metro. Davvero celebri furono le sue immagini di grande formato,aventi per soggetto pescatori, minatori e cowboy del Great American West, diventati dei veri bestseller e ancora oggi oggetto di mostre itineranti. Molte sue opere furono anche duramente criticate perchè mostravano a tutti alcuni aspetti di un’altra America, ben lontana dall’idea di paese ricco e patinato, tipico di quell’epoca. Avedon morì il 1 ° ottobre del 2004 a San Antonio e Los Angeles e New York spesso preparano mostre interamente dedicate al suo lavoro.
Dopo dieci anni dalla sua morte,la città di New York celebra l’arte fotografica di Richard Avedon, il fotografo che col suo talento cambiò la moda e la figura stessa di chi sta dietro l’obiettivo. L’ International Center of Photography di New York ha raccolto circa 200 tra le foto e i ritratti più intensi nella mostra “Avedon Fashion 1944-2014”. Mediante un vero viaggio sull’esibizione estetica l’artista ci rivela come abbia stravolto ogni regola nel mondo della moda, creando veri luna park, circhi e universi di colori sui set fotografici, portando novità vere in un ambiente fermo. Avedon ha sorpreso tutti nei suoi anni immortalando modelle asiatiche e di colore quando nessun suo collega lo faceva, ha capovolto l’idea stessa di mannequin, trasformando il manichino in donna vera, che da movimento ed emozioni, che salta, piange e seduce.
Grazie a lui sono state lanciate bellezze raffinate come Twiggy, Lauren Hutton, Penelope Tree, bellezze non convenzionali che furono erette a vere icone di stile. Ma anche Dorian Leigh a Audrey Hepburn, furono valorizzate grazie al loro collo lungo e il viso ovale che Avedon amava ritrarre. Non solo grande fotografo di moda ma anche penetrante ritrattista, ha rappresentato uno dei simboli della fotografia moderna. Sorvolando la sua splendida tecnica e la sua naturale inclinazione alla soluzione creativa dei problemi compositivi, ben sintetizzati nelle sue inquadrature,Avedon riuscì grazie all’intensa capacità espressiva a far uscire le donne che ritraeva dal loro guscio stereotipato, per catturare intensi ritratti. La sua anima fortemente introspettiva è palese in molti suoi scatti. Nella sua vita Avedon si dedicò da giovanissimo alla fotografia artistica ma nel 1966 pur proseguendo come fotografo di moda, si dedicò anche a scatti artistici surreali,ritraendo immagini di pazienti in ospedali psichiatrici, documentando la lotta per i diritti civili negli Stati Uniti o dedicandosi anche a testimoniare la spinta sociale contro la guerra del Vietnam.In quegli anni Avedon fu poi scelto dai Beatles per realizzare due serie di ritratti,divenuti autentiche icone.
Il suo stile minimalista è autentico e celebre è la sua tecnica in cui la persona protagonista fissa intensamente al fotocamera con dietro quasi sempre uno sfondo bianco o chiaro per far risaltare i colori emanati dal soggetto ritratto. Avedon negli anni ottanta ha monopolizzato il Museum of Modern Art di New York ( MoMA ) con numerosi scatti anche dedicati ai corpi degli uomini erosi dalle malattie. Una peculiarità dello stile di Avedon erano le grandi dimensioni in cui produceva le sue stampe, che in alcuni casi superavano, nel lato più lungo, il metro. Davvero celebri furono le sue immagini di grande formato,aventi per soggetto pescatori, minatori e cowboy del Great American West, diventati dei veri bestseller e ancora oggi oggetto di mostre itineranti. Molte sue opere furono anche duramente criticate perchè mostravano a tutti alcuni aspetti di un’altra America, ben lontana dall’idea di paese ricco e patinato, tipico di quell’epoca. Avedon morì il 1 ° ottobre del 2004 a San Antonio e Los Angeles e New York spesso preparano mostre interamente dedicate al suo lavoro.
A Los Angeles si celebra von Fürstenberg.
di Carolina Serra
Mostra evento in California su un mito della moda mondiale.
Al County Museum of Art di Los Angeles si celebra lo splendore negli abiti di Diane von Fürstenberg,la stilista che per decenni ha dato un impulso unico all'universo della moda. In rassegna a Los Angeles fino al 1 maggio ci sarà la mostra intitolata Journey of a dress.Non una semplice esposizione ma una galleria che ci spiega il lungo percorso dai Settanta ad oggi, attraverso abiti, opere d'arte e contributi di grandi personaggi come Andy Warhol e Helmut Newton, e ovviamente le immancabili fotografie. Impossibile non rimanere estasiati dalle foto di una giovanissima Diane modella di Vogue nel 1970, o da quelle tratte da una scena di Taxi Driver o del nuovissimo film American Hustle, dove la protagonista indossa molti abiti della stilista.
L’arte di Diane von Fürstenberg, che fu anche musa e collezionista, è sempre stato unica e premiata in tutto il mondo nei quarantanni di attività. La celebrazione accade con l'evoluzione di un abito iconico che, partendo dalla versione in jersey, ha cambiato le regole della moda.Un vestito sempre semplice che sta bene a tutti e che è stato indossato da migliaia di donne e attrici. Declinato in mille colori e mille fantasie , il wrap dress rimane un capo che slancia dona classe infinita,utile per qualsiasi occasione.Passeggiando nell'esposizione veniamo avvolti dall'eleganza innata di Diane. All’opening della mostra c'è stata una grande sfilata di stars sia della moda che del cinema.
Erano presenti il direttore di Vogue Anna Wintour, Demi Moore, Tobey Maguire, Gwyneth Paltrow, Paris Hilton, Marisa Tomei, Alexandra Richards, Rosario Dawson, Moby e Uma Thurman.Ma nonostante i tanti vip la diva incontrastata era sempre lei, Diane von Fürstenberg, che, con un sorriso ancora ammaliante ha sottolineato che i suoi abiti hanno sempre tentato di dare sicurezza alle donne,donando libertà e indipendenza.Un monito dichiarato per tutte noi: essere la donna che ci sentiamo realmente di essere,senza finzioni e senza filtri.Solo così la bellezza sarà parte di noi.
Al County Museum of Art di Los Angeles si celebra lo splendore negli abiti di Diane von Fürstenberg,la stilista che per decenni ha dato un impulso unico all'universo della moda. In rassegna a Los Angeles fino al 1 maggio ci sarà la mostra intitolata Journey of a dress.Non una semplice esposizione ma una galleria che ci spiega il lungo percorso dai Settanta ad oggi, attraverso abiti, opere d'arte e contributi di grandi personaggi come Andy Warhol e Helmut Newton, e ovviamente le immancabili fotografie. Impossibile non rimanere estasiati dalle foto di una giovanissima Diane modella di Vogue nel 1970, o da quelle tratte da una scena di Taxi Driver o del nuovissimo film American Hustle, dove la protagonista indossa molti abiti della stilista.
L’arte di Diane von Fürstenberg, che fu anche musa e collezionista, è sempre stato unica e premiata in tutto il mondo nei quarantanni di attività. La celebrazione accade con l'evoluzione di un abito iconico che, partendo dalla versione in jersey, ha cambiato le regole della moda.Un vestito sempre semplice che sta bene a tutti e che è stato indossato da migliaia di donne e attrici. Declinato in mille colori e mille fantasie , il wrap dress rimane un capo che slancia dona classe infinita,utile per qualsiasi occasione.Passeggiando nell'esposizione veniamo avvolti dall'eleganza innata di Diane. All’opening della mostra c'è stata una grande sfilata di stars sia della moda che del cinema.
Erano presenti il direttore di Vogue Anna Wintour, Demi Moore, Tobey Maguire, Gwyneth Paltrow, Paris Hilton, Marisa Tomei, Alexandra Richards, Rosario Dawson, Moby e Uma Thurman.Ma nonostante i tanti vip la diva incontrastata era sempre lei, Diane von Fürstenberg, che, con un sorriso ancora ammaliante ha sottolineato che i suoi abiti hanno sempre tentato di dare sicurezza alle donne,donando libertà e indipendenza.Un monito dichiarato per tutte noi: essere la donna che ci sentiamo realmente di essere,senza finzioni e senza filtri.Solo così la bellezza sarà parte di noi.
Donne sensuali in camicia da uomo.
di Carolina Serra
Un nuovo e particolare must per il 2014.
Non si tratta di una vera e propria novità ma fa sempre il suo splendido effetto.La donna in camicia da uomo è pura sensualità,gioia per gli occhi dei nostri maschi.Un particolare che può davvero fare la differenza.Spesso alcune di noi compiono questo gesto in modo naturale quasi per non volersi mai staccare dal proprio uomo, rubare la camicia dal suo guardaroba può diventare un chiaro sintomo di amore per sentirlo sempre vicino. Indipendentemente da quello che sia il look del nostro lui: elegante o più sportivo, di ispirazione casual o quello perfetto per l'ufficio. L'importante è che la camicia sia indossata morbida e anche un pò oversize.
Negli ultimi mesi le maison di moda hanno declinato questa tendenza in modi vari e differenti.Tiriamo un pò le somme.Valentino delinea una camicia leziosa, allacciata da un fiocco e con uno scollo profondo; per Vionnet il collo deve essere maschile e si porta indossata allacciata, ma con un gioco di intrecci che la stringe in vita; Christian Dior elabora un vero chemisier; Gucci crea camicie stile uomo ma per noi donne con bordi decorati e pendenti preziosi anche volendo riempite di piccole borchie.In questa Primavera-Estate 2014, la camicia taglio maschile diventerà uno dei protagonisti assoluti del nostro guardaroba.
Ruches, fiocchi, volant, basta individuare ciò che ci piace e sbizzarrirci infilando le nostre camicie in aderentissime gonne a tubo, con shorts e gonne o per osare ancora di più portarle su un seno nudo.Insomma è chiaro che la prossima primavera saremo un pizzico più maschili, ma sempre sensuali.Le più chic inoltre possono anche utilizzare la versione smoking con pantaloni in pizzo e décolleté metallizzate.Lasciamo a casa i vestiti romantici e i disegni floreali. Con la camicia da uomo quindi l'effetto sexy è assicurato.
Non si tratta di una vera e propria novità ma fa sempre il suo splendido effetto.La donna in camicia da uomo è pura sensualità,gioia per gli occhi dei nostri maschi.Un particolare che può davvero fare la differenza.Spesso alcune di noi compiono questo gesto in modo naturale quasi per non volersi mai staccare dal proprio uomo, rubare la camicia dal suo guardaroba può diventare un chiaro sintomo di amore per sentirlo sempre vicino. Indipendentemente da quello che sia il look del nostro lui: elegante o più sportivo, di ispirazione casual o quello perfetto per l'ufficio. L'importante è che la camicia sia indossata morbida e anche un pò oversize.
Negli ultimi mesi le maison di moda hanno declinato questa tendenza in modi vari e differenti.Tiriamo un pò le somme.Valentino delinea una camicia leziosa, allacciata da un fiocco e con uno scollo profondo; per Vionnet il collo deve essere maschile e si porta indossata allacciata, ma con un gioco di intrecci che la stringe in vita; Christian Dior elabora un vero chemisier; Gucci crea camicie stile uomo ma per noi donne con bordi decorati e pendenti preziosi anche volendo riempite di piccole borchie.In questa Primavera-Estate 2014, la camicia taglio maschile diventerà uno dei protagonisti assoluti del nostro guardaroba.
Ruches, fiocchi, volant, basta individuare ciò che ci piace e sbizzarrirci infilando le nostre camicie in aderentissime gonne a tubo, con shorts e gonne o per osare ancora di più portarle su un seno nudo.Insomma è chiaro che la prossima primavera saremo un pizzico più maschili, ma sempre sensuali.Le più chic inoltre possono anche utilizzare la versione smoking con pantaloni in pizzo e décolleté metallizzate.Lasciamo a casa i vestiti romantici e i disegni floreali. Con la camicia da uomo quindi l'effetto sexy è assicurato.
La fotografia sex-pop di David Bailey.
di Carolina Serra
Personale celebrativa a Londra per il grande fotografo.
Londra e la National Gallery celebrano il mitico fotografo David Bailey con la personale dal titolo emblematico: Stardust,polvere di stelle.La mostra inizierà il 6 febbraio e durerà fino al 6 Giugno occupando l'intero primo piano del palazzo che ospita la galleria londinese. Non c'è da meravigliarsi perchè David Bailey in Inghilterra è un vero mito, amato, rispettato e possessore da alcuni anni anche del titolo di Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico, conferitogli per il suo impegno artistico.Per noi comuni mortali Bailey è un vero e proprio artista della fotografia,un simbolo vivente dell'arte visiva.L'inglese ancora oggi riesce ad affascinare e a far innamorare del suo punto di vista.
Celebrato sui giornali non soltanto per la grande capacità di artistica ma anche per l'avventurosa vita privata in particolare per il suo grande amore, la quarta moglie Catherine Dyer, modella e sua sposa dal 1988. Spesso la moglie è la musa di Bailey e infatti molte opere esposte alla National Portrait Gallery sono ad essa dedicate.Tornando alla mostra l'artista ha personalmente scelto le 300 foto in mostra scegliendole con grande cura. Le opere rappresentano molti elementi tipici della vita artistica come moda, cinema, musica, design, fino ai viaggi in Africa, in Australia e in India. Nei ritratti, sono presenti non solo modelle famose ma anche gente sconosciuta con espressioni uniche incontrate durante i suoi viaggi e gli stessi indigeni.
La mostra rende pubbliche anche alcune foto rare e poco conosciute di Bailey come The Box of Pin-Ups, ovvero una scatola contenete le immagini di personaggi celebri degli anni 60, e Bailey's Democracy, foto scattate nel periodo in cui l'artista si era impegnato su posizioni e ideologie anti-americane rappresentando i soggetti nudi. Inoltre saranno esposte anche nuove stampe elaborate dal fotografo appositamente per l'esibizione.Bailey in persona ha deciso di chiamare la mostra Stardust perchè come la polvere fatta di granelli le 300 foto esposte sono i granelli della sua vita di artista visionario.
Londra e la National Gallery celebrano il mitico fotografo David Bailey con la personale dal titolo emblematico: Stardust,polvere di stelle.La mostra inizierà il 6 febbraio e durerà fino al 6 Giugno occupando l'intero primo piano del palazzo che ospita la galleria londinese. Non c'è da meravigliarsi perchè David Bailey in Inghilterra è un vero mito, amato, rispettato e possessore da alcuni anni anche del titolo di Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico, conferitogli per il suo impegno artistico.Per noi comuni mortali Bailey è un vero e proprio artista della fotografia,un simbolo vivente dell'arte visiva.L'inglese ancora oggi riesce ad affascinare e a far innamorare del suo punto di vista.
Celebrato sui giornali non soltanto per la grande capacità di artistica ma anche per l'avventurosa vita privata in particolare per il suo grande amore, la quarta moglie Catherine Dyer, modella e sua sposa dal 1988. Spesso la moglie è la musa di Bailey e infatti molte opere esposte alla National Portrait Gallery sono ad essa dedicate.Tornando alla mostra l'artista ha personalmente scelto le 300 foto in mostra scegliendole con grande cura. Le opere rappresentano molti elementi tipici della vita artistica come moda, cinema, musica, design, fino ai viaggi in Africa, in Australia e in India. Nei ritratti, sono presenti non solo modelle famose ma anche gente sconosciuta con espressioni uniche incontrate durante i suoi viaggi e gli stessi indigeni.
La mostra rende pubbliche anche alcune foto rare e poco conosciute di Bailey come The Box of Pin-Ups, ovvero una scatola contenete le immagini di personaggi celebri degli anni 60, e Bailey's Democracy, foto scattate nel periodo in cui l'artista si era impegnato su posizioni e ideologie anti-americane rappresentando i soggetti nudi. Inoltre saranno esposte anche nuove stampe elaborate dal fotografo appositamente per l'esibizione.Bailey in persona ha deciso di chiamare la mostra Stardust perchè come la polvere fatta di granelli le 300 foto esposte sono i granelli della sua vita di artista visionario.
Scatti e visioni surreali con Inez e Vinoodh.
di Carolina Serra
La coppia di fotografi più eccentrica della moda.
I nomi di Inez Lamsweerde e Vinoodh Matadin ci dicono davvero poco,pochissimo.Ma le loro ultime foto esposte a New York hanno shockato e fatto innamorare molti.Il duo olandese già sul finire degli anni ottanta,dopo la morte del loro idolo e mentore Andy Warhol,dopo aver pianto lacrime copiose in suo ricordo decisero di unirsi e diventare la coppia più ammirata delle foto patinate dell'epoca.Vinoodh mollò la sua vecchia vita e lo stile troppo lineare e unendosi a Inez iniziò un percorso allucinato e perverso con la collega che divenne prima sua musa e poi sua consorte.Il loro sodalizio artistico dura da ventanni e insieme hanno fatto e interpretato quasi tutto e dato di recente anche alle stampe uno specifico libro illustrato dal titolo evocativo di Pretty Much Everything.
La loro arte visiva è apparsa su The Face,su Vogue,sempre con uno stile glamour e fortemente additivo; molti gli stilisti corsi da loro per dare impatto visionario alle loro collezioni,tra questi Saint Laurent,Chanel,Dior,Gucci,Balenciaga e Cavalli.Ciò che il duo da alla moda è chiaro: uno schizzo di surrealismo e una ventata di patina dadaista.Con loro la personalità del soggetto si annulla diventando effimera e artificiale,ne sa qualcosa la diva Lady Gaga diventata nell'ultimo periodo loro musa su varie riviste e magazine.La fotografia di Inez e Vinoodh è un ritratto che non rappresenta la realtà,ma la magia nascosta nel momento,il divertimento che si fonde con l'istante artistico.
Negli anni Madonna è stata spesso immortalata dai due in vari nudi che in realtà davano l'idea di purezza,vestiti quasi nascosti sotto la pelle.Molti i critici li adorano e li definiscono fotografi del meta-realismo,capaci di sopravvivere alla fine dell'epoca delle supermodelle e in grado di rinnovarsi sempre e in modo veloce ed integrale,alla Warhol che in fondo resta il loro indiscusso idolo espressivo.
I nomi di Inez Lamsweerde e Vinoodh Matadin ci dicono davvero poco,pochissimo.Ma le loro ultime foto esposte a New York hanno shockato e fatto innamorare molti.Il duo olandese già sul finire degli anni ottanta,dopo la morte del loro idolo e mentore Andy Warhol,dopo aver pianto lacrime copiose in suo ricordo decisero di unirsi e diventare la coppia più ammirata delle foto patinate dell'epoca.Vinoodh mollò la sua vecchia vita e lo stile troppo lineare e unendosi a Inez iniziò un percorso allucinato e perverso con la collega che divenne prima sua musa e poi sua consorte.Il loro sodalizio artistico dura da ventanni e insieme hanno fatto e interpretato quasi tutto e dato di recente anche alle stampe uno specifico libro illustrato dal titolo evocativo di Pretty Much Everything.
La loro arte visiva è apparsa su The Face,su Vogue,sempre con uno stile glamour e fortemente additivo; molti gli stilisti corsi da loro per dare impatto visionario alle loro collezioni,tra questi Saint Laurent,Chanel,Dior,Gucci,Balenciaga e Cavalli.Ciò che il duo da alla moda è chiaro: uno schizzo di surrealismo e una ventata di patina dadaista.Con loro la personalità del soggetto si annulla diventando effimera e artificiale,ne sa qualcosa la diva Lady Gaga diventata nell'ultimo periodo loro musa su varie riviste e magazine.La fotografia di Inez e Vinoodh è un ritratto che non rappresenta la realtà,ma la magia nascosta nel momento,il divertimento che si fonde con l'istante artistico.
Negli anni Madonna è stata spesso immortalata dai due in vari nudi che in realtà davano l'idea di purezza,vestiti quasi nascosti sotto la pelle.Molti i critici li adorano e li definiscono fotografi del meta-realismo,capaci di sopravvivere alla fine dell'epoca delle supermodelle e in grado di rinnovarsi sempre e in modo veloce ed integrale,alla Warhol che in fondo resta il loro indiscusso idolo espressivo.
Quest'anno nella moda domina il rosso.
di Carolina Serra
Un 2014 all'insegna del colore della passione.
Il rosso è un colore non banale,mai.Un colore non solo natalizio ma pieno di vita e allegria. Non solo regna sovrano nelle feste ma è una tonalità che di certo non manca mai nel guardaroba di ogni donna,soprattutto se si tratta di una donna forte e con personalità.Una forte miscela di sensualità e ardore capace di tramutare il look e conquistare. La stagione d'Inverno di questo 2014 lo vedrà protagonista,utilizzato in molti abbinamenti e mix forti; strumento di grande seduzione e fine legame per cappotti e vestiti da sera.La sua presenza rende raffinato e di sicuro impatto ogni abito,grande glamour per le conquiste soprattutto se ci riferiamo al tanto amato pizzo.
Possiamo accendere infatti le nostre notti coordinando ad un bel vestito o scarpe rosse anche un make up molto cool ed una biancheria intima rosso fuoco.Un vero total red con cui non passeremo inosservate.Le più superstiziose di noi avranno anche il loro simbolo di fortuna e successo almeno così impone la tradizione;anzi alcuni libri di alchimia affermano che il rosso caccia le forze negative ed attira quelle positive.Questo colore acceso e forte è non solo abbinabile negli abiti ma anche per gli accessori.Capodanno infatti è vicino e di certo non possiamo non portare addosso un piccolo segno di rosso: questa sarebbe secondo molti una tradizione del popolo cinese che amerebbe molto il rosso tanto da usarlo anche nelle feste nuziali.
I tradizionalisti più duri e puri invece ritengono che questa usanza sia di epoca romana quando per il Capodanno Romano si usava indossare stoffe rosse per buon augurio.Quando si pensa al colore rosso si pensa al cuore, alla passione e alla fertilità.Se crediamo o meno nelle superstizioni poco importa,il rosso,sia esso acceso o più tenue,porpora o pompeiano è un colore cui non si può rinunciare ed infatti quest'anno domina le passerelle di molti marchi come Valentino,Prada e Gucci.
Il rosso è un colore non banale,mai.Un colore non solo natalizio ma pieno di vita e allegria. Non solo regna sovrano nelle feste ma è una tonalità che di certo non manca mai nel guardaroba di ogni donna,soprattutto se si tratta di una donna forte e con personalità.Una forte miscela di sensualità e ardore capace di tramutare il look e conquistare. La stagione d'Inverno di questo 2014 lo vedrà protagonista,utilizzato in molti abbinamenti e mix forti; strumento di grande seduzione e fine legame per cappotti e vestiti da sera.La sua presenza rende raffinato e di sicuro impatto ogni abito,grande glamour per le conquiste soprattutto se ci riferiamo al tanto amato pizzo.
Possiamo accendere infatti le nostre notti coordinando ad un bel vestito o scarpe rosse anche un make up molto cool ed una biancheria intima rosso fuoco.Un vero total red con cui non passeremo inosservate.Le più superstiziose di noi avranno anche il loro simbolo di fortuna e successo almeno così impone la tradizione;anzi alcuni libri di alchimia affermano che il rosso caccia le forze negative ed attira quelle positive.Questo colore acceso e forte è non solo abbinabile negli abiti ma anche per gli accessori.Capodanno infatti è vicino e di certo non possiamo non portare addosso un piccolo segno di rosso: questa sarebbe secondo molti una tradizione del popolo cinese che amerebbe molto il rosso tanto da usarlo anche nelle feste nuziali.
I tradizionalisti più duri e puri invece ritengono che questa usanza sia di epoca romana quando per il Capodanno Romano si usava indossare stoffe rosse per buon augurio.Quando si pensa al colore rosso si pensa al cuore, alla passione e alla fertilità.Se crediamo o meno nelle superstizioni poco importa,il rosso,sia esso acceso o più tenue,porpora o pompeiano è un colore cui non si può rinunciare ed infatti quest'anno domina le passerelle di molti marchi come Valentino,Prada e Gucci.
Il fetish come non lo è mai stato.
di Carolina Serra
La fotografa olandese reinventa con audacia il fetish style.
Ellen von Unwerth non è una semplice fotografa.Le sue opere sono vive,dense di emozioni;ecco,creatrice di emozioni istantanee questa forse è la locuzione più giusta per catalogarla anche se ogni tipo di categoria per un'artista del genere è troppo rigida e fuori luogo.La sua fotografia è dinamica e fresca e questi elementi l'hanno in pochi anni resa celebre ed apprezzata. Da giovane grazie alla bellezza del viso e del corpo svolge la professione di modella e dopo quindicianni di carriera la abbandona per immettersi nel mondo della fotografia. Componente basilare del suo stile e della sua formazione artistica è proprio la sua precedente vita da modella.Dopo molti anni trascorsi a guardare da vicino le manie e le tecniche dei fotografi che la ritraevano,lei stessa, ha fatto tesoro della sua esperienza da indossatrice,del suo essere donna che deve recitare un ruolo e creare un personaggio a cui dare vita nelle foto.
Le sue foto in questi anni sono state e sono pubblicate sulle più note riviste di moda: Vogue, Vanity Fair, Interview, The Face e ha raggiunto un livello tale di maturità tecnica da diventare oggetto di una specifica mostra a tema.L'ispirazione della mostra deriva dagli innumerevoli viaggi,dalle donne viste nei club underground di Tokyo e di Londra dove molto diffuso è il tema di cui tratta la sua mostra,ovvero il bondage e il feticismo.In particolare quello caratterizzato dall'indossare maschere a forma di animali invece del solito latex.In questo modo l'universo erotico femminile si popola di conigli e uccelli,rettili e giaguari in gabbia,resi immortali dall'obiettivo in pose maliziose e proibite.La sua esposizione personale prende il nome di Little Beast, è stata inaugurata a Parigi lo scorso 29 Ottobre e sarà itinerante fino a Gennaio.
Per la fotografa olandese la sensualità è un discorso fra donne,donne che vengono ritratte bellissime e ironiche, vestite in lingerie e orecchie da conigli. Predominano i colori del bianco e del nero e si mixano col brillante del flash; il risultato sono foto sexy, in cui la femminilità riesce ad essere innocente e sensuale al tempo stesso.Un vero miracolo di stile.
Ellen von Unwerth non è una semplice fotografa.Le sue opere sono vive,dense di emozioni;ecco,creatrice di emozioni istantanee questa forse è la locuzione più giusta per catalogarla anche se ogni tipo di categoria per un'artista del genere è troppo rigida e fuori luogo.La sua fotografia è dinamica e fresca e questi elementi l'hanno in pochi anni resa celebre ed apprezzata. Da giovane grazie alla bellezza del viso e del corpo svolge la professione di modella e dopo quindicianni di carriera la abbandona per immettersi nel mondo della fotografia. Componente basilare del suo stile e della sua formazione artistica è proprio la sua precedente vita da modella.Dopo molti anni trascorsi a guardare da vicino le manie e le tecniche dei fotografi che la ritraevano,lei stessa, ha fatto tesoro della sua esperienza da indossatrice,del suo essere donna che deve recitare un ruolo e creare un personaggio a cui dare vita nelle foto.
Le sue foto in questi anni sono state e sono pubblicate sulle più note riviste di moda: Vogue, Vanity Fair, Interview, The Face e ha raggiunto un livello tale di maturità tecnica da diventare oggetto di una specifica mostra a tema.L'ispirazione della mostra deriva dagli innumerevoli viaggi,dalle donne viste nei club underground di Tokyo e di Londra dove molto diffuso è il tema di cui tratta la sua mostra,ovvero il bondage e il feticismo.In particolare quello caratterizzato dall'indossare maschere a forma di animali invece del solito latex.In questo modo l'universo erotico femminile si popola di conigli e uccelli,rettili e giaguari in gabbia,resi immortali dall'obiettivo in pose maliziose e proibite.La sua esposizione personale prende il nome di Little Beast, è stata inaugurata a Parigi lo scorso 29 Ottobre e sarà itinerante fino a Gennaio.
Per la fotografa olandese la sensualità è un discorso fra donne,donne che vengono ritratte bellissime e ironiche, vestite in lingerie e orecchie da conigli. Predominano i colori del bianco e del nero e si mixano col brillante del flash; il risultato sono foto sexy, in cui la femminilità riesce ad essere innocente e sensuale al tempo stesso.Un vero miracolo di stile.
Pomellato presenta Nudo.Il suo profumo.
di Carolina Serra
Il marchio italiano adesso si lancia nel settore profumi.
La casa di gioelleria Pomellato ha presentato una particolare collezione che riempie la donna di oggi con ricche gemme e luci preziose e soprattutto abbinata per la prima volta a dei profumi specifici.La prima essenza col marchio Pomellato sarà presente sul mercato da questo Natale e si presenterà come una specie di espansione della ricercatezza e della personalità della griffe,rifacendosi ai suoi stessi gioielli,allegri ma raffinati.Il profumo è nato dalla stretta collaborazione con ICR frutto di uno specifico contratto partnership che sarà lungo cinque anni.ICR è un marchio famoso che collabora con molti brand nel settore profumi,basti pensare a Gai Mattiolo,Trussardi e Ferrè.
La fragranza Pomellato sarà denominata “Nudo” e non è un nome a caso,è infatti il nome del brillante più famoso della casa milanese: l’anello Pomellato Nudo, il più amato, ricco di record di vendita e di fantasie e colorazioni e sarà presentato al pubblico in tre variazioni di essenza: “Amber”, “Blue” e “Rose”.Le tre varianti sono ricollegabili ai gusti di tutti e soddisfano le particolarità di tutti i fan di Pomellato.Ad esempio l'essenza “Amber”, è molto fiorita, dal nucleo di gelsomino, e si rifarrà ad una femminilità molto sensuale, quasi mediorientale; “Blue”, si basa sulle tonalità dell’Iris, esprimerà l’eleganza europea mentre “Rose”, si ricollega alla dolce e incontaminata purezza della rosa, sarà più romantica e asiatica.
Tutte queste essenze sono dedicate ad una donna contemporanea e sofisticata, in maniera del tutto particolare ed eccentrica.La campagna pubblicitaria che partirà a breve avrà come testimonial d'eccezione la bella attrice italiana Tea Falco, protagonista del film “Io e te” di Bernardo Bertolucci, e sarà fotografata dall'artista Michel Comte.Attendiamo con ansia di provare la nuova fragranza gioiello di Pomellato,curiose come non mai.
La casa di gioelleria Pomellato ha presentato una particolare collezione che riempie la donna di oggi con ricche gemme e luci preziose e soprattutto abbinata per la prima volta a dei profumi specifici.La prima essenza col marchio Pomellato sarà presente sul mercato da questo Natale e si presenterà come una specie di espansione della ricercatezza e della personalità della griffe,rifacendosi ai suoi stessi gioielli,allegri ma raffinati.Il profumo è nato dalla stretta collaborazione con ICR frutto di uno specifico contratto partnership che sarà lungo cinque anni.ICR è un marchio famoso che collabora con molti brand nel settore profumi,basti pensare a Gai Mattiolo,Trussardi e Ferrè.
La fragranza Pomellato sarà denominata “Nudo” e non è un nome a caso,è infatti il nome del brillante più famoso della casa milanese: l’anello Pomellato Nudo, il più amato, ricco di record di vendita e di fantasie e colorazioni e sarà presentato al pubblico in tre variazioni di essenza: “Amber”, “Blue” e “Rose”.Le tre varianti sono ricollegabili ai gusti di tutti e soddisfano le particolarità di tutti i fan di Pomellato.Ad esempio l'essenza “Amber”, è molto fiorita, dal nucleo di gelsomino, e si rifarrà ad una femminilità molto sensuale, quasi mediorientale; “Blue”, si basa sulle tonalità dell’Iris, esprimerà l’eleganza europea mentre “Rose”, si ricollega alla dolce e incontaminata purezza della rosa, sarà più romantica e asiatica.
Tutte queste essenze sono dedicate ad una donna contemporanea e sofisticata, in maniera del tutto particolare ed eccentrica.La campagna pubblicitaria che partirà a breve avrà come testimonial d'eccezione la bella attrice italiana Tea Falco, protagonista del film “Io e te” di Bernardo Bertolucci, e sarà fotografata dall'artista Michel Comte.Attendiamo con ansia di provare la nuova fragranza gioiello di Pomellato,curiose come non mai.
Gucci.Nuova collezione bags per il 2014.
di Carolina Serra
Arrivano le nuove borse firmate dal marchio italiano.
Gucci ha presentato di recente i suoi nuovi modelli della collezione invernale dedicata alle borse,una collezione 2014 radicalmente nuova e rivoluzionaria rispetto alle precedenti.Una linea di spessore ed eleganza dedicata alla donna forte e consapevole,che fa dell'essere sofisticata il proprio credo.Inoltre la maison decide anche di interpretare in chiave moderna alcuni classici del suo repertorio,divenuti vere icone di stile. La collezione bags 2014 di Gucci è dominata da elementi in pelle opaca o verniciata,in pelle di rettile o con la classica stampa giaguaro, che diverrà sicuramente un must della nuova linea per l'inverno 2013-2014.Se la collezione primavera-estate aveva visto il trionfo di stampe e colori, per la prossima stagione la casa del lusso vira su uno stile dove l’eleganza e la raffinatezza delle forme e dei modelli si adatta all'innegabile bellezza e pregio delle materie usate.
Handbag, monospalla, hobo, shopper, pochette, tracolla: tanti sono i modelli creati da usare in vari momenti della giornata.E a dire il vero anche altri marchi come Prada e D&G hanno seguito le direttive partite da Gucci per ciò che attiene alla collezione borse.Punta di diamante sarà la handbag Nice proposta sia in pelle verniciata con stampa Guccissima sia opaca, in nero, beige e in una splendida forma con rosso laccato.Viene riutilizzato il celebre manico in bambù come nei modelli Lady Lock, presente sia in blu, che arancio o bordeaux in tinta unita o in quelli must have della stagione in pitone, oppure nella figura a trapezio o in quella rettangolare.Molto particolare con un'anima urban chic è poi la borsa Soho in pelle metallizzata in argento e oro, presente anche nella versione più classica in beige, marrone e nero o nella versione più strong con stampa pitone in verde o in colori shocking, dal rosa al verde acido.
Bellezza,comodità e capienza sono poi le caratteristiche del modello Bree, tipica borsa da giorno molto particolare nella versione in pelle gialla.Come detto Gucci reinterpreta anche i suoi pezzi simbolo: le shopping bag diventano più ampie per soddisfare il bisogno di spazio delle donne di oggi ma mantengono una luce fashion con il colore in tre gradazioni di rosa molto femminili, mentre le borsette a spalla in vernice si ergono ad accessorio fondamentale per una sera raffinata e chic. Attenzione poi anche alle uniche pochette in pelle o in camoscio, in un classico e raffinato nero o in stampa pitonate. Come sempre, stile ed eleganza firmate Gucci.
Gucci ha presentato di recente i suoi nuovi modelli della collezione invernale dedicata alle borse,una collezione 2014 radicalmente nuova e rivoluzionaria rispetto alle precedenti.Una linea di spessore ed eleganza dedicata alla donna forte e consapevole,che fa dell'essere sofisticata il proprio credo.Inoltre la maison decide anche di interpretare in chiave moderna alcuni classici del suo repertorio,divenuti vere icone di stile. La collezione bags 2014 di Gucci è dominata da elementi in pelle opaca o verniciata,in pelle di rettile o con la classica stampa giaguaro, che diverrà sicuramente un must della nuova linea per l'inverno 2013-2014.Se la collezione primavera-estate aveva visto il trionfo di stampe e colori, per la prossima stagione la casa del lusso vira su uno stile dove l’eleganza e la raffinatezza delle forme e dei modelli si adatta all'innegabile bellezza e pregio delle materie usate.
Handbag, monospalla, hobo, shopper, pochette, tracolla: tanti sono i modelli creati da usare in vari momenti della giornata.E a dire il vero anche altri marchi come Prada e D&G hanno seguito le direttive partite da Gucci per ciò che attiene alla collezione borse.Punta di diamante sarà la handbag Nice proposta sia in pelle verniciata con stampa Guccissima sia opaca, in nero, beige e in una splendida forma con rosso laccato.Viene riutilizzato il celebre manico in bambù come nei modelli Lady Lock, presente sia in blu, che arancio o bordeaux in tinta unita o in quelli must have della stagione in pitone, oppure nella figura a trapezio o in quella rettangolare.Molto particolare con un'anima urban chic è poi la borsa Soho in pelle metallizzata in argento e oro, presente anche nella versione più classica in beige, marrone e nero o nella versione più strong con stampa pitone in verde o in colori shocking, dal rosa al verde acido.
Bellezza,comodità e capienza sono poi le caratteristiche del modello Bree, tipica borsa da giorno molto particolare nella versione in pelle gialla.Come detto Gucci reinterpreta anche i suoi pezzi simbolo: le shopping bag diventano più ampie per soddisfare il bisogno di spazio delle donne di oggi ma mantengono una luce fashion con il colore in tre gradazioni di rosa molto femminili, mentre le borsette a spalla in vernice si ergono ad accessorio fondamentale per una sera raffinata e chic. Attenzione poi anche alle uniche pochette in pelle o in camoscio, in un classico e raffinato nero o in stampa pitonate. Come sempre, stile ed eleganza firmate Gucci.
La bellezza femminile nell'arte di Man Ray.
di Carolina Serra
Un fotografo,un visionario.La fotografia diventa emozione forte.
A Milano presso la room centrale della Fondazione Marconi dal 7 Gennaio 2014 verrà inaugurata una esposizione particolare e di carattere.Si intitola Man Ray Models,una selezione di originali fotografie artistiche scattate dal fotografo Man Ray,88 scatti intensi e moderni di corpi di donne,sensuali e eleganti.Man Ray fu un artista dinamico ed eclettico,portatore di novità notevoli nell'ambiente e da molti stimato come una delle principali novità del ventesimo secolo.Amico e collaboratore di grandi artisti come Mirò,Picasso,Duchamp e Picabia,ritrasse con la sua macchina donne stupende e affascinanti,allora come oggi. Donne eteree,spesso selvagge,intense e spiazzanti,ma anche africane ed esotiche,soprattutto nel periodo parigino.
Modelle dell'epoca diventate famose come Alice Ernestine Prin, regina di Montparnasse o la scultrice Meret Elizabeth Oppenheim. Come dimenticare la meravigliosa modella Natasha, poi eletta sua musa ispiratrice ed assistente,oppure la bellezza di Lee Miller,senza scordare gli occhi cerulei di Nusch, moglie del poeta Paul Eluard, e di Juliet Brown,sua moglie,sposata in età ormai avanzata.Insomma è un'esposizione che evidenzia il senso intimo e molto biografico delle foto che verrà anche fato oggetto di un libro,una sorta di Album fotografico edito da Rizzoli.
C'è molto mistero su alcune foto,di cui non si conosce nè il periodo nè le donne ritratte,tra queste la foto di una ragazza che apre la rassegna.Essa però ha un'immagine iconografica,unica che rappresenta al meglio il concetto della mostra: la ragazza ha capelli raccolti,corpo nudo e sguardo duro,quasi di sfida.La foto che chiude l'esposizione invece ritrae Ady Fidélin, e fu scattata sulla spiaggia di Saint Tropez.Lo stile di Man Ray è unico e simbolico,cercare l'attimo che fugge ed immortalarlo nella sua essenza intima; l'artista si dedicò anche alla pittura e ai film sperimentali.Tutto sempre incentrato sulla donna e sul cogliere l'anima della bellezza femminile,come una sorta di omaggio ad un miracolo eterno.
A Milano presso la room centrale della Fondazione Marconi dal 7 Gennaio 2014 verrà inaugurata una esposizione particolare e di carattere.Si intitola Man Ray Models,una selezione di originali fotografie artistiche scattate dal fotografo Man Ray,88 scatti intensi e moderni di corpi di donne,sensuali e eleganti.Man Ray fu un artista dinamico ed eclettico,portatore di novità notevoli nell'ambiente e da molti stimato come una delle principali novità del ventesimo secolo.Amico e collaboratore di grandi artisti come Mirò,Picasso,Duchamp e Picabia,ritrasse con la sua macchina donne stupende e affascinanti,allora come oggi. Donne eteree,spesso selvagge,intense e spiazzanti,ma anche africane ed esotiche,soprattutto nel periodo parigino.
Modelle dell'epoca diventate famose come Alice Ernestine Prin, regina di Montparnasse o la scultrice Meret Elizabeth Oppenheim. Come dimenticare la meravigliosa modella Natasha, poi eletta sua musa ispiratrice ed assistente,oppure la bellezza di Lee Miller,senza scordare gli occhi cerulei di Nusch, moglie del poeta Paul Eluard, e di Juliet Brown,sua moglie,sposata in età ormai avanzata.Insomma è un'esposizione che evidenzia il senso intimo e molto biografico delle foto che verrà anche fato oggetto di un libro,una sorta di Album fotografico edito da Rizzoli.
C'è molto mistero su alcune foto,di cui non si conosce nè il periodo nè le donne ritratte,tra queste la foto di una ragazza che apre la rassegna.Essa però ha un'immagine iconografica,unica che rappresenta al meglio il concetto della mostra: la ragazza ha capelli raccolti,corpo nudo e sguardo duro,quasi di sfida.La foto che chiude l'esposizione invece ritrae Ady Fidélin, e fu scattata sulla spiaggia di Saint Tropez.Lo stile di Man Ray è unico e simbolico,cercare l'attimo che fugge ed immortalarlo nella sua essenza intima; l'artista si dedicò anche alla pittura e ai film sperimentali.Tutto sempre incentrato sulla donna e sul cogliere l'anima della bellezza femminile,come una sorta di omaggio ad un miracolo eterno.
La moda sexy e rock di Gwen Stefani.
di Carolina Serra
La cantante americana stupisce con le sue collezioni moda.
Gwen Stefani è una vera icona globale.Cantante affermata,front carismatica del gruppo pop-ska dei No Doubt ha da sempre mostrato una forte poliedricità artistica ed espressiva che si è concretizzata,non solo in uno stile musicale sempre nuovo e fresco ma anche in altri settori,in primis la moda.Da 4 anni infatti Gwen ha creato un proprio marchio di moda chiamato L.A.M.B con collezioni eccentriche ed originali soprattutto a prezzi bassi per attirare principalmente l'universo adolescenziale.Quest'anno la collezione L.A.M.B. è nuovissima,davvero rivoluzionata sotto le direttive della cantante ed in collaborazione con i suoi nuovi partner della Manhattan International Trade.La collezione come detto ha prezzi molto accessibili che variano dai 30 ai 350 euro ed è un vero mix globale che miscela giacche, jeans slim con inserti leopardati ma anche colori molto pop tipo il viola elettrico, il rosso e il giallo.
Gwen spesso presenzia alle sfilate inaugurali del suo brand e lo ha fatto anche alla recente Fashion Week a New York dove è salita in passerella alla fine per prendersi gli applausi insieme al piccolo figlio Kingston di 12 anni.Ritornando alla collezione L.A.M.B 2013 Gwen ha stupito molto con abiti dallo stile hippy e capi coloratissimi,con stampe fantasiose etniche e tribali, ricche di colori solari e perfetti per giorno e sera.La gamma degli accessori sembra infinita,eccentrica,multicolor e leopardata,molto curati in ogni particolarità.Anche la scenografia della sfilata è stata splendida ed elegante senza rinunciare al suo tipico stile pop.La collezione ha inoltre spiazzato gli addetti soprattutto quando si è trattato di rielaborare abiti con linee classiche in chiave school girl.Mini-gonne di pizzo e merletti, shorts, giacche in pelle e coprispalla morbidi.Lo stile di L.A.M.B. è come l'anima della sua creatrice,pura e rockettara fino al profondo.Spesso ricorre come stampa preferita il pied-de-poule mentre il colore dominante è il rosso ed il giallo,colori caldi e forti come la stessa Gwen.
Nello specifico la linea L.A.M.B è formata da diverse componenti cui è stato dato il nome dello stile dei vari outfit cui si ispirano ad esempio Soldier Women per lo stile militare, Rastafari, Glamour e altri ancora.Spazio infine a vestiti più morbidi come tailleur e mantelle, abiti di seta e bustier, anche Gwen ha sfilato a metà show con addosso una sexy tunica tigrata aderente in vita e legata con una cintura in pelle nera.La nuova linea si chiamerà “Over & Over A-Gwen” e sarà disponibile da gennaio 2014,insieme ai nuovissimi smalti in stile punk creati in collaborazione con la OPI dai colori forti come il rosso,l'oro,l'argento,il nero e laccati di cristalli Swarovski.
Gwen Stefani è una vera icona globale.Cantante affermata,front carismatica del gruppo pop-ska dei No Doubt ha da sempre mostrato una forte poliedricità artistica ed espressiva che si è concretizzata,non solo in uno stile musicale sempre nuovo e fresco ma anche in altri settori,in primis la moda.Da 4 anni infatti Gwen ha creato un proprio marchio di moda chiamato L.A.M.B con collezioni eccentriche ed originali soprattutto a prezzi bassi per attirare principalmente l'universo adolescenziale.Quest'anno la collezione L.A.M.B. è nuovissima,davvero rivoluzionata sotto le direttive della cantante ed in collaborazione con i suoi nuovi partner della Manhattan International Trade.La collezione come detto ha prezzi molto accessibili che variano dai 30 ai 350 euro ed è un vero mix globale che miscela giacche, jeans slim con inserti leopardati ma anche colori molto pop tipo il viola elettrico, il rosso e il giallo.
Gwen spesso presenzia alle sfilate inaugurali del suo brand e lo ha fatto anche alla recente Fashion Week a New York dove è salita in passerella alla fine per prendersi gli applausi insieme al piccolo figlio Kingston di 12 anni.Ritornando alla collezione L.A.M.B 2013 Gwen ha stupito molto con abiti dallo stile hippy e capi coloratissimi,con stampe fantasiose etniche e tribali, ricche di colori solari e perfetti per giorno e sera.La gamma degli accessori sembra infinita,eccentrica,multicolor e leopardata,molto curati in ogni particolarità.Anche la scenografia della sfilata è stata splendida ed elegante senza rinunciare al suo tipico stile pop.La collezione ha inoltre spiazzato gli addetti soprattutto quando si è trattato di rielaborare abiti con linee classiche in chiave school girl.Mini-gonne di pizzo e merletti, shorts, giacche in pelle e coprispalla morbidi.Lo stile di L.A.M.B. è come l'anima della sua creatrice,pura e rockettara fino al profondo.Spesso ricorre come stampa preferita il pied-de-poule mentre il colore dominante è il rosso ed il giallo,colori caldi e forti come la stessa Gwen.
Nello specifico la linea L.A.M.B è formata da diverse componenti cui è stato dato il nome dello stile dei vari outfit cui si ispirano ad esempio Soldier Women per lo stile militare, Rastafari, Glamour e altri ancora.Spazio infine a vestiti più morbidi come tailleur e mantelle, abiti di seta e bustier, anche Gwen ha sfilato a metà show con addosso una sexy tunica tigrata aderente in vita e legata con una cintura in pelle nera.La nuova linea si chiamerà “Over & Over A-Gwen” e sarà disponibile da gennaio 2014,insieme ai nuovissimi smalti in stile punk creati in collaborazione con la OPI dai colori forti come il rosso,l'oro,l'argento,il nero e laccati di cristalli Swarovski.
A New York la sensualità di Victoria's Secret.
di Carolina Serra
Serata Fashion Style per gli angeli della lingerie.
Ieri New York ha festeggiato un'icona della moda intimo,parliamo di Victoria's Secret che nello sfavillante contesto del Lexington Avenue Armory ha fatto esibire i suoi meravigliosi Angeli.Le modelle più note del marchio americano hanno dato vita ad una sensuale sfilata in sexy lingerie, accompagnate inoltre dalla performance live della cantante country-pop Taylor Swift , special guest dell'evento. Il gruppo delle fantastiche modelle era quasi al completo: c'era Adriana Lima, Alessandra Ambrosio, Cara Delevingne, Karlie Kloss, Joan Smalls, Lily Aldridge.
C'erano anche Lily Donaldson, Erin Heatherton, Jessica Hart, Hilary Rhoda, Constance Jablonski, Doutzen Kroes, e Candice Swanepoel, che ha avuto l'onore di indossare il 'Royal Fantasy Bra', il lussuoso reggiseno dal fantasmagorico valore di 10 milioni di dollari creato dalla mano visionaria del gioielliere Mouawad in esclusiva per la casa di moda di intimo.La star fra le modelle assente era l'eterea Miranda Kerr, che però secondo voci di corridoio avrebbe rescisso il suomilionario contratto con il brand per motivi personali. Dopo la sfilata, gli ospiti hanno proseguito nei festeggiamenti all'esclusivo after-show party.
La sfilata comunque merita una menzione specifica poichè aldilà delle bellezze protagoniste molto bella era la scenografia incentrata su ambienti paradisiaci dallo stile però sempre eccentrico e iperprovocante.Nel palco delle ospiti c'erano molte celebrities come Hally Barry,Jennifer Lopez e Eva Mendes con abiti elegantissimi e con minigonne vertiginose e luccicanti, ma che a confronto con la sexy lingerie degli angeli sembravo abiti casti.Tutto pur di celebrare un marchio che ha fatto e fa la storia dell'abbigliamento intimo mondiale.
Ieri New York ha festeggiato un'icona della moda intimo,parliamo di Victoria's Secret che nello sfavillante contesto del Lexington Avenue Armory ha fatto esibire i suoi meravigliosi Angeli.Le modelle più note del marchio americano hanno dato vita ad una sensuale sfilata in sexy lingerie, accompagnate inoltre dalla performance live della cantante country-pop Taylor Swift , special guest dell'evento. Il gruppo delle fantastiche modelle era quasi al completo: c'era Adriana Lima, Alessandra Ambrosio, Cara Delevingne, Karlie Kloss, Joan Smalls, Lily Aldridge.
C'erano anche Lily Donaldson, Erin Heatherton, Jessica Hart, Hilary Rhoda, Constance Jablonski, Doutzen Kroes, e Candice Swanepoel, che ha avuto l'onore di indossare il 'Royal Fantasy Bra', il lussuoso reggiseno dal fantasmagorico valore di 10 milioni di dollari creato dalla mano visionaria del gioielliere Mouawad in esclusiva per la casa di moda di intimo.La star fra le modelle assente era l'eterea Miranda Kerr, che però secondo voci di corridoio avrebbe rescisso il suomilionario contratto con il brand per motivi personali. Dopo la sfilata, gli ospiti hanno proseguito nei festeggiamenti all'esclusivo after-show party.
La sfilata comunque merita una menzione specifica poichè aldilà delle bellezze protagoniste molto bella era la scenografia incentrata su ambienti paradisiaci dallo stile però sempre eccentrico e iperprovocante.Nel palco delle ospiti c'erano molte celebrities come Hally Barry,Jennifer Lopez e Eva Mendes con abiti elegantissimi e con minigonne vertiginose e luccicanti, ma che a confronto con la sexy lingerie degli angeli sembravo abiti casti.Tutto pur di celebrare un marchio che ha fatto e fa la storia dell'abbigliamento intimo mondiale.
Burberry e Givenchy.Arriva la linea bags.
di Carolina Serra
I due marchi del lusso aprono la stagione autunno-inverno.
Givenchy è una maison che fa dell'eleganza mista all'eccentricità il proprio emblema di moda.Dopo la Lucrezia Bag,accessorio del 2013 che continua a spopolare sulle celebrities più glamour di Hollywood, adesso per il nuovo 2014 Givenchy by Riccardo Tisci ha deciso di lanciare una nuova collezione unisex, la LC. Si tratta di una particolare linea ispirata originariamente proprio alla suddetta borsa icona, in versione mannish, ma che al suo interno prevede anche borse da weekend, ventiquattrore, valigette, tote bag e clutch. In nappa e vitello.Lae caratteristiche sono linee minimal e pulite ma grande eccentricità per le stampe - floreali o camouflage - o nei contrasti black and white. Vere e proprie divagazioni intervallate da toni monocrome che virano sui colori accesi del rosso e dell'arancio.Spazio centrale anche alle applicazioni.
Si inizia infatti con quelle in pelle che decorano le bags verticalmente e che rivestono gli angoli delle borse. Fino ad arrivare alle famigerate borchie, che,anche se non gradite da tutti, si mostrano con discrezione.La collezione LC arriverà nelle boutique Givenchy di tutto il mondo e in partocolari punti vendita a partire da dicembre 2013.
Un discorso diverso vale invece per un altro marchio del lusso,anch'esso pronto ad immettersi con prepotenza sul mercato.Parliamo di Burberry,il lusso in stile british,raffinato e sobrio che ammalia anche nella collezione di borse per l’autunno-inverno 2013/2014. I modelli che forse diverranno icona si ispirano alla valigeria vintage e diventano ancora più preziosi con inserti di tessuti e materiali dedicati alla celebrazione dei mesi più freddi dell’anno. Particolarissime decorazioni metalliche, inserti in pelliccia, stampe animalier e rettile, colori e grafiche geometriche rendono le borse Burberry un vero simbolo di eleganza in fatto di stile. La collezione possiede e spettacolarizza fin da subito una forte creatività della griffe che parte dalla propria tradizione per poi evolversi veloce in linea con le tendenze di oggi.
Givenchy è una maison che fa dell'eleganza mista all'eccentricità il proprio emblema di moda.Dopo la Lucrezia Bag,accessorio del 2013 che continua a spopolare sulle celebrities più glamour di Hollywood, adesso per il nuovo 2014 Givenchy by Riccardo Tisci ha deciso di lanciare una nuova collezione unisex, la LC. Si tratta di una particolare linea ispirata originariamente proprio alla suddetta borsa icona, in versione mannish, ma che al suo interno prevede anche borse da weekend, ventiquattrore, valigette, tote bag e clutch. In nappa e vitello.Lae caratteristiche sono linee minimal e pulite ma grande eccentricità per le stampe - floreali o camouflage - o nei contrasti black and white. Vere e proprie divagazioni intervallate da toni monocrome che virano sui colori accesi del rosso e dell'arancio.Spazio centrale anche alle applicazioni.
Si inizia infatti con quelle in pelle che decorano le bags verticalmente e che rivestono gli angoli delle borse. Fino ad arrivare alle famigerate borchie, che,anche se non gradite da tutti, si mostrano con discrezione.La collezione LC arriverà nelle boutique Givenchy di tutto il mondo e in partocolari punti vendita a partire da dicembre 2013.
Un discorso diverso vale invece per un altro marchio del lusso,anch'esso pronto ad immettersi con prepotenza sul mercato.Parliamo di Burberry,il lusso in stile british,raffinato e sobrio che ammalia anche nella collezione di borse per l’autunno-inverno 2013/2014. I modelli che forse diverranno icona si ispirano alla valigeria vintage e diventano ancora più preziosi con inserti di tessuti e materiali dedicati alla celebrazione dei mesi più freddi dell’anno. Particolarissime decorazioni metalliche, inserti in pelliccia, stampe animalier e rettile, colori e grafiche geometriche rendono le borse Burberry un vero simbolo di eleganza in fatto di stile. La collezione possiede e spettacolarizza fin da subito una forte creatività della griffe che parte dalla propria tradizione per poi evolversi veloce in linea con le tendenze di oggi.
A New York si celebra Jean Paul Gaultier.
di Carolina Serra
Una mostra itinerante unica dedicata allo stilista francese.
Finalmente inizia,partendo da New York il “ Fashion World of Jean Paul Gaultier: From the Sidewalk to the Catwalk”, una vera e propria mostra internazionale itinerante che celebra il rivoluzionario e raffinato stile dello stilista Jean Paul Gaultier.Una mostra di ben 140 abiti di haute couture e prêt-à-porter, creati dal marchio francese negli ultimi 40 anni.Saranno esposti dapprima al Brooklyn Museum, poi sarà la volta di Manhattan e Boston; lo scopo è raccontare l’evoluzione dello stilista che fin dai primi anni della sua carriera ha mostrato grande attenzione per la bellezza e la varietà culturale del mondo ispirandosi ad essi per disegnare le proprie creazioni.La mostra sarà anche multimediale e ci farà scoprire le influenze dell’estetica di Jean Paul Gaultier narrandoci la sua storia a partire dagli esordi, dalle strade di Parigi, quando iniziò a lavorare come designer nel 1970.
La rassegna sarà strutturata su ben otto temi di partenza che saranno poi sviluppati con proiezioni video in alta definizione, abiti indossati da manichini personalizzati con facce interattive, accessori, bozzetti, costumi di scena e scatti di fotografi di moda e di artisti contemporanei che hanno collaborato o che collaborano ancora con lo splendido universo di Gaultier.Un mondo poetico, giocoso e trasformista,grazie ad esso lo stilista francese da sempre crea una moda d’avanguardia, spesso essenza di una sfida sociale ai codici estetici tradizionali.Una piccola scommessa è anche la location scelta per l’evento: non la solita ed abusata Grande Mela ma bensì il quartiere di Brooklyn, che sfida Manhattan a colpi d’arte, con un’antologia a tuttotondo curata da Thierry – direttore del MMFA che renderà pubblici sia i feticci dell’infanzia del designer, come un orsacchiotto e una foto di sua nonna, sia oggetti cult come le celebri coppe a punta disegnate per Madonna negli anni ottanta fino ad arrivare agli abiti mai resi pubblici e per l'occasione indossati dal modello androgino Andrej Pejic.
“The Fashion World di Jean Paul Gaultier”,dopo la sosta newyorkese proseguirà il suo percorso fino all'Inghilterra al Barbican di Londra, a partire dal prossimo aprile e si vocifera che in estate potrebbe giungere anche a Milano.Non si tratta come detto di una semplice esposizione, ma la dimostrazione che anche i musei possono tramutarsi in una vera forma di ispirazione per un mondo della moda più vivo e perennemente dinamico.
Finalmente inizia,partendo da New York il “ Fashion World of Jean Paul Gaultier: From the Sidewalk to the Catwalk”, una vera e propria mostra internazionale itinerante che celebra il rivoluzionario e raffinato stile dello stilista Jean Paul Gaultier.Una mostra di ben 140 abiti di haute couture e prêt-à-porter, creati dal marchio francese negli ultimi 40 anni.Saranno esposti dapprima al Brooklyn Museum, poi sarà la volta di Manhattan e Boston; lo scopo è raccontare l’evoluzione dello stilista che fin dai primi anni della sua carriera ha mostrato grande attenzione per la bellezza e la varietà culturale del mondo ispirandosi ad essi per disegnare le proprie creazioni.La mostra sarà anche multimediale e ci farà scoprire le influenze dell’estetica di Jean Paul Gaultier narrandoci la sua storia a partire dagli esordi, dalle strade di Parigi, quando iniziò a lavorare come designer nel 1970.
La rassegna sarà strutturata su ben otto temi di partenza che saranno poi sviluppati con proiezioni video in alta definizione, abiti indossati da manichini personalizzati con facce interattive, accessori, bozzetti, costumi di scena e scatti di fotografi di moda e di artisti contemporanei che hanno collaborato o che collaborano ancora con lo splendido universo di Gaultier.Un mondo poetico, giocoso e trasformista,grazie ad esso lo stilista francese da sempre crea una moda d’avanguardia, spesso essenza di una sfida sociale ai codici estetici tradizionali.Una piccola scommessa è anche la location scelta per l’evento: non la solita ed abusata Grande Mela ma bensì il quartiere di Brooklyn, che sfida Manhattan a colpi d’arte, con un’antologia a tuttotondo curata da Thierry – direttore del MMFA che renderà pubblici sia i feticci dell’infanzia del designer, come un orsacchiotto e una foto di sua nonna, sia oggetti cult come le celebri coppe a punta disegnate per Madonna negli anni ottanta fino ad arrivare agli abiti mai resi pubblici e per l'occasione indossati dal modello androgino Andrej Pejic.
“The Fashion World di Jean Paul Gaultier”,dopo la sosta newyorkese proseguirà il suo percorso fino all'Inghilterra al Barbican di Londra, a partire dal prossimo aprile e si vocifera che in estate potrebbe giungere anche a Milano.Non si tratta come detto di una semplice esposizione, ma la dimostrazione che anche i musei possono tramutarsi in una vera forma di ispirazione per un mondo della moda più vivo e perennemente dinamico.
Dior si fonde con l'arte pop di Warhol.
di Carolina Serra
La maison francese inaugura una collezione particolarissima.
Dior è un marchio,un emblema del lusso e della moda.Ma di recente sta battendo altre e particolari strade,una di queste è la gamma degli accessori d’artista,elementi che si pongono in una via di mezzo fra moda e Pop Art.Una delle novità di questo 2013 è “Andy”, la serie di borse limited edition della collezione Autunno- Inverno di Christian Dior, disegnata da Raf Simons, la borsa è ideata come una sorta di particolare omaggio plateale all’iconico Andy Warhol.Un discorso particolare poi riguarda le scarpe,anzi la nuova scarpa Dior,con alto profilo, rigorosamente con tacco a spillo, che viene proposto in versione dorata, nera e a fiori azzurri, elaborando sopra le pochette e sulla classica Lady Dior un effetto di auto-ironia pop che tramuta velocemente le borse cult in un vero e proprio dettaglio di classe.
Questa sorta di fusione fra arte e moda, fusione sintetizzata in una vera collezione pret-a-porter unica, è stato possibile grazie alla cooperazione con la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, la Fondazione Andy Warhol per le arti visive.Lo stile semplice e lineare dello stilista americano infatti è perfetto per fondersi con la ricercatezza dei disegni dell’artista, riprodotti sulle borse con lavorazioni speciali, tra cui serigrafie a foglia d’oro e argento ed applicazioni in vernice o silicone su pelle.Attenzione rivolta da Dior non solo alla Pop Art, il direttore creativo della maison allarga la collaborazione e la fusione di cui sopra anche con altri aspetti di arte e moda su tutta la collezione, ripercorrendo metaforicamente il percorso del suo maestro Christian Dior, la cui attività lavorativa partì proprio come gallerista, esponendo opere di Dalì, Giacometti e Max Ernst.
Altre eccentricità sono gli orecchini che diventano unghie, gli occhi sono anelli ed i gatti neri,che infatti sono un simbolo frequente del Surrealismo, si insinuano in tutta la collezione invernale.Uno stile lussureggiante che certamente soddisfarrà gli occhi di tutte le amanti del bello, della moda e dell’arte.Una unione particolare dove probabilmente anche Andy Warhol avrebbe partecipato con interesse ed entusiasmo.
Dior è un marchio,un emblema del lusso e della moda.Ma di recente sta battendo altre e particolari strade,una di queste è la gamma degli accessori d’artista,elementi che si pongono in una via di mezzo fra moda e Pop Art.Una delle novità di questo 2013 è “Andy”, la serie di borse limited edition della collezione Autunno- Inverno di Christian Dior, disegnata da Raf Simons, la borsa è ideata come una sorta di particolare omaggio plateale all’iconico Andy Warhol.Un discorso particolare poi riguarda le scarpe,anzi la nuova scarpa Dior,con alto profilo, rigorosamente con tacco a spillo, che viene proposto in versione dorata, nera e a fiori azzurri, elaborando sopra le pochette e sulla classica Lady Dior un effetto di auto-ironia pop che tramuta velocemente le borse cult in un vero e proprio dettaglio di classe.
Questa sorta di fusione fra arte e moda, fusione sintetizzata in una vera collezione pret-a-porter unica, è stato possibile grazie alla cooperazione con la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, la Fondazione Andy Warhol per le arti visive.Lo stile semplice e lineare dello stilista americano infatti è perfetto per fondersi con la ricercatezza dei disegni dell’artista, riprodotti sulle borse con lavorazioni speciali, tra cui serigrafie a foglia d’oro e argento ed applicazioni in vernice o silicone su pelle.Attenzione rivolta da Dior non solo alla Pop Art, il direttore creativo della maison allarga la collaborazione e la fusione di cui sopra anche con altri aspetti di arte e moda su tutta la collezione, ripercorrendo metaforicamente il percorso del suo maestro Christian Dior, la cui attività lavorativa partì proprio come gallerista, esponendo opere di Dalì, Giacometti e Max Ernst.
Altre eccentricità sono gli orecchini che diventano unghie, gli occhi sono anelli ed i gatti neri,che infatti sono un simbolo frequente del Surrealismo, si insinuano in tutta la collezione invernale.Uno stile lussureggiante che certamente soddisfarrà gli occhi di tutte le amanti del bello, della moda e dell’arte.Una unione particolare dove probabilmente anche Andy Warhol avrebbe partecipato con interesse ed entusiasmo.
Tornano di moda gli splendidi anni '50.
di Carolina Serra
La moda fifties torna a farla da padrona.
Raffinati vestiti a tubino, colletti bon ton, mezzi tacchi a spillo e mini cardiga.Sono ritornati i meravigliosi anni Cinquanta! Anni eleganti,affidabili e rassicuranti i Fifties stanno ora riconquistando i nostri guardaroba e le nostre case, dalla moda al design fino ad arrivare ovviamente a giornali e cinema. Le passerelle (ed anche i parterre delle sfilate) ce lo mostrano chiaramente: vita sottile, gonne ampie, busto fasciato e spalle non troppo scoperte sono i must di una moda che non sembra mai diventare vecchia. Un vero modello di femminilità fatto di tagli e linee, evidenziati all’epoca da grandi stilisti come Dior e Balenciaga, che oggi invece si reinventano miscelnadosi con fantasie di stagione, tessuti innovativi e maxi bijoux.Mentre da un lato gli anni 60 erano stati rivoluzionari, e i 70 hippie, gli 80 esibizionisti ed i 90 un po’ grunge (sciatti), gli anni 50 furono anni rassicuranti, uno stile ideale in un periodo come questo, dove pochisisme sono le nostre certezze.Da Milano a Parigi, da New York a Londra è una vera Fifties-mania.
In Inghilterra,a Londra, dal 20 al 24 novembre ci sarà infatti il più grande festival di burlesque al mondo (londonburlesquefest.com): un vero ritorno dello stile pin up che torna a fare di nuovo tendenza. Anche il design non poteva restare escluso dalla macchina del tempo. Ikea ha rieditato due pezzi storici dell’epoca, una bergère più attuale che mai ed il primo coffee table venduto in pacco piatto. Nei negozi più moderni poi spiccano invece oggetti per la casa di Giò Ponti, al quale Molteni & C. dall’anno scorso ha dedicato delle specifiche serie celebrative, o semplicemente pezzi vintage che ritornano in vita per dare un tocco di unicità a loft ed open space. Infine Fifties anche su grande e piccolo schermo.
In tv arrivano le riedizioni impeccabili di Masters of Sex (in onda su Showtime), al cinema verso dicembre o gennaio uscirà invece il tanto discusso film sulla vita di Grace Kelly, interpretata da una splendida Nicole Kidman.In tema artistico museale poi dal 10 ottobre Villa Necchi Campiglio ospiterà a Milano una mostra dedicata a Jole Veneziani. In America invece da maggio 2014, il Met di New York esporrà gli abiti straordinari del couturier americano Charles James.Insomma, basta darsi un’occhiata intorno per accorgersi che gli anni ’50, il decennio d’oro della moda non è mai davvero finito.
Raffinati vestiti a tubino, colletti bon ton, mezzi tacchi a spillo e mini cardiga.Sono ritornati i meravigliosi anni Cinquanta! Anni eleganti,affidabili e rassicuranti i Fifties stanno ora riconquistando i nostri guardaroba e le nostre case, dalla moda al design fino ad arrivare ovviamente a giornali e cinema. Le passerelle (ed anche i parterre delle sfilate) ce lo mostrano chiaramente: vita sottile, gonne ampie, busto fasciato e spalle non troppo scoperte sono i must di una moda che non sembra mai diventare vecchia. Un vero modello di femminilità fatto di tagli e linee, evidenziati all’epoca da grandi stilisti come Dior e Balenciaga, che oggi invece si reinventano miscelnadosi con fantasie di stagione, tessuti innovativi e maxi bijoux.Mentre da un lato gli anni 60 erano stati rivoluzionari, e i 70 hippie, gli 80 esibizionisti ed i 90 un po’ grunge (sciatti), gli anni 50 furono anni rassicuranti, uno stile ideale in un periodo come questo, dove pochisisme sono le nostre certezze.Da Milano a Parigi, da New York a Londra è una vera Fifties-mania.
In Inghilterra,a Londra, dal 20 al 24 novembre ci sarà infatti il più grande festival di burlesque al mondo (londonburlesquefest.com): un vero ritorno dello stile pin up che torna a fare di nuovo tendenza. Anche il design non poteva restare escluso dalla macchina del tempo. Ikea ha rieditato due pezzi storici dell’epoca, una bergère più attuale che mai ed il primo coffee table venduto in pacco piatto. Nei negozi più moderni poi spiccano invece oggetti per la casa di Giò Ponti, al quale Molteni & C. dall’anno scorso ha dedicato delle specifiche serie celebrative, o semplicemente pezzi vintage che ritornano in vita per dare un tocco di unicità a loft ed open space. Infine Fifties anche su grande e piccolo schermo.
In tv arrivano le riedizioni impeccabili di Masters of Sex (in onda su Showtime), al cinema verso dicembre o gennaio uscirà invece il tanto discusso film sulla vita di Grace Kelly, interpretata da una splendida Nicole Kidman.In tema artistico museale poi dal 10 ottobre Villa Necchi Campiglio ospiterà a Milano una mostra dedicata a Jole Veneziani. In America invece da maggio 2014, il Met di New York esporrà gli abiti straordinari del couturier americano Charles James.Insomma, basta darsi un’occhiata intorno per accorgersi che gli anni ’50, il decennio d’oro della moda non è mai davvero finito.
Fashion.Un secolo di fotografia e moda.
di Carolina Serra
Milano celebra chi rivoluzionò la moda.
Trasformare una semplice rivista di moda in un'opera d'arte.Questo è stato fin dagli inizi lo scopo di Edward Steichen,scopo che fu imposto ovviamente ad Edna Woodman Chase, la prima capo redattrice di Vogue America.Una vera rivoluzione che fu da subito applicata da Condé Nast e dal suo gruppo di lavoro, non solo alla moda, ma alla fotografia in generale da quando, nel 1909, rilevò la celeberrima testata di moda Vogue. Da quel giorno in poi raccontare la moda in immagini significherà nello specifico dare spazio ai grandi autori della fotografia internazionale e alle loro libere interpretazioni.Edward Steichen è stato uno dei primi grandi autori a scattare per Vogue, ad iniziare la sfida e a non curarsi di chi lo accusava di essersi svenduto per la moda.
Da quei primi coraggiosi passi, tante cose sono cambiate e ora la fotografia di moda non deve più purificarsi e giusitificarsi ma ha una suo valenza artistica di forte impatto; il tutto grazie al talento e alla tecnica dei suoi rappresentanti, oggi ci troviamo dinanzi ad un vero linguaggio artistico di formidabile forza e influenza visiva.Per rendere omaggio a questo genere della fotografia e celebrare i grandi artisti dell'epoca a Milano si è tenuta,grazie alla Fondazione Forma di Milano, una meravilgiosa esposizione di scatti,a cura di Nathalie Herschdorfer, che raccoglievano una straordinaria selezione di immagini provenienti dagli archivi Condé Nast di New York, Parigi, Londra e Milano.La mostra rappresenta un'occasione unica per raccontare, attraverso opere fotografiche preziose e rare, la storia della fotografia di moda, dalle sue origini fino ai giorni d'oggi.
In mostra oltre agli scatti di autori eterni come Cecil Beaton, Man Ray, Edward Steichen, Horst P. Horst, quelli di artisti moderni e contemporanei come Helmut Newton, Mario Testino, Paolo Roversi, Peter Lindbergh, Tim Walker, Erwin Blumenfeld, David Bailey, Guy Bourdin, Sølve Sundsbø e tanti altri.Una vera festa delle immagini in moda per evidenziare l'enorme apporto artistico che questi grandi autori hanno dato e continuano a dare al fashion system.
Trasformare una semplice rivista di moda in un'opera d'arte.Questo è stato fin dagli inizi lo scopo di Edward Steichen,scopo che fu imposto ovviamente ad Edna Woodman Chase, la prima capo redattrice di Vogue America.Una vera rivoluzione che fu da subito applicata da Condé Nast e dal suo gruppo di lavoro, non solo alla moda, ma alla fotografia in generale da quando, nel 1909, rilevò la celeberrima testata di moda Vogue. Da quel giorno in poi raccontare la moda in immagini significherà nello specifico dare spazio ai grandi autori della fotografia internazionale e alle loro libere interpretazioni.Edward Steichen è stato uno dei primi grandi autori a scattare per Vogue, ad iniziare la sfida e a non curarsi di chi lo accusava di essersi svenduto per la moda.
Da quei primi coraggiosi passi, tante cose sono cambiate e ora la fotografia di moda non deve più purificarsi e giusitificarsi ma ha una suo valenza artistica di forte impatto; il tutto grazie al talento e alla tecnica dei suoi rappresentanti, oggi ci troviamo dinanzi ad un vero linguaggio artistico di formidabile forza e influenza visiva.Per rendere omaggio a questo genere della fotografia e celebrare i grandi artisti dell'epoca a Milano si è tenuta,grazie alla Fondazione Forma di Milano, una meravilgiosa esposizione di scatti,a cura di Nathalie Herschdorfer, che raccoglievano una straordinaria selezione di immagini provenienti dagli archivi Condé Nast di New York, Parigi, Londra e Milano.La mostra rappresenta un'occasione unica per raccontare, attraverso opere fotografiche preziose e rare, la storia della fotografia di moda, dalle sue origini fino ai giorni d'oggi.
In mostra oltre agli scatti di autori eterni come Cecil Beaton, Man Ray, Edward Steichen, Horst P. Horst, quelli di artisti moderni e contemporanei come Helmut Newton, Mario Testino, Paolo Roversi, Peter Lindbergh, Tim Walker, Erwin Blumenfeld, David Bailey, Guy Bourdin, Sølve Sundsbø e tanti altri.Una vera festa delle immagini in moda per evidenziare l'enorme apporto artistico che questi grandi autori hanno dato e continuano a dare al fashion system.
Ecco i colori per l'autunno 2013.
di Carolina Serra
Novità e sorprese per la nuova stagione
L'autunno è davvero alle porte e quest'anno sarà l'anno del bianco, rosso e nero. Questi saranno i tre colori chiave per la stagione che si appresta ad arrivare. Lasciate alle spalle le passerelle milanesi con l'anteprima della spring/summer 2014, è tempo ora di concentrarci su come rinnovare il nostro armadio in vista della stagione fredda.Rosso come la passione, rosso intenso come il fuoco, rosso il colore delle feste che ci trasmette calore ed allegria. Il rosso viene quindi sviluppato in tutte le sue sfumature, il colore della seduzione è pronto a riscaldare tailleur, abiti bon ton, abiti da sera e cappotti per un effetto davvero raffinato, elegante ed assolutamente glamour.Rosso da solo o da abbinare al nero, un altro must di stagione. Quest'anno si passa dall'immancabile total black per una perfetta dark lady, oppure accostato su materiali differenti, dalla vernice alla seta, dalla pelle alle trasparenze.
Un reale tocco di classe immortale, da portare anche per tutta la giornata, ideale dal mattino alla sera.Chi di noi donne invece adora i contrasti, impossibile non optare per la tentazione del black & white. Possiamo infatti spingerci o verso i classici pied de poule, jacquard, tweed o stampe geometriche oppure verso l’optical non importa. L’alternativa dei due colori primari sullo stesso vestito o nello stesso outfit ci darà davvero un look con un tocco deciso, raffinato e determinato.La sera poi è magia e quindi il must dei must di stagione è lo stile “diva”, basato su pizzo, oro, cristalli e jais che vanno a rendere preziose le scollature di aderenti vestiti da sera o a tempestare eleganti abiti in chiffon, seta, raso, georgette o velluto.Per il giorno invece molte case di moda consigliano il tartan. Ebbene sì, lo scozzese simbolo dei clan ritorna fortissimo alla ribalta su cappotti, chemisier, mantelle, caban e,in casi estremi anche i famosi kilt.
Un modo trendy e retrò destinato a ravvivare camicette in chiffon.Infine non deve mancare di certo nel nostro guardaroba di stagione la maglia passe-partout. Che sia crochet, ricamo, maglia, pizzo, dovrà essere sempre e comunque morbida in lana, il “fatto a mano” sta diventando una vera e propria mania. Diventa ideale per abiti e cardigan donando un effetto country oppure grazie ad accessori un puro stile neo hippie.
L'autunno è davvero alle porte e quest'anno sarà l'anno del bianco, rosso e nero. Questi saranno i tre colori chiave per la stagione che si appresta ad arrivare. Lasciate alle spalle le passerelle milanesi con l'anteprima della spring/summer 2014, è tempo ora di concentrarci su come rinnovare il nostro armadio in vista della stagione fredda.Rosso come la passione, rosso intenso come il fuoco, rosso il colore delle feste che ci trasmette calore ed allegria. Il rosso viene quindi sviluppato in tutte le sue sfumature, il colore della seduzione è pronto a riscaldare tailleur, abiti bon ton, abiti da sera e cappotti per un effetto davvero raffinato, elegante ed assolutamente glamour.Rosso da solo o da abbinare al nero, un altro must di stagione. Quest'anno si passa dall'immancabile total black per una perfetta dark lady, oppure accostato su materiali differenti, dalla vernice alla seta, dalla pelle alle trasparenze.
Un reale tocco di classe immortale, da portare anche per tutta la giornata, ideale dal mattino alla sera.Chi di noi donne invece adora i contrasti, impossibile non optare per la tentazione del black & white. Possiamo infatti spingerci o verso i classici pied de poule, jacquard, tweed o stampe geometriche oppure verso l’optical non importa. L’alternativa dei due colori primari sullo stesso vestito o nello stesso outfit ci darà davvero un look con un tocco deciso, raffinato e determinato.La sera poi è magia e quindi il must dei must di stagione è lo stile “diva”, basato su pizzo, oro, cristalli e jais che vanno a rendere preziose le scollature di aderenti vestiti da sera o a tempestare eleganti abiti in chiffon, seta, raso, georgette o velluto.Per il giorno invece molte case di moda consigliano il tartan. Ebbene sì, lo scozzese simbolo dei clan ritorna fortissimo alla ribalta su cappotti, chemisier, mantelle, caban e,in casi estremi anche i famosi kilt.
Un modo trendy e retrò destinato a ravvivare camicette in chiffon.Infine non deve mancare di certo nel nostro guardaroba di stagione la maglia passe-partout. Che sia crochet, ricamo, maglia, pizzo, dovrà essere sempre e comunque morbida in lana, il “fatto a mano” sta diventando una vera e propria mania. Diventa ideale per abiti e cardigan donando un effetto country oppure grazie ad accessori un puro stile neo hippie.
I tatuaggi.Tracce nascoste del nostro corpo.
di Rossana De Lucia
Cambia il significato del tattoo.Scopriamo come.
Spesso anche le persone più insospettabili nascondono segretamente un tatuaggio sulla pelle.O anche più di uno,visto che i vestiti possono ben celare forme e fantasie che la nostra mente ha ideato per il nostro corpo.Di recente però,secondo studi di sociologia,il tatuaggio è stato fortemente sdoganato,ora non è più simbolo di trasgressione o ribellione,ma conformismo,tanto grande è stata la sua diffusione nel mondo.Secondo molti il tipo di tatuaggio adesso rappresenterebbe una dichiarazione di stile,attraverso esso noi comunichiamo chi siamo e cosa vogliamo far trasparire di noi.E un dato molto interessante arriva dagli Stati Uniti dove in questo 2013 per la prima volta da sempre le donne sono più tatuate degli uomini il 23% contro il 20%,un dato significativo,che fa davvero riflettere.
Secondo un sondaggio della City University di New York,le donne che si tatuano lo fanno per essere più attraenti e sexy mentre l'uomo lo fa per motivi totalmente diversi,lo fa per comunicare un messaggio o un'affiliazione ad un gruppo o ad una tribù sociale;la donna no,è solo per mettere l'accento su un suo aspetto,per sentirsi meglio ed apparire meglio.Il mondo è molto cambiato rispetto al passato,le aziende di cosmetiche hanno introdotto i tatoo temporanei come il Tattoo Me!,tatauggio a tampone removibile appena introdotto da Sephora.Tattoo Defender invece è una specifica crema per non scolorire i tatuaggi e attraverso particolari molecole ne aumenta colore e brillantezza.Nonostante invenzioni e stravaganze è però innegabile che il tatuaggio si sia imborghesito,nonostante alcune pazzie,come la cantante Adele che si è tatuata una A dietro l'orecchio o l'attrice Jennifer Aniston che invece si è tatuata l'interno del piede.
Uno dei posti più sexy per il tatto è in basso alla schiena,un punto strategico per evidenziare anche il fondoschiena,ne sa qualcosa Emma Watson che se ne è appena tatuato uno proprio li,un fior di loto bianco molto raffinato.Ma l'attrice regina dei tattoo è sempre lei,Angelina Jolie,nonostante ultimamente si sia molto calmata a riguardo,di recente si è tatutata una tigre stilizzata creata per lei da un vero maestro thailandese dell'arte del tatoo.In questo caso lo scopo dei tattoo magici è diverso,essi rappresenterebbero un mezzo di protezione dello spirito grazie all'energia che il maestro introduce nella pelle al momento dell'incisione.Crederci o no?
Spesso anche le persone più insospettabili nascondono segretamente un tatuaggio sulla pelle.O anche più di uno,visto che i vestiti possono ben celare forme e fantasie che la nostra mente ha ideato per il nostro corpo.Di recente però,secondo studi di sociologia,il tatuaggio è stato fortemente sdoganato,ora non è più simbolo di trasgressione o ribellione,ma conformismo,tanto grande è stata la sua diffusione nel mondo.Secondo molti il tipo di tatuaggio adesso rappresenterebbe una dichiarazione di stile,attraverso esso noi comunichiamo chi siamo e cosa vogliamo far trasparire di noi.E un dato molto interessante arriva dagli Stati Uniti dove in questo 2013 per la prima volta da sempre le donne sono più tatuate degli uomini il 23% contro il 20%,un dato significativo,che fa davvero riflettere.
Secondo un sondaggio della City University di New York,le donne che si tatuano lo fanno per essere più attraenti e sexy mentre l'uomo lo fa per motivi totalmente diversi,lo fa per comunicare un messaggio o un'affiliazione ad un gruppo o ad una tribù sociale;la donna no,è solo per mettere l'accento su un suo aspetto,per sentirsi meglio ed apparire meglio.Il mondo è molto cambiato rispetto al passato,le aziende di cosmetiche hanno introdotto i tatoo temporanei come il Tattoo Me!,tatauggio a tampone removibile appena introdotto da Sephora.Tattoo Defender invece è una specifica crema per non scolorire i tatuaggi e attraverso particolari molecole ne aumenta colore e brillantezza.Nonostante invenzioni e stravaganze è però innegabile che il tatuaggio si sia imborghesito,nonostante alcune pazzie,come la cantante Adele che si è tatuata una A dietro l'orecchio o l'attrice Jennifer Aniston che invece si è tatuata l'interno del piede.
Uno dei posti più sexy per il tatto è in basso alla schiena,un punto strategico per evidenziare anche il fondoschiena,ne sa qualcosa Emma Watson che se ne è appena tatuato uno proprio li,un fior di loto bianco molto raffinato.Ma l'attrice regina dei tattoo è sempre lei,Angelina Jolie,nonostante ultimamente si sia molto calmata a riguardo,di recente si è tatutata una tigre stilizzata creata per lei da un vero maestro thailandese dell'arte del tatoo.In questo caso lo scopo dei tattoo magici è diverso,essi rappresenterebbero un mezzo di protezione dello spirito grazie all'energia che il maestro introduce nella pelle al momento dell'incisione.Crederci o no?
Armani celebra la "grande bellezza"di Roma.
di Rossana De Lucia
Serata evento all'EUR di Giorgio Armani
A Roma si è avuta la One Night Only Roma,una vera sfilata di stars internazionali,un vero evento firmato da Giorgio Armani con il quale re Giorgio ha festeggiato la sua nuova boutique in via Condotti, nel centro storico della città.Un grande edificio sviluppato su tre livelli per una grandezza complessiva di ben 900 metri quadrati, il negozio gode di ben nove vetrine e due spazi esterni separati ognuno dedicato all'uomo e alla donna con entrate separate.L'evento One Night Only Roma si è avuto nella cornice del Palazzo della Civiltà Italiana, nel quartiere romano EUR. Tra i suoi marmi bianchi ha sfilato tutto lo stile Armani. In passerella, le collezioni uomo e donna Emporio Armani e Giorgio Armani per la stagione autunno inverno 2013/14 e la collezione primavera-estate 2013 della linea Armani Privè.
Dopo Milano, Tokyo e Hong Kong, Re Giorgio ha esposto ai suoi ospiti la mostra “Eccentrico”. In esposizione 60 esclusivi abiti delle collezioni Giorgio Armani e Giorgio Armani Privé, insieme a più di 300 accessori e fragranze come Crystal e le collezioni in edizione limitata di Armani Privé.Tantissime le personalità note presenti: Sophia Loren, Bérénice Bejo, Milla Jovovich, Tina Turner, Alba Rohrwacher, Eva Riccobono, Maria Grazia Cucinotta, Nicolas Vaporidis e Giorgia Surina, Francesca Neri, Carolina Crescentini, Ornella Muti, Isabella Ferrari, Rosario Fiorello, Raul Bova, Claudia Pandolfi e molti altri, tutti rigorosamente vestiti Armani.La location è Roma,una città da film, capace di sedurre il mondo con quell’immagine sensuale e solare dell’Italia che è anche la caratteristica di uno stile di vita, diventato nell’immaginario collettivo espressione di un sogno e di valori forti e positivi.Armani aprendo un nuovo store a via Condotti ha voluto fare un omaggio alla città eterna,celebrando la sua bellezza e la sua eternità artistica.
Per tale motivo è stato sviluppato un ambiente raffinato, speciale, che in questa particolare collocazione trova la sua cornice di naturale eleganza.In settembre Armani ha in mente un nuovo progetto particolare dedicato al made in Italy.Forse durante le sfilate di Milano moda donna, l’Italia sarà ancora una volta protagonista con l’opening della boutique dedicata agli accessori della collezione ammiraglia, che si articolerà presso la Galleria Vittorio Emanuele II.L'obiettivo sembra essere palese,tutelare le manifatture italiane a 360 gradi. Formando e pubblicizzando giovani designer ma anche dando orgoglio al paese con serate speciali e lussuose come quelle di Roma.
A Roma si è avuta la One Night Only Roma,una vera sfilata di stars internazionali,un vero evento firmato da Giorgio Armani con il quale re Giorgio ha festeggiato la sua nuova boutique in via Condotti, nel centro storico della città.Un grande edificio sviluppato su tre livelli per una grandezza complessiva di ben 900 metri quadrati, il negozio gode di ben nove vetrine e due spazi esterni separati ognuno dedicato all'uomo e alla donna con entrate separate.L'evento One Night Only Roma si è avuto nella cornice del Palazzo della Civiltà Italiana, nel quartiere romano EUR. Tra i suoi marmi bianchi ha sfilato tutto lo stile Armani. In passerella, le collezioni uomo e donna Emporio Armani e Giorgio Armani per la stagione autunno inverno 2013/14 e la collezione primavera-estate 2013 della linea Armani Privè.
Dopo Milano, Tokyo e Hong Kong, Re Giorgio ha esposto ai suoi ospiti la mostra “Eccentrico”. In esposizione 60 esclusivi abiti delle collezioni Giorgio Armani e Giorgio Armani Privé, insieme a più di 300 accessori e fragranze come Crystal e le collezioni in edizione limitata di Armani Privé.Tantissime le personalità note presenti: Sophia Loren, Bérénice Bejo, Milla Jovovich, Tina Turner, Alba Rohrwacher, Eva Riccobono, Maria Grazia Cucinotta, Nicolas Vaporidis e Giorgia Surina, Francesca Neri, Carolina Crescentini, Ornella Muti, Isabella Ferrari, Rosario Fiorello, Raul Bova, Claudia Pandolfi e molti altri, tutti rigorosamente vestiti Armani.La location è Roma,una città da film, capace di sedurre il mondo con quell’immagine sensuale e solare dell’Italia che è anche la caratteristica di uno stile di vita, diventato nell’immaginario collettivo espressione di un sogno e di valori forti e positivi.Armani aprendo un nuovo store a via Condotti ha voluto fare un omaggio alla città eterna,celebrando la sua bellezza e la sua eternità artistica.
Per tale motivo è stato sviluppato un ambiente raffinato, speciale, che in questa particolare collocazione trova la sua cornice di naturale eleganza.In settembre Armani ha in mente un nuovo progetto particolare dedicato al made in Italy.Forse durante le sfilate di Milano moda donna, l’Italia sarà ancora una volta protagonista con l’opening della boutique dedicata agli accessori della collezione ammiraglia, che si articolerà presso la Galleria Vittorio Emanuele II.L'obiettivo sembra essere palese,tutelare le manifatture italiane a 360 gradi. Formando e pubblicizzando giovani designer ma anche dando orgoglio al paese con serate speciali e lussuose come quelle di Roma.
Il fenomeno "inspiegabile" dei fashion-blog.
di Rossana De Lucia
Il web invaso da siti e blog di moda.Come è nato tutto?
La forza e la potenza esponenziale di internet la conosciamo tutte.Così come conosciamo come il web riesca a far circolare agevolmente idee e contenuti.Ma la grande novità degli ultimi anni è che internet si è trasformato in un vero e proprio luogo per sfilate e passerelle di moda.Le grandi maison infatti già da decenni adoperano internet per presentare le loro collezioni o anche per venderle direttamente ai clienti.Da alcuni anni però o in modo professionale oppure in modo più dilettantistico sono proliferati nella rete i blog di moda,punti di dialogo virtuale in cui la blogger,detta appunto fashion blogger,condivide le sue idee e le sue preferenze su look e tendenze,facendo proseliti non solo tra le ragazze ma anche fra i grandi e addirittura condizionando le case di moda in alcune circostanze.Il fenomeno particolarissimo nacque,come quasi tutto ovviamente,in America,quando nel 2002 un fotografo di moda californiano,Schuman,aprì un sito in cui condivideva i suoi scatti alle sfilate americane e appuntava preferenze e consigli.
L'idea fu presto copiata e in pochi anni migliaia furono i blog di moda aperti nella rete,quasi tutti gestiti esclusivamente da ragazze.In breve tempo ragazze se non addirittura ragazzine hanno dato vita ad un vero fenomeno virtuale,facendo della loro passione per la moda una specie di fenomeno sociale.Il settore non era pronto per questa rivoluzione ed infatti agli inizi molte erano le critiche che giungevano dal giornalismo patinato.Alle sfilate infatti capitava che celebri giornalisti del settore fossero affiancati da ragazzine titolari di siti o blog di successo.Tutto,immaginiamo,davvero surreale.Ma nonostante ciò il fenomeno ha continuato a propagarsi e ad investire letteralmente il mondo della comunicazione fashion come un vero tsunami.
In Italia le novità attecchiscono sempre in ritardo e con varie difficoltà.Infatti solo nel 2009 abbiamo l'esempio del primo vero e proprio fashion blog,divenuto poi anche'esso un caso informatico.Parliamo di Chiara Ferragni che proprio nel 2009 ha fondato sul web il suo blog chiamato “The Blonde Salad” e che nel giro di pochi anni è divenuta la più celebre blogger di moda in Italia con circa 100.000 visite quotidiane,si avete letto bene,100.000 visite.La blogger in questione ha approfittato della notorietà e cavalcato l'onda tanto da vendere se stessa e le sue idee in progetti anche all'estero e in featuring con le grandi case di moda.Dopo la Ferragni,quasi come un'infezione virale,sul web sono sorti numerosissimi blog di questo tipo citiamo solo alcuni tra i più cliccati: “Chiara Biasi” di Chiara Biasi, “The fashion fruit” di Veronica Ferraro e anche qualcuno gestito da personaggi famosi come “La Pinella” blog di Alessia Marcuzzi.
Questi personaggi vengono, dalle masse di ragazzine, seguiti non solo via web ma anche nei numerosi social network come Facebook, Twitter,e recentemente Instagram.Tutte le piattaforme insomma sono invase da questo fenomeno che da un lato può sembrare apprezzabile in quanto avvicina un pò a tutti il mondo,spesso lontanissimo,dell'alta moda ma dall'altro preoccupa e non poco soprattutto per lo spirito emulativo e il sostegno acritico e pedissequo con cui le giovani adolescenti di oggi si approcciano alla vita.In due parole sole,il conformismo e la massificazione,anche della moda.
La forza e la potenza esponenziale di internet la conosciamo tutte.Così come conosciamo come il web riesca a far circolare agevolmente idee e contenuti.Ma la grande novità degli ultimi anni è che internet si è trasformato in un vero e proprio luogo per sfilate e passerelle di moda.Le grandi maison infatti già da decenni adoperano internet per presentare le loro collezioni o anche per venderle direttamente ai clienti.Da alcuni anni però o in modo professionale oppure in modo più dilettantistico sono proliferati nella rete i blog di moda,punti di dialogo virtuale in cui la blogger,detta appunto fashion blogger,condivide le sue idee e le sue preferenze su look e tendenze,facendo proseliti non solo tra le ragazze ma anche fra i grandi e addirittura condizionando le case di moda in alcune circostanze.Il fenomeno particolarissimo nacque,come quasi tutto ovviamente,in America,quando nel 2002 un fotografo di moda californiano,Schuman,aprì un sito in cui condivideva i suoi scatti alle sfilate americane e appuntava preferenze e consigli.
L'idea fu presto copiata e in pochi anni migliaia furono i blog di moda aperti nella rete,quasi tutti gestiti esclusivamente da ragazze.In breve tempo ragazze se non addirittura ragazzine hanno dato vita ad un vero fenomeno virtuale,facendo della loro passione per la moda una specie di fenomeno sociale.Il settore non era pronto per questa rivoluzione ed infatti agli inizi molte erano le critiche che giungevano dal giornalismo patinato.Alle sfilate infatti capitava che celebri giornalisti del settore fossero affiancati da ragazzine titolari di siti o blog di successo.Tutto,immaginiamo,davvero surreale.Ma nonostante ciò il fenomeno ha continuato a propagarsi e ad investire letteralmente il mondo della comunicazione fashion come un vero tsunami.
In Italia le novità attecchiscono sempre in ritardo e con varie difficoltà.Infatti solo nel 2009 abbiamo l'esempio del primo vero e proprio fashion blog,divenuto poi anche'esso un caso informatico.Parliamo di Chiara Ferragni che proprio nel 2009 ha fondato sul web il suo blog chiamato “The Blonde Salad” e che nel giro di pochi anni è divenuta la più celebre blogger di moda in Italia con circa 100.000 visite quotidiane,si avete letto bene,100.000 visite.La blogger in questione ha approfittato della notorietà e cavalcato l'onda tanto da vendere se stessa e le sue idee in progetti anche all'estero e in featuring con le grandi case di moda.Dopo la Ferragni,quasi come un'infezione virale,sul web sono sorti numerosissimi blog di questo tipo citiamo solo alcuni tra i più cliccati: “Chiara Biasi” di Chiara Biasi, “The fashion fruit” di Veronica Ferraro e anche qualcuno gestito da personaggi famosi come “La Pinella” blog di Alessia Marcuzzi.
Questi personaggi vengono, dalle masse di ragazzine, seguiti non solo via web ma anche nei numerosi social network come Facebook, Twitter,e recentemente Instagram.Tutte le piattaforme insomma sono invase da questo fenomeno che da un lato può sembrare apprezzabile in quanto avvicina un pò a tutti il mondo,spesso lontanissimo,dell'alta moda ma dall'altro preoccupa e non poco soprattutto per lo spirito emulativo e il sostegno acritico e pedissequo con cui le giovani adolescenti di oggi si approcciano alla vita.In due parole sole,il conformismo e la massificazione,anche della moda.
La Street-art di Martha Cooper a Milano.
di Rossana De Lucia
La grande fotografa underground arriva in Italia.
Martha Cooper non è un nome come tanti,nell'ambito della Street Art è una vera icona,una fotografa ammirata e talentuosa.A Maggio arriva in Italia,a Milano per la precisione,nello Spazio di Via Dante 14, con la sua ennesima mostra personale intitolata ‘Making an Appearance’, aperta ancora in questo mese e che ha fatto spesso e volentieri il tutto esaurito come visitatori.
La mostra prevede ben 170 scatti che immortalano il momento in cui artisti come Ron English, Liqen, Obey, Lady Pink, Woody, Dondi negli anni ’80, crearono le loro opere.Le foto sono scattate dall’ex Kodak Girl che dal 1975 documenta la scena underground internazionale contribuendo a diffonderne la cultura attraverso libri e mostre.La Cooper è nata a Baltimora nel 1943 ha lavorato per anni al National Geographic e al New York Post fino agli anni 70 quando si afferma come fotografa di riferimento della scena artistica underground. Negli anni ha contribuito a documentare l'arte e le creazioni di tutti i nomi di riferimento della street art internazionale e ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo. Da qualche anno è impegnata in un progetto di documentazione a Sowebo, piccola zona residenziale della sua città natale.
L’evento che Milano ospita è frutto dell'impegno di Biokip, Encaso e l’Associazione A.M.I.C.I. e rielabora una esposizione già installata l'anno scorso ad Ibiza in occasione della prima edizione del Bloop Festival, kermesse internazionale di cultura e arte proattiva.Il Bloop festival verrà riproposto in Spagna dal 14 luglio al 18 agosto 2013 con muri, mostre, installazioni, appuntamenti musicali intorno al tema del controllo.“Marty” come è definita confidenzialmente la fotografa americana, ha compiuto da poco 70 anni e trai suoi regali ha avuto un grande murales con una dedica emblematica del senso della sua passione “Thanks to You our work survives”.Questa insomma è davvero un'occasione da non perdere per vedere da vicino e conoscere una delle personalità più influenti ed importanti di tutta la scena underground internazionale.
Martha Cooper non è un nome come tanti,nell'ambito della Street Art è una vera icona,una fotografa ammirata e talentuosa.A Maggio arriva in Italia,a Milano per la precisione,nello Spazio di Via Dante 14, con la sua ennesima mostra personale intitolata ‘Making an Appearance’, aperta ancora in questo mese e che ha fatto spesso e volentieri il tutto esaurito come visitatori.
La mostra prevede ben 170 scatti che immortalano il momento in cui artisti come Ron English, Liqen, Obey, Lady Pink, Woody, Dondi negli anni ’80, crearono le loro opere.Le foto sono scattate dall’ex Kodak Girl che dal 1975 documenta la scena underground internazionale contribuendo a diffonderne la cultura attraverso libri e mostre.La Cooper è nata a Baltimora nel 1943 ha lavorato per anni al National Geographic e al New York Post fino agli anni 70 quando si afferma come fotografa di riferimento della scena artistica underground. Negli anni ha contribuito a documentare l'arte e le creazioni di tutti i nomi di riferimento della street art internazionale e ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo. Da qualche anno è impegnata in un progetto di documentazione a Sowebo, piccola zona residenziale della sua città natale.
L’evento che Milano ospita è frutto dell'impegno di Biokip, Encaso e l’Associazione A.M.I.C.I. e rielabora una esposizione già installata l'anno scorso ad Ibiza in occasione della prima edizione del Bloop Festival, kermesse internazionale di cultura e arte proattiva.Il Bloop festival verrà riproposto in Spagna dal 14 luglio al 18 agosto 2013 con muri, mostre, installazioni, appuntamenti musicali intorno al tema del controllo.“Marty” come è definita confidenzialmente la fotografa americana, ha compiuto da poco 70 anni e trai suoi regali ha avuto un grande murales con una dedica emblematica del senso della sua passione “Thanks to You our work survives”.Questa insomma è davvero un'occasione da non perdere per vedere da vicino e conoscere una delle personalità più influenti ed importanti di tutta la scena underground internazionale.
La metafisica architettura di Tayo Ito.
di Rossana De Lucia
Un architetto visionario e moderno premiato in America.
L'arte dell'Architettura è anch'essa premiata con i suoi Nobel.Il premio forse più importante e ambito del settore è il Pritzker Architecture 2013 che è andato al giapponese Toyo Ito.Ha appena compiuto 70 anni e ha speso una vita intera per il design.Gli architetti giapponesi a dire il vero non sono nuovi a questo premio,già nel 1987 era toccato a Kenzo Tange,poi a Fumihiko Maki nel 1993, Tadao Ando nel 1995 ed il team di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa nel 2010.L'onorificenza è stata consegnata da Thomas J. Pritzker,presidente della Fondazione Hyatt e la location per l'evento era la splendida e austera Biblioteca John F. Kennedy di Boston, in Massachusetts.La Fondazione da trentanni individua e premia il miglior architetto vivente che abbia creato opere o installazioni di grande pregio per l'umanità. Il vincitore nel suo discorso post premiazione ha affermato: “L’architettura è legata a diversi vincoli sociali .Ho progettato le mie architetture tenendo presente che sarebbe stato possibile realizzare spazi più confortevoli solo liberandoci temporaneamente da tutte le restrizioni. Tuttavia ogni volta che un edificio è completato, divento dolorosamente consapevole della mia inadeguatezza, che si trasforma in energia per affrontare la sfida del prossimo progetto”.
Uno dei meriti e delle caratteristiche precise di Ito è il saper fondere involucro e struttura dell'edificio,dandone un'immagine organica ma naturale senza dimenticare connotazioni tecnologiche.Le sue architetture una volta nate vanno sempre ad inserirsi con una facile integrazione nelcontesto ambientale ed urbano in cui sorgono.Questa integrazione è spesso facilitata dall'uso di elementi materiali ed immateriali.Ito si è fortemente impegnato con il suo studio per aiutare la ricostruzione post Tsunami,ideando numerose opere dalla struttura flessibile e dalla leggerezza i innovazione tecnologica molto accentuata.Emblematico della sua arte è il Dragon Stadium di Taiwan, uno stadio solare che monta intorno circa 8mila pannelli fotovoltaici che ne agevolano e consentono l’illuminazione;sue creazioni sono anche il museo dell’architettura nell’Isola Omishima,bagnata dal mare di Seto, un palazzo in vetro polifunzionale a Barcellona e numerose consulenze e collaborazioni con aziende quali Tod’s, Alessi, Electrolux e Horn;ecco le mille sfaccettature in cui la sua creatività si muove armoniosa.
Di recente stupì tutti anche in Italia quando si aggiudicò un Leone D’Oro per il padiglione giapponese all’ultima Biennale di Architettura di Venezia, Toyo Ito da vita ad opere che nascono e si ispirano alla natura e alle sue componenti come l’aria, il vento e l’acqua.Dalle sue parolesi intuisce un concetto chiaro: "l’architettura non è altro che il luogo d’incontro per i sentimenti delle persone”.
L'arte dell'Architettura è anch'essa premiata con i suoi Nobel.Il premio forse più importante e ambito del settore è il Pritzker Architecture 2013 che è andato al giapponese Toyo Ito.Ha appena compiuto 70 anni e ha speso una vita intera per il design.Gli architetti giapponesi a dire il vero non sono nuovi a questo premio,già nel 1987 era toccato a Kenzo Tange,poi a Fumihiko Maki nel 1993, Tadao Ando nel 1995 ed il team di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa nel 2010.L'onorificenza è stata consegnata da Thomas J. Pritzker,presidente della Fondazione Hyatt e la location per l'evento era la splendida e austera Biblioteca John F. Kennedy di Boston, in Massachusetts.La Fondazione da trentanni individua e premia il miglior architetto vivente che abbia creato opere o installazioni di grande pregio per l'umanità. Il vincitore nel suo discorso post premiazione ha affermato: “L’architettura è legata a diversi vincoli sociali .Ho progettato le mie architetture tenendo presente che sarebbe stato possibile realizzare spazi più confortevoli solo liberandoci temporaneamente da tutte le restrizioni. Tuttavia ogni volta che un edificio è completato, divento dolorosamente consapevole della mia inadeguatezza, che si trasforma in energia per affrontare la sfida del prossimo progetto”.
Uno dei meriti e delle caratteristiche precise di Ito è il saper fondere involucro e struttura dell'edificio,dandone un'immagine organica ma naturale senza dimenticare connotazioni tecnologiche.Le sue architetture una volta nate vanno sempre ad inserirsi con una facile integrazione nelcontesto ambientale ed urbano in cui sorgono.Questa integrazione è spesso facilitata dall'uso di elementi materiali ed immateriali.Ito si è fortemente impegnato con il suo studio per aiutare la ricostruzione post Tsunami,ideando numerose opere dalla struttura flessibile e dalla leggerezza i innovazione tecnologica molto accentuata.Emblematico della sua arte è il Dragon Stadium di Taiwan, uno stadio solare che monta intorno circa 8mila pannelli fotovoltaici che ne agevolano e consentono l’illuminazione;sue creazioni sono anche il museo dell’architettura nell’Isola Omishima,bagnata dal mare di Seto, un palazzo in vetro polifunzionale a Barcellona e numerose consulenze e collaborazioni con aziende quali Tod’s, Alessi, Electrolux e Horn;ecco le mille sfaccettature in cui la sua creatività si muove armoniosa.
Di recente stupì tutti anche in Italia quando si aggiudicò un Leone D’Oro per il padiglione giapponese all’ultima Biennale di Architettura di Venezia, Toyo Ito da vita ad opere che nascono e si ispirano alla natura e alle sue componenti come l’aria, il vento e l’acqua.Dalle sue parolesi intuisce un concetto chiaro: "l’architettura non è altro che il luogo d’incontro per i sentimenti delle persone”.
L'arte punk rinasce nel talento di Linder
di Rossana De Lucia
Il femminismo duro e puro di Linder Sterling.
Labbra gigantesche rosso fuoco,si ergono sui visi dolci e femminei di donne eleganti e raffinate.Oppure fiori,oggetti di casa o utensili da cucina che ragazze indaffarate adoperano con violenza,andando a sovrapporsi all'involucro spesso patinato e vacuo che si da alle donne.Questi sono alcuni degli elementi figurativi dell'artista moderna Linder Sterling,uno stile di ritrarre la donna in modo punk,che di recente ha illuminato l'esposizione del Musée d’Art Moderne di Parigi, e che durerà ancora fino al 19 aprile.Esposte vi sono circa 180 opere tutte focalizzate sul concetto donna-oggetto,una sorta di nuovo slogan per futuri impulsi femministi,che in alcuni paesi sembra non essere mai finito.L'artista mette in scena delicate ma inquietanti bambole che urlano la loro disapprovazione verso l'oggettivazione femminile e la mistificazione pubblicitaria che domina un mondo costruito da uomini per gli uomini.
Formatasi negli ambienti anarchici del punk britannico l’artista inglese da grande prova di se tra fotomontaggio, performance e video, per denunciare una società decisamente maschilista. Una sorta di vortice multi-artistico fra scultura,pittura, musica e moda, di grande impatto scenico e attrazione verso il pubblico.Una chiara dimostrazione sono le numerose installazioni tra cui non poteva mancare la riproposizione della sua celebre sfilata del 1981 in occasione della quale la stessa artista indossò un abito consistente esclusivamente di carne cruda.Dagli esordi della sua attività artistica,passando per gli anni ottanta con il suo celebre contributo alla etichetta “The Secret Public”, fino ad oggi,il talento artistico di Linder è testimoniato dalla presenza delle sue opere nelle collezioni Tate Britain e Tate Modern di Londra e da centinaia di mostre in tutto il mondo.Il nucleo duro della mostra personale “Linder, femme/objet” al MAM di Parigi sono i fotomontaggi, da uno spiccato sapore dada. Il mix di arti da a Linder la possibilità di formare immagini di pura trasgressione,da utilizzare nel contesto di un dibattito politico e sul femminismo.Il suo talento cristallino è il prodotto di un lungo processo che lei stessa definisce di “auto-montage”, rompere l'immagine iniziale della donna e rappresentarla in tutto il suo attuale disagio e alienazione.
Spesso si parte da magazine erotici,culturali o di cucina,un inizio eterogeneo da cui fuoriesce un concetto unitario da sviluppare.Il risultato sono opere dove la donna non è altro che un oggetto commerciale, una sorta di sex toy.Condivise o no le sue idee politiche sul femminismo, Linder riesce esplicitamente a sottolineare l’indecenza che spesso vi è nell’immaginario pubblicitario,non mollando mai la sua visione critica ma allo stesso tempo allegra e ludica sul mondo e sui suoi aspetti da buttare via.
Labbra gigantesche rosso fuoco,si ergono sui visi dolci e femminei di donne eleganti e raffinate.Oppure fiori,oggetti di casa o utensili da cucina che ragazze indaffarate adoperano con violenza,andando a sovrapporsi all'involucro spesso patinato e vacuo che si da alle donne.Questi sono alcuni degli elementi figurativi dell'artista moderna Linder Sterling,uno stile di ritrarre la donna in modo punk,che di recente ha illuminato l'esposizione del Musée d’Art Moderne di Parigi, e che durerà ancora fino al 19 aprile.Esposte vi sono circa 180 opere tutte focalizzate sul concetto donna-oggetto,una sorta di nuovo slogan per futuri impulsi femministi,che in alcuni paesi sembra non essere mai finito.L'artista mette in scena delicate ma inquietanti bambole che urlano la loro disapprovazione verso l'oggettivazione femminile e la mistificazione pubblicitaria che domina un mondo costruito da uomini per gli uomini.
Formatasi negli ambienti anarchici del punk britannico l’artista inglese da grande prova di se tra fotomontaggio, performance e video, per denunciare una società decisamente maschilista. Una sorta di vortice multi-artistico fra scultura,pittura, musica e moda, di grande impatto scenico e attrazione verso il pubblico.Una chiara dimostrazione sono le numerose installazioni tra cui non poteva mancare la riproposizione della sua celebre sfilata del 1981 in occasione della quale la stessa artista indossò un abito consistente esclusivamente di carne cruda.Dagli esordi della sua attività artistica,passando per gli anni ottanta con il suo celebre contributo alla etichetta “The Secret Public”, fino ad oggi,il talento artistico di Linder è testimoniato dalla presenza delle sue opere nelle collezioni Tate Britain e Tate Modern di Londra e da centinaia di mostre in tutto il mondo.Il nucleo duro della mostra personale “Linder, femme/objet” al MAM di Parigi sono i fotomontaggi, da uno spiccato sapore dada. Il mix di arti da a Linder la possibilità di formare immagini di pura trasgressione,da utilizzare nel contesto di un dibattito politico e sul femminismo.Il suo talento cristallino è il prodotto di un lungo processo che lei stessa definisce di “auto-montage”, rompere l'immagine iniziale della donna e rappresentarla in tutto il suo attuale disagio e alienazione.
Spesso si parte da magazine erotici,culturali o di cucina,un inizio eterogeneo da cui fuoriesce un concetto unitario da sviluppare.Il risultato sono opere dove la donna non è altro che un oggetto commerciale, una sorta di sex toy.Condivise o no le sue idee politiche sul femminismo, Linder riesce esplicitamente a sottolineare l’indecenza che spesso vi è nell’immaginario pubblicitario,non mollando mai la sua visione critica ma allo stesso tempo allegra e ludica sul mondo e sui suoi aspetti da buttare via.
Viaggio sorprendente tra sesso e design.
di Rossana De Lucia
A Milano mostra evento.Come l'arte concepisce la sessualità?
Si,è proprio quello che immaginate la figura qui accanto.Nella cultura ancestrale dei popoli dell'India esiste una divinità,Kama.Questo è il dio dell'amore sessuale e a questa divinità sono dedicate una serie di opere di design che però erroneamente un osservatore comune potrebbe definire opere pornografiche o semplici giocattoli di sesso.A Milano in questi giorni è infatti in programmazione l'esposizione "Kama - Sesso e Arte.Questa mostra affronta da un punto di vista artistico il legame tra sesso e architettura,con una buona dose di allegria e con un approccio ironico,spesso unico metodo per iniziare anche solo ad ipotizzare ragionamenti seri sul tema.All'esposizione saranno presenti tutta una serie di oggetti realizzati nel puro scopo di mostrare il rapporto tra eros e arte e soprattutto indagare le modalità con cui spesso una semplice e singola cosa finisce con l'avere risvolti e sottosignificati sessuali.
La mostra,in un paese cattolico come il nostro è infatti vietata ai minori e si struttura in due sezioni.Una prima sezione di tipo storico e una di tipo moderno con numerose installazioni concettuali e di puro design.Tutte le opere o comunque la maggior parte sono state creata apposta per l'occasione Kama da noti artisti moderni come Branzi,Cerbonelli,Marc Cotès,Nendo e Luca Rota.Quasi 150 opere,alcune sono veri oggetti antichi dall'immenso valori storico,poi vi sono disegni,foto e oggettistica contemporanea di matrice internazionale.Molto interessante è poi il percorso tematico definito "Storia a luci rosse" in cui gli artisti si dedicano a ricreare le origini storiche e culturali di alcuni popoli e il loro atteggiamento verso il concetto di sesso.Si va da opere etrusche ad oggetti di chiara connotazione fallica di epoca romana tardo imperiale,fino alla contemporaneità in particolare il celebre divano West di Salvador Dalì o l'installazione Big Vagina di Jason McCartney.
Numerose poi le opere artistiche ispirate alle bellezze del corpo femminile,glutei e seno in particolare.Insomma un percorso visivo esplicito per analizzare il modo in cui,nelle diverse epoche,il sesso sia stato rappresentato e concepito dagli artisti,a volte tramite allegorie altre invece in modo diretto,con o senza scandali.Da vedere assolutamente.
Si,è proprio quello che immaginate la figura qui accanto.Nella cultura ancestrale dei popoli dell'India esiste una divinità,Kama.Questo è il dio dell'amore sessuale e a questa divinità sono dedicate una serie di opere di design che però erroneamente un osservatore comune potrebbe definire opere pornografiche o semplici giocattoli di sesso.A Milano in questi giorni è infatti in programmazione l'esposizione "Kama - Sesso e Arte.Questa mostra affronta da un punto di vista artistico il legame tra sesso e architettura,con una buona dose di allegria e con un approccio ironico,spesso unico metodo per iniziare anche solo ad ipotizzare ragionamenti seri sul tema.All'esposizione saranno presenti tutta una serie di oggetti realizzati nel puro scopo di mostrare il rapporto tra eros e arte e soprattutto indagare le modalità con cui spesso una semplice e singola cosa finisce con l'avere risvolti e sottosignificati sessuali.
La mostra,in un paese cattolico come il nostro è infatti vietata ai minori e si struttura in due sezioni.Una prima sezione di tipo storico e una di tipo moderno con numerose installazioni concettuali e di puro design.Tutte le opere o comunque la maggior parte sono state creata apposta per l'occasione Kama da noti artisti moderni come Branzi,Cerbonelli,Marc Cotès,Nendo e Luca Rota.Quasi 150 opere,alcune sono veri oggetti antichi dall'immenso valori storico,poi vi sono disegni,foto e oggettistica contemporanea di matrice internazionale.Molto interessante è poi il percorso tematico definito "Storia a luci rosse" in cui gli artisti si dedicano a ricreare le origini storiche e culturali di alcuni popoli e il loro atteggiamento verso il concetto di sesso.Si va da opere etrusche ad oggetti di chiara connotazione fallica di epoca romana tardo imperiale,fino alla contemporaneità in particolare il celebre divano West di Salvador Dalì o l'installazione Big Vagina di Jason McCartney.
Numerose poi le opere artistiche ispirate alle bellezze del corpo femminile,glutei e seno in particolare.Insomma un percorso visivo esplicito per analizzare il modo in cui,nelle diverse epoche,il sesso sia stato rappresentato e concepito dagli artisti,a volte tramite allegorie altre invece in modo diretto,con o senza scandali.Da vedere assolutamente.
Stile Minimal. Frontiera per l'arredamento.
di Rossana De Lucia
Minimalismo-concettuale.Questa è la nuova sfida.
Eleganza senza esagerare.Sembrerebbe questo il nuovo manifesto del 2012,un eterna sfida alle materie e alle dimensioni.Cercare un arredamento che sia contemporaneo e ancorato al mondo attuale,mantenendo grande costanza di linguaggio.Una via di mezzo tra stile minimale e concettualismo per interni,senza però mai estremizzare nulla.Operare su materie naturali come il legno,il metallo o stoffe ancora da sgrezzare.
Lo stile minimal nasce negli anni ’60 da una corrente filosofica artistica facendosi successivamente spazio nel mondo dell’arredamento moderno. Questo stile sottolinea l'impellente bisogno di trovare lo spazio, per abitare,per guardare e per vivere; tutto ciò può essere raggiungibile eliminando tutte le decorazioni inutili andando a prediligere solo ciò che è strettamente necessario.L’obbiettivo di tale stile è la praticità e la funzionalità, tutto all’interno della casa deve essere reperibile con una facilità estrema; nessun disordine e superfici che possono essere pulite con grande facilità. Proprio per questa serie di caratteristiche che questo stile sta riscuotendo un grande successo nell’arredamento di case metropolitane; i suoi tratti distintivi si sposano al meglio con la vita frenetica delle metropoli.
Questa nuova frontiera dell'arredo può essere utile e usata per vari e complessi impieghi:case private,design d'interni,locali,ristoranti oppure oggettistica di assoluta creatività.Chiaro esempio sono alcuni lavori dell'architetto italiano Delrosso come il nuovissimo ristorante da Bice nella Grande Mela oppure il particolarissimo Moebius,creato nel marzo scorso nel suo studio di Roma.Si tratta di una tavola per usi molteplici,che trae ispirazione dal cosiddetto nastro creato dal matematico tedesco Moebius.Possiede una particolare rigatura centrale di tipo concavo,una specie di riga non eccessivamente scrutabile ad occhio nudo che lo segue per tutta la dimensione,come se l'intento fosse di creare un rapporto tra l'oggetto e il contesto ambientale in cui poi viene collocato,una sorta di invisibile legame tra la tavola e chi si siede ad esso.Alla base del progetto una teoria molto semplice,massima continuità possibile fra tutte le cose che ci circondano,e questo oggetto ne è un emblematico caso.
Il lavoro di questo architetto italiano è insolito,ricco di artigianalità e sentimento nell'uso dei materiali.Una vera poliedria applicata al design,con un amore quasi viscerale per il legno puro.Minimalista , concettuale e con un forte legale con la natura,ecco la nuova frontiera dell'arredamento urbano.
Eleganza senza esagerare.Sembrerebbe questo il nuovo manifesto del 2012,un eterna sfida alle materie e alle dimensioni.Cercare un arredamento che sia contemporaneo e ancorato al mondo attuale,mantenendo grande costanza di linguaggio.Una via di mezzo tra stile minimale e concettualismo per interni,senza però mai estremizzare nulla.Operare su materie naturali come il legno,il metallo o stoffe ancora da sgrezzare.
Lo stile minimal nasce negli anni ’60 da una corrente filosofica artistica facendosi successivamente spazio nel mondo dell’arredamento moderno. Questo stile sottolinea l'impellente bisogno di trovare lo spazio, per abitare,per guardare e per vivere; tutto ciò può essere raggiungibile eliminando tutte le decorazioni inutili andando a prediligere solo ciò che è strettamente necessario.L’obbiettivo di tale stile è la praticità e la funzionalità, tutto all’interno della casa deve essere reperibile con una facilità estrema; nessun disordine e superfici che possono essere pulite con grande facilità. Proprio per questa serie di caratteristiche che questo stile sta riscuotendo un grande successo nell’arredamento di case metropolitane; i suoi tratti distintivi si sposano al meglio con la vita frenetica delle metropoli.
Questa nuova frontiera dell'arredo può essere utile e usata per vari e complessi impieghi:case private,design d'interni,locali,ristoranti oppure oggettistica di assoluta creatività.Chiaro esempio sono alcuni lavori dell'architetto italiano Delrosso come il nuovissimo ristorante da Bice nella Grande Mela oppure il particolarissimo Moebius,creato nel marzo scorso nel suo studio di Roma.Si tratta di una tavola per usi molteplici,che trae ispirazione dal cosiddetto nastro creato dal matematico tedesco Moebius.Possiede una particolare rigatura centrale di tipo concavo,una specie di riga non eccessivamente scrutabile ad occhio nudo che lo segue per tutta la dimensione,come se l'intento fosse di creare un rapporto tra l'oggetto e il contesto ambientale in cui poi viene collocato,una sorta di invisibile legame tra la tavola e chi si siede ad esso.Alla base del progetto una teoria molto semplice,massima continuità possibile fra tutte le cose che ci circondano,e questo oggetto ne è un emblematico caso.
Il lavoro di questo architetto italiano è insolito,ricco di artigianalità e sentimento nell'uso dei materiali.Una vera poliedria applicata al design,con un amore quasi viscerale per il legno puro.Minimalista , concettuale e con un forte legale con la natura,ecco la nuova frontiera dell'arredamento urbano.
di Rossana De Lucia
Colori e fantasie per il design della casa
di Rossana De Lucia
Novità creative per l'arredamento d'interni.
Tinte forti e sgargianti,utilizzo di materiali ecologici e comunque poco inquinanti,componenti fatti con lettere e numeri,tutti questi elementi mischiati e shakerati insieme danno vita a un nuovo concetto di mobili e tavoli componibili che scatenano quest'anno una vera rivoluzione nell'arredamento moderno della casa e non solo;trasformando il tutto in modo grafico e realizzando simboli del cosidetto design d'interni.
A questa descrizione è ispirata la collezione Fontable realizzata da designer italiani provenienti dall'universo dell'ingegneria.E' una nuova collezione che si ispira a riprodurre lettere grandi e piccole dell'alfabeto e numeri ad una cifra,facendoli divenire elementi componibili per l'arredamento e la casa.
La matrice grafica è la vera regina di questa collezione e da vita a un nuovo modo di esprimere la creatività nell'arredamento.Una sorta di combinazione segreta da poter inserire e reinserire ogni volta,soddisfando gli occhi e la mente nel comporla in modo diverso ogni volta.Con le lettere e i numeri tante sono le combinazioni da creare dando sempre unicità all'ambiente.Il risultato è un interno dinamico e flessibile pronto a essere mutato al minimo cambiamento di umore e personalità.Lo spazio esterno quindi diventa rappresentazione del nostro spazio interiore,del nostro stato d'animo.
Fontable alla scorsa Mostra di Interior Design tenutasi a Milano ha mostrato una particolare coniugazione degli elementi creati,prevedendo una giustapposizione di più componenti e dando vita ad un mobile nuovo,diverso da quello originario,pronto da essere plasmato dalle mani del cliente secondo i suoi gusti e le sue esigenze abitative.Davvero una notevole novità.Ma oltre a questo,anche tutta una serie di nuove tonalità e colori,alcuni creati su richiesta con apposite creazioni e fusioni fatte su indicazioni precise dell'acquirente.Un vero mobile a misura di persona quindi.
Gli elementi Fontable possono anche essere utilizzati al muro come attaccabiti e fungere quindi a svariati usi : sia quello pratico per sistemare i vestiti,sia di design puro potendo al muro,combinare le parole e i numeri e creare situazioni creative e uniche per la parete.Questi particolari elementi d'arredo sono costruiti in lamina di acciaio e ricoperti di vernice solida,smaltata e brillante.Posseggono piedi in metallo anche essi della stessa tinta e misurabili in modo dare sfogo alle nostre manie creative.Anche a casa.
Tinte forti e sgargianti,utilizzo di materiali ecologici e comunque poco inquinanti,componenti fatti con lettere e numeri,tutti questi elementi mischiati e shakerati insieme danno vita a un nuovo concetto di mobili e tavoli componibili che scatenano quest'anno una vera rivoluzione nell'arredamento moderno della casa e non solo;trasformando il tutto in modo grafico e realizzando simboli del cosidetto design d'interni.
A questa descrizione è ispirata la collezione Fontable realizzata da designer italiani provenienti dall'universo dell'ingegneria.E' una nuova collezione che si ispira a riprodurre lettere grandi e piccole dell'alfabeto e numeri ad una cifra,facendoli divenire elementi componibili per l'arredamento e la casa.
La matrice grafica è la vera regina di questa collezione e da vita a un nuovo modo di esprimere la creatività nell'arredamento.Una sorta di combinazione segreta da poter inserire e reinserire ogni volta,soddisfando gli occhi e la mente nel comporla in modo diverso ogni volta.Con le lettere e i numeri tante sono le combinazioni da creare dando sempre unicità all'ambiente.Il risultato è un interno dinamico e flessibile pronto a essere mutato al minimo cambiamento di umore e personalità.Lo spazio esterno quindi diventa rappresentazione del nostro spazio interiore,del nostro stato d'animo.
Fontable alla scorsa Mostra di Interior Design tenutasi a Milano ha mostrato una particolare coniugazione degli elementi creati,prevedendo una giustapposizione di più componenti e dando vita ad un mobile nuovo,diverso da quello originario,pronto da essere plasmato dalle mani del cliente secondo i suoi gusti e le sue esigenze abitative.Davvero una notevole novità.Ma oltre a questo,anche tutta una serie di nuove tonalità e colori,alcuni creati su richiesta con apposite creazioni e fusioni fatte su indicazioni precise dell'acquirente.Un vero mobile a misura di persona quindi.
Gli elementi Fontable possono anche essere utilizzati al muro come attaccabiti e fungere quindi a svariati usi : sia quello pratico per sistemare i vestiti,sia di design puro potendo al muro,combinare le parole e i numeri e creare situazioni creative e uniche per la parete.Questi particolari elementi d'arredo sono costruiti in lamina di acciaio e ricoperti di vernice solida,smaltata e brillante.Posseggono piedi in metallo anche essi della stessa tinta e misurabili in modo dare sfogo alle nostre manie creative.Anche a casa.